Monastero di San Benedetto (Subiaco)

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Monastero di San Benedetto (Subiaco)
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
1 - Subiaco MonasteroS.Benedetto complesso.jpg
Monastero di San Benedetto, complesso
Altre denominazioni Santuario del Sacro Speco
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio

Provincia Roma
Comune Subiaco
Località
Diocesi Abbazia territoriale di Subiaco
Religione Cattolica
Indirizzo Via dei Monasteri, s.n.c.
00028 Subiaco (RM)
Telefono +39 0774 85569
Fax +39 0774 822862
Posta elettronica benedettinisubiaco@pcert.postecert.it
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2 [1]
Proprietà Ordine di San Benedetto
Oggetto tipo Monastero
Oggetto qualificazione benedettino
Dedicazione San Benedetto da Norcia
Vescovo
Sigla Ordine qualificante O.S.B.
Sigla Ordine reggente O.S.B.
Fondatore Beato Palombo
Data fondazione 1090
Architetto


Stile architettonico
Inizio della costruzione XII secolo
Completamento
Distruzione
Soppressione
Ripristino
Scomparsa {{{Scomparsa}}}
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Data di consacrazione
Consacrato da
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo
Strutture preesistenti
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta {{{Data scoperta}}}
Nome scopritore
Datazione scavi
Scavi condotti da
Altezza Massima
Larghezza Massima
Lunghezza Massima
Profondità Massima
Diametro Massimo {{{DiametroMassimo}}}
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine 600 m. s.l.m.
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
41°55′01″N 13°07′03″E / 41.916918, 13.117483 bandiera Lazio
Mappa di localizzazione New: Lazio
Monastero di San Benedetto
Monastero di San Benedetto
Roma
Roma
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Scheda UNESCO
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Il Monastero di San Benedetto, detto anche Santuario del Sacro Speco, è un cenobio benedettino, situato nel territorio del comune di Subiaco (Roma).

Storia

Il monastero venne fondato nel 1090 ad opera del Beato Palombo, che chiese all'abate Giovanni VII (1068 - 1120) della comunità di Santa Scolastica il permesso di stabilirsi nelle immediate vicinanze della "sacra grotta" e di condurvi vita eremitica.

Dopo il 1193, al Sacro Speco si insediò una comunità di dodici monaci, con una propria amministrazione, guidati da un priore dipendente dall'abate della sottostante Abbazia. Da questo momento vi furono, quindi, due monasteri ed un'unica comunità - salvo l'interruzione dal 1739 al 1853 - che i papi seguirono sempre con grande cura ed attenzione.

Tra il XIV ed il XV secolo, furono elevate le più importanti costruzioni del santuario, che in questo periodo venne intitolato a san Benedetto da Norcia, mentre il monastero sottostante venne dedicato solo a santa Scolastica.

Nel 1456 papa Callisto III dispose sui monasteri sublacensi l'istituto della commenda: furono abati commendatari Juan de Torquemada, Rodrigo Borgia (futuro papa Alessandro VI), Antonio e Francesco Barberini, Giovanni Angelo Braschi (futuro papa Pio VI), Giovanni Maria Mastai Ferretti (futuro papa Pio IX) e Giuseppe Melchiorre Sarto (futuro papa Pio X).

Il 21 marzo 1915, papa Benedetto XV con la bolla Coenobium sublacense soppresse il regime della commenda sui monasteri di Subiaco.

Luogo di intenso misticismo, è ancora oggi un'importante meta di pellegrinaggio.

Descrizione

Il complesso monastico comprende due chiese sovrapposte ed una serie di cappelle e grotte, collegate tra loro da scalinate. L'insieme, situato sotto un'alta parete rocciosa e dominato da una torre cilindrica, è sostenuto da nove poderose arcate e contrafforti, in parte a tutto sesto, in parte a sesto acuto.

Corridoio d'ingresso

Per una piccola porta gotica, sormontata da una croce a decorazione cosmatesca e da una caditoia, si accede ad un corridoio, ricavato nella roccia ed illuminato a destra da quattro archi, dove si possono ammirare interessanti dipinti murali:

Sala del Capitolo vecchio

Si passa quindi nella Sala del Capitolo vecchio, un ambiente irregolare illuminato da quattro bifore decorato con alcuni dipinti murali tra i quali si notano:

Chiesa Superiore

La Chiesa superiore, edificata intorno alla metà del XIV secolo, è la struttura più alta del monastero e la più recente del santuario. L'interno, ad unica navata ed a pianta rettangolare con abside semicircolare, si articola in due campate irregolari, sia in pianta che in elevazione, conseguenza delle varie modifiche apportate nel tempo.

