Beato Giuseppe Puglisi
Beato Giuseppe Puglisi Presbitero · Martire | |
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Beato | |
Martire | |
Età alla morte | 56 anni |
Nascita | Palermo 15 settembre 1937 |
Morte | Palermo 15 settembre 1993 |
Appartenenza | Arcidiocesi di Palermo |
Ordinazione presbiterale | Palermo, 2 luglio 1960 dal card. Ernesto Ruffini |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 25 maggio 2013, da Francesco |
Ricorrenza | 21 ottobre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
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Il Beato Giuseppe Puglisi (Palermo, 15 settembre 1937; † Palermo, 15 settembre 1993) è stato un presbitero, educatore e martire italiano che fu ucciso dalla mafia il giorno del suo 56° compleanno per essersi schierato contro tale struttura di peccato, a difesa dell'uomo e della sua dignità.
Biografia
Gli anni della formazione
Nacque nella borgata palermitana di Brancaccio, cortile Faraone numero 8, terzo dei quattro figli di un calzolaio, Carmelo, e di una sarta, Giuseppa Fana. Veniva chiamato affettuosamente "3P" (trepi).
Entrò nel seminario diocesano di Palermo nel 1953, e venne ordinato presbitero dal cardinale Ernesto Ruffini il 2 luglio 1960 nella Chiesa della Madonna dei Rimedi.
Educatore dei giovani
Nel 1961 venne nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del Santissimo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e dal 27 novembre 1964 rettore della Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi a Romagnolo.
Dal 1962 fu anche confessore delle suore basiliane Figlie di Santa Macrina, nell'omonimo istituto.
Nel 1963 è stato nominato cappellano presso l'Istituto per orfani "Roosevelt", all'Addaura, e vicario presso la parrocchia Maria Santissima Assunta a Valdesi.
Nel 1969 divenne vicerettore del seminario minore della diocesi. Nel settembre dello stesso anno partecipò a una missione nel paese di Montevago, colpito dal terremoto nel 1968.
Sin dai primi anni del suo ministero seguì in particolar modo i giovani e si interessò delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città. Seguì con attenzione i lavori del Concilio Vaticano II, e ne diffuse subito i documenti tra i fedeli, con speciale riguardo al rinnovamento della liturgia, al ruolo dei laici, ai valori dell'ecumenismo e delle chiese locali. Il suo desiderio fu sempre quello di incarnare l'annunzio di Gesù Cristo nel territorio, assumendone quindi tutti i problemi e facendoli propri insieme alla comunità cristiana.
Il 1° ottobre 1970 venne nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo - segnato da una sanguinosa faida - dove rimase fino al 31 luglio 1978, riuscendo a riconciliare le famiglie dilaniate dalla violenza con la forza del perdono.
In quel periodo si unì agli sforzi di Lia Cerrito e di altri volontari del Movimento Crociata del Vangelo[1], fondato dal frate minore siciliano Placido Rivilli.
In quegli anni seguì pure le battaglie sociali di un'altra zona degradata della periferia orientale della città, lo Scaricatore, in collaborazione con il centro della zona dei Decollati gestito dalle Assistenti Sociali Missionarie, tra esse Agostina Ajello.
Il 9 agosto 1978 fu nominato pro-rettore del Seminario minore di Palermo e il 24 novembre dell'anno seguente fu scelto dall'arcivescovo Salvatore Pappalardo come direttore del Centro Diocesano Vocazioni. Il 24 ottobre 1980 venne nominato vice delegato regionale del Centro vocazioni, e dal 5 febbraio 1986 fu direttore del Centro Regionale Vocazioni.
Agli studenti e ai giovani del Centro Diocesano Vocazioni si dedicò con passione per lunghi anni realizzando, attraverso una serie di campi scuola, un percorso formativo esemplare dal punto di vista pedagogico e cristiano.
Don Giuseppe Puglisi è stato docente di matematica e poi di religione presso varie scuole:
- al professionale Einaudi (1962-63 e 64-66);
- alla media Archimede (63-64 e 66-72);
- alla media di Villafrati (70-75) e alla sezione staccata di Godrano (75-77);
- alle magistrali Santa Macrina (76-79)
- al liceo classico Vittorio Emanuele II (78-93).
A Palermo e in Sicilia fu tra gli animatori di numerosi movimenti ecclesiali:
Dal maggio del 1990 svolse il suo ministero sacerdotale anche presso la Casa Madonna dell'Accoglienza dell'Opera pia Cardinale Ruffini, a Boccadifalco, in favore di giovani donne e ragazze-madri in difficoltà.
