Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio (Roma)

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Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio
Sant Agostino Fassade.jpg
Roma, Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio
Altre denominazioni Basilica dei Santi Trifone e Agostino
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Via della Scrofa, 80
00186 Roma (RM)
Telefono +39 06 68801962
Fax +39 06 68215193
Posta elettronica roma.santagostino@agostiniani.it
santagostino@diocesidiroma.it
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione basilicale
Dedicazione Sant'Agostino d'Ippona
San Trifone
Sigla Ordine qualificante O.S.A.
Sigla Ordine reggente O.S.A.
Fondatore papa Bonifacio VIII, Agostiniani
Data fondazione 1296
Architetti Jacopo da Pietrasanta
Sebastiano Fiorentino
Luigi Vanvitelli (interno, volute laterali, convento e chiostro)
Stile architettonico rinascimentale
Inizio della costruzione 1483
Completamento 1750
Strutture preesistenti primitiva Chiesa di Sant'Agostino
Pianta croce latina
Materiali travertino
Iscrizioni GUILLERMOUS DE ESTOUTEVILLA EPISCO. OSTIEN. CARD. ROTHOMAGEN. S.R.E. CAMERARIUS FECIT / MCCCCLXXXIII
Marcatura stemma del cardinale Guillaume d'Estouteville
Coordinate geografiche
41°54′04″N 12°28′27″E / 41.90097, 12.47426 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Basilica di S. Agostino
Basilica di S. Agostino
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

La Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio, detta anche Basilica dei Santi Trifone e Agostino, è una chiesa di Roma, situata nel centro storico della città, che sorge sulla piazza omonima, nel rione Sant'Eustachio.

Storia

Origini e chiesa primitiva

Le origini della chiesa risalgono al 1286, quando gli Agostiniani ebbero in dono dal nobile romano Egidio Lufredi alcune modeste case nel Campo Marzio, situate presso l'antica Chiesa di San Trifone in Posterula,[1] ove iniziarono, subito dopo, la costruzione di un convento e di una chiesa la cui prima pietra fu posta il 15 aprile 1296, per volontà di papa Bonifacio VIII (1294-1303). La realizzazione del nuovo edificio, dedicato a sant'Agostino, dopo complesse vicende, fu ultimato solo nel 1420.

Chiesa odierna

Il 4 novembre 1479, gli Agostiniani, grazie al munifico contributo del cardinale Guillaume d'Estouteville (1403-1483), iniziarono la costruzione a fundamentis di una nuova chiesa, perpendicolarmente all'antica,[2] essendo questa diventata insufficiente per le esigenze della comunità religiosa, e inoltre situata troppo in basso rispetto al corso del fiume Tevere e perciò spesso soggetta alle sue piene.

La nuova chiesa progettata da Jacopo da Pietrasanta (att. 1452-1497) e Sebastiano Fiorentino (att. 1479-1483) fu ultimata nel 1483, anche se i lavori di decorazione e rifinitura si protrassero per lungo tempo. L'anno successivo gli Agostiniani vi si trasferirono, lasciando la Chiesa di San Trifone alla Confraternita del Santissimo Sacramento.

La chiesa divenne parrocchia con il motu proprio Ex iniuncto nobis del 13 aprile 1603 di papa Clemente VIII (1592-1605), con il quale vi fu trasferita la cura d'anime da San Trifone in Posterula.

Sant'Agostino, tra il 1746 e il 1750, venne radicalmente trasformata da Luigi Vanvitelli (1700-1773), che modificò la cupola emisferica su tamburo cilindrico (primo esempio di cupola rinascimentale a Roma), con una volta a catino, aggiunse le volute laterali della facciata e trasformò il campanile cuspidato del XV secolo in una torre quadrata.

Nel 1873 tutto il complesso, compresa la basilica, fu espropriato e incamerato dal demanio del Regno d'Italia:[3] il convento, dopo varie utilizzazioni, è divenuto sede dell'Avvocatura Generale dello Stato Italiano, mentre la chiesa è stata lasciata alla cura degli Agostiniani.

Il 29 ottobre 1999 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[4]

Titolo cardinalizio

La Basilica è sede del titolo cardinalizio di Sant'Agostino, istituito da papa Sisto V il 13 aprile 1587: l'attuale titolare è il cardinale Jean-Pierre Bernard Ricard.

