Cattedrale di San Giovanni Battista (Torino)

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Cattedrale di San Giovanni Battista
Torino Cat.S.GiovBattista.jpg
Cattedrale di San Giovanni Battista
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Piemonte
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Piemonte
Provincia Torino
Comune Torino
Diocesi Torino
Religione Cattolica
Indirizzo Piazza San Giovanni
10100 Torino (TO)
Telefono +39 011 4361540
Posta elettronica info@duomoditorino.it
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Cattedrale
Dedicazione San Giovanni Battista
Vescovo Cesare Nosiglia
Data fondazione 1491
Architetto Amedeo da Settignano
Inizio della costruzione 1491
Data di consacrazione 1505, 21 settembre
Strutture preesistenti Chiese di San Salvatore (IV secolo), di San Giovanni Battista (IV-VI secolo) e di Santa Maria de dompno (V-VI secolo)
Pianta Croce latina
Marcatura Stemma di Domenico Della Rovere
Coordinate geografiche

La Cattedrale di San Giovanni Battista, detta anche Duomo di Torino, è la chiesa episcopale, dove ha sede la cattedra dell'arcivescovo di Torino, situata nell'omonima piazza.

Storia

Epoca paleocristiana e longobarda

Prima dell'attuale edificio rinascimentale, si ergevano in questo sito tre chiese, edificate a partire alla fine del IV secolo, durante l'episcopato di san Massimo. Il progetto originario prevedeva uno sviluppo su un impianto di tre basiliche, contigue e comunicanti, dedicate a Gesù Cristo Salvatore, a san Giovanni Battista e a Maria Vergine.

L'edificio sacro dedicato al Battista, che inizialmente fungeva da battistero, venne ampliato in epoca longobarda e, con il tempo, fu preferito al Salvatore come sede della cattedra episcopale.[1]

Età rinascimentale

Nel 1490, per volontà del cardinale Domenico Della Rovere, vescovo di Torino e all'epoca residente a Roma presso la sede papale, si diede inizio ai lavori di demolizione delle tre chiese preesistenti e alla conseguente edificazione di una nuova cattedrale su progetto dello scultore e architetto toscano Amedeo da Settignano, detto Meo del Caprina (1430-1501), già attivo nei cantieri pontifici. Progettata nello stile delle grandi fabbriche romane del tempo, si pone come primo modello rinascimentale a Torino e come esempio per le successive costruzioni sacre nell'area piemontese.

Bianca di Monferrato, vedova di Carlo I e reggente di casa Savoia, posò la prima pietra il 22 luglio 1491 e il 21 settembre 1505 la Cattedrale fu consacrata.

Dal Seicento al Duemila

Nel corso dei secoli la Cattedrale ha subito diversi rimaneggiamenti, come la demolizione della parte terminale del coro per inserirvi la Cappella della Sindone, il rifacimento della navata centrale nel 1656, la decorazione con dipinti murali nel 1834 e la loro eliminazione durante i lavori di restauro condotti tra il 1927 e il 1929.

Inoltre, dopo il Concilio Vaticano II si proceduto all'adeguamento liturgico della Cattedrale, che è frutto di una diretta partecipazione dei cardinali torinesi. A iniziare dal 1978, infatti, dopo l'Ostensione della Sacra Sindone, si ebbe un primo allestimento a cura degli architetti Maurizio Momo e Giuseppe Bellezza. Danneggiato durante l'incendio del 1997, il presbiterio venne provvisoriamente riallestito per le ostensioni del 1998 e del 2000, per giungere a un rinnovato e definitivo assetto nel 2004 con nuovi arredi liturgici (altare, ambone e cattedra episcopale).

Cattedrale e Sacra Sindone

Nel 1563, la città di Torino, divenuta capitale del Ducato Sabaudo, accolse nel 1578 la Sacra Sindone e nel corso del XVII secolo si decise di ampliare il Duomo per creare un ambiente degno di poter ospitare questa preziosa e celebre reliquia.

Nel 1649 venne interpellato Bernardino Quadri, giunto a Torino alla corte di Carlo Emanuele II, ma il suo progetto non fu accettato. Nel 1667 fu allora chiamato Guarino Guarini, già impegnato nella Real Chiesa di San Lorenzo, poco lontana dal Duomo, che nel 1668 diede avvio alla realizzazione della Cappella della Sindone. La cupola, i cui lavori durarono ventotto anni, fu conclusa nel 1694.

Nella notte tra l'11 e il 12 aprile 1997, la Cappella della Sindone fu gravemente danneggiata da un furioso incendio scoppiato sulle impalcature predisposte per un restauro, danneggiando gran parte dell'opera guariniana. La Sacra Sindone scampò alla distruzione perché era custodita momentaneamente nel coro della Cattedrale, all'esterno della cappella e fu portata in salvo dai vigili del fuoco. Grazie alla riapertura dell'antica cava di marmo nero di Frabosa, l'apparato decorativo della cappella, andato distrutto con l'incendio, viene ora ricostruito con lo stesso materiale scelto da Guarino Guarini nella seconda metà del XVII secolo.

