Giuseppe Firrao il Vecchio
Giuseppe Firrao il Vecchio Cardinale | |
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Francesco Trevisani Ritratto del cardinale, Badminton House, Inghilterra | |
Età alla morte | 74 anni |
Nascita | Luzzi 12 luglio 1670 |
Morte | Roma 24 ottobre 1744 |
Sepoltura | Basilica di Santa Croce in Gerusalemme (Roma) |
Ordinato diacono | 25 agosto 1714 |
Ordinazione presbiterale | 2 settembre 1714 |
Nominato arcivescovo | 2 settembre 1714 da Clemente XI |
Consacrazione vescovile | Collegio dei Gesuiti di Porrentruy (Svizzera), 11 aprile 1717 dal vescovo Johann Konrad von Reinach-Hirtzbach |
Creato Cardinale |
24 settembre 1731 da Clemente XII (vedi) |
Cardinale per | 13 anni e 1 mese |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Giuseppe Firrao il Vecchio (Luzzi, 12 luglio 1670; † Roma, 24 ottobre 1744) è stato un cardinale, nunzio apostolico e arcivescovo italiano.
Cenni biografici
Giuseppe nacque il 12 luglio 1670 nel castello di Luzzi, località della Sila feudo dei Firrao, nella diocesi di Bisignano a nord di Cosenza, secondogenito dei quattro figli di Pietro, principe di Sant'Agata, e di donna Isabella Caracciolo.
Formazione e attività diplomatica
Come cadetto la famiglia lo avviò alla carriera curiale. Studiò a Roma dapprima in seminario e poi nell'Archiginnasio dove si laureò in utroque iure il 22 gennaio 1695. Papa Innocenzo XII lo volle prolegato del cardinale Fulvio Astalli a Urbino e sotto Clemente XI fu governatore di varie città della stato della Chiesa dal 1700 al 1709. Rientrato a Roma divenne relatore della Congregazione della Consulta e votante soprannumerario del Tribunale della Segnatura Apostolica di Grazia e Giustizia.
Il 6 aprile 1711 ricevette gli ordini minori e il 25 agosto seguente il diaconato. Nel 1713 fu nominato visitatore apostolico delle province di Marche ed Umbria. Intanto il Firrao, che godeva dal 1698 della commenda di sant'Angelo in Formis, si decise a prendere l'ordine sacerdotale il 25 agosto 1714. Fu nominato nunzio straordinario in Portogallo e fu incaricato di portare le fasce benedette al primogenito del re Giovanni V del Portogallo, ma questi morì prematuramente prima di ricevere le fasce e il nunzio straordinario rimase in Portogallo per quasi due anni, finché non poté dare le fasce benedette al nuovo erede dom José.
Episcopato e nunziatura
Fu eletto arcivescovo titolare di Nicea il 2 settembre 1714. Fu dal 1716 nunzio a Lucerna per un triennio. In Svizzera si impegnò per il reintegro nelle sue funzioni dell'abate di San Gallo padre Joseph von Rudolphi, esiliato in seguito alla guerra del Toggenburgo[1] e che grazie al suo intervento poté rientrare in sede nel 1717. Fu anche mediatore fra la curia vescovile di Costanza e il consiglio di Lucerna nella disputa sulle competenze in materia di dispense matrimoniali[2]. A conoscenza delle proteste di molti ecclesiastici francesi contro la bolla Unigenitus e temendo che il giansenismo potesse diffondersi anche nella Confederazione, sospese la pubblicazione dell'ultimo decreto di condanna del Sant'Uffizio per non inasprire gli animi ed esortò i vescovi svizzeri ad aprire seminari nelle loro diocesi per evitare di mandare gli studenti di teologia in Francia.
Il 5 ottobre 1720 gli giunse la notizia della nomina a nunzio ordinario in Portogallo, in sostituzione di mons. Vincenzo Bichi. In quel periodo le relazioni tra il Portogallo e la Santa Sede stavano entrando in una fase particolarmente critica. Alla fine del marzo 1721 giunse a Lisbona. In seguito alla morte di Clemente XI, il sovrano lo ricevette in udienza solo il 24 giugno e gli fu chiaramente spiegato che il Portogallo avrebbe continuato a riconoscere come nunzio il Bichi, e che egli avrebbe potuto risiedere nella nunziatura, ma solo in qualità di arcivescovo di Nicea. In queste avverse condizioni il Firrao cercò di svolgere le sue funzioni e di mandare a Roma quante più informazioni gli fosse possibile raccogliere.
Nell'estate 1724 Giovanni V rinnovò le pressioni sul nuovo papa Benedetto XIII. Questi minacciò il ritiro del nunzio Firrao prima che venisse espulso. Nel settembre 1725 il Papa promise che se il Bichi avesse lasciato Lisbona per andare a Roma a discolparsi avrebbe ricevuto il cardinalato, ma la cosa non fu possibile data l'aperta ostilità del Sacro Collegio nei riguardi del Bichi, appoggiato dal solo cardinale portoghese José Pereira de Lacerda. Nel 1727 si giunse alla rottura: il 20 marzo l'ambasciatore portoghese lasciò Roma e il 24 al Firrao fu intimato di lasciare il paese entro cinque giorni. Il 1° aprile partì in direzione di Badajoz, città spagnola ai confini con il Portogallo. Il 5 luglio le relazioni tra Portogallo e Santa Sede furono troncate ufficialmente. Il Firrao però si considerò nunzio anche fuori dai confini del paese, informando regolarmente la Santa Sede sulla situazione lusitana.
