Giuliano Cesarini seniore

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Giuliano Cesarini
Cardinale
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Ritratto del cardinale Cesarini presso l'Università di Bologna
Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 46 anni
Nascita Roma
1398
Morte Varna
10 novembre 1444
Sepoltura sconosciuta
Conversione
Appartenenza
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Nominato amministratore apostolico febbraio 1439 da papa Eugenio IV
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Creazione
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Creato
Cardinale in segreto
24 maggio 1426 da Martino V (vedi)
Pubblicato
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8 novembre 1430 da Martino V (vedi)
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Cardinale per 14 anni e 2 giorni
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Invito all'ascolto
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Giuliano Cesarini (Roma, 1398; † Varna, 10 novembre 1444) è stato un cardinale italiano.

Biografia

Nascita e formazione

Giuliano Cesarini nacque nel 1398 a Roma, ebbe cinque fratelli figli di Andreuzzo Cesarini e Paolotia Rustici. era prozio dell'omonimo cardinale Giuliano Cesarini iuniore e del cardinale Alessandro Cesarini seniore. Altro cardinale della famiglia fu Alessandro Cesarini juniore. Fu chiamato cardinale di Sant'Angelo e cardinale Giuliano.

Intraprese i primi studi a Roma, studiò poi presso le Università di Perugia, Bologna e Padova, dove conseguì il dottorato in utroque iure, sia in diritto canonico, sia in diritto civile.

Primi incarichi

Ebbe l'incarico di professore all'Università di Padova, dove insegnò ai futuri cardinali Domenico Capranica e Nikolaus von Cusa. Chiamato a Roma dal cardinale Branda Castiglione, lo accompagnò in missione in Boemia. Nel 1422 ricevette la nomina di Uditore della Sacra Romana Rota e l'onorificenza di Protonotario apostolico. Divenne inoltre Referendario della Segnatura Apostolica e Nunzio apostolico in Francia e poi in Inghilterra.

Non si hanno informazioni sull'ordinazione presbiterale e la consacrazione vescovile.

Cardinalato

Fu creato cardinale in segreto da papa Martino V nel concistoro del 24 maggio 1426 e pubblicato nel concistoro dell'8 novembre 1430 con il titolo diaconale di Sant'Angelo in Pescheria.

Il 1º gennaio 1431 si recò in Boemia come Legato pontificio di papa Martino V con l'incarico di sostenere la lotta contro gli Hussiti.

Partecipò al conclave del 1431, che elesse papa Eugenio IV. Si recò al Concilio di Basilea, aperto il 23 luglio 1431 da papa Martino V, per presiedere l'assemblea in nome del nuovo pontefice. Lasciò Basilea quando il concilio cominciò a discutere della deposizione del papa; quindi raggiunse Eugenio IV a Ferrara nel marzo 1438 e più tardi a Firenze, dove il pontefice, su pressione di Cosimo de' Medici[1], nel 1439, trasferì il concilio. Il 6 luglio 1439 l'assemblea sottoscrisse il Decreto di Unione[2] fra la Chiesa latina e quella orientale grazie anche al preminente impegno del Cesarini nei negoziati.

Nel 1438 accettò l'incarico di Abate commendatario dell'Abbazia cistercense di San Pastore di Contigliano nella diocesi di Rieti e divenne Protettore dell'Ordine dei Frati Minori.

Ministero episcopale

Nel febbraio 1439 papa Eugenio lo nominò Amministratore della sede di Grosseto e nello stesso anno Arciprete della Basilica di San Pietro. Il 18 aprile 1440 rassegnò le dimissioni dalla commenda del monastero di San Biagio in Roma, che venne inglobata nel Capitolo di San Pietro. Nel 1440 Optò per il titolo di Santa Sabina lasciando quello di Sant'Angelo in Pescheria. Sempre nello stesso anno assunse l'Amministrazione della sede metropolitana di Taranto.

Fu nominato vescovo della sede suburbicaria di Frascati, il 7 marzo 1444 e lo stesso giorno fu nominato Gran penitenziere; inoltre curò gli interessi dell'Ordine dei Frati Minori come loro Cardinale protettore.

