Papa Gregorio IX

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Gregorio IX, O.S.B. Cam.
Papa
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al secolo Ugolino di Anagni
battezzato
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Raffaello Sanzio, Papa Gregorio IX (part. dalla Consegna delle Decretali a papa Gregorio IX), 1508 - 1511, affresco; Città del Vaticano, Appartamento di Giulio II, Stanza della Segnatura
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 71 anni
Nascita Anagni
1170 ca.[1]
Morte Roma
22 agosto 1241
Sepoltura Città del Vaticano, Basilica di San Pietro
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Creazione
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Creato
Cardinale
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Cardinale per 42 anni, 8 mesi e 22 giorni
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Riammesso da
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Successivo {{{Successivo}}}
Incarichi ricoperti
prima dell'elezione
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
178° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
19 marzo 1227
Elezione papale del 1227
Consacrazione 21 marzo 1227
Fine del
pontificato
22 agosto 1241
(per decesso)
Durata del
pontificato
14 anni, 5 mesi e 3 giorni
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore papa Onorio III
Successore papa Celestino IV
Extra Papa Gregorio IX
Anni di pontificato


Cardinali 16 creazioni in 5 concistori
Proclamazioni Santi
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
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Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
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Altre ricorrenze
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Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Incoronazione
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Erede
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Onorificenze
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Altri titoli
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Gregorio IX, al secolo Ugolino di Anagni (Anagni, 1170 ca.[1]; † Roma, 22 agosto 1241) è stato il 178° vescovo di Roma e papa italiano dal 19 marzo 1227 alla sua morte.

Biografia

Appartenente alla parentela di Innocenzo III, tanto che alcune fonti lo citano come suo nipote, in realtà è più possibile che fosse suo cugino[2], forse in linea materna. Proprio in relazione a questo legame, sono attribuiti ad Ugolino-Gregorio IX, comunemente ma erroneamente, sia l'appartenenza alla stirpe dei Conti di Segni sia il cognome "Conti" che lo stemma dell'illustre casato.

Fu monaco camaldolese di San Silvestro al Subasio ed è venerato come beato dal Menologio Camaldolese.

Fu nominato cardinale da Papa Innocenzo III nel 1198. Fu inoltre nominato Legato in Germania in diverse circostanze, durante le quali ebbe modo di conoscere l'Imperatore Federico II del Sacro Romano Impero. Quando era Vescovo di Ostia e Velletri, successe a Onorio III deceduto il 18 marzo 1227. Ereditò pienamente la storica tradizione di Gregorio VII e Innocenzo III, dedicandosi con zelo alla continuità della loro linea politica. Viene spesso considerato fondatore dell'Inquisizione, avendone istituito i primi tribunali nel 1231, anche se l'Inquisizione in senso stretto potrebbe essere fatta risalire già a Papa Lucio III nel 1184 (bolla Ad abolendam).

Durante il pontificato di Papa Onorio III era stato inviato come legato nell'Italia settentrionale dove era riuscito con autorità a mettere pace tra i diversi Comuni guelfi e ghibellini in lotta tra loro. Grande rispetto dimostrò inoltre nei confronti di San Francesco che sempre protesse; aiutandolo inoltre ad avere da Papa Onorio III l'approvazione della Regola per il nascente Ordine francescano.

Pontificato

Autorità indiscussa, senso di mediazione, ottima conoscenza di Federico II e parentela con papa Innocenzo III furono i motivi per cui, nonostante l'età, fu eletto rapidamente Papa il 19 marzo 1227. Fu consacrato nella Basilica di San Pietro il 21 marzo con il nome di Gregorio IX. Convinto assertore della supremazia del Papato, riprese la teoria teocratica del predecessore che comportava la necessità di indebolire la potenza dell'Impero con ogni mezzo.

La prima scomunica a Federico II

Uno dei primi atti del suo pontificato fu l'invio a Federico II della comunicazione di mantenere le promesse fatte al suo predecessore (di disinteressarsi dei territori dell'Impero nel nord Italia e di concedere i privilegi al clero) e di costituire un nuova crociata, la Sesta Crociata, per liberare la Terra Santa, entro l'agosto dello stesso anno.[3]

