Chiesa di Sant'Agata dei Goti (Roma)
Chiesa di Sant'Agata dei Goti | |
---|---|
Roma, Chiesa di Sant'Agata dei Goti | |
Altre denominazioni | Chiesa di Sant'Agata in Suburra |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Mazzarino, 16 00184 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 4879351 |
Fax | +39 06 4879355 |
Posta elettronica | curiagecss@libero.it |
Sito web | |
Oggetto tipo | Chiesa |
Dedicazione | Sant'Agata |
Sigla Ordine qualificante | C.S.S. |
Fondatore | Flavio Ricimero |
Data fondazione | V secolo |
Architetto |
Francesco Ferrari (facciata) |
Stile architettonico | barocco |
Inizio della costruzione | V secolo |
Completamento | 1729 |
Data di consacrazione | 593 |
Consacrato da | papa Gregorio Magno |
Titolo | Sant'Agata dei Goti (diaconia) |
Pianta | basilicale |
Iscrizioni | [Dedicata] S[anctae] AGATHA V[irgini] E[t] M[artiri] |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Sant'Agata dei Goti, detta anche Chiesa di Sant'Agata in Suburra, è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Monti.
Storia
Dalla fondazione al Medioevo
La chiesa, dedicata alla Santa catanese, fu fondata nel V secolo da Flavio Ricimero, console dell'Impero d'Occidente. Il più antico documento conosciuto riguardante la chiesa è costituito da un'iscrizione che era posta sul mosaico absidale con Gesù Cristo sul globo, con il rotulo e la mano alzata, tra i dodici apostoli vestiti con il pallio, fatto eseguire dallo stesso patrizio romano intorno al 467 e distrutto nel XVI secolo, del quale rimane solo un disegno cinquecentesco a colori conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, opera di Francesco Penna. Nell'iscrizione si leggeva:
« | Fl[avius] Ricimer, v[ir] i[nlustris], magister utriusque militiae, patricius et ex cons[ule] ord[inario], pro voto suo adornavit. » |
Nella prima metà del VI secolo, prese il nome di Sant'Agata dei Goti, poiché era diventata sin dal V secolo il luogo di assemblea della comunità gotica di Roma, che professava il culto ariano: nel 592 fu restaurata da papa Gregorio Magno (590-604) che nel 593 la riconsacrò al culto cattolico con il titolo di "San Sebastiano e Sant'Agata".
L'edificio fu nuovamente restaurato sotto papa Leone III (795-816) e probabilmente fu proprio in questa occasione che venne costruito il monastero affidato da Leone IV (847-855) ai monaci benedettini, che nel XII secolo fecero innalzare il campanile.
Nel 1461 Pio II (1458-1464) affida il complesso monastico in commenda al cardinale Francesco Gonzaga (1444-1483), il quale arricchì la chiesa di un prezioso pavimento in stile cosmatesco, fece costruire il palazzo degli abati commendatari e ampliare il monastero.
Dal Cinquecento al Settecento
Nel 1566 per volontà del cardinale titolare Giovanni Battista Cicala (1510-1570) venne ricostruito il quadriportico antistante la chiesa.
Nel 1568, soppressa la parrocchia (di cui si ignora la data di erezione), la chiesa venne affidata agli Umiliati, un ordine religioso che alcuni anni dopo fu soppresso dal Papa e nel 1579, Gregorio XIII (1572-1585) concesse il complesso ai monaci benedettini di Montevergine.
Nel 1589, per decisione di Sisto V (1585-1590), il cardinale Federico Borromeo (1564-1631) fece ricostruire l'abside, andata distrutta in un crollo e per volontà del cardinale Carlo di Lorena (1567-1607) nel 1599 venne ornata con dipinti murali ad affresco. L'anno successivo il monastero fu elevato ad abbazia.
Nel 1633 il cardinale Francesco Barberini (1597-1679) fa realizzare il soffitto a cassettoni e l'apparato decorativo interno.
Nel 1636 il cardinale Antonio Barberini (1608-1671) commissionò la ricostruzione dell'altare maggiore e la complessiva decorazione a stucco.
Nel 1703 fu completato l'organo a canne realizzato per volontà dal cardinale Carlo Bichi (1638-1718).
Nel 1729 i monaci fecero riedificare il complesso incaricando Francesco Ferrari (1716-1744) di ristrutturare la facciata della chiesa.
Dall'Ottocento a oggi
Nel 1809, i monaci benedettini di Montevergine lasciarono il complesso che nel 1820 diventa scuola delle Maestre Pie Filippini e successivamente, nel 1836, per volontà di Gregorio XVI (1831-1846) sede del Collegio Irlandese.
Nel 1838 il cardinale Juan Francisco Marco y Catalán (1771-1841) fa eseguire alcuni lavori di restauro.
