Sant'Atenagora di Atene

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Sant'Atenagora di Atene
Laico
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battezzato
Santo
Padre della Chiesa
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 57 anni
Nascita Atene
133 ca.
Morte 190 ca.
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica Chiesa ortodossa
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Attributi
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Sant'Atenagora di Atene (in greco: Ἀθηναγόρας, Athenagóras; Atene, 133 ca.; † 190 ca.) è stato un filosofo, teologo e scrittore greco antico cristiano ed apologeta del II secolo. È Padre della Chiesa.

Biografia

Le notizie sulla vita di Atenagora sono molto scarse. Atenagora non è citato né da Eusebio ne San Girolamo; qualche piccolo accenno si trova in Metodio[1], Epifanio[2] e Fozio[3]. Filippo di Sida dice che Atenagora era un retore e filosofo ateniese dell'Accademia di Atene, convertito al Cristianesimo dopo la lettura delle Sacre Scritture consultate alla ricerca di temi da utilizzare nelle polemiche contro gli apologeti cristiani[4]. In seguito Atenagora si sarebbe recato ad Alessandria d'Egitto dove avrebbe fondato il prototipo della sua celebre accademia cristiana. Le date di nascita e di morte sono state calcolate per estrapolazione dalle opere a lui attribuite.

Opere

Due sono le opere rimasteci di Atenagora: un'apologia, intitolata Supplica in favore dei Cristiani[5] (in greco: Πρεσβεία περί των Χριστιανών, Presbeìa perì ton Christianòn), e un trattato, attribuitogli con molte riserve, Sulla resurrezione dei morti (Περί αναστάσεως νεκρών, Perì anastàseos necròn).

La supplica in favore dei Cristiani

La Supplica è una apologia di 30 capitoli indirizzata "agli imperatori Marco Aurelio Antonino e Lucio Aurelio Commodo, conquistatori dell'Armenia e della Sarmazia, e, quel che più conta, filosofi" tesa a difendere i Cristiani dalla triplice accusa, rivolta già agli ebrei, di ateismo (la mancanza di fede nelle divinità pagane), incesto e cannibalismo (bambini come cibo nei banchetti). In base alla dedica e alla citazione della pace nel primo capitolo, la data di composizione della Supplica è stata fissata fra la fine del 176 e il principio del 177. Gli argomenti utilizzati da Atenagora per ribattere ai tre capi di accusa sono di natura razionale.

  1. Circa l'accusa di ateismo e di sacrifici rituali di bambini Atenagora argomentava che i Cristiani adoravano un solo Dio e che i loro rituali erano non cruenti, non prevedendo versamento di sangue. Inoltre, diversamente dall'idolatria pagana, che prevedeva la sottomissione dell'uomo a numerose divinità capricciose e immorali, i Cristiani riverivano una divinità perfetta ed eterna la cui triplice espressione non era di natura politeistica, in quanto si trattava di tre persone in una sola natura e potenza.
  2. Atenagora confutava l'accusa di immoralità e depravazione sessuale rendendo nota la rigida morale cristiana, con la proibizione addirittura dei cattivi pensieri, della poligamia, del divorzio e dell'aborto;
  3. quanto all'accusa di antropofagia, Atenagora ribatteva che si trattava di una calunnia: i Cristiani condannavano non solo l'omicidio, ma delitti giudicati meno gravi dagli altri quali la partecipazione agli spettacoli dei gladiatori e l'esposizione dei neonati; nel contempo i Cristiani prescrivevano l'obbedienza civile e l'adozione di un'etica improntata all'esistenza di una vita futura, dopo la morte fisica.

Ai due imperatori pertanto Atenagora chiedeva per i Cristiani gli stessi diritti riconosciuti a tutti gli altri cittadini romani.

La resurrezione dei morti

Ad Atenagora, ma con molte riserve, è attribuito un secondo lavoro intitolato "Περί αναστάσεως νεκρών" (La Risurrezione dei Morti). Il trattato è diviso in due parti, nella prima vengono confutate le obiezioni contro la tesi della resurrezione, nella seconda si dimostra che la resurrezione è possibile. Rifiutando il dogma platonico del corpo come prigione dell'anima, ed affermando la complementarità tra materia e spirito, Atenagora accetta la risurrezione fisica dei morti sulla base dell'onnipotenza di Dio allo scopo di rendere manifesta per l'eternità l'immagine umana.

Il più antico testo di quest'opera di Atenagora si trovava nel Codex parisinus graecus (anno 914), immediatamente dopo il testo della Supplica per i Cristiani, copiato per Areta di Cesarea dal suo segretario Baanes[6]. L'attribuzione ad Atenagora di quest'opera viene tuttavia di solito negata per motivi di stile e di contenuto[7].

Bibliografia
  • John Bertram Peterson, "Athenagoras", The Catholic Encyclopedia Vol. 2. New York: Robert Appleton Company, 1907 (on-line)
Note
  1. Metodio di Olimpo, De resurrectione I, 37
  2. Epifanio di Salamina, Haeres., 59, 20, 21
  3. Fozio, Bibl., 234
  4. Filippo di Sida, Hist. eccl., VII, 27
  5. Testo greco con traduzione in francese online
  6. Clara Burini, Gli apologeti greci. Traduzione, introduzioni e note a cura di Clara Burini. Roma : Città nuova, 1986, p. 247, ISBN - 88-311-3059-5
  7. Mauro Gagliardi, La cristologia adamitica : tentativo di recupero del suo significato originario. Roma: Editrice Pontificia Università Gregoriana, 2002 ISBN 887652942X, 9788876529429 p. 251
Collegamenti esterni