Nel quartiere di Brancaccio
Il 29 settembre 1990 venne nominato parroco dell Parrocchia di San Gaetano di Brancaccio, e dall'ottobre del 1992 assunse anche l'incarico di direttore spirituale del corso propedeutico presso il seminario palermitano.
Il 29 gennaio 1993 inaugurò a Brancaccio il Centro di Accoglienza "Padre Nostro", che diventò il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. La sua attenzione si rivolse al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede.
In tale periodo venne aiutato anche da un gruppo di suore, tra cui suor Carolina Iavazzo, e dal viceparroco, don Gregorio Porcaro. Collaborò con i laici della zona dell'Associazione Intercondominiale per rivendicare i diritti civili della borgata, denunciando collusioni e malaffari e subendo minacce e intimidazioni.
La morte
Il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno, intorno alle 22.45, venne ucciso dalla mafia con un colpo di pistola alla nuca nel piazzale Anita Garibaldi, mentre rientrava a casa.
I funerali si svolsero il 17 settembre. La salma fu tumulata presso il cimitero di Sant'Orsola, nella cappella di Sant'Euno, di proprietà dell'omonima confraternita laicale. Sulla sua tomba, sono scolpite le parole del Vangelo di Giovanni 15,13:
« | Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. » |
La sua attività pastorale, secondo le ricostruzioni emerse dalle inchieste giudiziarie, costituì il movente dell'omicidio, i cui esecutori e mandanti mafiosi furono arrestati e condannati con sentenze definitive.
Riconoscimento del martirio e beatificazione
Per questo motivo, già subito dopo il delitto, numerose voci si levarono per chiedere il riconoscimento del martirio.
A partire dal 1994, il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l'apertura dell'anno pastorale della diocesi di Palermo.
Il 15 settembre 1999, il cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio, che ha iniziato ad ascoltare i testimoni. L'indagine è stata conclusa a livello diocesano nel maggio 2001, e la pratica è stata inviata presso la Congregazione per le Cause dei Santi.
Un Archivio Puglisi di scritti editi ed inediti, registrazioni, testimonianze e articoli si è costituito presso il Centro Diocesano Vocazioni, in via Matteo Bonello, a Palermo.
La sua vita e la sua morte sono state testimonianze della sua fedeltà all'unico Signore, e hanno disvelato la malvagità e l'assoluta incompatibilità della mafia con il messaggio evangelico.
Il 28 giugno 2012, papa Benedetto XVI, durante un'udienza con il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la promulgazione del decreto di beatificazione per il martirio in odium fidei.[2]
Il 13 ottobre 2012, il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, ha firmato il decreto che autorizzava la traslazione del corpo di don Pino Puglisi dal cimitero monumentale di Sant'Orsola alla Cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine.[3]
A Palermo, il 25 maggio 2013, viene proclamato beato.
La memoria liturgica ricorre il 21 ottobre perché in questo giorno nel 1937 padre Puglisi ricevette il battesimo, ma è ricordato ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell'Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che in questa data legge il lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.
L'omaggio degli intellettuali e della società civile
Il 15 settembre 2003, per la commemorazione del decimo anniversario del martirio di don Pino Puglisi, le Poste Italiane hanno concesso due annulli speciali all'ufficio postale di Godrano e all'ufficio postale Palermo 48. Quest'ultimo porta il ricordo del centro Padre Nostro, mentre quello godranese riporta la frase "Sì, ma verso dove?", motto preferito da padre Pino.
Il poeta Mario Luzi ha dedicato nel 2003 una pièce teatrale a padre Puglisi, Il fiore del dolore, rappresentata al Teatro Biondo di Palermo lo stesso anno.
Il regista Roberto Faenza ha realizzato nel 2004 il film Alla luce del sole sulla vita di don Puglisi, la cui sceneggiatura è stata pubblicata l'anno successivo in un libro curato da Antonella Montesi e Luca Pallanch.[4].
Innumerevoli, inoltre, sono le scuole, i centri sociali, le strutture sportive, le strade e le piazze a lui intitolate, nel ricordo del suo impegno, a Palermo, in tutta la Sicilia, in Italia. Commemorazioni e iniziative si sono tenute anche all'estero, dagli Stati Uniti al Congo, all'Australia.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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