Silvio Valenti Gonzaga (Mantova, 1º marzo 1690; † Viterbo, 28 agosto 1756) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Nacque a Mantova nel palazzo di famiglia il 1º marzo 1690, da Carlo Valenti, marchese e Barbara Andreasi. Considerato con grande intelligenza e con una memoria prodigiosa, compì gli studi universitari a Ferrara dove si addottorò in utroque iure il 27 settembre 1710. Per queste sue doti gli fu consigliato di proseguire la sua carriera a Roma.
Giunse nella città eterna e poté approfondire i suoi studi nelle lingue antiche e moderne e nella storia ecclesiastica. Entrò al servizio del pontefice, fu inviato in missione a Vienna per ottenere dall'imperatore la restituzione di Comacchio, usurpata durante la guerra di successione spagnola. Giunse a Vienna nel 1719 portando con sé la berretta rossa al neo eletto cardinale Mihály Frigyes Althan. Rimase alla corte imperiale per due anni ottenendo alla fine la restituzione di Comacchio allo stato pontificio.
Il 17 giugno 1724 fu nominato referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e di Grazia. Fu quindi a Messina dove non senza difficoltà poté succedere a Ascanio Gonzaga(ch) quale archimandrita commendatario del monastero di San Salvatore di Messina, carica che ricoprì dal 1727 sino alla morte.
Preconizzato per la carriera diplomatica, nel 1731 ricevette in rapida successione il diaconato e il presbiterato e quindi fu nominato arcivescovo titolare Nicea.
Fu ordinato vescovo a Roma dal cardinale Álvaro Cienfuegos, S.J., coadiuvato da Giuseppe Spinelli(ch) arcivescovo titolare di Corinto e Carlo Alberto Guidobono Cavalchini, allora arcivescovo titolare di Filippi. Fu quindi successore dello Spinelli nelle Fiandre per un triennio. Con molta abilità diplomatica seppe ottenere la pubblicazione dei brevi pontifici.
Nel 1735, con la morte del nunzio in Spagna Vincent Antoine Alamanni Nasi(ch), la Santa Sede lo volle presso quella importante sede diplomatica. Purtroppo, per dissidi tra il Vaticano e la corte spagnola, gli fu impedito inizialmente di prendere possesso della nunziatura e per un certo periodo rimase a Bayonne, in territorio francese. Qui ebbe modo di conoscere la regina vedova di Carlo II Maria Luisa di Borbone-Orléans esiliata da Filippo V e seppe convincerla a riconciliarsi con il re spagnolo. Anche grazie a questa sua mediazione il Valenti fu ammesso a corte e ben presto si fece apprezzare da Filippo V, tanto che questi lo avrebbe voluto come suo primo ministro.
Cardinalato
Benedetto XII lo creò cardinale nel concistoro del 19 dicembre 1738 e l'anno seguente lo nominò legato a Bologna.
Il Valenti non fece in tempo a prendere possesso della legazione, a causa della morte di Clemente XII e dovette rientrare direttamente a Roma per il Conclave del 1740. Grazie anche al suo appoggio, fu eletto Prospero Lorenzo Lambertini che prese il nome di Benedetto XIV. Questi, a differenza dei suoi predecessori, scelse alla guida della stato non un parente, ma quello che riteneva con le migliori doti per affrontare quel delicatissimo incarico.
Il Valenti divenne segretario di Stato, carica che ricoprì con grande abilità per il resto dei suoi giorni e per quasi tutto il pontificato di Benedetto XIV. I due operarono con grande perizia in tempi molto difficili. La guerra di successione austriaca vide di nuovo le case regnanti degli Asburgo e dei Borboni scontrarsi e coinvolgere di nuovo tutta l'Europa continentale in un grave conflitto, che non risparmiò, come nelle precedenti dispute, anche lo stato della Chiesa. La Santa Sede, come nelle due guerre di successione precedenti, si mantenne neutrale, ma a differenza di quanto era avvenuto nella guerra di successione spagnola e in quella polacca, grazie all'abilita del Valenti, non dovette subire umiliazioni e riuscì a mantenere discreti rapporti con le due parti belligeranti.
Altro ambito, dove l'abilità diplomatica e le eccezionali doti del Valenti furono messe a frutto, fu la stipulazione di concordati con i Savoia e il regno di Sardegna, con il regno di Napoli e con il Portogallo. Anche se questi concordati diedero adito a critiche e di certo furono frutto di importanti compromessi, permisero alla Santa Sede di ottenere rapporti più distesi con questi regni.
Anche sul piano economico i frutti del suo grande ingegno permisero alla stato pontificio di crescere economicamente e di gravare meno fiscalmente sui sudditi. Amante dell'arte e collezionista raffinato, fondò la Pinacoteca Capitolina: il cardinale riuscì infatti ad acquistare quello che sarà il nucleo originario dalla Pinacoteca, cioè la collezione dei fratelli Marcello e Giulio Sacchetti e la collezione Pio di Savoia.
Il Valenti ricoprì inoltre altre cariche fino alla sua morte: fu prefetto della Congregazione della Sacra Consulta dal 1740; Camerlengo di Santa Romana Chiesa e prefetto della Congregazione di Propaganda Fide dal 1747. Inizialmente cardinale presbitero di santa Prisca, optò per quello di san Callisto e in seguito per la sede suburbicaria di Sabina.
Morte
A causa di un colpo apoplettico, rimase molto debilitato; recatosi a Viterbo per delle cure vi trovò la morte il 28 agosto 1756. I funerali si tennero nella cattedrale di Viterbo dove fu temporaneamente sepolto. L'anno seguente la salma fu traslata a Roma nella Chiesa di San Bonaventura al Palatino.
Genealogia episcopale
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