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Pietro Gravina (Montevago, 16 dicembre 1749; † Palermo, 6 dicembre 1830) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Pietro Gravina nacque a Montevago (Agrigento) il 16 dicembre 1749 da una famiglia di discendenza spagnola, esponente di spicco del patriziato di Palermo. Era figlio di Giovanni Gravina Moncada, duca di San Michele, III duca di Montevago e Grande di Spagna, e di Eleonora Napoli di Montaperto, dei principi di Resuttana Monteleone. Fu battezzato il 26 dicembre seguente. Suo fratello Federico Carlo, grand'ammiraglio, comandò la flotta spagnola nella battaglia di Trafalgar nel 1805 ove venne gravemente ferito, mentre suo fratello Gabriello Maria, O.S.B. (Ch), fu vescovo di Catania e poi cappellano maggiore del Regno delle Due Sicilie.
Formazione
Dopo gli studi al Seminario Teatino di Palermo, fu inviato a Roma presso il Collegio Clementino ove si laureò nel 1769 in filosofia con una tesi dal titolo Praepositiones philosophicae. Conseguì poi un dottorato in utroque iure all'Università La Sapienza per poi entrare alla Pontificia Accademia dei Nobili Ecclesiastici dove studiò diplomazia. Completò la sua formazione giuridica lavorando per tre anni con l'avvocato Antonio Maria Gasparri. Ricevette gli ordini minori a Palermo il 7 settembre 1778.
Entrò poi nell'amministrazione pontificia e il 5 aprile 1781 fu nominato referendario del Tribunale della Segnatura Apostolica e protonotario apostolico non partecipante. Dal 1783, e per un decennio, fu governatore in varie città dello stato pontificio.
Nel 1792 ricevette l'ordinazione sacerdotale e fu nominato protonotario apostolico ad honorem.
Episcopato
Preconizzato per la nunziatura, fu eletto arcivescovo titolare di Nicea nel 1794 e consacrato il 14 settembre di quell'anno nella Chiesa di Sant'Andrea di Monte Cavallo di Roma, per Imposizione delle mani del cardinale Francesco Saverio de Zelada, segretario di Stato, assistito da Nicola Buschi (Ch), arcivescovo titolare di Efeso, e da Michele Di Pietro, allora vescovo titolare di Isauriopoli. Fu quindi nominato Nunzio apostolico in Svizzera il 16 settembre seguente.
Gli anni della nunziatura elvetica coincisero con i drammatici avvenimenti della Rivoluzione francese. Intensa fu l'opera del nunzio in favore di numerosi esuli di quella nazione, soprattutto appartenenti al clero, rifugiati in Svizzera. Tra coloro cui offrì ospitalità si annoverano gli arcivescovi di Parigi, Langres, Agen, Besançon e altri prelati. Rimase in carica sino al 1800, pur avendo lasciato Lucerna già dal 1798, a causa dell'avanzata delle truppe rivoluzionarie francesi. Nel 1799 cercò rifugio a Costanza e poi in territori asburgici, col nunzio Annibale Sermattei della Genga futuro papa Leone XII, sino a giungere a Monaco di Baviera.
Fu richiamato a Roma dopo la prima restaurazione del governo papale; nel 1802 venne nominato consultore della Sacra Congregazione della Consulta per le Indulgenze e nel 1803 fu quindi incaricato della nunziatura in Spagna. Rimase in tale carica sino alla sua promozione al cardinalato.
Negli anni 1812-1813 fu in conflitto con la Junta de Cádiz e col cardinale Luis María de Borbón y Vallábriga, arcivescovo di Toledo e primate di Spagna, per la difesa dei privilegi degli ecclesiastici e la soppressione del tribunale dell'Inquisizione, motivi che gli costarono l'esilio in Portogallo nel luglio del 1813.
Dopo la restaurazione di re Ferdinando VII, nel luglio del 1814 ritornò a Madrid. Lasciò la capitale spagnola definitivamente nel 1817.
Cardinalato
Papa Pio VII lo elevò al rango di cardinale nel concistoro dell'8 marzo 1816. Rientrò a Roma il 15 novembre 1817 e ricevette la berretta cardinalizia con il titolo presbiterale di san Lorenzo in Panisperna. Nel 1816 era pure stato nominato arcivescovo di Palermo da re Ferdinando I delle Due Sicilie e preconizzato dal papa il 23 settembre di quello stesso anno. Entrò nella sua sede nella primavera del 1818.
Dopo la rivoluzione siciliana del 1820 il cardinale tentò invano di acquietare le rivolte. Accolse nel palazzo episcopale molti fuggiaschi e incoraggiò i notabili della città a difendere i diritti del governo legittimo. Il 18 luglio fu eletto presidente della giunta provvisoria di pubblica sicurezza ma pochi giorni dopo rinunciò all'incarico. L'anno seguente esercitò le funzioni di luogotenente generale del regno dal 2 aprile al 10 giugno.
Partecipò al conclave del 1823 che elesse papa Leone XII. Giunse dodici giorni dopo l'apertura, il 15 settembre, con il preciso incarico del re delle Due Sicilie di sostenere la linea innovatrice del Ercole Consalvi. Tuttavia, presto guadagnato all'opposta fazione degli "zelanti", favorì la loro vittoria facendo fallire i progetti napoletani. Nel conclave del 1829, che elesse Pio VIII, presentò l'esclusiva della monarchia spagnola contro il cardinale Giacomo Giustiniani.
Morte
Morì il 6 dicembre 1830 all'età di 81 anni. La sua salma venne esposta nella cattedrale metropolitana di Palermo e venne sepolto nella cappella del Santissimo Sacramento in quella stessa chiesa.
Genealogia episcopale
Successione degli incarichi
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Note |
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Bibliografia |
- Marco Maiorini, GRAVINA, Pietro su treccani.it, Treccani Dizionario degli Italiani, 2002 URL consultato il 25-05-2019
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