Basilica di Sant'Apollinare (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Chiese di Roma.
Basilica di Sant'Apollinare
Sant Apollinare P Navona.jpg
Roma, Basilica di Sant'Apollinare (1741 - 1748)
Altre denominazioni Basilica di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Piazza Sant'Apollinare, 49
00186 Roma (RM)
Telefono +39 06 6875211
Fax +39 06 68164400
Proprietà Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA)
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione basilicale
Dedicazione Sant'Apollinare di Ravenna
Fondatore Papa Adriano I
Data fondazione VIII secolo
Architetto Ferdinando Fuga
Stile architettonico barocco, neoclassico
Inizio della costruzione 1742
Completamento 1748
Data di consacrazione 21 aprile 1748
Consacrato da papa Benedetto XIV
Strutture preesistenti strutture d'epoca imperiale romana; primitiva chiesa di Sant'Apollinare
Pianta navata unica
Note Dal 1990, è affidata all'Opus Dei
Coordinate geografiche
41°54′03″N 12°28′25″E / 41.90086, 12.473611 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Basilica di S. Apollinare
Basilica di S. Apollinare
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

La Basilica di Sant'Apollinare, detta anche Basilica di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine, è una chiesa di Roma, che si affaccia sull'omonima piazza, situata nel centro storico della città, nel rione Ponte.

Storia

Dalle origini al Quattrocento

La chiesa, secondo la tradizione, venne fondata da Adriano I[1] (772-795) intorno al 780, ma più probabilmente fu eretta tra la metà del VII e l'inizio dell'VIII secolo - ossia in piena dominazione bizantina - su resti di strutture di epoca imperiale romana.

Probabilmente, i primi religiosi che occuparono la chiesa furono monaci basiliani, rifugiatisi a Roma da Costantinopoli a causa delle persecuzioni iconoclaste: spetterebbe a loro la traslazione di alcuni martiri nel sotterraneo della primitiva chiesa.

Del 1284 è la prima testimonianza di un Collegio di Canonici, che durò fino al 1576, ai quali era affidato l'intero complesso ecclesiastico.

Nel 1398, l'antipapa Benedetto XIII, durante un soggiorno a Roma, dove tentava di farsi riconoscere come unico pontefice, dimorò nell'abitazione annessa alla chiesa. Nel 1424, poco prima di morire, come ringraziamento per l'ospitalità ricevuta, fece restaurare l'edificio sacro. Con l'occasione i canonici adattarono la casa a collegio dell'adiacente Domus Studi, poi Università della Sapienza.

Il cardinale Guillaume d'Estouteville (1403-1483), nel 1465, fece rinnovare il collegio e ristrutturare la chiesa.

Dal Cinquecento all'Ottocento

La chiesa diventò parrocchia nel 1562 fino alla riforma operata da Leone XII (1823-1829) nel 1824.

Nel 1574 il complesso fu concesso da Gregorio XIII (1572-1585) ai gesuiti che istituirono nel palazzo adiacente (l'attuale Palazzo dell'Università) il Collegio Germanico (divenuto poi Collegio Germanico-Ungarico) e l'anno successivo restaurarono nuovamente la chiesa.

Il complesso rimase sotto la guida dei gesuiti ) fino al 1773.

La chiesa originaria, di modeste dimensioni, era preceduta da un portico e, al suo interno, era suddivisa in tre navate con abside e forse un transetto. Nell'aprile del 1742 si diede inizio alla demolizione di questo antico edificio e il 27 agosto dello stesso anno, papa Benedetto XIV posò la prima pietra della nuova costruzione, che venne realizzata su progetto di Ferdinando Fuga (1699-1782), come tipico esempio di transizione barroco-neoclassico; lo stesso pontefice consacrò la nuova chiesa il 21 aprile 1748.

Durante la dominazione francese, nel 1811, Napoleone (1769-1821) trasferì nel palazzo l'Accademia di San Luca[2] che vi rimase fino al 1825. Nel 1853, sotto il pontificato di Pio IX (1846-1878), l'edificio divenne la sede del Pontificio Seminario Romano.

Dal Novecento ad oggi

Dal 1913 al 1920, nel complesso si stabilirono i lazzaristi, ai quali succedette, per volere di Benedetto XV (1914-1922), il Pontificio Istituto di Sant'Apollinare.

La Basilica è proprietà dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), ed è parte integrante del palazzo omonimo, che è citato nell'art. 16 del Patti lateranensi del 1929. Ai sensi di questo articolo, infatti, questa è uno dei cosiddetti "edifici esenti", in favore dei quali è stata riconosciuta l'esenzione da vincoli, espropriazioni e tributi, e per i quali è stato stabilito che:[3]

« È in facoltà della Santa Sede di dare a tutti i suddetti immobili, indicati nel presente articolo e nei tre articoli precedenti, l'assetto che creda, senza bisogno di autorizzazioni o consensi da parte di autorità governative, provinciali o comunali italiane. »

Nel corso della sua lunga storia la chiesa fu visitata da diversi pontefici, ma in particolare si ricordano quelle effettuate da:

Importanti restauri, finalizzati al risanamento strutturale e al rifacimento del pavimento, furono effettuati nel 1960-1962, per volere del cardinale Domenico Tardini (1888-1961).

