Francesco Maidalchini
Francesco Maidalchini Cardinale | |
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Età alla morte | 79 anni |
Nascita | Viterbo 12 aprile 1621 |
Morte | Nettuno 13 giugno 1700 |
Sepoltura | Basilica di Sant'Eustachio (Roma) |
Ordinazione presbiterale | 1689 |
Nominato vescovo | mai nominato |
Consacrazione vescovile | mai consacrato |
Creato Cardinale |
7 ottobre 1647 da Innocenzo X (vedi) |
Cardinale per | 52 anni, 8 mesi e 6 giorni |
Incarichi ricoperti |
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Collegamenti esterni | |
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Francesco Maidalchini (Viterbo, 12 aprile 1621; † Nettuno, 13 giugno 1700) è stato un cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Viterbo il 21 aprile 1621 da Andrea Maidalchini e Pacifica Feliziani, esponenti di famiglie della piccola nobiltà del Patrimonio di San Pietro. La sorella del padre Olimpia era cognata di papa Innocenzo X e grazie all'influenza della zia conobbe una notevole carriera ecclesiastica, durante il pontificato innocenziano, che molto giovane lo condusse al cardinalato. Fu zio del cardinale Fulvio Astalli.
Ministero sacerdotale
Non si hanno informazioni sui suoi primi anni. Fu avviato alla carriera curiale, ottenne in commenda le abbazie di san Martino, di san Gaudenzio di Rimini e di san Pancrazio fuori le mura e divenne canonico della basilica di San Pietro in Vaticano.
Cardinalato
Due anni dopo l'elezione di Innocenzo X al soglio pontificio, il Maidalchini allora ventiseienne fu creato cardinale diacono il 7 ottobre 1647, della diaconia di sant'Adriano al Foro. Senza grandi doti intellettuali poté comunque accedere alla carica di cardinal nipote dopo la rinuncia di Camillo Francesco Maria Pamphili, nipote diretto del pontefice, che rigettò la porpora per sposare Olimpia Aldobrandini. È probabile che, con la nomina del Maidalchini, Innocenzo X intendesse semplicemente salvaguardare la presenza di un parente, per quanto lontano, all'interno del Sacro Collegio, senza che ciò implicasse un'effettiva delega di poteri. Il nuovo cardinale nipote infatti non ricevette il titolo di soprintendente dello Stato ecclesiastico e Innocenzo X continuò ad affidare gli affari politicamente rilevanti al segretario di Stato, il cardinale Giovanni Giacomo Panciroli.
Ricevette i primi rudimenti dell'arte di governo dagli esperti cardinali Giovanni Giacomo Panciroli e Domenico Cecchini, ma sin dall'inizio la sua posizione apparve debole. Nonostante non fosse presbitero fu lui che, nella celebrazione della notte di Natale del 1649, aprì ufficialmente la Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore, inaugurando il Giubileo del 1650, suscitando vive proteste nei canonici della basilica.
Semplice pedina nei giochi dei Maidalchini-Pamphili, il Maidalchini cadde repentinamente in disgrazia nel settembre 1650, quando Innocenzo X attribuì il titolo di cardinal nipote a Camillo Astalli, un chierico di Camera non privo di valore, lontanamente imparentato con i Maidalchini. Nonostante le proteste della cognata, l'allontanamento del Maidalchini fu definitivo e non fu revocato nemmeno quando, nel 1654, il papa licenziò il cardinale Astalli.
Optò per il titolo pro illa vice di san Pancrazio fuori le mura nel 1653 e l'anno seguente per la diaconia di santa Maria in Portico Octaviae. Nel 1655 prese parte al conclave che elesse pontefice Alessandro VII. Da sempre amico della Francia, in tutti i conclavi a cui partecipò fu schierato nel partito francese.
Nel 1662 la diaconia di santa Maria in Portico Octaviae fu soppressa dal papa e il Maidalchini assunse quella di santa Maria in Portico Campitelli. Nel 1666, divenuto cardinale protodiacono, prese la diaconia spettante a questo titolo di santa Maria in Via Lata.
Prese parte al conclave del 1667 con l'elezione a papa di Clemente IV e due anni dopo a quella che elesse Clemente X. Sempre con il titolo di cardinale protodiacono partecipò ai successivi conclavi che videro eletti Innocenzo XI e Alessandro VIII.
Ricevette l'ordinazione sacerdotale nel 1689 optando per il titolo di santa Maria in Via dal 19 ottobre 1689. Partecipò con questo titolo al conclave del 1691 che elesse papa Innocenzo XII, scegliendo infine il titolo di Santa Prassede nel 1691).
Morte
Morì a Nettuno il 13 giugno 1700, verso mezzogiorno. La salma fu trasferita a Roma il giorno successivo. Qui ebbe luogo il funerale il 15 giugno e la sua salma fu sepolta nella Basilica di Sant'Eustachio di Roma.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale diacono di Sant'Adriano al Foro | Successore: | |
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Achille d'Estampes de Valençay | 16 dicembre 1647-5 maggio 1653 | Decio Azzolino juniore |
Predecessore: | Cardinale diacono di San Pancrazio fuori le mura pro illa vice |
Successore: | |
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Gaspare Mattei | 5 maggio 1653-23 marzo 1654 | Carlo Gualterio |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Portico Octaviae | Successore: | |
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Lorenzo Raggi | 23 marzo 1654-26 giugno 1662 | - |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Portico Campitelli | Successore: | |
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- | 26 giugno 1662-11 ottobre 1666 | Louis de Vendôme |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Via Lata | Successore: | |
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Virginio Orsini | 11 ottobre 1666-19 ottobre 1689 | Niccolò Acciaiuoli |
Predecessore: | Cardinale protodiacono | Successore: | |
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Rinaldo d'Este | 1668-1689 | Giovanni Stefano Donghi |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria in Via | Successore: | |
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Carlo Carafa | 19 ottobre 1689-23 luglio 1691 | Giacomo Boncompagni |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Prassede | Successore: | |
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Giulio Spinola | 23 luglio 1691-13 giugno 1700 | Galeazzo Marescotti |
Bibliografia | |
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- Cardinali diaconi di Sant'Adriano al Foro
- Cardinali diaconi di San Pancrazio fuori le mura
- Cardinali diaconi di Santa Maria in Portico Octaviae
- Cardinali diaconi di Santa Maria in Portico Campitelli
- Cardinali diaconi di Santa Maria in Via Lata
- Cardinali Protodiaconi
- Cardinali presbiteri di Santa Maria in Via
- Cardinali presbiteri di Santa Prassede
- Presbiteri ordinati nel 1689
- Presbiteri italiani del XVII secolo
- Italiani del XVII secolo
- Presbiteri del XVII secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi italiani del XVII secolo
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- Concistoro 7 ottobre 1647
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