La prima campata, quella più vicina all'ingresso, è rettangolare ed è molto più alta di quella interna; le separa un arco decorato con un imponente dipinto murale che raffigura:

Chiesa superiore (metà del XIV secolo)

Prima campata

Le pareti della prima campata sono quasi completamente ricoperte da dipinti murali, ad affresco, di ambito senese del XIV secolo:

Inoltre, nella parete sinistra è collocato:

Seconda campata

La seconda campata presenta una crociera, più bassa della prima e senza costoloni, decorata da dipinti murali, ad affresco, databili al 1430 circa, attribuibili ad ambito umbro-marchigiano o al cosiddetto Maestro della Badia Morronese, raffiguranti:

Abside ed altare

L'abside è scavata nella roccia e di fianco ha un piccolo spazio rettangolare, al quale si accostano le cappelle quadrangolari del braccio destro del transetto.

Nell'abside è collocato:

Transetto sinistro

Ambito umbro-marchigiano, Ultimo incontro tra san Benedetto da Norcia e santa Scolastica (prima metà del XV secolo), affresco

Il transetto sinistro, costituito da un piccolo ambiente scavato nella roccia, presenta:

Transetto destro

Nel transetto destro sono due cappelle intercomunicanti, decorate con dipinti murali, ad affresco, databili alla prima metà del XV secolo ed attribuibili ad un ambito umbro-marchigiano o al cosiddetto Maestro della Badia Morronese, che raffigurano:

Chiesa inferiore

L'abate Enrico, tra il 1244 e il 1276, ristrutturò il Sacro Speco, come è documentato nel Chronicon, trasformandone completamente l'aspetto. A questo periodo risale la costruzione della Chiesa inferiore, ad una sola navata, coperta da volte a crociera, suddivisa in tre campate, una rettangolare e due quadrate. Si accede ad essa dal transetto della Chiesa superiore tramite una scala.

Parete settentrionale

In alto: Consolo, Papa Innocenzo III mostra la bolla delle donazioni al monastero (fine del XIII secolo), affresco; in basso: Ambito romano, San Benedetto da Norcia e l'abate Romano con papa Innocenzo III mostrano la bolla pontificia (ante 1216), affresco

Sulla parete settentrionale sono presenti interessanti dipinti murali, ad affresco, che raffigurano:

  • all'ingresso, a sinistra:
    • entro una piccola abside, Madonna con Gesù Bambino in trono e angeli (fine del XIII secolo), affresco, di Consolo:[16] dipinto firmato dell'artista (Magister Conxolus pinxit hoc opus); di Consolo non si sa molto, probabilmente era romano ed a lui gli studiosi hanno attribuito la maggior parte degli affreschi della Chiesa inferiore.
  • all'ingresso, a destra:

Parete orientale

Sulla parete orientale, sono raffigurati:

Chiesa inferiore (terzo quarto del XIII secolo)

Parete meridionale

Nella parete meridionale, sono raffigurati:

Consolo, San Benedetto da Norcia immerge il manico della scure nell'acqua e la lama miracolosamente torna a posto (fine del XIII secolo), affresco

Parete occidentale

Sulla parete occidentale, di particolare interesse:

Volte

Sulle volte sono raffigurati:

Grotta di San Benedetto

Grotta di San Benedetto

La grotta è un anfratto del monte Taleo, dove, come racconta san Gregorio Magno nel II libro dei Dialoghi, il giovane san Benedetto si ritirò a vita eremitica per tre anni, nascosto a tutti, fuorché a Dio ed al monaco Romano che, dall'orlo della roccia sovrastante, mediante una lunga corda, mandava al Santo il cibo essenziale per la sopravvivenza. In seguito al tentativo di avvelenamento da parte di Fiorenzo, parroco della chiesa di San Lorenzo, situata sulla riva sinistra dell'Aniene, san Benedetto abbandonò la grotta ed essa rimase per circa sei secoli solo un luogo di preghiera per i monaci che vivevano nel vicino monastero di Santa Scolastica.

La grotta oggi è molto trasformata, rispetto all'epoca in cui vi visse il Santo, poiché nel tempo ha subito adattamenti e modifiche strutturali, per agevolarne l'accesso e consentire il normale svolgimento della vita cenobitica. All'interno è possibile ammirare:

Cappella di San Gregorio

Atrio

All'inizio della Scala Santa, per una scala a chiocciola, si sale all'atrio che introduce alla cappella di San Gregorio magno, limitato a destra dalla parete rocciosa, dove nella parete di fondo si nota:

Cappella

La cappella è un piccolo ambiente absidato, in parte stretto alla roccia, con volta a crociera, al quale si accede dalla Chiesa inferiore, attraverso una scala a chiocciola, che sostituisce le funzioni di un antico passaggio voluto dall'abate Giulio Graziani nel 1595.

