Savio Mellini

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Savio Mellini
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 47 anni
Nascita Roma
4 luglio 1644
Morte Roma
4 ottobre 1691
Sepoltura Roma, Basilica di Santa Maria del Popolo
Conversione
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale 18 novembre 1668
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Nominato arcivescovo 17 giugno 1675 da Clemente X
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Consacrazione vescovile Roma, 28 giugno 1675
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Creazione
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1º settembre 1681 da Clemente X (vedi)
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Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 10 anni, 1 mese e 3 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato

Successione apostolica

Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Venerabile il [[{{{aV}}}]]
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Altre ricorrenze
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Incoronazione
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Erede
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Savio Mellini, o Savo Millini (Roma, 4 luglio 1644; † Roma, 4 ottobre 1691) è stato un arcivescovo, nunzio apostolico e cardinale italiano.

Biografia

Nacque a Roma il 4 o 5 luglio 1644, quartogenito dei quindici figli di Mario, comandante negli eserciti dell'imperatore Ferdinando II e della moglie Ginevra di Neri Capponi.

Come cadetto fu avviato alla carriera ecclesiastica, seguendo le orme del prozio, il cardinale Giovanni Garzia e dello zio Ferdinando (Ch), vescovo di Imola. Studiò alla Sapienza, ottenendo il dottorato in utroque iure nel 1663 e cinque anni dopo ricevette l'ordinazione presbiterale.

Fu quindi referendario di entrambe le Segnature, ponente della congregazione del Buon Governo e prelato della congregazione dell'Immunità. Nel 1674 fu nominato segretario della congregazione del Buon Governo carica che tenne per un anno.

Nunziatura in Spagna

Nel 1675 fu proposto per la nunziatura di Madrid, grazie all'appoggio del cardinal datario, Gaspare Carpegna. In giugno ricevette la consacrazione ad arcivescovo di Cesarea e la nomina a nunzio e in agosto partì per la Spagna dove rimase presso la corte madrilena per un decennio, la più lunga nunziatura in Spagna del Seicento.

Sul piano giurisdizionale la nunziatura non fu interessata da particolari tensioni, ma piuttosto da una lunga serie di vertenze, composte con relativa facilità, che traevano la loro origine dalla dialettica tra autorità religiose e civili in Spagna e, ancor più, nei domini italiani e fiamminghi della Corona, mentre la vicenda delle franchigie di quartiere non impedì il normale svolgimento dei rapporti tra il nunzio e la corte spagnola.

Nominato cardinale nel concistoro del 1º settembre 1681 e vescovo di Orvieto nel dicembre dello stesso anno, il Millini si attendeva un rapido richiamo a Roma, ma questo tardò a venire, probabilmente a causa delle difficoltà frapposte dalla Spagna all'accettazione di un nuovo nunzio durante la pendenza del conflitto sulle franchigie.

L'efficace azione del nunzio influì con discrezione su una serie di delicate vicende, come quella del rapporto tra la regina madre, Mariana d'Austria e la regina Maria Luisa d'Orléans e contribuì a evitare che la Spagna seguisse l'esempio della Francia di Luigi XIV, che proprio in quegli anni andava rafforzando la tutela regia sulla chiesa nazionale.

Cardinalato

Fu richiamato in patria nel 1686 e il 12 agosto ricevette la berretta rossa con il titolo di cardinale presbitero di santa Maria del Popolo. Ritrovandosi a Roma in una posizione di relativa marginalità, dovuta al lungo periodo trascorso lontano dalla Curia e a una precaria situazione finanziaria, il cardinale decise di risiedere prevalentemente nella sua diocesi, allo scopo di sottrarsi a una serie di oneri di rappresentanza. La sua attività episcopale, alquanto incolore, si segnalò per alcuni lavori di abbellimento di edifici religiosi, tra i quali, a Bolsena, una cappella dedicata al miracolo del Corpus Domini.

Prese parte a tutti i conclavi del suo cardinalato che videro le elezione di Alessandro VIII nel 1689, di Innocenzo XII due anni dopo e di Clemente XI nel 1700, dove il suo ruolo politico fu limitato e vicino al gruppo dei zelanti.

Nel 1694 ottenne di essere trasferito al vescovado di Sutri, ma il riavvicinamento a Roma non garantì al Millini la conquista di un ruolo politico-religioso più incisivo.

Morte

Morì a Roma il 10 febbraio 1691 e fu sepolto nella cappella di famiglia, nella Basilica di Santa Maria del Popolo: è tumulato nel monumento funebre marmoreo, eseguito nel 1699 da Pierre Etienne Monnot.[1]

Successione degli incarichi

Predecessore: Segretario della Congregazione del Buon Governo Successore: Emblem Holy See.svg
Francesco Maria Mancini 29 aprile 1670-1º giugno 1675 Pietro Paolo Conti I
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Francesco Maria Mancini {{{data}}} Pietro Paolo Conti
Predecessore: Arcivescovo titolare di Cesarea di Cappadocia Successore: ArcbishopCoA PioM.svg
Federico Baldeschi Colonna 17 gennaio 1675-22 dicembre 1681 Giacomo Cantelmo I
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Federico Baldeschi Colonna {{{data}}} Giacomo Cantelmo
Predecessore: Nunzio apostolico in Spagna Successore: Emblem Holy See.svg
Galeazzo Marescotti 30 luglio 1675-8 ottobre 1685 Marcello Durazzo I
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Galeazzo Marescotti {{{data}}} Marcello Durazzo
Predecessore: Vescovo di Orvieto Successore: BishopCoA PioM.svg
Bernardino Rocci 22 dicembre 1681-17 maggio 1694 Giovanni Giuseppe Camuzzi (Ch) I
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Bernardino Rocci {{{data}}} Giovanni Giuseppe Camuzzi (Ch)
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo Successore: CardinalCoA PioM.svg
Flavio Chigi seniore 12 agosto 1686-12 dicembre 1689 Francesco del Giudice I
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Flavio Chigi seniore {{{data}}} Francesco del Giudice
Predecessore: Cardinale presbitero di San Pietro in Vincoli Successore: CardinalCoA PioM.svg
Pierre de Bonzi 12 dicembre 1689-10 febbraio 1701 Marcello Durazzo I
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Pierre de Bonzi {{{data}}} Marcello Durazzo
Predecessore: Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore: Emblem Holy See.svg
Giambattista Spinola seniore 10 marzo 1692-2 gennaio 1693 Lorenzo Brancati, O.F.M.Conv. I
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Giambattista Spinola seniore {{{data}}} Lorenzo Brancati, O.F.M.Conv.
Predecessore: Vescovo di Nepi e di Sutri
titolo personale di arcivescovo
Successore: BishopCoA PioM.svg
Francesco Juste Giusti (Ch) 17 maggio 1694-10 febbraio 1701 Giuseppe Cianti (Ch) I
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Francesco Juste Giusti (Ch) {{{data}}} Giuseppe Cianti (Ch)
Note
Bibliografia
  • Stefano Tabacchi, Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 73, 2009, online
Voci correlate