Bernhard Haring

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Bernhard Haring, C.SS.R.
Presbitero
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battezzato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 85 anni
Nascita Böttingen [1]
10 novembre 1912
Morte Gars am Inn [2]
3 luglio 1998
Sepoltura Cimitero del monastero dell'Assunzione della Vergine Maria (Gars am Inn)
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa 4 maggio 1934
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 7 maggio 1939
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La mia libertà consiste nell'aver accolto un dono: il dono dell'Amore
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(Bernhard Harïng)

Bernhard Haring (Böttingen [1], 10 novembre 1912; † Gars am Inn [2], 3 luglio 1998) è stato un presbitero, teologo, scrittore, fondatore e missionario tedesco, considerato uno dei padri della Teologia morale del XX secolo, è uno dei fondatori dell'Accademia alfonsiana.

Vita e formazione

Bernhard Häring è nato il 10 novembre 1912 a Böttingen[1], Diocesi di Rottenburg-Stoccarda in Germania, ai margini della Foresta Nera. Era penultimo di dodici figli[3] di una famiglia contadina, di genitori profondamente cattolici: Johannes Nepomuk Haring e Franziska Flad[4]. Erano cinque fratelli e sette sorelle, di questi in sei hanno scelto la vita religiosa[5].

Dal mondo agricolo, Bernhard aveva ereditato uno spiccato senso per la tradizione, la crescita e il progresso. I suoi genitori, soleva dire, gli avevano consegnato una preziosa eredità: la gioia della fede, la fiducia in Dio, la coscienza dell'importanza della preghiera e l'amore per la comunità ecclesiale. In particolare, la madre lo aveva educato alla non violenza e all'ospitalità. Un gesto della vita familiare che l'accompagnerà lungo la sua esistenza è la benedizione che i genitori, mattino e sera, rivolgevano come saluto ai figli. E ogni sera, la madre prima della buona notte leggeva loro storie di missionari. In tal senso, ad accrescere l'entusiasmo in Bernhard fu la predica di padre Leonard Eckel che, nelle omelie, lodava i missionari in Brasile perché dediti ai poveri e annunciatori della Parola di Dio.

Sempre in famiglia, imparò ad apprezzare gli altri, a coglierne i lati positivi, a capire il bisogno che tutti avevano di amare e di essere amati. Proprio nell'esperienza umana dell'amore familiare comprese, confidò al suo studente presbitero Salvoldi[6], che « l'influsso dei miei genitori e dei miei fratelli su di me è stata l'esperienza d'amore che mi ha liberato. Sono libero perché amato. Non parlo esclusivamente dell'amore di Dio, perché all'inizio c'è l'esperienza umana di un amore familiare e proprio da questo primo rapporto affettivo è nata l'immagine commovente di un Dio che non minaccia, poiché egli è tenerezza e amore. E quando i miei genitori mi parlavano di Lui, io già lo conoscevo, ne avevo fatto l'esperienza attraverso il loro amore».

Percorso vocazionale

Padre Haring con padre Valentino Salvoldi a Gars am Inn nel convento dei Redentoristi.

In questo contesto maturò la vocazione di diventare sacerdote. Aveva l'esempio del suo parroco, un tipo socievole, ma che Bernhard non sopportava perché facilmente s'irritava durante le lezioni di catechismo. Difatti, all'età di circa nove anni, la preparazione alla Prima confessione, ricorda, fu un'esperienza negativa perché nel corso degli incontri il parroco intimoriva i catechizzanti, considerando ogni azione come un peccato mortale; invece, più umana fu la preparazione alla Prima comunione, aiutato dalla sorella Kostantine. Si accostò a Gesù Eucaristia nel 1921 e, dopo aver ricevuto Gesù, disse alla sorella: « Vorrei diventare santo». Al che la sorella rispose: « Beh, perché no?»

