Sant'Antonino Pierozzi
Sant'Antonino Pierozzi, O.P. Arcivescovo | |
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Santo | |
Lorenzo Lotto, Pala d'altare con Elemosina di sant'Antonino Pierozzi (1542), olio su tela; Venezia, Basilica dei Santi Giovanni e Paolo | |
Età alla morte | 70 anni |
Nascita | Firenze 1389 |
Morte | Montughi 2 maggio 1459 |
Ordinazione presbiterale | Cortona, 1414 |
Consacrazione vescovile | 1446 |
Incarichi ricoperti | Arcivescovo metropolita di Firenze |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 31 maggio 1523, da Adriano VI |
Ricorrenza | 2 maggio |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 2 maggio, n. 8:
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Sant'Antonino Pierozzi (Firenze, 1389; † Montughi, 2 maggio 1459) è stato un teologo, arcivescovo e letterato italiano; è un santo dalla Chiesa cattolica, appartenne all'ordine dei Frati Predicatori, fu arcivescovo di Firenze.
Biografia
Figlio del notaro ser Niccolò Pierozzi, fin dalla giovane età maturò un'indole avvezza alla meditazione, allo studio e alla preghiera, che in età adulta gli valsero l'appellativo di "campione della serietà". Le sue doti intellettuali convinsero i domenicani ad accoglierlo nell'ordine.
Fu ordinato sacerdozio probabilmente a Cortona nel 1414. Operò anche a Fiesole e a Foligno.
Sin da giovane ricevette numerosi incarichi di responsabilità: Vicario degli Osservanti in Italia e priore dei conventi domenicani a Napoli, Gaeta e Roma (in Santa Maria sopra Minerva).
Tornò quindi a Firenze e divenne priore del convento di San Marco, che, nello stesso periodo in cui Beato Angelico affrescava le celle dei monaci con un famoso ciclo sulla vita di Gesù, raggiunse con Antonino vertici di spiritualità e vita cristiana.
Durante questa carica fu chiamato a ricoprire il seggio arcivescovile del capoluogo toscano nel 1446, dopo Bartolomeo Zabarella, su precisa richiesta della Signoria e del Capitolo di Santa Maria del Fiore. Accettò l'incarico seppur con riluttanza (provò anche a fuggire, ma venne bloccato a Fiesole), e svolse il suo compito contraddistinguendosi per magnanimità, carità e profonda dottrina. Fu papa Eugenio IV stesso, esule a Firenze, che gli conferì la carica in persona.
Per un certo senso precursore della riforma tridentina, diede un nuovo volto alla arcidiocesi, con la riorganizzazione delle parrocchie, il risveglio degli ideali evangelici nel clero, l'istruzione dei fedeli. Figura instancabile, compiva regolarmente visite pastorali nelle varie chiese cittadine e del contado, radunava i sacerdoti, predicava al popolo dei fedeli e scriveva opere morali e teologiche (in latino e in volgare). Non mancarono poi incarichi affidatigli dal pontefice o dalla Repubblica fiorentina.
Alcune descrizioni[1] dell'epoca lo ricordano come esile, sgraziato nella voce, ma austero nel portamento, con un'aurea di santità fin da quando era in vita.
Fu protettore dell'opera artistica di Beato Angelico e autore di numerosi scritti e di un epistolario ricco di una cultura profonda e densa di umanità.
Morì il 2 maggio 1459 presso Montughi, un colle abitato appena a nord di Firenze, vicino Careggi, nel cosiddetto Palazzo dei Vescovi fiorentini.
Antonino, pur nella sua notevolissima spiritualità, fu un personaggio pienamente rinascimentale e applicò quella ragione ordinatrice tipicamente umanista all'organizzazione cristiana della città: riorganizzò le istituzioni caritative indirizzandole ciascuna verso un preciso compito, affinché potessero al meglio specializzarsi con risparmio di energie e di mezzi, con le cosiddette Compagnie di Dottrina: lo Spedale degli Innocenti per i fanciulli, gli orfani e i trovatelli, la Compagnia dei Buonomini di San Martino, per i poveri "verghognosi", ovvero per i benestanti caduti in disgrazia, la compagnia per l'assistenza dei sacerdoti anziani (presso l'Oratorio di Gesù Pellegrino).
Fu proclamato santo da papa Adriano VI nel 1523. Nella casa dove nacque, nei pressi di Piazza del Duomo a Firenze oggi appartenente all'Opera di Santa Maria del Fiore, un busto e una targa in latino ricordano la sua figura. Giovanni XXIII, nel quinto centenario della sua morte, lo dichiarò patrono della città di Firenze e dell'arcidiocesi, accanto a San Zanobi. Una sua statua si trova nel cortile degli Uffizi.
Predecessore: | Arcivescovo di Firenze | Successore: | |
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Bartolomeo Zabarella | 1446-1459 | Orlando Bonarli |
Galleria fotografica
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Note | |
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Bibliografia | |
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