Dal 1990 il complesso è affidato all'Opus Dei e la Basilica è diventata sede della cappellania della Pontificia Università della Santa Croce (PSUC), situata nell'adiacente Palazzo dell'Apollinare, dove trovano posto le aule, il rettorato e gli uffici amministrativi della stessa.

Il 16 marzo 1984, papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[4]

Nel 2008 è stato completato un lungo restauro dell'intero immobile e della piazza antistante.

La basilica attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Sant'Agostino in Campo Marzio.

Titolo cardinalizio

Nel 1517 papa Leone X elevò la basilica a titolo cardinalizio, che fu soppresso da Gregorio XIII (1572 - 1585) o dal successore Sisto V (1585 - 1590) e, dal 1936, ripristinato da Pio XI col nome di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine: l'attuale titolare è il cardinale Raniero Cantalamessa.

Descrizione

Basilica di Sant'Apollinare (interno)

Esterno

La facciata della basilica, suddivisa in due ordini di paraste, con capitelli ionici nel primo e corinzi nel secondo: quello inferiore è aperto da due finestre laterali e, al centro, da un portale sormontato da un timpano triangolare, sovrastato da un timpano curvilineo più grande che poggia sulla trabeazione marcapiano; il superiore ha un finestrone con balaustra e, ai lati, due brevi ali concave; il timpano curvilineo spezzato ne racchiude un altro triangolare che sostiene la croce apicale.

Il campanile, a base ottagonale, poco visibile, perché posto sopra il tetto del presbiterio, contiene una campana dell'epoca di Pio V e altre due del tempo di Sisto V.

Interno

Vestibolo-Nartece

Basilica di Sant'Apollinare, cappella della Madonna delle Grazie

La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), ha un'aula liturgica preceduta da un vestibolo-nartece originario, trasformato dal Fuga in cappella, dedicata alla Madonna delle Grazie, a pianta ellittica, dove si conserva:

Aula liturgica

L'ampio interno, a navata unica, è delimitato da pilastri con lesene corinzie sostenenti gli archi delle cappelle laterali, tra loro comunicanti, che seguono tutte un unico schema architettonico e decorativo, delle quali solo quelle più vicine all'altare maggiore (ossia quelle dedicate ai santi gesuiti Francesco Saverio e a Ignazio di Loyola) sono rivestite di marmi policromi, mentre le altre sono decorate in finto marmo.

La navata è coperta da una volta a botte decorata, al centro, con un dipinto murale raffigurante:

Navata sinistra

Lungo la navata sinistra si aprono tre pregevoli cappelle:

Presbiterio

Sul presbiterio, coperto da una calotta su quattro pennacchi ornata con stucchi realizzati nel 1747 da Giacomo Galli, è posto l'altare maggiore, realizzato nel 1746-1747 da Bernardino Ludovisi, che presenta:

Navata destra

Lungo la navata destra si aprono tre pregevoli cappelle:

Cripta

Dalla porta della navata che precede il presbiterio si accede alla sottostante cripta, a pianta circolare, posta a livello dell'antica chiesa, che presenta un'ampia volta ribassata, sorretta al centro da quattro colonne metalliche. All'interno, si notano:

  • dietro l'altare settecentesco, sulla parete, Frammento circolare di una lastra marmorea sulla quale è incisa un'iscrizione che fa riferimento ad un religioso greco con l'anatema per chi avesse voluto violare la sua sepoltura;
  • nel pavimento, Varie lapidi funerari, databili dalla fine del XVI alla prima metà del XVII secolo.

Sacrestia

Da una porta posta sul lato sinistro, si accede alla sacrestia, costruita dal Fuga, a pianta rettangolare con la volta che presenta otto profonde strombature e, addossati alle pareti, pregevoli e funzionali armadi, in legno di noce, realizzati su disegno dello stesso architetto.

Note
  1. La prima menzione dell'edificio si trova nella biografia di papa Adriano I del Liber pontificalis; la chiesa è ricordata ancora in una cronaca del X secolo del monaco Benedetto di monte Soratte, il quale menziona una cappella "infra civitatem Romam non longe ab aecclesia sancti Apolinaris in templum Alexandrini". Il riferimento è alle terme Neroniane-Alessandrine.
  2. L'Accademia Nazionale di San Luca è un'associazione di artisti di Roma, fondata nel 1593 da Federico Zuccari, che ne fu anche il primo direttore, con il presupposto di elevare il lavoro degli artisti al di sopra del semplice artigianato.
  3. Patti lateranensi su vatican.va. URL consultato il 02-05-2019
  4. Basiliche minori in Italia
  5. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 03.05.2019
Bibliografia
  • Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, 1891, pp. 345-347
  • Daniele Ferrara, Sant'Apollinare, in "Roma Sacra. Guida alle chiese della Città eterna", nº 7, Elio De Rosa, Roma, giugno 1996, pp. 51-58
  • Santiago Hernandez, Come nasce e cresce la sede dell'Università, in Pontificia Università della Santa Croce. Dono e compito: 25 anni di attività, Silvana, Milano, 2010, pp. 212-229
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese conventi chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, p. 136
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, p. 39, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, p. 384, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 9 febbraio 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.