Questo "anticipo di fiducia" sarà il suo viatico nell'impegno quotidiano e nel custodire la pace interiore nel compiere la volontà di Dio e sarà anche una costante che caratterizzerà tutta la sua vita e cosciente della necessità per ogni credente di vivere il proprio battesimo decide di mettersi al servizio di tutti, dando a ciascuno "anticipi di fiducia". Per i tanti doni ricevuti, nasce in Häring il desiderio di comportarsi con gli altri come quegli "angeli" che Dio aveva messo sulla sua strada. Più volte, meravigliato, si domanda come mai abbia sempre ciò che gli occorre: una attenzione particolare, una testimonianza di fede, un libro ricevuto in tempi opportuni da parte di colleghi e docenti che gli preparano la strada verso la teologia morale, un'amicizia celebrata con l'intima gioia di chi riceve un dono, radicato dell'Amore. È Dio, attraverso tutti gli avvenimenti della vita, a dargli "anticipi di fiducia". Ugualmente ricambia per ogni persona che considera "Teodora" (dono di Dio) e "Adeodato", salutandola alzando le braccia al cielo, illuminandosi di gioia e poi, a volte, battendo anche le mani, come un bambino contento dell'incontro con una persona amica[7]. Considerava il suo cognome profetico per la sua scelta vocazionale. Affermava: « Il mio cognome ha un significato: Harïng significa aringa, ed è il nome di un pesce, io l'ho visto come una professione di fede, infatti, in greco pesce si dice ichthús ed è il monogramma di Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore».


Mentre era alla ricerca della Congregazione religiosa in cui seguire Gesù, terminato il Ginnasio nel 1931 e affascinato dal motto dei missionari gesuiti: "Farsi tutto a tutti", chiese di far parte della Compagnia di Gesù; ma poiché questi sarebbero diventati insegnanti e professori e dato che a quell'epoca era consuetudine distinguere i più quotati e i meno dotati gli fece riconsiderare la Congregazione dei Redentoristi. Inoltrò così la richiesta formale di accettazione in cui espresse anche il desiderio di essere missionario in Brasile.


Nel 1933, a ventun'anni, completati gli studi liceali a Günzburg, entrò al noviziato di Deggendorf, in Baviera. In questo tempo, Bernhard dovette affrontare improvvisamente un periodo di fragilità per la salute. Pur essendo un tipo sportivo, dovette rinunciare agli esercizi ginnici che eseguiva nel giardino del convento perché il maestro dei novizi non riteneva opportuna tale pratica. Ciò ebbe conseguenze spiacevoli perché gli iniziarono disturbi cardiaci e continui mal di testa. Nel frattempo, il noviziato venne trasferito nel piccolo comune tedesco Gars am Inn e per la sua salute cagionevole il medico legale aveva consigliato di rinunciare alla vita monastica perché sarebbe stato un peso. Il nuovo maestro dei novizi, però, non contento della suddetta diagnosi lo accompagnò a Monaco di Baviera da un oculista che formulò un'accurata e completa valutazione: « Tenetevi pure il giovane, ma dategli più spazio, per riposare e per rilassarsi. Fategli gradualmente riprendere la sua ginnastica».


Così il 4 maggio 1934 venne ammesso ai voti religiosi, che professò convalescente. Si apriva per Bernhard uno spiraglio di speranza anche perché padre Engel Zettl, nuovo superiore, gli aveva creato un'ambiente sereno e lasciato del tempo libero per riprendersi. Bernhard, infatti, lo ricorderà come uomo di straordinaria saggezza e bontà. A volte, per esempio, durante la sua lezione di Storia della Chiesa si addormentava e una volta gli chiese cosa ne pensasse. La risposta del superiore fu del tutto naturale: «Cosa ne penso? Speriamo che ti faccia Bene!». A distanza di anni padre Harïng commenterà: « Sì, tali rapporti umani fanno bene!» Così dopo sei anni, il 7 maggio 1939, fu ordinato presbitero.

Cappellano militare

Padre Haring sta indicando al suo successore, padre Valentino Salvoldi, il cammino da percorrere per una morale rinnovata, cristocentrica, responsabile e in risposta alla chiamata che ci fa il Signore.

Per il periodo di preparazione agli ordini sacri Bernhard non aveva potuto frequentare la sua famiglia, anche se il padre, alcune volte, era andato a trovarlo. L'indomani dell'ordinazione si recò a casa e, la sera, la madre prima di andare a letto gli chiedeva:

« Posso ancora una volta darti la mia benedizione? »

Egli rispose che la sua benedizione sarebbe stata il fondamento di tutte le sue benedizioni.