La cappella è decorata con dipinti murali, ad affresco, di ambito romano. Di particolare interesse storico-artistico:

Scala Santa

Scala Santa

La Scala Santa fu fatta costruire dall'abate Giovanni VII (1068 - 1120) per sostituire lo stretto e ripido sentiero, lungo il pendio del monte Taleo, che san Benedetto percorreva per passare dallo Speco (o "Grotta della preghiera") alla "Grotta dei pastori" ed incontrare le persone che volevano ascoltare le sue parole. Oggi, a causa delle modifiche subite da tutto il complesso monastico nel tempo, l'originaria Scala Santa è ridotta solo ad un breve tratto. Ad occidente la Scala lambisce la roccia e ad oriente il muro esterno, dove si trova una monofora. La copertura presenta una vasta crociera ma la roccia rende tutto un po' asimmetrico, perché condiziona lo spazio, peraltro affrescato in ogni sua parte.

I dipinti murali della Scala Santa, pur nella asimmetria delle pareti, presentano tre scene, databili al XIV secolo, di ambito senese, che raffigurano temi ricorrenti e letterariamente trattati in quegli anni:

  • alla parete sinistra, L'eremita Macario mostra a tre giovani le condizioni della morte o Leggenda dei tre vivi e dei tre morti: raffigura tre giovani, due dei quali, intenti a discorrere tra loro, indifferenti a quanto l'eremita mostra loro, a differenza di un loro amico, interessato alle parole del Santo, che gli indica l'inevitabile destino dell'uomo (tre bare con le tre fasi di della trasformazione di corpo operata dalla morte); alle spalle un monastero turrito propone, quale strada per la salvezza, la vita ascetica.
  • alla parete destra,
    • Trionfo o Cavalcata della Morte: presenta la Morte che con spada sguainata, in sella ad un cavallo lanciato al galoppo e incurante di quanti (nobili, monaci, giovani e dame) travolge nel suo passaggio, colpisce due cacciatori ignari del suo arrivo.
    • Battesimo di Gesù Cristo.

Cappella della Madonna

La cappella, risultato costruttivo di un rifacimento del XIV secolo, è situata sotto la Cappella di San Gregorio. Nonostante l'irregolarità delle pareti, che seguono l'andamento della roccia, fu interamente decorata con dipinti murali, ad affresco, di ambito senese, databili al XIV secolo, raffiguranti:

Grotta dei Pastori

La grotta è posta ad un livello inferiore rispetto alla Grotta di San Benedetto. Qui, secondo la narrazione fatta da san Gregorio Magno nel II libro dei Dialoghi, il Santo scendeva per incontrare i pastori e gli abitanti della zona, che accorrevano per ascoltare le sue parole.

Sulla roccia dell'anfratto si conserva un dipinto murale raffigurante:

Cortile dei Corvi

Cortile dei Corvi

Dalla Chiesa Superiore, attraverso il braccio destro del transetto, si accede al cosiddetto "Cortile dei Corvi", così chiamato perché fino a poco tempo fa i monaci vi allevavano alcuni corvi, a ricordo di quello che, secondo il racconto di san Gregorio Magno, portò lontano il pane avvelenato inviato dal prete Fiorenzo a san Benedetto per ucciderlo.

Nel fondo del cortile, all'interno di un'edicola, è collocata:

  • Statua di san Benedetto da Norcia, in marmo bianco: il Santo è rappresentato in atto di sollevare la testa per guardare le cime aggettanti del monte Morra, al quale sembra dire le parole che si trovano scritte nella sua base:
« Ferma, o rupe, non minacciare i figli miei. »

Galleria fotografica

Note
Bibliografia
  • Gabriele Paolo Carosi, I Monasteri di Subiaco. Notizie storiche, Editore: Monastero S. Scolastica, Subiaco 1987
  • Claudio Giumelli (a cura di), I monasteri benedettini di Subiaco, Editore: Silvana, Milano 1982
  • Gian Maria Grasselli, Pietro Tarallo, Guida ai Monasteri d'Italia, col. "Piemme Pocket", Editore Piemme, Casale Monferrato 1994, pp. 362 - 363 ISBN 9788838443558
  • Monaci Benedettini di Subiaco (a cura di), Il Santuario del Sacro Speco di San Benedetto e il monastero di Santa Scolastica, Subiaco: guida storico-artistica, Editore: Monastero S. Scolastica, Subiaco 1966
  • Touring Club Italiano (a cura di), Lazio, col. "Guide Rosse", Editore Touring, Milano 2005, pp. 520 - 525 ISBN 9770309107016
Voci correlate
Collegamenti esterni