Federico II, sistemate le questioni dell'Impero, invitò i crociati nel luglio a Brindisi, per imbarcarsi; lo scoppio di un'epidemia decimò numerosi crociati e lo stesso imperatore si ammalò. Convinto di poter guarire allontanandosi dall'epidemia, Federico salpò, ma, aggravatasi la sua salute, dovette rientrare in Italia sbarcando subito ad Otranto. Approfittando dell'incidente, Gregorio IX pensò di indebolire il potere dell'imperatore e lo scomunicò nel concilio del 18 novembre 1227. La scomunica, tuttavia, non fu seguita dalla deposizione, perché l'autorità personale di Federico II era notevole e l'azione improvvida del Papa aveva suscitato il malumore tra tutti i sovrani europei. Federico II intanto si recava a Pozzuoli per rimettersi in salute e nel dicembre 1227 rispondeva al pontefice che entro il maggio 1228 avrebbe avviato la crociata; ma il Papa, non volendo ascoltare le sue argomentazioni, ribadì la scomunica per inadempienza del trattato. Pochi giorni dopo, in occasione di una omelia contro Federico II, la potente famiglia dei Frangipane ed il popolo di Roma si ribellarono al papa e lo costrinsero a fuggire dalla città e rifugiarsi prima a Viterbo e poi a Perugia, da dove scomunicò i sudditi ribelli.

Federico II onorò comunque l'impegno di fare una crociata: nel giugno 1228 si imbarcò a Brindisi diretto ad Acri, in Terra Santa. Qui trovò il Sultano disposto alla mediazione e nel febbraio 1229 stipulò un trattato che concedeva Gerusalemme ed i luoghi Santi all'Impero; fu quindi incoronato nella chiesa del Santo Sepolcro re di Gerusalemme (era, infatti, tale in virtù del matrimonio con Isabella di Gerusalemme, morta qualche anno prima) e tornò in Italia nel giugno 1229, per domare le insurrezioni dei baroni nel regno di Sicilia, apertamente appoggiati dal Papa.

Una tregua

Gregorio IX tornò a Roma nel febbraio 1230, invocato dal popolo, dopo che durante la sua assenza si erano verificati eventi tragici per Roma: un'inondazione del Tevere ed una spaventosa carestia. Con l'Imperatore, che intanto aveva riportato ordine nel Meridione, stipulò la pace il 23 luglio 1230 a Ceprano. In occasione dello storico incontro del 1° settembre tra Gregorio IX e Federico II ad Anagni, il Papa rimosse la scomunica. Si trattò in realtà di una tregua, poiché Federico II non rinunciò mai ad avere un progressivo controllo su tutto il proprio impero, attaccando nuovamente le città della Lega lombarda per ristabilire i diritti imperiali.

Il 13 aprile 1231 Gregorio IX pubblicò la bolla Parens Scientiarum Universitas, che definiva i privilegi e gli obblighi delle università.

A lui si devono anche i processi di canonizzazione di Francesco d'Assisi (1228), di Antonio da Padova (1232), di Domenico di Guzmán (1234) e di Elisabetta d'Ungheria (1235), con alcuni dei quali ebbe anche rapporti di conoscenza personale. Gregorio IX inoltre dispensò i francescani dall'obbligo della normale ufficiatura canonica, molto lunga, fornendo loro una raccolta di preghiere e offici divini in forma abbreviata, chiamata appunto "Breviario".

Il nome di Gregorio IX è legato soprattutto all'istituzione del "processo" dell'Inquisizione, che egli organizzò come un tribunale. Fine conoscitore delle cose giuridiche, il papa nel 1234 fece completare la Nova Compilatio Decretalium, la nuova definitiva raccolta in un unico corpo delle cinque collezioni dei decreti dei pontefici precedenti, che non veniva aggiornata dai tempi del giurista Graziano[4].

Grazie alle dure leggi contro gli eretici, che col loro operato minavano le fondamenta della Chiesa e dell'Impero, Gregorio IX si riconciliò con Federico II, il quale accorse in suo aiuto nel 1234, quando Gregorio IX fu nuovamente cacciato da Roma dalle famiglie ghibelline: Federico II sconfisse i ribelli a Viterbo nell'ottobre e, debellandoli definitivamente nell'arco di anno, permise quindi il rientro del Papa a Roma nell'ottobre 1237. Il Papa nel frattempo si era sdebitato, scomunicando Enrico VII di Germania, il figlio di Federico II che si era ribellato al padre, permettendo che l'imperatore procedesse giuridicamente contro di lui e quindi contro i principi tedeschi ribelli.