Nel suo paese natale, l'8 maggio 1939, celebrò la prima Messa. Nello stesso giorno anche il cugino Johannes Flad, con cui aveva percorso le tappe di formazione per diventare sacerdote regolare, avrebbe celebrato, ma in orari diversi. Nel settembre 1939 gli venne comunicato l'obbligo di arruolarsi nell'esercito. Era contrario all'ideologia nazionalsocialista e la sua formazione politica era chiara già dai tempi del liceo. Ed emerse quando nel 1933, essendo il più bravo degli studenti all'esame di maturità, tenne il discorso alla festa dell'addio. Manifestò in quell'occasione la riluttanza verso il governo. Incentrò Il suo discorso sul lungo periodo di marcia nel deserto a cui era stato costretto il popolo ebraico nell'esodo dalla schiavitù dell'Egitto verso la Terra promessa: "Anche noi dobbiamo prepararci a camminare nel deserto" a causa del Centro Tedesco che aveva spalancato le porte a Hitler.


Da giovane, prima della scelta religiosa, conosceva in profondità le teorie di Karl Marx ed era intervenuto in dibattiti nelle assemblee di partito. Pur non sentendosi attratto dalla teoria marxista, sviluppò la consapevolezza in merito alle cause che avevano spinto Marx a scrivere Il Capitale, in particolare quelle riguardanti la strumentalizzazione della religione a sostegno e a giustificazione di condizioni ingiuste. La sua coscienza politica risentiva anche dell'influsso del cardinale di Monaco, Michael von Faulhaber, che, fin dal 1931, insieme ai vescovi della Baviera, durante il regime nazionalsocialista, manifestò la sua chiara presa di posizione nella difesa degli interessi della Chiesa dinanzi al razzismo del Terzo Reich. Sostenendo che il nazionalsocialismo era un'ideologia che aderiva a un programma culturale e religioso incompatibile con la Dottrina cattolica. Nondimeno, la formazione di Bernhard risentiva anche di un ambiente clericale tradizionalista, con una cultura post-tridentina.

Apertura all'ecumenismo

Diventare presbitero in un momento buio e triste per l'Europa, rafforzò la convinzione che per i giorni a venire il mondo avrebbe avuto ancor più bisogno di messaggeri del Vangelo. Trascorse nella caserma di Monaco di Baviera il periodo del primo addestramento militare. Nella Compagnia, di cui faceva parte, erano stati arruolati studenti in medicina e molti altri sacerdoti di varie confessioni. Il cameratismo e l'esperienza di sofferenza incise sul suo modo di intendere l'ecumenismo. Durante la Campagna italiana di Russia, alla sua Celebrazione eucaristica parteciparono militari protestanti e cattolici. Per rispetto alla loro confessione, qualche giorno dopo, avvisò i militari protestanti che la domenica successiva avrebbe celebrato un loro cappellano militare. Questi, però, gli risposero: « Perché cambiare? Tu sei uno di noi!»


Una notte, poche ore prima dell'inizio dell'offensiva contro la Russia, celebrò impartendo a tutti l'assoluzione generale dei peccati, distribuendo la Comunione all'intero reggimento, senza distinzione tra cattolici e protestanti. Al fronte, si trovò a curare e a dare poi l'estrema unzione a un presbitero gesuita colpito da una granata la cui scheggia gli aveva fracassato il cranio e subito dopo a un soldato russo, gravemente ammalato. Esperienza in cui maturò la vocazione a impegnarsi per la questione della pace e della nonviolenza. Tra le vicende della guerra, padre Häring racconterà a padre Salvoldi, quando il battaglione si spostò a nord di Stalingrado e bloccato dall'esercito sovietico. Riuscirono a fuggire attraverso i campi e con l'appoggio dei contadini che regalavano slitte e cavalli per trasportare i feriti, « camminammo sei giorni e sei notti, in mezzo alla neve, nutriti dalla gente che incontravamo».

