San Paolo Miki

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San Paolo Miki, S.J.
Presbitero · Martire
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al secolo {{{alsecolo}}}
battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 41 anni
Nascita Tsunokuni
1556
Morte Nagasaki
5 febbraio 1597
Sepoltura
Conversione
Appartenenza Gesuiti
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Vestizione 1579 ca.
Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Predecessore {{{predecessore}}}
Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione 14 settembre 1627, da Urbano VIII
Canonizzazione 8 giugno 1862, da Pio IX
Ricorrenza 6 febbraio
Altre ricorrenze 5 febbraio a Nagasaki
Santuario principale
Attributi Croce, lancia, palma
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Firma [[File:{{{firma}}}|150x150px]]
Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 6 febbraio, n. 1:
« Memoria dei santi Paolo Miki e compagni, martiri, a Nagasaki in Giappone. Con l'aggravarsi della persecuzione contro i cristiani, otto tra sacerdoti e religiosi della Compagnia di Gesù e dell'Ordine dei Frati Minori, missionari europei o nati in Giappone e diciassette laici, arrestati, subirono gravi ingiurie e furono condannati a morte. Tutti insieme, anche i ragazzi, furono messi in croce in quanto cristiani, lieti che fosse stato loro concesso di morire allo stesso modo di Cristo. »

San Paolo Miki (Tsunokuni, 1556; † Nagasaki, 5 febbraio 1597) è stato un presbitero, missionario e martire giapponese. Morì crocifisso durante una persecuzione anticristiana nel suo paese: è stato proclamato Santo da papa Pio IX insieme ai 25 compagni di martirio.

Biografia

Nato nei pressi di Kyōto da una nobile famiglia giapponese, ricevette il battesimo a 5 anni e a 22 entrò nei gesuiti come novizio: studiò presso i collegi dell'Ordine di Azuchi e Takatsuki e divenne un missionario; non poté essere ordinato sacerdote a causa dell'assenza di un vescovo in Giappone.

Johannes Bitterich, Statua di san Paolo Miki; Bamberga, Chiesa di San Martino

La diffusione del cristianesimo fu inizialmente tollerata dalle autorità locali, ma nel 1587 lo shogun, Toyotomi Hideyoshi, mutò il suo atteggiamento nei confronti degli occidentali ed emanò un decreto di proibizione della religione cattolica indirizzata ai missionari Gesuiti stranieri.

L'ostilità anti-europea raggiunse il suo culmine nel 1596, quando si scatenò una persecuzione contro gli occidentali, quasi tutti religiosi e contro i cristiani giapponesi (essi superavano le 200.000 unità), considerati traditori. Nel dicembre di quell'anno Paolo Miki venne arrestato insieme ad altri due compagni giapponesi, Giovanni di Goto e Giacomo Kisai del medesimo Ordine, a sei frati missionari spagnoli provenienti dalle Filippine e ufficialmente ambasciatori presso il Regno del Giappone, ai loro quindici catechisti discepoli locali, terziari francescani e a due cristiani arrestati lungo il viaggio verso il martirio di Nagasaki.

Vennero crocifissi sulla collina di Tateyama, nei pressi di Nagasaki. Secondo la passio, Paolo continuò a predicare anche sulla croce, fino alla morte.

Voci correlate
Collegamenti esterni