Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti (Roma)

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
(Reindirizzamento da Basilica di San Martino ai Monti (Roma))
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
1leftarrow.png Voce principale: Chiese di Roma.
Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
San Martino ai Monti - Roma - facciata - 2015.JPG
Roma, Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti
Altre denominazioni Basilica di San Martino ai Monti
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio

Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Località
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Viale del Monte Oppio, 28
00184 Roma (RM)
Telefono +39 06 47847045; +39 06 47847049
Fax +39 06 47847048
Posta elettronica santisilvestroemartino@diocesidiroma.it
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano)
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione basilicale
Dedicazione San Silvestro I
San Martino di Tours
Vescovo
Sigla Ordine qualificante O.C.
Sigla Ordine reggente O.C.
Fondatore papa Simmaco
Data fondazione V secolo, fine
Architetto

Filippo Gagliardi (ristrutturazione del XVII secolo)

Stile architettonico barocco
Inizio della costruzione V secolo, fine
Completamento XVII secolo
Distruzione
Soppressione
Ripristino
Scomparsa {{{Scomparsa}}}
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Data di consacrazione
Consacrato da
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo Santi Silvestro e Martino ai Monti (titolo cardinalizio)
Strutture preesistenti Edificio pubblico (fine III - inizio IV secolo)
Pianta basilicale
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta {{{Data scoperta}}}
Nome scopritore {{{Nome scopritore}}}
Datazione scavi {{{Datazione scavi}}}
Scavi condotti da {{{Scavi condotti da}}}
Altezza Massima
Larghezza Massima
Lunghezza Massima {{{LunghezzaMassima}}}
Profondità Massima
Diametro Massimo {{{DiametroMassimo}}}
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine {{{Altitudine}}}
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
41°53′40″N 12°29′55″E / 41.894524, 12.498635 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Basilica dei SS. Silvestro e Martino
Basilica dei SS. Silvestro e Martino
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
{{{nome}}}
{{{nomeInglese}}}
[[Immagine:{{{immagine}}}|240px]]
Tipologia {{{tipologia}}}
Criterio {{{criterio}}}
Pericolo Bene non in pericolo
Anno [[{{{anno}}}]]
Scheda UNESCO
[[Immagine:{{{linkMappa}}}|300px]]
[[:Categoria:Patrimoni dell'umanità in {{{stato}}}|Patrimoni dell'umanità in {{{stato}}}]]

La Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti è una chiesa di Roma detta anche Basilica di San Martino ai Monti, situata nel centro storico della città, nel rione Monti.

Storia

Dalle origini al Medioevo

La basilica, secondo la tradizione, sorge sopra il titulus Equitii, la domus ecclesiae di proprietà di Equizio, presbitero di papa Silvestro I (314-335). In effetti sono stati ritrovati ruderi romani (cui si accede dalla cripta), ma essi sembrano più pertinenti a un edificio di carattere pubblico databile alla fine del III o all'inizio del IV secolo.

Notizie certe, comunque, assegnano la fondazione della chiesa vera e propria a papa Simmaco (498-514), anche se poi fu ricostruita da Sergio II (844-847) che la dotò di amboni ancora in situ nel XVI secolo, in cui si leggeva l'epigrafe di cui rimangono le trascrizioni:

« Salvo Domino nostro beatissimo / Sergio papa Iuniore »

Ulteriori interventi si ricordano sotto Leone IV (847-855) che fece dipingere le pareti della basilica ed eseguire la decorazione musiva dell'abside, al di sotto dei quali si leggeva un lungo carme, da cui si desumeva che il papa aveva affidato la chiesa ai monaci benedettini perché vi pregassero senza interruzione:

« Sergius hanc caepit praesul quam cernitis aedem / Cui moriens nullum potuit conferre decorem / Sed mox papa Leo quartus dum culmina sistit / Romanae Sedis, divino tactus amore / Perfecit soleo melius quam coepta manebat / Atque pia totam pictura ornavit honeste / Coenobiumque sacrum statuit monacosque locavit / Qui Domino assiduas valeant persolvere laudes / Talibus ut donis caelestia scandere possit / Regna, quibus Martinus ovans, Silvester et almus / Praefulgit, gaudetque simul cum praesule Christo / Quorum pro meritis haec templa dicata coruscant. »

Papa Bonifacio VIII, già cardinale titolare, il 1º maggio 1299 con la lettera apostolica Oblata nobis[1] affida la chiesa all'Ordine dei Carmelitani, che tuttora la curano.

Dal Cinquecento a oggi

Nel 1570, furono intrapresi, grazie al munifico aiuto di san Carlo Borromeo (1538-1584), cardinale titolare, vari lavori di ristrutturazione, fra i quali venne rifatto il soffitto a cassettoni della navata centrale, andato poi distrutto in un incendio, e arricchito l'apparato decorativo interno.