Riflessione su "La legge di Cristo" e "i missionari con lo zaino"

L'esperienza della guerra costituì l'autentico riscontro della cinica manipolazione dei valori operati da Hitler: di fatto l'obbligo dell'obbedienza assunta come valore assoluto gli consentiva di attuare il disegno criminale. Da questa tragica esperienza padre Bernhard riflette sull'esigenza di una parola chiave per lo sviluppo di una nuova morale: responsabilità, per liberarsi nell'aiuto reciproco dalle strutture di peccato. Riteneva urgente la necessità di un'educazione alla responsabilità creativa, per realizzare la legge dello Spirito che dà vita in Gesù Cristo, in Colui che libera dal peccato e dalla morte. Soltanto questo nuovo approccio, dopo l'Olocausto, poteva esprimere la forza liberante del Vangelo. I due anni di guerra gli avevano acuito la sensibilità contro l'abuso della religione ai fini del potere. Decise così di vivere la fede nella sua genuinità, al di là di ogni umana strumentalizzazione.


Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, con alcuni confratelli chiamati dalla gente "missionari con lo zaino", si dedicò all'assistenza pastorale dei profughi che abitavano nei territori protestanti della Germania. Iniziò la sua attività apostolica da Coburgo, città extracircondariale della Baviera, per continuare il suo pellegrinare nelle zone della Chiesa protestante della Bassa Franconia. Proprio la vita al fronte gli insegnò a familiarizzare con "sorella morte", trasformandola in occasione per amare di più la vita. I fatti bellici lo maturarono nel valore dell'obiezione di coscienza: quattro volte era stato chiamato in tribunale dal giudice militare per il suo comportamento contrario alle leggi germaniche poiché non ammettevano critiche al sistema bellico. Con audacia si difese da solo, accusando i nemici e rischiando di essere mandato nei campi di concentramento.

Omaggio floreale in ringraziamento per il corso tenuto sull'Etica medica alle infermiere del Ghana.

La svolta della Teologia Morale

Voleva diventare missionario in America Latina, ma i superiori per obbedienza gli chiesero di studiare Teologia morale, disciplina che non gli era tanto congeniale. Alla risposta titubante, si sentì dire: "Sarai tu a cambiarla". Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, aveva iniziato nel 1945 gli studi di specializzazione che continuò alla fine del conflitto. Nel 1947 all'Università di Tübingen conclude il Dottorato di Ricerca in Sacra Teologia. A Tübingen entrò in rapporto con Karl Adam, Romano Guardini, Teodoro Steinbüchel, quest'ultimo era il direttore della sua tesi dottorale. Questa è la tappa che lo inserisce nella tradizione della "Scuola di Tübingen" e durante la quale concepisce il progetto di un modo nuovo di esporre la teologia morale.


Scrive, in questo periodo, le sue riflessioni sulla guerra, ma i colleghi gli sconsigliano di pubblicarlo, perché i tempi non sono ancora maturi per una radicale condanna di ogni guerra. Si dedica allora alla sua opera omnia "La Legge di Cristo". Capì che la svolta della morale non poteva limitarsi all'imitazione di Cristo, ma doveva coniugare armonicamente fede e vita. « Bisognava arrivare al concetto di essere alla "sequela" del Maestro, come altrettanti "Cristo" viventi nel momento presente», diceva a Salvoldi. Intuizione già sviluppata nella sua tesi Das Heilige und das Gute. Religion und Sittlichkeit in ihrem gegenseitigen Bezug (Il sacro e il bene. Rapporto tra etica e religione) in cui dimostra come il sacro, in ogni religione, è posto a fondamento della morale. In questa prima pubblicazione ebbe la simpatia di molti protestanti e segnò l'inizio del suo lavoro nel campo dell'ecumenismo. Prospettiva che approfondì confrontandosi con il pensiero di influenti teologi protestanti, Friedrich Daniel Schleiermacher, Emil Brunner e Rudolf Otto, e il pensiero di due filosofi, Immanuel Kant e Nikolai Hartmann. Decisivo nell'elaborazione del suo pensiero fu lo studioso cattolico di filosofia e religione e di filosofia morale Max Scheler[8].

