Giovanni Giacomo Panciroli
Giovanni Giacomo Panciroli Cardinale | |
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Età alla morte | 64 anni |
Nascita | Roma 1587 |
Morte | Roma 3 settembre 1651 |
Sepoltura | Chiesa di San Silvestro al Quirinale (Roma) |
Ordinazione presbiterale | nessuna informazione |
Nominato patriarca | 16 dicembre 1641 da Urbano VIII |
Consacrazione vescovile | Chiesa di Santa Maria in Vallicella (Roma), 12 gennaio 1642 dal card. vescovo Giulio Cesare Sacchetti |
Creato Cardinale |
13 luglio 1643 da Urbano VIII (vedi) |
Cardinale per | 8 anni, 1 mese e 21 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Giovanni Giacomo Panciroli (Roma, 1587; † Roma, 3 settembre 1651) è stato un cardinale e patriarca italiano.
Cenni biografici
Nacque a Roma nel 1587, figlio di Virginio (o Virgilio), di professione sarto e dalla moglie Prudenza nata de Alessi.
Figlio unico, il padre gli assicurò una buona educazione scolastica. Studiò giurisprudenza alla Sapienza, dove si addottorò in utroque iure sotto la guida di Angelo Luciano probabilmente nel 1602.
Formazione e attività diplomatica
Frequentò lo studio legale del nunzio Giambattista Pamphilj, futuro papa Innocenzo X, come uditore nella nunziatura napoletana dal 1621. In quel periodo divenne segretario del cardinale Lorenzo Magalotti, che dal 1624 lo mise a disposizione di Giulio Cesare Sacchetti affinché questi potesse usufruirne in qualità di auditore, quando fu spedito nunzio in Spagna. A Madrid ricevette la tonsura divenendo chierico il 14 maggio 1624. Tornò a Roma solo per poco tempo, nel maggio 1626, quindi ritornò in Spagna al seguito di Giovan Battista Pamphili.
Attorno al 1627 tornò a Roma al servizio dei Barberini. Papa Urbano VIII lo nominò cameriere d'onore di Sua Santità. Sovrintendente della casa del cardinale Francesco Barberini, divenne referendario del Tribunale della Segnatura Apostolica dal 10 giugno 1628. Venne quindi nominato nunzio speciale tra i principi italiani e il re di Spagna e in veste di nunzio prese parte alle trattative che condussero alla pace di Cherasco nell'aprile 1631. Prelato domestico di Sua Santità, divenne dal 1632 uditore della Sacra Rota romana.
Ministero episcopale
Preconizzato come ambasciatore in Spagna fu nominato patriarca titolare di Costantinopoli il 16 dicembre 1641, mantenendo l'incarico di uditore. Ricevette la consacrazione episcopale sabato 12 gennaio 1642 nella chiesa romana di Santa Maria in Vallicella per mano del cardinale Giulio Cesare Sacchetti, assistito da mons. Lelio Falconieri, arcivescovo titolare di Tebe e da mons. Alessandro Castracani, vescovo di Nicastro.
Arrivò a Madrid nel giugno successivo e si trovò a operare in una situazione delicata per la corte spagnola, con le tensioni dovute alla guerra con la Francia, la rivolta di Catalogna e Portogallo e dall'accelerazione della disgrazia del conte-duca Olivares.
Cardinalato
Nel concistoro del 13 luglio 1643 fu creato cardinale. Partecipò quindi al conclave del 1644 che elesse papa Innocenzo X, il quale lo nominò cardinale segretario di Stato dal settembre di quell'anno, primo porporato a ricoprire questo incarico. Il 28 novembre 1644 ottenne la berretta cardinalizia con il titolo di cardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio.
Per poco più di due anni svolse la funzione coordinandosi con il cardinale nipote Camillo Pamphili e soprattutto con la madre di questi, Olimpia Maidalchini, vedova del fratello del pontefice. La rinuncia alla porpora, agli inizi del 1647, da parte di Camillo, che contro il volere familiare sposò Olimpia Aldobrandini, accrebbe il ruolo di Panciroli, che godette di un'autorevolezza inusitata in Curia per un ministro non consanguineo di papa e pure per un segretario di Stato, carica ancora lontana dall'assumere la rilevanza che avrebbe avuto in seguito.
Con l'assenza di un cardinale nipote sopraintendente dello Stato ecclesiastico, il pontefice su suggerimento della cognata promosse alla porpora il diciassettenne Francesco Maidalchini, che si dimostrò incapace di assumere questo ruolo. Per porre rimedio alla situazione il Panciroli favorì l'ascesa di un lontano consanguineo di Olimpia, il trentenne Camillo Astalli, destinato a sopperire all'assoluta incapacità di Francesco Maidalchini, che fu adottato dal pontefice e creato cardinale il 19 settembre 1650. Gravi problemi di salute e contrasti con la famiglia del pontefice posero fine alla sua influenza in Curia.
Morte
Morì a Roma il 3 settembre 1651 alle 19:00, nel palazzo apostolico al Quirinale. I funerali e la sua sepoltura ebbero luogo al fianco dell'altare principale della chiesa di San Silvestro al Quirinale.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Tolomeo Gallio
- Vescovo Cesare Speciano
- Patriarca Andrés Pacheco
- Cardinale Agostino Spinola Basadone
- Cardinale Giulio Cesare Sacchetti
- Cardinale Giovanni Giacomo Panciroli
Successione degli incarichi
Predecessore: | Patriarca titolare di Costantinopoli | Successore: | |
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Francesco Maria Macchiavelli | 16 dicembre 1641-28 novembre 1644 | Giambattista Spada |
Predecessore: | Nunzio apostolico straordinario per il Regno di Spagna | Successore: | |
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Cesare Facchinetti | 18 gennaio 1642-14 luglio 1644 | Giulio Rospigliosi |
Predecessore: | Segretario di Stato | Successore: | |
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Lorenzo Megalotti | settembre 1644-3 settembre 1651 | Fabio Chigi |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio | Successore: | |
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Juan de Lugo | 28 novembre 1644-3 settembre 1651 | Marcello Santacroce |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione della Sacra Consulta | Successore: | |
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Lorenzo Megalotti | 15 settembre 1644-3 settembre 1651 | Fabio Chigi |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione Lauretana | Successore: | |
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- | 15 settembre 1644-3 settembre 1651 | Fabio Chigi |
Bibliografia | |
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- Patriarchi di Costantinopoli dei Latini
- Nunzi apostolici per la Spagna
- Cardinali presbiteri di Santo Stefano al Monte Celio
- Cardinali Segretari di Stato
- Prefetti della Congregazione della Consulta
- Prefetti della Congregazione Lauretana
- Presbiteri italiani del XVII secolo
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