Charles I de Bourbon
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Charles I de Bourbon Cardinale | |
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Folium ejus non defluet | |
Jean Hey Ritratto di Carlo II di Borbone, 1485, presso l'Alte Pinakothek | |
Età alla morte | 55 anni |
Nascita | Château de Moulins 1433 |
Morte | Lione 13 settembre 1488 |
Sepoltura | Cappella borbonica, da lui costruita, nella cattedrale metropolitana e primaziale di Saint-Jean de Lyon |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Nominato vescovo | 7 novembre 1446 da papa Eugenio IV |
Consacrazione vescovile | 21 settembre 1466 dall'arc. Jean Coeur |
Creato Cardinale |
18 dicembre 1476 da Sisto IV (vedi) |
Cardinale per | 11 anni, 8 mesi e 26 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Charles I de Bourbon italiano Carlo I di Borbone[1] (Château de Moulins, 1433; † Lione, 13 settembre 1488) è stato un cardinale e arcivescovo francese.
Cenni biografici
Nacque a Château de Moulins, nell'omonima diocesi francese, terzogenito di Carlo I di Borbone (1401-1456) e di Agnese di Borgogna (1407-1476), sorella di Carlo il Temerario, duca di Borgogna. Suo fratello maggiore Giovanni II ereditò il titolo di duca di Borbone e il fratello minore Pierre, signore di Beaujeu, sposò Anna, figlia del re Luigi XI di Francia, nel 1474.
Elezione all'arcidiocesi di Lione
Alla morte dell'arcivescovo Amédée de Talaru[2], i canonici del capitolo della cattedrale cercarono di imporre al papa e al re di Francia il loro candidato: Jean de Bourbon[3]. Ma papa Eugenio IV tardò a dare conferme della candidatura e Jean de Bourbon rinunciò all'incarico proponendo suo nipote Carlo di Borbone. Il capitolo lo elesse poi il 6 giugno 1444 all'età di 11 anni. Ma il papa annullò l'elezione, sfidando la pragmatica sanzione e impose Geoffroy Vassal[4], allora arcivescovo di Vienne. Quest'ultimo non prese mai possesso dell'arcivescovado. Infatti, la famiglia Borbone negoziò con lui ed egli rinunciò al suo titolo nell'ottobre del 1445. Il re e il papa accettarono allora la candidatura di Carlo di Borbone.
Episcopato
L'arcivescovado fu amministrato durante la sua minore età da Jean Rolin, allora vescovo di Autun, dal 1446 al 1447, poi da Jean d'Harcourt[5], allora vescovo di Narbona, dal 1447 al 1449, e da Jean de Bourbon[6], vescovo di Le Puy, dal 1449 al 1466.
Nel 1461, sotto Luigi XI di Francia, ottenne la commenda delle abbazie di Saint-Vaast[7], ad Arrás, e di Saint-Austremoine[8], a Issoire.
Arcivescovo di Lione
Eletto arcivescovo di Lione il 7 novembre 1446, all'età di 11 anni; Amministratore della diocesi attraverso un vicario generale. Raggiunta l'età canonica fu consacrato il 21 settembre 1476 dall'arcivescovo di Bourges mons. Jean Coeur[9], co-consacratori: mons. Antoine Gobert[10], vescovo della diocesi di Alet e mons. Étienne Chassaigné[11], vescovo ausiliare di Lione.
Celebrò un sinodo nel 1449 per cercare di porre fine allo scisma dell'antipapa Felice V contro papa Niccolò V; l'assemblea è stato seguita da risultati positivi. Priore commendatario di La Charité-sur-Loire, abate commendatario di Fleury e abate commendatario di Saint-Vaast de Arras nel 1462. Nominato legato pontificio ad Avignone nel 1465. Intronizzato a Lione come arcivescovo nel 1466. Fu il capo di un'ambasciata inviata dal re Luigi XI a Roma presso papa Paolo II. Incaricato dal re di negoziare un trattato tra Carlo, duca di Borgogna, e Francesco II, duca di Bretagna.
Ricevette la consacrazione episcopale il 21 settembre 1466, nella cattedrale metropolitana di Saint-Jean, a Lione, da mons. Jean Coeur[12], arcivescovo di Bourges, assistito da mons. Antoine Gobert[13], vescovo di Alet, e da mons. Étienne Chassaigné[14], vescovo titolare di Berito e ausiliare di Lione. Padrino del futuro re Carlo VIII nel giugno 1470. Fu presente al colloquio dei re Luigi XI di Francia ed Edoardo IV d'Inghilterra nel 1475 e alla firma della pace conclusa tra loro a Picquigny[15].
Carlo di Borbone fu molto più un uomo di corte che un prelato e si affidò a diversi uomini di fiducia per la gestione della diocesi di Lione e questi si dimostrarono uomini di alto valore religioso. Il vescovo ausiliare Étienne de Chassagne, circondato dai vicari generali, si recò in visita pastorale alla diocesi nel 1469 e nel 1470. I suoi verbali, molto più completi di quelli della precedente visita di Amédée de Talaru, parlano di 804 chiese e di uno stato generale della diocesi piuttosto buono. Furono pure promulgati nuovi statuti sinodali.
Sotto il suo episcopato fu completata la cattedrale di Saint-Jean ed egli fu sepolto nella cappella borbonica che vi aveva fatto costruire in stile gotico fiammeggiante. Allo stesso modo, fu il primo ad occupare il nuovo palazzo episcopale situato vicino alla cattedrale, lasciando il castello di Pierre Scize agli uomini del re.
Fu anche come arcivescovo di Lione che commissionò a Johannes Numeister[16] la stampa di un messale noto come Missale Lugdunense, completato nel 1487.