Dalla Germania a Roma

Padre Häring insegna Teologia morale nel seminario dei Redentoristi a Gars am Inn, in Baviera, fino al 1949, ma già nel 1948 il suo Superiore generale Leonard Buijs[9], neerlandese e specialista in Etica, pensò di istituire a Roma una Scuola di Teologia Morale, riservata in un primo momento agli alunni della Congregazione, ma destinata ad aprirsi a tutti. Così, padre Haring si recò a Roma per un semestre per elaborare, insieme al suo superiore, il Piano di Studi della futura Accademia Alfonsiana. Il primo Istituto proponeva corsi di Teologia morale, dogmatica, Diritto canonico, filosofia e Lingua ebraica. Il 9 febbraio 1949 l'Istituto si trasformò in Accademia Alfonsiana, sotto il governo di padre Leonard Buijs e padre Haring curò la docenza per un semestre tra il 1950 e il 1953 dove insegnava teologia morale sistematica.


Alla morte del superiore generale nel 1953, l'attività venne temporaneamente sospesa e anche diventando un Istituto rivolto a seminaristi e sacerdoti della Congregazione, si pianificava il riconoscimento della Congregazione dei religiosi che avvenne il 25 marzo 1957 come "Scuola pubblica di Teologia Morale". Haring era uno dei primi professori. Il fondatore dell'Accademia Alfonsiana, che il 2 agosto 1960 venne accredita nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense. In essa si formarono la maggior parte dei docenti di Teologia morale dei seminari di tutto il mondo. Papa Giovanni XXIII scelse padre Haring come perito del Concilio Vaticano II: il prologo della Gaudium et Spes "La Chiesa nel mondo contemporaneo" in buona parte venne stilato da Häring e accettato all'unanimità da tutti i padri conciliari. La teologia "qui espressa è un inno all'universo, sulle orme di Teilhard de Chardin".


Tra il 1957 e il 1965 tenne corsi all'Istituto catechistico internazionale di Bruxelles. A partire dagli anni 60 veniva abitualmente chiamato come visiting professor in università cattoliche e protestanti e Istituti ecumenici degli Stati Uniti d'America, Africa e Asia.

Il suo continuo scrivere e parlare di libertà, responsabilità, coscienza, ma, soprattutto, la sua presa di posizione nei confronti dell'enciclica Humanae Vitae (pubblicata nel 1968, in condanna della contraccezione artificiale), durante gli anni 70 gli hanno creato degli oppositori tra le file dei conservatori e da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede. Processato per quattro anni, fu riabilitato dopo l'elezione di Papa Giovanni Paolo II. Non cessarono, però, le pesanti critiche nei suoi confronti. A chi gli chiedeva perché dovesse essere così tanto perseguitato, rispondeva: « Ho ricevuto più benedizioni che sofferenze da alcuni uomini di Chiesa, per i quali prego costantemente». I temi della pace, della nonviolenza e della salvaguardia del creato sono stati sempre al centro della sua attività di riflessione e ricerca fino ad arrivare a proporre la difesa nonviolenta di ispirazione gandhiana come unica modalità di difesa cristianamente ammissibile.

A Roma, nell'arca di Noè

Padre Haring con un gruppo di suore

Padre Bernhard a trentasei anni viene mandato a Roma per cantare le meraviglie di una fede che gli permette di essere libero e liberatore di tante coscienze. Papa Pio XII, nel Congresso mondiale dell'apostolato dei laici del 5 ottobre 1957, lo incontra in privato e si congratula con lui per la novità e la freschezza delle sue idee in campo morale. Con l'elezione di Papa Giovanni XXIII Häring viene nominato membro della Commissione Preparatoria del Concilio Vaticano IITramite il segretario del Papa Loris Francesco Capovilla, ha la possibilità di rispondere ai tanti quesiti che il Sommo Pontefice si pone, contribuendo in questo modo a far circolare le sue idee in tutta la cristianità.


Dopo il Concilio chiese al suo superiore generale di avere la possibilità di cambiare congregazione: voleva diventare trappista, seguendo il modello di Thomas Merton[10]. La risposta di padre William Gaudreau fu negativa: « È un'idea stupida! Darei questo permesso a tutti, ma mai a te!» Tale reazione lo convinse sempre di più a riflettere sul bisogno di un rinnovamento nel campo della preghiera sia per i laici, sia per i religiosi ordinari attivi.


Nel suo primo anno di pontificato, Papa Paolo VI gli affida l'incarico di predicare il ritiro annuale per sé e la Curia Romana.