Descrizione

Esterno

Al colmo di un'ampia scalinata, si presenta l'imponente facciata della chiesa, in travertino di spoglio rilavorato, uno dei migliori esempi di architettura rinascimentale romana, costruita nel 1483, nel momento in cui nell'Urbe si sviluppa l'influsso di Leon Battista Alberti (14041472), uno dei più importanti architetti italiani, che ha inventato il principio in base al quale l'architettura è un disegno che si realizza nello spazio, ma che mantiene le caratteristiche del progetto anche nell'opera realizzata: questa facciata, infatti, non è altro che un disegno geometricamente e armonicamente costruito.

La facciata è suddivisa in due ordini raccordati da due poderose volute, aggiunte dal Vanvitelli tra il 1746 e il 1750, che nascondono i contrafforti di sostegno delle fiancate della chiesa. Nell'inferiore, scandito da quattro paraste apre un grande portale centrale (1), incorniciato da eleganti candelabre e sormontato da un timpano triangolare che racchiude lo stemma del cardinale Guillaume d'Estouteville e da un dipinto murale, posto all'interno di una nicchia quadrangolare, raffigurante:

Ai lati sono due portali minori e riquadrature simmetriche con due oculi. Al di sopra è posta l'epigrafe commemorativa:

(LA) (IT)
« GUILLERMOUS DE ESTOUTEVILLA EPISCO. OSTIEN. CARD. ROTHOMAGEN. S.R.E. CAMERARIUS FECIT / MCCCCLXXXIII » « Guglielmo di Estouteville, vescovo di Ostia, cardinale di Rouen, camerlengo di Santa Romana Chiesa, fece nel 1483 »

L'ordine superiore è aperto al centro da un grande oculo e presenta, a coronamento, un timpano triangolare decorato con vasi fiammeggianti.

Interno

Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio (interno)

L'interno, a croce latina, è suddiviso in tre navate da pilastri rettangolari, in marmi policromi, cui si accostano semicolonne in porfido ogni due arcate, e presenta cinque cappelle absidate per lato, transetto e abside semicicolare, affiancata da altre tre cappelle.

Navata centrale

Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio, pianta
Legenda: 1 - Portale centrale; 2 - Navata centrale; 3 Isaia di Raffaello e gruppo scultoreo di A. Sansovino; 4 - Madonna del Parto di J. Sansovino; 5 - Cappella di S. Caterina; 6 - Cappella di S. Giuseppe; 7 - Cappella di S. Rita; 8 - Cappella di S. Pietro; 9 - Cappella del Crocifisso; 10 - Sacrestia; 11 - Cappella di S. Agostino; 12 - Cappella di S. Nicola da Tolentino; 13 - Altare maggiore; 14 - Cappella di S. Monica; 15 - Cappella dei SS. Agostino e Guglielmo; 16 - Cappella di S. Tommaso da Villanova; 17 - Ingresso laterale; 18 - Cappella di S. Giovanni da San Facondo; 19 - Cappella di S. Apollonia; 20 - Cappella di S. Chiara da Montefalco; 21 - Cappella di Pio; 22 - Cappella della Madonna di Loreto; 23 - Cantoria e organo; 24 e 25 - Arcangeli reggi-acquasantiera.

La navata centrale (2) è inquadrata da pilastri sorreggenti arcate a tutto sesto, sopra le quali si snoda un ciclo di dipinti murali raffiguranti:

Lungo la navata si notano:

Navata sinistra

Lungo la navata sinistra si aprono cinque pregevoli cappelle:

Oltre le cappelle, si apre l'ingresso laterale della basilica (17), dove sono conservate alcune interessanti sculture, fra le quali si notano:

Transetto sinistro

Nel terminale del transetto sinistro è posta la cappella dedicata a san Tommaso da Villanova (16), opera di Giovanni Baratta, dove sono collocati:

Cappella dei Santi Agostino e Guglielmo

Dal transetto sinistro, si accede alla cappella dedicata ai Santi Agostino e Guglielmo (15), dove sono custoditi alcuni pregevoli dipinti, eseguiti nel 1616, olio su tela, da Giovanni Lanfranco raffiguranti:

Cappella di San Monica

Adiacente alla precedente, a sinistra del presbiterio, è situata la cappella dedicata a santa Monica (14), madre di sant'Agostino, dove sono collocati:

Presbiterio

Nel presbiterio è posto l'altare maggiore (13) realizzato nel 1627 da Orazio Turriani, su disegno di Gian Lorenzo Bernini, che presenta nella mostra d'altare:

Cappella di San Nicola da Tolentino

Dal transetto destro, accanto al presbiterio, si accede alla cappella dedicata a san Nicola da Tolentino (12), dove è collocata:

Isaia da Pisa, Tomba di santa Monica (1455), marmo

Transetto destro

Nel terminale del transetto destro è posta la cappella dedicata a sant'Agostino (11), dove si conservano:

Nella parete sinistra del transetto destro è, inoltre, ubicato:

Navata destra

Lungo la navata destra si aprono cinque pregevoli cappelle:

Controfacciata

Nella controfacciata, sono collocati:

  • sulla cantoria lignea, Organo a canne (1905), costruito da Carlo Vegezzi-Bossi, che presenta tre tastiere di 58 note ciascuna e una pedaliera dritta di 30 ed è a trasmissione pneumatico-tubolare (23).
  • alla destra del portale centrale, entro una nicchia, Madonna con Gesù Bambino in trono detta Madonna del Parto (1516), in marmo di Jacopo Sansovino (4): la scultura, secondo la tradizione, fu realizzata adattando un'antica statua romana raffigurante Agrippina con il piccolo Nerone in braccio. L'opera è oggetto di grande venerazione da parte dei fedeli ed è considerata la protettrice delle partorienti che le portano in segno di devozione ex voto di ogni genere.

Sacrestia

Dalla navata destra si accede alla sacrestia (10), progettata dal Vanvitelli, dove è collocato:

Curiosità

Va ricordato che all'interno della basilica, insieme alle spoglie di santi e cardinali, trovavano sepoltura anche le salme di celebri cortigiane di alto bordo, diversamente dalle prostitute di basso ceto che invece venivano sepolte nella zona del Muro Torto. In questa chiesa, infatti, vennero tumulate: Fiammetta Michaelis (14651512), amante di Cesare Borgia, Tullia d'Aragona (15101556) e la sorella Penelope, e la loro madre Giulia Campana: le tombe sono tutte scomparse, forse eliminate nel periodo della Controriforma. Le cortigiane erano assidue frequentatrici di Sant'Agostino, tanto che avevano dei banchi a loro destinati nelle prime file al fine di evitare che i fedeli, guardandole, si distraessero durante le celebrazioni.

Galleria fotografica

Note
  1. La Chiesa di San Trifone in Posterula era un edificio di culto, oggi scomparso, di origini molto antiche, forse risalente all'VIII secolo, situato nel rione Campo Marzio, all'incrocio tra via dei Portoghesi e via della Scrofa, a 200 metri circa dall'attuale Basilica di Sant'Agostino. Nel 1287 papa Onorio IV la concesse agli eremitani di Sant'Agostino, i quali aggiunsero al nome originario quello di sant'Agostino, loro santo protettore. La chiesa fu demolita nel 1746 quando il Vanvitelli ingrandì il convento di Sant'Agostino.
  2. È stato ipotizzato da alcuni studiosi, tra i quali Giorgio Carpaneto, che l'abside con cui termina il transetto di sinistra, visibile in parte dalla strada e altri elementi databili al XIV secolo facciano parte della primitiva Chiesa di Sant'Agostino, che dunque si trovava in posizione perpendicolare rispetto all'attuale edificio.
  3. Legge 19 giugno 1873, n. 1402
  4. Basiliche minori in Italia
  5. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 22.3.2019
  6. Ibidem . URL consultato il 22.3.2019
  7. Ibidem . URL consultato il 23.3.2019
  8. Ibidem . URL consultato il 23.3.2019
  9. Ibidem . URL consultato il 23.3.2019
  10. Ibidem . URL consultato il 23.3.2019
  11. Ibidem . URL consultato il 23.3.2019
  12. Ibidem . URL consultato il 23.3.2019
  13. Ibidem . URL consultato il 22.3.2019
  14. Ibidem . URL consultato il 22.3.2019
  15. Ibidem . URL consultato il 22.3.2019
  16. Ibidem . URL consultato il 22.3.2019
  17. Ibidem . URL consultato il 22.3.2019
  18. Ibidem . URL consultato il 22.3.2019
  19. Ibidem . URL consultato il 22.3.2019
Bibliografia
  • AA.VV., La Chiesa, la Biblioteca Angelica, l'Avvocatura generale dello Stato: il complesso di Sant'Agostino in Campo Marzio, Libreria dello Stato, Roma, 2009, ISBN 9788824011518
  • Valeria Annecchino, La basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio e l'ex complesso conventuale, Roma, Marconi, Genova, 2000
  • Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal IV secolo al XIX, Roma, 1891, p. 442
  • Giorgio Carpaneto, Rione VIII. S. Eustachio, in I rioni di Roma, Newton & Compton, Milano, 2005, pp. 519-520
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese conventi chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, p. 190
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, pp. 19-20, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, pp. 412-413, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 5 marzo 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

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