Descrizione

Esterno

Il paramento esterno, scandito da lesene tuscaniche sull'alto zoccolo della cripta, è arricchito solo nella facciata da un rivestimento in marmo bianco, su cui staccano le modanature dell'ordine architettonico, gli ornamenti figurati dei portali e delle due grandi volute, le iscrizioni commemorative.

Facciata

Cattedrale di San Giovanni Battista (esterno)

La facciata si presenta "schiacciata" in altezza come le coeve basiliche romane (Basilica di Santa Maria del Popolo e Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio) nonostante il rialzamento basamentale, ed è conclusa da un timpano al centro del quale si trova, scolpito nel marmo, un blasone identificabile come:

I tre portali sono decorati nei sottarchi con eleganti rilievi, opera di Amedeo da Settignano e aiuti, raffiguranti:

Campanile

La torre campanaria, dedicata a Sant'Andrea, fu edificata tra il 1468 e il 1470 per volontà del vescovo Giovanni di Compeys, appartenente a una prestigiosa famiglia di origine savoiarda. A partire dal 1491, a seguito dell'atterramento delle tre chiese paleocristiane che un tempo occupavano il sito, la torre assunse la funzione di campanile della cattedrale ed era a essa collegata tramite una galleria, ora accessibile dal Museo Diocesano.

All'inizio del XVII secolo la struttura fu restaurata e consolidata.

Nel secondo decennio del del XVIII secolo l'architetto Filippo Juvarra elaborò un nuovo coronamento alla semplice struttura quattrocentesca. Il progetto, compiuto solo in parte tra il 1720 e il 1723, poiché secondo il disegno juvarriano la torre avrebbe dovuto essere completata da una cupola, propose comunque una soluzione innovativa che ispirò altre realizzazioni simili nel corso del Settecento.

Interno

L'interno, a croce latina, è articolato in tre navate scandite da due ordini di pilastri, con semicolonne addossate, che sostengono archi a tutto sesto e con una cupola ottagonale che si eleva all'incrocio con il transetto. Le navate laterali sono basse e in penombra. Qui, nello spessore della muratura delle pareti laterali, si aprono dodici cappelle a pianta alternativamente rettangolare e semicircolare, mentre il presbiterio è chiuso dalla grande vetrata della Cappella della Sindone.

Controfacciata

Cattedrale di San Giovanni Battista (interno)

Sulla controfacciata, si segnalano:

Navata sinistra

Lungo la navata sinistra, si notano:

Transetto sinistro

Il braccio sinistro del transetto è occupato dalla Tribuna Reale - spazio rialzato e riservato dal quale la famiglia reale assisteva alle funzioni religiose - fatta erigere nel 1583 dal sovrano Carlo Emanuele I e ampliata nel 1777 da Ignazio Perucca su disegno dell'architetto Francesco Martinez, nipote di Filippo Juvarra.

Nella parte inferiore è oggi temporaneamente custodita, dal 1998, la Sacra Sindone, conservata all'interno di una teca di vetro e alluminio.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Sacra Sindone

Presbiterio e altare maggiore

L'antico altare maggiore fu realizzato all'inizio del XVIII secolo, dietro al quale è collocato il grande trompe-l'oeil che riproduce l'interno della Cappella della Sindone, attualmente chiusa per restauro.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Cappella della Sindone

Sul presbiterio sono collocati:

Sacrestia

Dal transetto destro si accede alla sacrestia, eretta originariamente come cappella di San Lazzaro, nella quale si può ammirare:

Transetto destro

Il braccio destro del transetto è occupato dalla Cappella del Crocifisso, fondata nel 1501 per lascito testamentario dal cardinale Domenico Della Rovere e terminata nel 1511. L'apparato decorativo fu realizzato nel 1787, su disegno di Luigi Michele Barberis e nel 1874, in occasione del restauro, venne ulteriormente arricchita. Tra le opere si possono ammirare:

Navata destra

Lungo la navata destra, si notano:

  • nella prima cappella, della Beata Vergine della Neve, detta anche della Madonna Grande, poiché custodisce entro una ricca mostra d'altare, in legno intagliato, dorato e laccato:
  • nella seconda cappella, dei Santi Crispino e Crispiano, patroni della Compagnia dei Calzolai
Note
  1. Il Museo Diocesano, visitabile nei sotterranei del Duomo, conserva i resti archeologici delle tre basiliche paleocristiane.
Bibliografia
  • Laura Borello, Il Duomo di Torino e lo spazio sacro della Sindone, Editore: Priuli & Verlucca, Ivrea 1997, ISBN 978888068065X
  • Maurizio Momo, Il Duomo di Torino. Trasformazioni e restauri, Editore: Celid, Torino 1997 ISBN 9788876612954
  • Touring Club Italiano (a cura di), Torino e Valle d'Aosta, col. "Guide Rosse", Editore Touring, Milano 2008, pp. 135-139 ISBN 9770390107016
  • Carlotta Venegoni, Il Duomo di Torino: fede, arte e storia. La Santa Sindone, "L'occhio dell'anima", Editore Effatà, 2015 ISBN 9788869290466
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 4 maggio 2017 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.