Al termine degli esercizi spirituali Papa Paolo VI lo chiamò nel suo studio per dirgli che voleva nominarlo cardinale. Egli rispose con una battuta: « Santo Padre, mi risparmi l'umiliazione di quella coda di ventidue metri». Il Papa aggiunse anche che sarebbe stato il benvenuto nel suo studio, ogni qual volta ne avesse avuto bisogno; ma, da allora, gli fu sempre negata l'udienza, per la pressione dei membri più conservatori della curia.

Diventa segretario del comitato editoriale che cura la redazione della Costituzione Pastorale su "La Chiesa nel mondo contemporaneo"; al termine il Cardinale Léon-Joseph Suenens, presidente della commissione gli si rivolge pubblicamente chiamandolo il "quasi-padre della Gaudium et Spes".


Papa Paolo VI nutriva una grande stima verso Häring, ma non tutti erano favorevoli e si coglievano tutte le occasioni per contrastarlo, in particolare dopo il dibattito in seguito alla pubblicazione dell'enciclica Humanae Vitae che nel 1968 condannava la contraccezione artificiale. Da quel momento cominciarono per padre Häring le prove dello spirito: negli anni settanta venne inquisito dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. In quella difesa rispose: « Ho ricevuto più benedizioni che sofferenze da alcuni uomini di Chiesa, per i quali prego costantemente».

A Roma, confidava Häring a padre Salvoldi, come nell'arca di Noè non si possono fare generalizzazioni sul Vaticano. È come nell'arca di Noè dove si possono trovare "animali" amabili e "animali" meno amabili". Questo l'unico commento di padre Haring sulle sue sofferenze romane. In questi anni gli si sviluppò il cancro alla laringe. Non aveva ancora compiuto sessant'anni ed era vittima d'avere "fumato indirettamente", ossia d'aver parlato molto là dove la gente fumava. Comincia il calvario con un intervento chirurgico di laringectomia riuscita, ma Häring non può più parlare e impara a parlare con il diaframma come fanno i ventriloqui e, dopo pochi mesi, non solo è in grado di farsi capire, ma riprende qualche ora di lezione. Il cancro però colpisce l'intestino. I medici propongono un'operazione radicale, viene fissata la data dell'intervento, ma padre Häring chiede di posticipare l'operazione perché vuole ritirarsi in preghiera nel convento dove la sorella è superiora generale. Si confida con lei e questa gli risponde: « Guarda il grande teologo che ha una piccola fede: mettiti a digiuno, per un mese, bevendo solo acqua di rape e prega: io faccio pregare tutte le mie suore. Qualche cosa capiterà». Sono parole per avere fiducia nella Provvidenza. Si rifanno gli esami e fortunatamente sono negativi.

Il chirurgo, alla richiesta di una spiegazione, rispose con un gesto simbolico: apre il cassetto in cui c'è un'icona del Sacro Cuore e si limita a dire: « Chiedetelo a Lui». Häring commentò citando la Bibbia 2Re 20,5 e Isaia 38,5 .

Nel 1977, a settantacinque anni, Häring lascia la docenza all'Accademia Alfonsiana in cui riceve l'ambìto riconoscimento accademico del Festschrift[11], per l'opera "La Legge di Cristo".


Si ritira così in una casa di preghiera perché vuole terminare il percorso terreno della vita pregando. La notte dorme poche ore, dalle ventitré alle due. Dalle due alle cinque del mattino l'unica parola che proferisce è la prima parola del il Padre nostro: Abba. Trascorre tre ore invocando il nome del Padre, cosciente che in questa parola è riassunto tutto ciò che si può chiedere, desiderare e amare. Alterna preghiera e studio: non smette di scrivere libri e articoli, si riposa strappando le erbe selvatiche del giardino, mentre le labbra continuano a sussurrare preghiere sotto forma di mantra. Preghiera e lavoro, come un monaco benedettino:

« Ho trascorso la vita cercando di estirpare il male dalle coscienze. La voglio terminare estirpando le erbacce, mentre prego per tutte le persone che Dio ha messo sul mio cammino[12] »

.