Missione per la crociata

Il 1º marzo 1442 Eugenio IV lo nominò legato pontificio in Ungheria, Polonia, Boemia e Austria con l'incarico di trovare una soluzione nel conflitto per la successione al trono ungherese, aggravata anche dalle minacce ottomane. Il 14 marzo 1442 lasciò Firenze, allora sede della Curia. La prima tappa del suo viaggio fu di nuovo Venezia, dove trovò ospitalità e appoggio alla sua impresa. Lasciò la città lagunare dopo il 26 aprile 1442 per recarsi a Vienna dove riuscì a negoziare tra Ladislao III di Polonia[3], Ladislao il Postumo[4] e Federico III d'Asburgo[5] una tregua per la reggenza, che permise un'azione comune contro gli ottomani. Il 1º gennaio 1443 Eugenio IV indisse la crociata e l'armata si mise in movimento il 9 giugno 1443. Nell'ottobre l'esercito attraversò il Danubio presso Belgrado e il 3 novembre si venne ad una battaglia presso Nis (Nissa), nella quale Giovanni Hunyadi[6] rimase vincitore. I successi della prima fase della spedizione convinsero molti potentati ad allearsi a Ladislao e Hunyadi. Mentre fervevano i preparativi, supervisionati da Giuliano Cesarini, lo stesso sultano mandò al campo di Seghedino[7] degli ambasciatori per negoziare la pace. Gli ottomani proposero a re Ladislao una tregua di dieci anni, ma il cardinale Cesarini convinse i crociati a fingere di accettare l'accordo in funzione di un attacco successivo, riuscendo a convincere anche il re a iniziare una nuova campagna contro gli ottomani. Il 10 novembre 1444 le truppe di Ladislao subirono una catastrofica sconfitta presso Varna dove il re stesso trovò la morte sul campo di battaglia. Il legato Cesarini fu ferito e tentò di fuggire, ma anche lui fu ucciso.

Morte

Morì il 10 novembre 1444 mentre fuggiva dalla battaglia di Varna in Bulgaria, non si dispone per cui alcuna informazione sulla sua sepoltura. La notizia della sua morte giunse a Roma il 25 luglio 1445. Il giorno successivo il Sacro Collegio dei Cardinali celebrò a Roma il funerale del defunto cardinale.

Fu autore di numerose opere teologiche, in particolare sulla processione dello Spirito Santo. Era di notevole virtù e austerità ed ebbe una notevole influenza ai suoi tempi.

