Arcidiocesi di Bourges

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Arcidiocesi di Bourges
Archidioecesis Bituricensis
Chiesa latina
Cathédrale de Bourges (Cher).jpg
sede vacante
Bourges
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Tours
Archidiocèse de Bourges logo.png
Logo
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Francia
Parrocchie 58 (12 vicariati )
Sacerdoti 85 di cui 66 secolari e 19 regolari
5.882 battezzati per sacerdote
49 religiosi 111 religiose 18 diaconi
533.000 abitanti in 14.020 km²
500.000 battezzati (93,8% del totale)
Eretta III secolo
Rito romano
Cattedrale Santo Stefano
Indirizzo
4 avenue du 95eme-de-Ligne, 18020 Bourges CEDEX, France
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2023 (gc ch)
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Francia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica
La chiesa di Sainte-Solange, meta di pellegrinaggio.
L'abbazia Notre-Dame di Fontgombault.
L'ex palazzo episcopale di Bourges.

L'Arcidiocesi di Bourges (francese: Archidiocèse de Bourges; latino: Archidioecesis Bituricensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Tours.

Territorio

L'arcidiocesi comprende i dipartimenti francesi dello Cher e dell'Indre.

Sede arcivescovile è la città di Bourges, dove si trova la cattedrale di Santo Stefano.

I principali luoghi di pellegrinaggio dell'arcidiocesi sono:

Il territorio si estende su 14.020 km².

Storia

L'arcidiocesi fu eretta nel III secolo. Secondo la tradizione, protovescovo sarebbe stato sant'Ursino, evangelizzatore della storica regione del Berry, menzionato in due occasioni nelle opere di Gregorio di Tours. I dittici dell'arcidiocesi menzionano dieci vescovi dopo sant'Ursino, che precedono il primo vescovo storicamente documentato di Bourges, Leone, che sottoscrisse il 4 ottobre 453 gli atti del Concilio di Angers.

Biturigi era la capitale della provincia romana dell'Aquitania prima, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[2]. Con l'affermarsi dell'organizzazione ecclesiastica Biturigi divenne, oltre che centro amministrativo della regione, sede metropolitana della provincia ecclesiastica, modellata su quella civile, che comprendeva le diocesi suffraganee di Clermont, Rodez, Albi, Cahors, Limoges, Mende e Le Puy.

Nel Medioevo sorse una disputa fra le sedi metropolitane di Bordeaux e di Bourges in merito alla pretesa di Bourges sulla primazia di Aquitania. La questione è stata acclarata da studiosi moderni, che hanno stabilito che la lettera di papa Niccolò I a Rodolfo (864), che data l'esistenza della primazia di Bourges al IX secolo e che qualifica l'arcivescovo con il titolo di patriarcha,[3] non è autentica. Come capitale dell'Aquitania prima, Bourges anticamente aspirò alla preminenza sulle province di Aquitania seconda e Aquitania terza e quindi anche su Bordeaux. Verso il 1073 queste generiche aspirazioni presero forma di rivendicazioni. Fra il 1112 e il 1126 il papato le riconobbe e nel 1146 papa Eugenio III conferì la primazia di Pierre de La Châtre, arcivescovo di Bourges, su Bordeaux.

Nel XII secolo due papi visitarono Bourges: papa Pasquale II nel 1107 e papa Alessandro III nel 1163.

Nel 1195 fu iniziata la costruzione della cattedrale in stile gotico. Venne consacrata dall'arcivescovo Guillaume de Brosse il 13 maggio 1324.

Nel 1225 si tenne il Concilio di Bourges (1225) convocato dal cardinale Romano Bonaventura durante la crociata albigese per stabilire chi tra Raimondo VII di Tolosa e Amalrico VI di Montfort fosse il legittimo signore della Contea di Tolosa.

Nel 1232 papa Gregorio IX concesse all'arcivescovo di Bourges, come ad un patriarca, il diritto di visitare la provincia di Aquitania, impose all'arcivescovo di Bordeaux il dovere di assistere, almeno una volta, ai concili indetti dall'arcivescovo di Bourges e stabilì che i provvedimenti dell'arcivescovo di Bordeaux potevano essere appellati dinanzi all'arcivescovo di Bourges. Quando occasionalmente, nel 1240 e nel 1284, gli arcivescovi di Bourges si recarono a Bordeaux, trovarono le porte delle chiese chiuse e risposero con la scomunica alle proteste del clero di Bordeaux contro le loro visite.

Quando la Francia perse l'Aquitania per l'annullamento del matrimonio fra Luigi VII ed Eleonora di Aquitania che era stato celebrato nella cattedrale di Bordeaux nel 1137, Bordeaux divenne la capitale dei possedimenti inglesi in Aquitania. Allora la disputa fra le sedi metropolitane di Bordeaux e di Bourges assunse un carattere politico e il re di Francia iniziò a sostenere le rivendicazioni di Bourges.

Papa Clemente V (1305-14) fu contrario alle rivendicazioni di Bourges. Divenuto papa, a dispetto delle sue simpatie francesi, perseguì il disegno dell'emancipazione di Bordeaux da Bourges.

Nel 1327 l'arcidiocesi contava 733 parrocchie. Nel XIV secolo la provincia ecclesiastica si ingrandì con le nuove diocesi, istituite da papa Giovanni XXII, di Tulle, di Saint-Flour, di Vabres e di Castres

Nel 1438 si tenne a Bourges un altro importante concilio che, dopo l'approvazione della Prammatica Sanzione di re Carlo VII, tentò di istituire una Chiesa gallicana autonoma da Roma.