Nel 1925, per l'ampliamento del palazzo della Banca d'Italia, il monastero venne demolito e, sulla destra, fu realizzato un palazzetto di tre piani con finestre con cornici decorate e un portale sul quale è visibile la data di esecuzione dei lavori. L'edificio dal 1926 è la sede della curia generalizia della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù (Stimmatini)
La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santa Maria ai Monti.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Sant'Agata dei Goti istituito nel VIII secolo da papa Leone III: l'attuale titolare è il cardinale Raymond Leo Burke.
Descrizione
Esterno
Facciata
La facciata della chiesa, ricostruita nel 1729 da Francesco Ferrari (1716-1744), è compresa tra i resti dell'antico monastero - costituito da tre piani con una finestra per parte - e presenta un unico ordine di paraste bianche binate, tra le quali si apre il portale architravato con doppio timpano che include un medaglione con un bassorilievo raffigurante:
- Sant'Agata tra due cherubini (1729), in stucco di Francesco Ferrari.
Completa il prospetto un timpano triangolare sormontato da una croce alla base del quale si legge l'iscrizione dedicatoria:
« | [Dedicata] S[anctae] AGATHA V[irgini] E[t] M[artiri] » |
Quadriportico
Dal portale, tramite una doppia rampa di scale, si scende nel quadriportico, situato a un livello inferiore, dove si apre l'ingresso alla chiesa, con la centro un pozzo del XVI secolo, con l'iscrizione SEMPER e uno stemma mediceo: ciò fa ritenere che fu costruito proprio in occasione della visita di Clemente VII (1523-1534) al cardinale rettore della chiesa Niccolò Ridolfi (1501-1550), suo nipote.
Interno
L'interno della chiesa, che conserva in parte la struttura del V secolo, presenta tre navate, divise da arcate su dodici colonne ionici,[1] con fusti di granito e capitelli rivestiti in stucco.
La navata centrale presenta una soffitto a cassettoni del XVII secolo eseguito da Simone Leggi su disegno attribuito a Domenico Castelli (1582 ca.-1657), il quale nel 1633 diresse i lavori di realizzazione dell'apparato decorativo interno per conto del cardinale Francesco Barberini. Al centro della navata si può ancora ammirare parte dello splendido pavimento cosmatesco, risalente alla seconda metà del XV secolo e realizzato per volontà del cardinale Francesco Gonzaga.
La navata centrale è decorata da un ciclo di sei dipinti murali, ad affresco, con Storie della vita di sant'Agata, eseguiti nel 1633-1636, da Paolo Gismondi detto anche Paolo Perugino, raffiguranti:
- alla parete destra:
- Sant'Agata tra le figlie di Afrodisia;[2]
- Sant'Agata si rifiuta di adorare gli idoli;
- Martirio di sant'Agata;[3]
- alla parete sinistra:
- San Pietro appare a sant'Agata
- Sant'Agata sulla pira ardente;
- Sant'Agata giacente sul letto di morte.[4]
Presbiterio e abside
Al centro del presbiterio s'innalza, sopra l'altare maggiore:
- Ciborio cosmatesco (XII - XIII secolo): l'opera, restaurata e ricomposta nel 1931-1933, presenta quattro slanciate colonnine in pavonazzetto con decorazioni cosmatesche e copertura a tempietto.
Dietro l'altare, si apre l'abside semicircolare, che presenta il catino absidale decorato con un pregevole dipinto murale raffigurante:
- Gloria di sant'Agata (1633-1636), affresco di Paolo Gismondi:[5] l'opera sostituì il mosaico originario del V secolo con Gesù Cristo giudice tra i dodici apostoli andato distrutto nel XVI secolo a causa del crollo dell'abside.
Cappelle laterali
In fondo alle due navate, ai lati del presbiterio si aprono due pregevoli cappelle:
- nella cappella sinistra, dedicata a san Gaspare Bertoni, detta anche Cappella Antonelli, si nota:
- all'altare, rilievo marmoreo con Natività di Gesù.
- nella cappella destra, dedicata a sant'Agata, voluta nel 1504 dal cardinale Ludovico Podocataro, si conserva:
- all'altare, entro mostra, Statua di sant'Agata (XVIII secolo), in legno dorato di ambito romano.
Controfacciata
Nella controfacciata è collocato:
- Monumento funebre di Andrea Giovanni Lascaris (1535), in marmo di ambito romano: nella tomba è sepolto il celebre umanista e scrittore bizantino vissuto negli ultimi anni a Roma alla corte di Leone X.
Note | |
| |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|
- Tutti i beni architettonici
- Beni architettonici in Italia
- Beni architettonici del Lazio
- Beni architettonici del V secolo
- Beni architettonici dedicati a Sant'Agata
- Chiese in Italia
- Chiese per nome
- Chiese di Roma
- Chiese del V secolo
- Chiese del Lazio
- Roma
- Chiese di Francesco Ferrari (architetto)
- Francesco Ferrari (architetto)
- Chiese dedicate a Sant'Agata
- Sant'Agata
- Diocesi di Roma
- Chiese titolari di Roma