Sede titolare di Nicea
Nicea Sede arcivescovile titolare Archidioecesis Nicaena Patriarcato di Costantinopoli | |
---|---|
Sede vacante | |
Istituita: | XV secolo |
Stato | Turchia |
Località: | Nicea |
Diocesi suffraganee: | Modra o Mela, Linoe, Gordoserba, Numerico, Taio, Massimiane |
Collegamenti esterni | |
Dati online ( ch ) | |
Elenco delle sedi titolari della Chiesa cattolica Tutte le sedi titolari |
La sede titolare di Nicea (in latino: Archidioecesis Nicaena) è un'arcidiocesi soppressa della Chiesa cattolica, con sede a Nicea, attuale İznik, antica città della Turchia.
La diocesi di Nicea, nella provincia romana della Bitinia Seconda, fu eretta nel IV secolo. Nel V secolo fu elevata al rango di sede metropolitana senza diocesi suffraganee.
Nicea fu fondata nel 316 a.C. da Antigono Monoftalmo col nome di Antigonea, fu ingrandita da Lisimaco che la chiamò Nicea dal nome della sua prima moglie nel 301 a.C.. Sotto il dominio romano fu importante centro stradale, abbellita da Claudio, fortificata da Adriano, restaurata nel 368 d.C. da Valente.[1]
Sorta sulla riva occidentale del lago İznik Gölü sul percorso di un'importante strada che dalla costa del mar di Marmara conduceva nell'entroterra anatolico. All'originario impianto urbanistico ellenico si sovrapposero quasi completamente la città romana, bizantina e quindi quella ottomana. Nicea, entrata nella sfera d'influenza di Roma nel 74 a.C., visse in seguito un progressivo ampliamento urbano, per raggiungere la massima espansione all'epoca di Adriano, al cui nome sono legate la ricostruzione della città devastata da un terremoto nel 123 e la costruzione della cinta muraria, in gran parte tuttora esistente, poi largamente restaurata dopo le scorrerie dei Goti (267-268).[2]
Nicea è soprattutto conosciuta nella storia per essere stata la sede di due concili ecumenici, il Niceno I (325) e il Niceno II (787). Un altro concilio non ecumenico si tenne nel 1260.
Michel Le Quien nel primo volume della sua Oriens Christianus elenca quarantasei vescovi, tra questi Teognide, che fu esiliato in Gallia per essersi rifiutato di sottoscrivere il simbolo del concilio di Nicea. Sottoscritta poi la formula, rientrò in sede, ma continuò a contrastare i sostenitori di Nicea. Suo successore fu Eugenio, che aderì all'arianesimo. Poi Anastasio nel VI secolo; Gregorio Asbesta (menzionato nell'880); Eustratius (filosofo scolastico, commentatore di Aristotele, nato attorno al 1050 e morto nel 1120);[3] e Basilios Bessarion nel XV secolo
Nella Notitia Episcopatuum dello pseudo-Epifanio, composta durante il regno dell'imperatore Eraclio I (circa 640), la sede di Nicea appare all'8º posto fra le metropolie del patriarcato di Costantinopoli. Le sono attribuite tre diocesi suffraganee: Modra o Melito, Linoe e Gordoserba.
Nella Notitia Episcopatuum attribuita all'imperatore Leone VI (inizio X secolo) alle tre precedenti sedi di Modra o Melito (chiamata ora Modrina o Melaina), Linoe e Gordoserba, compaiono come suffraganee le diocesi di Numerico, di Taio[4] e di Massimiane.
La città e la sua arcidiocesi rimasero importante per tutto il medio periodo bizantino (VII-XII secolo). In seguito alla ribellione di Nikephoros Melissenos i suoi alleati turchi conquistarono la città nel 1081, e divenne la prima capitale del sultanato turco di Rum fino alla sua riconquista da parte della crociati nel 1097. Dopo la conquista di Costantinopoli e l'istituzione dell'Impero latino nel 1204, la città divenne la capitale dell'Impero di Nicea e la sede del Patriarcato di Costantinopoli in esilio fino alla riconquista bizantina di Costantinopoli nel 1261.
Nicea fu conquistata, dopo un lungo assedio, dai turchi ottomani nel 1331. La lunga resistenza della città, così come l'esodo della sua popolazione greco-ortodossa verso terre ancora controllate da Bisanzio e la rapida islamizzazione che seguì la conquista, provocò una drastica diminuzione dei greci-ortodossi nella città.[5] Già nel 1354, quando san Gregorio Palamas visitò la città, trovò che la popolazione cristiana locale era ridotta a poche persone e in un censimento parziale della stessa Nicea del 1454 si registrano solo sette famiglie cristiane.
Anche se l'intera regione della Bitinia subì un netto declino dei cristiani dopo la conquista ottomana, durante il primo periodo ottomano la Chiesa Greco-Ortodossa mantenne attive tutte le sedi vescovili di epoca bizantina, a parte Nicomedia, Calcedonia e Bursa, un numero del tutto sproporzionato rispetto alle realtà demografiche dei credenti nella regione, con la volontà di mantenere in vita sedi storiche facilitata della loro vicinanza alla sede del Patriarcato di Costantinopoli. Questa pratica si è formalizzata nel XVIII secolo. I titolari delle diocesi risiedevano nella capitale ottomana ed erano membri del sinodo permanente del Patriarcato, come consiglieri anziani dei Patriarchi.