I tanti riconoscimenti non hanno, comunque, intaccato il suo atteggiamento di umiltà fino all'ultimo giorno della sua vita: 7 luglio 1998[13].

Il suo corpo riposa nel convento dei Redentoristi a Gars am Inn, luogo in cui tutto è iniziato, sotto una semplice croce di legno che porta il suo nome e due date: quella della nascita in terra e quella in cielo.

Pensiero e Opere

Lezione di teologia.

Padre Häring è ritenuto il più eminente teologo morale cattolico del XX secolo. È stato il primo a comporre un manuale di morale, alternativo a quelli tradizionali, già prima del Concilio Vaticano II.

La legge di Cristo

L'edizione originale tedesca di La Legge di Cristo. Trattato di teologia morale è del 1953. Opera che conta Otto edizioni, ed è stata tradotta in quattordici lingue. In essa proponeva una teologia incentrata sulla Bibbia, sulla liturgia, sulla cristologia e sulla vita. Si opponeva al metodo dei manuali il cui interesse era di addestrare i confessori al Sacramento della penitenza, insegnando l'arte di distinguere ciò che è peccato e di quantificarlo. Proponeva ai cristiani una continua crescita e una graduale conversione nella loro vita morale e nei loro molteplici rapporti con Dio, con il prossimo, con sé stessi e con tutto il creato. Questo testo, in tre volumi, costituisce una pietra miliare per il rinnovamento della teologia morale. In esso Haring, guidato da una visione personalistica e cristologia delle responsabilità e dalla metodologia della lettura dei segni dei tempi, dà alla proposta morale un volto chiaramente teologico, sintetizzando i diversi fermenti che già spingevano al suo rinnovamento. Si preoccupa al tempo stesso di aprire il discorso morale coinvolgendo tutto il popolo di Dio. "La legge di Cristo" diventa così, al di là di ogni frontiera, uno strumento per il dialogo e la pacificazione tra i popoli e tra le varie confessioni religiose. Il suo contributo nel campo della Teologia morale è notevole, autore di centoquattro libri che contano più di trecento traduzioni. Ha pubblicato oltre mille articoli tradotti in varie lingue.

Liberi e fedeli in Cristo

Nel 1978, pubblica la sua seconda opera di teologia morale in tre volumi, Liberi e fedeli in Cristo che costituisce un passo avanti verso un modello più relazionale per una vita morale e il rifiuto del modello legalista. "« Noi dobbiamo essere estremamente grati a tutti coloro che, vivo riflesso del Vangelo, con il loro esempio generoso ci hanno messi sul cammino di quella verità che rende liberi e ci hanno fatto comprendere quanto importante sia lo spirito di collaborazione fra gli individui e i popoli[14].»


La gratitudine è il canale che rende possibile il fluire di tutte le grazie e padre Häring è cosciente che nella sua vita "tutto è grazia". Il suo impegno è di dare a ciascuno quello che, senza alcun merito, ha ricevuto dal Signore[15]

Preghiera e studio danno vita a quest'opera, che considera un aggiornamento della Legge di Cristo alla luce dei documenti del Concilio: "La visione personalistica dell'uomo e la costante adesione alla "Parola" della Bibbia mi hanno portato a concepire come leitmotiv della mia ricerca la responsabilità, espressione della libertà e della fedeltà creativa in Cristo. In questo quadro ho dato un'importanza centrale alla libertà e ho sviluppato altre tematiche, come l'opzione fondamentale, la coscienza, la legge o la norma, il peccato e la comunione. La libertà nella fedeltà: per essere liberi in Cristo e liberati da Cristo dobbiamo fare la scelta di fondo di seguire il Maestro e di ascoltare la sua voce. La scelta della libertà implica, intrinsecamente e fortemente la fedeltà dell'opzione fondamentale: pone Cristo al centro della nostra esistenza"[16].

Libertà e fedeltà: i due poli della vita nuova in Cristo per giungere al significato della "sequela" per i cristiani e per il mondo, una gioiosa ricerca della propria vocazione a diventare un'unica realtà in Cristo e a portare frutti nell'amore per la vita del mondo. Questa la definizione di morale che Häring riuscì a far accettare a tutti i Padri del Concilio[17]. Un teologo che insegna morale deve essere una persona che sa ascoltare tutti, in particolare i più deboli. All'ascolto va accostato il senso di paternità: se un presbitero non è "padre", resta muto come Zaccaria. All'ascolto e alla paternità va unita la ricerca di una morale imbevuta dello spirito evangelico e attenta a scoprire i segni positivi dei tempi.