La seconda scomunica a Federico II

Papa Gregorio IX in un manoscritto risalente intorno al 1270

L'Imperatore nel frattempo otteneva il controllo del nord Italia sconfiggendo le città ribelli della Lega lombarda a Cortenuova nel 1237; inviò il Carroccio conquistato a Roma, rinvigorendo il suo prestigio presso il popolo di Roma, che, sempre scontento del duro giogo papale, costrinse di nuovo il Papa nel luglio 1238 ad abbandonare la città alla volta di Anagni. Il conflitto tra guelfi e ghibellini romani si risolse con la vittoria dei guelfi ed il ritorno del Papa a Roma nell'ottobre dello stesso anno. Federico II sfidava ora apertamente il Papa, aizzando i Romani ghibellini con l'invio del Carroccio, impedendo le nomine vescovili e imprigionando i legati pontifici. Inoltre conferì al figlio Enzo di Sardegna, che aveva sposato la vedova del giudice di Torres e Gallura, il titolo di Re di Sardegna, aumentando le ostilità col pontefice. A questo punto Gregorio IX poté di nuovo lanciare la scomunica a Federico II la Domenica delle Palme del 1239; da qui in poi si aprì un chiaro conflitto tra Papato ed Impero, ma il grande carisma che Federico aveva presso la Cristianità rendeva poco efficace il tentativo di Gregorio IX, che rischiava di perdere l'appoggio di tutte le potenze laiche ed ecclesiastiche.

L'Imperatore, che ora si sentiva investito dell'impegno di difendere l'impero dal "papa eretico" - alleato con gli eretici lombardi - cominciò a conquistare possedimenti dello Stato Pontificio con l'intento di isolare progressivamente Roma. Gregorio IX chiese aiuto a Venezia, che avrebbe dovuto invadere le terre della Puglia, e convocò a Roma un concilio ecumenico per la Pasqua del 1241 con il solo scopo di deporre l'imperatore. Alla fine di aprile del 1241 le navi di numerosi alti prelati partiti da Genova furono bloccate o affondate tra le isole di Montecristo e del Giglio dagli imperiali.

La fine

Ma Gregorio IX fu irremovibile: nemmeno il pericolo mongolo lo indusse a riappacificarsi con Federico II; l'impero era in pericolo, ma Federico II non poteva lasciare l'Italia, ben ricordando la viltà del pontefice durante la crociata del 1228.

Nel frattempo Gregorio IX bandì una crociata con partenza da Lione nel 1240, ma, a causa dell'alleanza con Venezia, fece sabotare qualsiasi partenza per la Terra Santa e proibì la lotta contro i saraceni. Solo Federico II credeva in Gerusalemme, in preda ai contrasti tra Giovanniti e Templari, e aiutò con tutti i mezzi i crociati a partire dalla Puglia.

Sembrava prossima l'invasione di Roma da parte degli imperiali, quando il 22 agosto 1241 Gregorio IX moriva improvvisamente anche se ad un'età ragguardevole (forse quasi centenario, se davvero era nato - come dicono alcune fonti - intorno al 1145). Federico II lasciò l'assedio di Roma e in seguito proseguì il suo personale conflitto contro la Chiesa di Roma col nuovo papa, Innocenzo IV.

Successione degli incarichi

Predecessore: Cardinale diacono di Sant'Eustachio Successore: Kardinalcoa.png
? 1198-1206 ? I
II
III
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con
con
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Predecessore: Cardinale vescovo di Ostia Successore: Kardinalcoa.png
? 1206-1227 ? I
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VIII
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Predecessore: Decano del Sacro Collegio Successore: CardinalCoA PioM.svg
Nicola de Romanis
1211-1219
1219 - 1227 Rinaldo di Jenne (papa Alessandro IV)
1227-1254
I
II
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VII
VIII
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Nicola de Romanis
1211-1219
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1227-1254


Predecessore: Papa Successore: Emblem of the Papacy SE.svg
Papa Onorio III 19 marzo 1227 - 22 agosto 1241 Papa Celestino IV I
II
III
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V
VI
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VIII
IX
X
con
con
Papa Onorio III {{{data}}} Papa Celestino IV
Note
  1. Enciclopedia dei Papi, ad vocem
  2. MARCHETTI-LONGHI G., Ricerche sulla famiglia di Gregorio IX, in Archivio della Deputazione romana di Storia patria, LXVII-LXVIII (1944), pagg. 275-307.
  3. "Due erano i principali motivi di attrito fra l'imperatore e il pontefice. Anzitutto, Federico non aveva mai adempiuto agli obblighi che si era assunto in ordine alla separazione tra impero e regno di Sicilia; secondo, egli aveva promesso al clero dei suoi domini una libertà che, nella pratica, era ben lontano da concedere: per esempio non esitava a intromettersi sistematicamente nell' elezioni episcopali cercando di favorire persone a lui fedeli o di ostacolare nomine di suoi avversari.". (Franco Cardini e Marina Montesano, Storia Medievale, Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, pag. 286)
  4. Fu questo il primo nucleo di quello che sarà, sotto Pio X, l'Acta Apostolicae Sedis.
Bibliografia
  • Ovidio Capitani, Enciclopedia dei Papi, II, Roma, 2000, pp. 363-380
Voci correlate
Collegamenti esterni