Per quanto riguarda Nicea, a causa dello scarso numero di credenti rimasti in città, la sede fu spostata nel vicino porto sul mare di Cius, il cui arcivescovado locale fu di conseguenza abolito. La data del trasferimento è sconosciuta ma potrebbe essere alla fine del XIV secolo. La chiesa della Dormizione (o Theotokos Pazariotissa) è stata la cattedrale dell'arcidiocesi sino la 1692. In seguito divenne moschea.
La regione conobbe una rinascita in epoca tardo ottomana, con una generale ripresa demografica degli ortodossi. Ma dopo la guerra greco-turca del 1919-22 e le decisioni del trattato di pace di Losanna la popolazione cristiana fu trasferita in Grecia mettendo fine alla plurisecolare storia di questa sede vescovile.
La Chiesa latina, in concomitanza con la caduta dell'impero bizantino, a partire dalla metà del XV secolo vi istituì, come in molte altre sedi vescovili dell'Anatolia, una sede titolare in partibus infidelium.
Cronotassi degli arcivescovi titolari
- Jean di Prangins † (23 ottobre 1444 - 7 maggio 1446 deceduto)
- Vittore Soranzo † (18 luglio 1544 - 9 agosto 1547 succeduto vescovo di Bergamo)
- Melchior Miguel Carneiro Leitão, S.J. † (23 gennaio 1555 - 29 giugno 1577 succeduto patriarca di Etiopia)
- Juan Beltrán de Guevara † (16 gennaio 1573 - ?)
- Vincenzo Quadrimano † (12 agosto 1592 - ?)
- Bernardino Piccoli † (15 dicembre 1621 - 2 ottobre 1627 succeduto vescovo di Strongoli)
- Diego Secco, S.J. † (19 dicembre 1622 - 4 luglio 1623 deceduto)
- Apolinario de Almeida, S.J. † (22 marzo 1627 - 15 giugno 1638 deceduto)
- Giacomo de La Haye † (3 marzo 1653 - ?)
- Gaspare Carpegna † (16 giugno 1670 - 22 dicembre 1670 nominato cardinale)
- Carlo Vaini † (19 gennaio 1671 - 15 maggio 1679 deceduto)
- Giovanni Giacomo Cavallerini † (25 giugno 1692 - 12 dicembre 1695 nominato cardinale)
- Tommaso Ruffo † (7 aprile 1698 - 17 maggio 1706 nominato cardinale)
- Ferdinando Nuzzi † (7 giugno 1706 - 16 dicembre 1715 nominato cardinale)
- Giuseppe Firrao il Vecchio † (2 settembre 1716 - 11 dicembre 1730 nominato arcivescovo, titolo personale, di Aversa)
- Silvio Valenti Gonzaga † (18 giugno 1731 - 19 dicembre 1738 nominato cardinale presbitero di Santa Prisca)
- Alberico Archinto † (30 settembre 1739 - 24 maggio 1756 nominato cardinale presbitero di San Matteo in Merulana)
- Antonio Maria Erba-Odescalchi † (24 settembre 1759 - 19 novembre 1759 nominato cardinale presbitero dei Santi Marcellino e Pietro)
- Cesare Alberico Lucini † (28 gennaio 1760 - 19 febbraio 1768 deceduto)
- Filippo Sanseverino † (29 gennaio 1770 - 4 aprile 1776 deceduto)
- Jean-Siffrein Maury † (24 aprile 1792 - 21 febbraio 1794 nominato arcivescovo, titolo personale, di Montefiascone)
- Pietro Gravina † (12 settembre 1794 - 8 marzo 1816 nominato cardinale presbitero di San Lorenzo in Panisperna)
- Francesco Serra-Cassano † (16 marzo 1818 - 26 luglio 1826 succeduto arcivescovo di Capua)
- Luigi Amat di San Filippo e Sorso † (9 aprile 1827 - 19 maggio 1837 nominato cardinale presbitero di Santa Maria in Via)
- Raffaele Fornari † (24 gennaio 1842 - 30 settembre 1850 nominato cardinale presbitero di Santa Maria sopra Minerva)
- Carlo Sacconi † (27 maggio 1851 - 27 settembre 1861 nominato cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo)
- Giuseppe Berardi † (7 aprile 1862 - 16 marzo 1868 nominato cardinale presbitero dei Santi Marcellino e Pietro)
- Serafino Vannutelli † (25 giugno 1869 - 14 marzo 1887 nominato cardinale presbitero di Santa Sabina)
- Luigi Galimberti † (23 maggio 1887 - 25 giugno 1894 nominato cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo)
- Augusto Guidi † (18 maggio 1894 - 16 marzo 1900 deceduto)
- Rafael Merry del Val y Zulueta † (19 aprile 1900 - 9 novembre 1903 nominato cardinale presbitero di Santa Prassede)
- Giovanni Tacci Porcelli † (17 dicembre 1904 - 13 giugno 1921 nominato cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere)
- Jules Tiberghien † (21 novembre 1921 - 3 gennaio 1923 deceduto)
- Giovanni Festa † (20 gennaio 1923 - 19 aprile 1930 deceduto)
- Giuseppe Pizzardo † (22 aprile 1930 - 13 dicembre 1937 nominato cardinale presbitero di Santa Maria in Via Lata)
- Aldo Laghi † (28 agosto 1938 - 2 gennaio 1942 deceduto)
- Francesco Pascucci † (22 aprile 1943 - 30 marzo 1945 deceduto)
- Martin-Marie-Stanislas Gillet, O.P. † (30 settembre 1946 - 3 settembre 1951 deceduto)
- Ilario Alcini † (27 ottobre 1951 - 10 aprile 1976 deceduto)
Note | |
| |
Fonti | |
| |
Collegamenti esterni | |
|