Beato Raimondo da Capua
Beato Raimondo da Capua delle Vigne, O.P. Presbitero | |
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Beato | |
Età alla morte | circa 69 anni |
Nascita | Capua 1330 ca. |
Morte | Norimberga 5 ottobre 1399 |
Professione religiosa | 1348 |
Ordinazione presbiterale | 1355 ca. |
Incarichi ricoperti | Maestro generale dell'Ordine dei Frati Predicatori |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 15 maggio 1899, da Pio IX |
Ricorrenza | 5 ottobre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 5 ottobre, n. 13:
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Beato Raimondo da Capua delle Vigne (Capua, 1330 ca.; † Norimberga, 5 ottobre 1399) è stato un presbitero e scrittore italiano. Fu confessore e direttore spirituale di santa Caterina da Siena e 23° Maestro generale dei domenicani, ricordato come magister Catherinae.
Cenni biografici
Raimondo nacque a Capua verso il 1330, figlio di Pietro delle Vigna e da Maria, probabilmente di nobile famiglia, il cui cognome però non ci è pervenuto.
Entrò nell'Ordine dei domenicani a Orvieto, dove fece la professione poco dopo la morte del padre, avvenuta a Napoli il 18 dicembre 1348. Per tutta la vita appartenne alla provincia romana: dopo aver ricevuto gli ordini maggiori intorno al 1355, fu inviato come lector di teologia a Bologna.
Nel 1366 si trovava a Montepulciano, direttore spirituale del convento delle suore domenicane intitolato a sant'Agnese. Il 28 aprile 1366 vi pubblicò la Legenda s. Agnetis de Montepolitano. Nel 1367 fu priore del convento romano della Minerva, poi passò in Toscana, dove restò a lungo.
Nel 1374 venne incaricato dal capitolo generale dell'ordine di assumere la direzione spirituale della giovane terziaria Caterina Benincasa, la santa di Siena, presso la quale fu per quattro anni e quasi senza interruzione, padre spirituale, confessore e discepolo.
Nel 1376 accompagnò la santa nel suo viaggio ad Avignone dove funse da intermediario di Caterina nei tentativi di ottenere la pace e di persuadere il Papa a tornare a Roma.
Fu con lei a Roma, priore della Minerva per la seconda volta nel 1377, dove Papa Urbano VI lo ebbe in grande stima. Morta santa Caterina, continuò come lei a difendere appassionatamente la canonicità dell'elezione di Urbano VI, accettando nel 1380 anche di divenire maestro generale dell'ordine.
Sostenne anche le parti di Papa Bonifacio IX nei suoi molti viaggi in Italia, in Ungheria e in Germania. La molta esperienza raccolta nelle visite ai conventi dell'ordine lo indusse a tentare una radicale riforma di questo, per riportarlo all'originaria austerità. Perseguì pure tenacemente la causa della canonizzazione della sua grande penitente, della quale scrisse anche la Vita tra il 1385 e il 1395, la Legenda maior s. Catherinae Senensis.
Morì nel 1399, nel convento domenicano di Norimberga.
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