Nel 1636 che l'edificio subì un radicale rinnovamento strutturale per volontà del priore Giovanni Antonio Filippini (futuro generale dell'Ordine), il quale affidò i lavori all'architetto Filippo Gagliardi (1606-1659): i lavori si protrassero fino al 1667, quando fu eretta la facciata attuale, la lunga e stretta scalea che conduce all'ingresso posteriore e la piccola torre campanaria a vela sopra l'abside.

Un ulteriore restauro ebbe luogo tra il 1780 e il 1795, per volontà del cardinale Francesco Saverio de Zelada (1717-1801).

Nel XIX secolo, per riparare ai notevoli danni arrecati da un violento incendio, fu ricostruito il soffitto interno della chiesa ed eseguiti numerosi lavori di restauro.

Nel 1873 la basilica fu espropriata e incamerata dal demanio del Regno d'Italia,[2] successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).

Titolo cardinalizio

La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santi Silvestro e Martino ai Monti, istituito intorno al 314 da papa Silvestro I: l'attuale titolare è il cardinale Kazimierz Nycz.

Descrizione

Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti (interno)

Esterno

La facciata, impostata su un alto podio con scalinata, è articolata in due ordini scanditi da lesene, divisi da una cornice marcapiano e conclusa da un grande timpano con oculo: il superiore, è aperto al centro da un finestrone sormontato da un timpano semicircolare spezzato; l'inferiore, presenta al centro un portale, sormontato da un timpano triangolare spezzato, che ai lati presenta due bassorilievi in stucco, eseguiti nel 1667 da Stefano Castelli, raffiguranti:

Interno

L'interno, a pianta basilicale, è a tre navate divise da 24 colonne di spoglio (provenienti dall'antica basilica del V secolo) con capitelli compositi sui quali poggia la trabeazione, al di sopra della quale sono collocate otto sculture in stucco realizzate intorno al 1655 da Pietro Paolo Naldini, raffiguranti:

La navata centrale è coperta con un soffitto ligneo a cassettoni policromo, mentre le laterali presentano coperture lignee monocrome a rilievo, databili alla metà del XVII secolo. Le pareti delle navate laterali sono decorate con un pregevole ciclo di sedici dipinti murali raffiguranti:

Navata sinistra

All'inizio della navata sinistra, è ubicato un interessante dipinto murale raffigurante:

Lungo la navata, inoltre, sono posti tre altari, dove sono collocate alcune interessanti opere:

In fondo alla navata, accanto al presbiterio, si apre la cappella dedicata alla Madonna del Carmelo, fondata nel 1593 da Catherine de' Nobili, ma fu restaurata nel 1793 da Andrea De Dominicis, dove all'altare si conserva:

Presbiterio e abside

Nel presbiterio, rialzato per la presenza della cripta e delimitato nella parte centrale da una balustra, sono collocati:

L'abside semicircolare e l'arco trionfale sono decorati con dipinti murali ad affresco, eseguiti nel 1794 su commissione del cardinale Francesco Saverio de Zelada da Antonio Cavallucci con l'aiuto di Giovanni Micocca, raffiguranti:

Cripta

Dalla scalinata centrale del presbiterio si scende alla suggestiva cripta realizzata, intorno al 1650, da Filippo Gagliardi con profusione di colonne doriche e decorata, sulle volte, da stucchi di Pietro Paolo Naldini.

Aula a sei vani

Dalla cripta si accede, verso ovest, a un interessante edificio della prima metà del III secolo, costituito da una grande Aula centrale (m 18 x 11), divisa da pilastri in due ali di tre campate ognuna, coperte con volte a crociera e preceduta da un vestibolo, che si apriva sulla strada (il clivus Suburanus) con tre ampie porte. L'edificio aveva certamente un piano superiore, come dimostrano le scale originarie ancora esistenti.

Nella struttura, dove aveva probabilmente sede il titulus Equitii e successivamente trasformata in chiesa di San Silvestro, si conservano frammenti romani e medievali e resti di dipinti murali ad affresco, databili al secondo quarto del IX secolo, di ambito romano, raffiguranti:

Navata destra

Lungo la navata destra sono posti cinque altari, dove si notano alcune interessanti opere:

Sacrestia

Dalla navata sinistra si accede alla sacrestia, dove sono conservati preziosi oggetti liturgici e paramenti sacri. Di rilievo:

  • Lampada votiva (V secolo), in lamina d'argento di bottega romana: l'opera un tempo si credeva che fosse la tiara di san Silvestro, con un'iscrizione incisa sul bordo:
« Sancto Silvestro ancilla sua votum [solvit]. »
Note
Bibliografia
  • Emanuele Boaga, Il Titolo di Equizio e la Basilica di S. Martino ai Monti, Roma, 1988
  • Emanuele Boaga, Roma carmelitana, Roma, 2000, pp. 26-32
  • Filippo Coarelli, Roma, col. "Guide Archeologiche", Laterza, Bari, 1989, pp. 212-213, ISBN 9888842016993
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese conventi chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, p. 46
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, pp. 262-263, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, p. 313, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
Firma documento.png

Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 14 maggio 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.