Il 20 settembre 1730 terminò la sua missione di nunzio. Rientrato a Roma, in attesa di nuovi incarichi, fu nominato vescovo di Aversa da Clemente XII, restando però a Roma nell'entourage del cardinale nipote di Clemente XII, Neri Maria Corsini.
Cardinalato
Creato cardinale nel concistoro del 24 settembre 1731, il 19 novembre seguente ricevette la berretta cardinalizia con il titolo presbiterale di San Tommaso in Parione. Nel 1733 fu nominato cardinale Segretario di Stato, carica che tenne sino alla morte di Clemente XII. Gli anni in cui il Firrao tenne la segreteria di Stato furono particolarmente difficili nella storia dello Stato della Chiesa.
Nel lunghissimo conclave seguito alla morte di Clemente XII, Firrao giocò un ruolo di primo piano e, in aprile, il Corsini cominciò ad indicarlo tra i papabili del suo gruppo. Questo produsse solo l'irrigidimento della fazione opposta di Annibale Albani, che impedì risolutamente l'elezione di qualsiasi cardinale vicino al Corsini, come era appunto il Firrao. Con il nuovo papa, Benedetto XIV, egli lasciò la segreteria di Stato e cambiò il suo titolo cardinalizio con quello di santa Croce in Gerusalemme.
Nel 1744 il Firrao fece pubblicare un articolo sulla Gazzetta di Mantova, in replica agli attacchi del cardinal Giulio Alberoni, in cui accusava questo cardinale di abuso di potere contestandone il diritto di pubblicare le lettere della segreteria di Stato.
Morte
Morì a Roma il 24 ottobre 1744. La salma fu esposta nella chiesa romana di Sant'Agostino dove ebbero luogo le esequie il 26 ottobre, presiedute da papa Benedetto XIV in persona. Fu sepolto nella sua chiesa del suo titolo di fronte all'altare maggiore, nel sepolcro che egli stesso aveva progettato, con una lapide raffigurante unicamente il suo nome e lo stemma di famiglia.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Cardinale Gaspare Carpegna
- Cardinale Fabrizio Paolucci
- Cardinale Vincenzo Bichi
- Vescovo Johann Franz Schenk von Stauffenberg
- Cardinale Giuseppe Firrao il Vecchio
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Nicea | Successore: | |
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Ferdinando Nuzzi | 2 settembre 1716 - 11 dicembre 1730 | Silvio Valenti Gonzaga |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Svizzera | Successore: | |
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Giacomo Caracciolo | 23 ottobre 1716 - 28 settembre 1720 | Domenico Silvio Passionei |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Portogallo | Successore: | |
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Vincenzo Bichi | 28 settembre 1720 - 11 dicembre 1730 | Gaetano de Cavalieri |
Predecessore: | Vescovo di Aversa (titolo personale di arcivescovo) |
Successore: | |
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Innico Caracciolo | 11 dicembre 1730 - 26 settembre 1734 | Ercole Michele d'Aragona (Ch) |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Tommaso in Parione | Successore: | |
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Innico Caraccilo | 19 novembre 1731 - 29 agosto 1740 | Giovanni Battista Barni |
Predecessore: | Cardinale Segretario di Stato di Sua Santità | Successore: | |
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Antonio Banchieri | 4 ottobre 1733 - 6 febbraio 1740 | Silvio Valenti Gonzaga |
Predecessore: | Cardinale protettore della Pontificia Accademia Ecclesiastica | Successore: | |
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Giuseppe Renato Imperiali | 15 gennaio 1737 - 24 ottobre 1744 | Girolamo Colonna di Sciarra |
Predecessore: | Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura di Grazia | Successore: | |
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Antonfelice Zondadari | 29 novembre 1737 - 24 ottobre 1744 | Prospero Colonna di Sciarra |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari | Successore: | |
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Francesco Barberini seniore | 27 agosto 1738 - 24 ottobre 1744 | Raffaele Cosimo de' Girolami |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Croce in Gerusalemme | Successore: | |
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Prospero Lorenzo Lambertini | 29 agosto 1740 - 24 ottobre 1744 | Gioacchino Besozzi, O.Cist. |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Vincenzo Bichi | 2 gennaio 1741 - 22 gennaio 1742 | Antonio Saverio Gentili |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Nicea
- Nunzi apostolici per la Svizzera
- Nunzi apostolici per il Portogallo
- Vescovi di Aversa
- Cardinali presbiteri di San Tommaso in Parione
- Cardinali Segretari di Stato
- Prefetti della Congregazione per i Vescovi e i Regolari
- Cardinali presbiteri di Santa Croce in Gerusalemme
- Presbiteri ordinati nel 1714
- Presbiteri italiani
- Presbiteri del XVIII secolo
- Italiani del XVIII secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1717
- Vescovi italiani del XVIII secolo
- Vescovi del XVIII secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Johann Konrad von Reinach-Hirtzbach
- Italiani
- Arcivescovi per nome
- Concistoro 24 settembre 1731
- Cardinali italiani del XVIII secolo
- Cardinali del XVIII secolo
- Cardinali per nome
- Cardinali creati da Clemente XII
- Biografie
- Cardinali italiani
- Nunzi apostolici italiani
- Arcivescovi italiani
- Nati nel 1670
- Nati il 12 luglio
- Nati nel XVII secolo
- Morti nel 1744
- Morti il 24 ottobre