Successione degli incarichi

Predecessore: Cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria Successore: CardinalCoA PioM.svg
Pietro Stefaneschi 8 novembre 1430 - 1440 Juan de Carvajal I
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Pietro Stefaneschi {{{data}}} Juan de Carvajal
Predecessore: Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano Successore: StPetersDomePD.jpg
Giordano Orsini 29 maggio 1438-10 novembre 1444 Pietro Barbo I
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Giordano Orsini {{{data}}} Pietro Barbo
Predecessore: Amministratore apostolico di Grosseto Successore: BishopCoA PioM.svg
Antonio Casini 6 febbraio 1439-10 novembre 1444 Memmo Agazzari
(vescovo)
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Antonio Casini {{{data}}} Memmo Agazzari
(vescovo)
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Sabina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Bálint Alsáni 1440-7 marzo 1444 Giovanni de Primis O.S.B.Cas. I
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Bálint Alsáni {{{data}}} Giovanni de Primis O.S.B.Cas.
Predecessore: Amministratore apostolico di Taranto Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Giovanni Berardi di Tagliacozzo
(arcivescovo metropolita)
1440-7 marzo 1444 Mario Orsini
(arcivescovo metropolita)
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Giovanni Berardi di Tagliacozzo
(arcivescovo metropolita)
{{{data}}} Mario Orsini
(arcivescovo metropolita)
Predecessore: Cardinale vescovo di Frascati Successore: CardinalCoA PioM.svg
Luigi di Lussemburgo 7 marzo - 10 novembre 1444 Basilio Bessarione I
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Luigi di Lussemburgo {{{data}}} Basilio Bessarione
Predecessore: Penitenziere Maggiore Successore: Emblem Holy See.svg
Niccolò Albergati, O.Cart. 7 marzo - 10 novembre 1444 Giovanni Berardi di Tagliacozzo I
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Niccolò Albergati, O.Cart. {{{data}}} Giovanni Berardi di Tagliacozzo
Note
  1. Cosimo di Giovanni de' Medici, detto il Vecchio o Pater Patriae (Firenze, 27 settembre 1389 – Careggi, 1º agosto 1464), politico e banchiere, primo signore de facto di Firenze e primo uomo di Stato di rilievo della famiglia Medici. Pur non avendo mai ricoperto alcuna carica di rilievo nella città (che si mantenne sempre istituzionalmente una Repubblica), egli si poté considerare il massimo uomo di Firenze all'indomani della morte del padre Giovanni (dal quale raccolse l'eredità economica) e in particolare con il ritorno glorioso dall'esilio nel 1434.
  2. Decreto di Unione, lunedì 6 luglio 1439 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore (Firenze) pubblicato e recitato pubblicamente in latino e in greco durante una cerimonia solenne. I cantori di entrambe le parti elevarono il Letentur caeli et exultet terra (Gioiscano i cieli, Sal 95,11 ). Le due parti sottoscrissero l'accordo raggiunto sulla processione dello Spirito Santo, l'uso del pane azzimo e fermentato, la purificazione delle anime, il primato del papa e il ruolo degli altri quattro importanti patriarchi della cristianità (Costantinopoli, Gerusalemme, Alessandria e Antiochia).
  3. Ladislao III di Polonia (Cracovia, 31 ottobre 1424 – Varna, 10 novembre 1444) fu re di Polonia dal 1434 al 1444, re d'Ungheria dal 1440 al 1444 con il nome di Vladislao I. Il 22 febbraio 1440 la vedova Elisabetta di Lussemburgo si trasferì, con il figlio lattante Ladislao il Postumo a Komorn. Nonostante la nascita di un erede di Alberto II d'Asburgo, il partito contrario scelse Ladislao III di Polonia come re dell'Ungheria proclamandolo tale l'8 marzo 1440 a Cracovia. Elisabetta a sua volta si diresse con il figlio a Stuhlweißenburg, facendolo incoronare a sua volta. Nacque così una violenta controversia fra i due contendenti, che si sviluppò anche sul piano militare, sfociando in una guerra civile.
  4. Ladislao il Postumo (Komárno, 22 febbraio 1440 – Praga, 23 novembre 1457), nato dopo la morte del padre, l'imperatore Alberto II d'Asburgo duca d'Austria col nome di Alberto V (dal 1404), Re di Ungheria e di Boemia (dal 1437) e Re di Germania come Alberto II (dal 1438). Ladislao ereditò dalla madre, Elisabetta di Lussemburgo, figlia dell'imperatore Sigismondo e di Barbara di Cilli, la corona di Boemia e quella d'Ungheria, che gli furono riconosciute rispettivamente nel 1445 e nel 1448. Data la sua giovane età fu posto sotto la tutela del duca più anziano, lo stesso Federico III d'Asburgo e in seguito, ancora adolescente, sotto la tutela dello zio il potente conte Ulrico di Cilli.
  5. Federico III d'Asburgo (Innsbruck, 21 settembre 1415 – Linz, 19 agosto 1493)
  6. Giovanni Hunyadi (Cluj-Napoca, 1407 ca. – Zemun, 11 agosto 1456), condottiero e politico ungherese. Alla morte di Alberto II d'Asburgo (1439), Hunyadi risolse di appoggiare la candidatura a re d'Ungheria del giovane Ladislao III di Polonia a discapito dell'erede di Alberto, l'infante Ladislao il Postumo: la scelta era primariamente giustificata dal bisogno, per le terre ungheresi, di un giovane re guerriero e non di un neonato nelle grinfie della madre (Elisabetta di Lussemburgo) e del tutore, Ulrico di Celje.
  7. Seghedino (in ungherese Szeged, in tedesco Szegedin, in serbo Сегедин, Segedin, in rumeno Seghedin) è una città ungherese, la terza città più grande dell'Ungheria, si trova nel sud del Paese, vicino al confine con Serbia e Romania, alla confluenza dei fiumi Maros/Mureș e Tibisco.