Una delle sue rare azioni a Lione fu quella di rinominare la chiesa dei Cordeliers nel 1484 dedicandola a San Bonaventura da Bagnoregio, ivi sepolto e che Sisto IV aveva appena canonizzato.
Nel 1482, Carlo di Borbone condannò la comunità benedettina di Chana per depravazione, la espulse e ne diede la direzione al Capitolo di San Paolo.
Carriera politica e diplomatica
Soprattutto uomo di corte, Carlo di Borbone rimase vicino al re per tutta la vita, sia diplomatico che consigliere. La moltiplicazione dei profitti, il suo significativo peso politico e il suo mecenatismo dimostrano che non appartiene più interamente al Medioevo, ma già in parte al Rinascimento.
Dopo il conflitto della Lega del Bene Pubblico, Luigi XI lo inviò nel 1466 da papa Paolo II, come ambasciatore, con Tebaldo di Lussemburgo.
Nel 1468, Carlo di Borbone si trovava a Péronne per negoziare la liberazione del re con Carlo il Temerario. Egli era infatti cugino di primo grado di quest'ultimo attraverso sua madre. L'anno seguente, il 7 gennaio 1469, firmò una lettera patente reale come suo consigliere, a Montilz-lèz-Tours. Nel 1470 seguì Luigi XI a Liegi e l'anno seguente battezzò il suo quarto figlio Carlo e gli fu padrino. Nello stesso anno fu nominato priore di Souvigny e Saint-Pourçainb.
Durante i preparativi per la fine definitiva della Guerra dei Cent'anni nel 1475, l'arcivescovo si trovava nell'Abbazia della Vittoria vicino a Senlis durante i negoziati con Edoardo IV d'Inghilterra e Francesco II di Bretagna. Con il re e suo fratello maggiore Giovanni II di Borbone, arrivò a Picquigny il 29 agosto per siglare il Trattato di Picquigny[17]. Il 16 ottobre, firmò una lettera reale patente per ristabilire la pace con il duca Francesco II di Bretagna.
Crisi nella legazione di Avignone
Dal 1472 nel 1476 ricoprì anche l'ufficio di legato pontificio ad Avignone, prendendone possesso il 23 novembre 1473. L'anno seguente papa Sisto IV nominò suo nipote Giuliano della Rovere vescovo di Avignone e poi, due anni dopo, legato. Ciò provocò un conflitto tra Luigi XI e il papa, che degenerò nella stessa Avignone tra l'esercito reale e le truppe pontificie. Finalmente, il 15 giugno 1476, per risolvere questa difficoltà, Luigi XI accolse Giuliano della Rovere a Lione, e Carlo II di Borbone accettò di perdere la legazione. Per questo, nel 1476, divenne amministratore apostolico del vescovado di Clermont e fu creato cardinale nel consistoro tenutosi il 18 dicembre.
Da un re all'altro
L'8 gennaio 1476, come primo rango del consiglio del re, firmò quattro lettere patenti, tra cui una lettera riguardante la libertà della Chiesa gallicana, nel castello di Plessis-du-Parc-lèz-Tours.
Sembra che dopo aver lasciato Avignone, abbia seguito nuovamente gli itinerari di Luigi XI. Infatti, il cardinale era presente con il re nella città di Arras il 18 marzo 1477, durante la campagna che seguì la morte di Carlo il Temerario. Nel 1480 fu nominato abate dell'Île Barbeb[18].
Dopo la morte di Luigi XI, partecipò al consiglio del nuovo re Carlo VIII di Francia. Il 27 dicembre 1483 firmò una lettera patente reale al castello di Amboise, come capo del consiglio. Nel 1486 fu il primo priore commendatario del priorato di Notre-Dame de La Charité-sur-Loire.
Non partecipò al conclave del 1484, che elesse papa Innocenzo VIII.
Duca di Borbone e Alvernia, per un breve periodo
Divenne duca di Borbone e Alvernia, alla morte del fratello il 1º aprile 1488, si trovò in opposizione al fratello Pierre, le cui pretese sul titolo erano sostenute dalla moglie Anna, allora reggente di Francia.
Morte
Aveva appena rinunciato al ducato quando morì il 13 settembre 1488.
Da Gabriella Bartine, ebbe una figlia, Isabella, che fu legittimata dal re di Francia nel 1491 e che sposò Gilberto di Chantelot, signore di La Chaise (Monétay-sur-Allier).
Genealogia episcopale
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Arcivescovo Jean Coeur[19]
- Cardinale Carlo I di Borbone
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Lione | Successore: | ![]() |
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Geoffroy Vassal[20] | 7 novembre 1446 - 17 settembre 1488 | André d'Espinay |
Predecessore: | Primate delle Gallie | Successore: | ![]() |
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Geoffroy Vassal | 7 novembre 1446 - 17 settembre 1488 | André d'Espinay |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Clermont | Successore: | ![]() |
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Antonio Alamandi[21] (vescovo) |
10 marzo 1476 - 17 settembre 1488 | Carlo III di Borbone[22] (vescovo) |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Silvestro e Martino ai Monti | Successore: | ![]() |
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Jean Jouffroy, O.S.B. Clun. | 15 gennaio 1477 - 17 settembre 1488 | André d'Espinay |
Predecessore: | Priore di Notre-Dame de La Charité-sur-Loire | Successore: | ![]() |
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Philbert de Marafin | 1º gennaio 1486 - 17 settembre 1488 | Antoine de Roche |
Predecessore: | Duca di Borbone Duca d'Alvernia Conte di Clermont |
Successore: | ![]() |
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Giovanni II di Borbone[23] | 1º aprile 1488 - 13 settembre 1488 | Pietro II di Borbone[24] |
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
|
- Vescovi di Lione
- Primati delle Gallie
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