Durante l'episcopato di Jean Cœur, nella seconda metà del XV secolo, fu fondata l'università di Bourges.

Il Concilio di Bourges (1528) condannò gli ugonotti, che erano favoriti sia dall'università in cui avevano studiato Calvino e Teodoro di Beza sia dalla corte di Margherita di Valois.

Nel 1603 l'arcidiocesi contava 772 parrocchie, che diventeranno 801 nel 1776 e 796 alla vigilia della Rivoluzione, quando erano raggruppate in 9 arcidiaconati e 20 arcipresbiterati.

Il 3 ottobre 1678, con l'erezione a sede metropolitana della diocesi di Albi, la provincia ecclesiastica di Bourges perse le diocesi suffraganee di Rodez, Castres, Vabres, Cahors e Mende.

In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 l'arcidiocesi si ampliò, incorporando il territorio della diocesi di Nevers, che fu soppressa.

Il 6 ottobre 1822, in forza della bolla Paternae caritatis del medesimo papa Pio VII, la diocesi di Nevers fu ristabilita, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Bourges. Contestualmente, la provincia ecclesiastica di Bourges venne ristrutturata, arrivando a comprendere le suffraganee di Clermont, Limoges, Le Puy, Tulle e Saint-Flour.

Facendo seguito al sinodo del 1990, nel 1994 il territorio dell'arcidiocesi subisce una sostanziale rivisitazione e il numero delle parrocchie è ridotto dalle oltre 500 alle attuali 64.

In seguito alla riorganizzazione delle circoscrizioni ecclesiastiche francesi, dall'8 dicembre 2002 Bourges non è più sede metropolitana, pur mantenendo la dignità arcivescovile, ed è entrata a far parte della provincia ecclesiastica di Tours.[4]

Cronotassi dei vescovi

Bourges è una delle poche sedi episcopali di Francia di cui si conservano i dittici originari in avorio. Al loro interno, nell'XI secolo, fu scritto con inchiostro il catalogo episcopale che, con le aggiunte successive, arriva fino a Simon de Beaulieu (1281-1294). Oggi praticamente i dittici risultano illeggibili, tuttavia sono giunte fino a noi diverse copie del catalogo.
La più antica è quella trascritta in un manoscritto della fine dell'XI secolo ed arriva fino al vescovo Audebert de Montmorillon († 1096).[5] Verso la metà del XIII secolo il canonico Etienne de Gallardon redasse un'altra copia, oggi conservata in un cartulario del capitolo.[6] All'epoca dell'arcivescovo Roger le Fort (metà del XIV secolo) fu redatta una copia ufficiale su pergamena, inserita all'interno dei dittici: questo esemplare del catalogo fu tenuto aggiornato fino alla fine del Settecento. Il catalogo episcopale riporta anche gli anni di pontificato per ciascun arcivescovo, ma le incongruenze e gli anacronismi sono tali[7] che, fino alla metà del IX secolo, risultano essere completamente inaffidabili.[8]

Statistiche

Note
  1. Pèlerinage de Notre Dame des enfants su pelerinagesdefrance.fr
  2. (LA) Chronica minora su dmgh.de, col. "Monumenta Germaniae Historica", vol. I, p. 558
  3. Péricard, pp. 323 e seguenti.
  4. (FR) Congrégration pour les évêques, Décret sur la nouvelle organisation des provinces ecclésiastiques en France su eglise.catholique.fr. 8 dicembre 2002. URL consultato il 1º ottobre 2024
  5. Su sessanta vescovi da Ursino a Audebert, ben quaranta sono noti anche da altre fonti, cosa che rende il catalogo più che attendibile.
  6. Pubblicato da: (FR) Léopold Delisle, Etienne de Gallardon, clerc de la chancellerie de Philippe-Auguste, chanoine de Bourges su persee.fr, col. "Bibliothèque de l'école des chartes", vol. tomo 60, 1899), pp. 42-44
  7. Duchesne, op. cit., pp. 24-25.
  8. Il catalogo, nella copia di Gallardon, è riportato, oltre che dal già citato Delisle, anche da Duchesne, op. cit., pp. 22-23, il quale annota anche le varianti con le altre copie.
  9. Eulogio e Palladio II, imparentati con Simplicio, sono menzionati nel discorso pronunciato da Sidonio Apollinare in occasione dell'ordinazione di Simplicio.
  10. Nei dittici di Bourges sono menzionati, uno di seguito all'altro, due arcivescovi di nome Onorato; secondo Duchesne, non è chiaro a quale dei due sono da attribuire le due menzioni storiche del 533 e del 535. Gallia christiana riconosce un solo Onorato, come pure Gams.
  11. Secondo la sua Vita, governò la Chiesa di Bourges per 12 anni e morì nel 624.
  12. Alcune cronotassi tradizionali (cfr. Gams) distinguono due vescovi di nome Stefano, entrambi santi, vissuti all'incirca nella stessa epoca. I dittici di Bourges riportano un solo Stefano.
  13. È certamente vescovo nel mese di gennaio 841.
  14. 14,0 14,1 14,2 Creato cardinale
  15. Nominato a Sens da re Enrico IV già nel 1594, confermato da papa Clemente VIII nel 1602.
  16. Nominato arcivescovo di Tolosa il 15 settembre 1788.
  17. Etienne de Paule de Fallot de Béaupré de Beaumont fu arcivescovo eletto.
Bibliografia
Collegamenti esterni