In ascolto della Parola, della storia e della vita

Häring per molti anni si mette a disposizione di varie riviste per rispondere alle obiezioni di quanti cercano delucidazioni sulla morale cristiana. Scrive sul settimanale cattolico "Famigli Cristiana" nella rubrica fissa: "Padre Haring risponde". Con le parole e con la vita dimostra quanto sia liberante essere in tutto fedele a Cristo. Al Cristo storico, al Cristo totale, al Cristo che è la sua Chiesa. In Cristo coglie l'originalità e la novità di tutte le sfere dell'etica nelle varie culture. Cerca risposte valide "per tutto l'uomo e per tutti gli uomini". Valorizza i semi di verità, bontà e bellezza in qualunque persona. Ascolta il divino che pulsa in ogni aspetto della vita, mirabilmente echeggiato da ogni coscienza, tabernacolo dell'Altissimo. In ascolto della Parola, della storia e della vita Häring propone all'umanità la chiave per una metodologia teologica in grado di rendere i Cristiani autori della loro vita, responsabili nei confronti della loro coscienza e creativi nel costruire una morale centrata sull'amore, sulla Grazia, sul seducente volto di Cristo, scoperto sul proprio volto e su quello dei fratelli e delle sorelle con i quali il Salvatore si è identificato.

Tra teologia e cultura

Un tratto inedito di padre Häring, messo in luce dagli studiosi, viene offerto dal teologo Giuseppe Quaranta:

"Nel decimo anniversario della morte di padre Häring, vorrei ripercorrere brevemente un tratto piuttosto inedito del suo impegno intellettuale e pastorale e cioè la progressiva scoperta della cultura come fattore di stimolo e di rinnovamento per la teologia morale".

Dopo aver illustrato il contributo dato alla morale con "La legge di Cristo", Quaranta afferma:

"L'esperienza conciliare, che egli interpreta principalmente come "processo di apprendimento", incide a tal punto sulla sua visione complessiva della teologia morale da indurlo a "mettere nel cassetto" la precedente sintesi offerta ne "La legge di Cristo" per porre mano alla stesura di un nuovo manuale intitolato "Liberi e fedeli in Cristo". Nella prefazione dell'opera appena citata preoccupato di essere « completamente libero per Cristo, per gli uomini e per la chiesa di oggi e fedele al Vangelo e ai segni dei tempi» più che di conservare una statica e comoda fedeltà a un passato pur così glorioso, egli sente "in coscienza" di non potersi sottrarre né al ripensamento delle coordinate fondamentali della teologia morale né alla ricerca di un linguaggio e di uno stile espositivo di sapore più evangelico. Del resto, per quanto attiene al campo di indagine proprio dell'etica teologica, in lui è radicata la convinzione di vivere in un'epoca dove ai teologi non è chiesto solamente di focalizzare «una serie di singoli problemi», quanto, piuttosto, di rischiare «l'elaborazione di una nuova veduta d'insieme».

In tale contesto, Häring, sollecitato sia dalla svolta conciliare, sia dalla lucida percezione di doversi confrontare con scenari sociali e culturali dai tratti profondamente nuovi, scopre e persegue quel metodo di riflessione teologica indicato come metodo della correlazione tra teologia morale e cultura. In cosa consiste questo metodo e sulla base di quali presupposti Häring lo percorre senza riserve? Alla duplice domanda ci sembra di poter rispondere in questo modo. Da una parte, Häring attribuisce il valore di una vera e propria indicazione programmatica per il rinnovamento della teologia morale all'invito di Papa Giovanni XXIII affinché il Concilio contribuisca a riformulare tanto l'interpretazione quanto l'annuncio della verità cristiana, in modo tale che essa risulti vitale e significativa per gli uomini di ogni tempo e di ogni cultura. In questa linea, padre Häring ribadisce più volte che la teologia non può più pensarsi come tale se non in dialogo con i propri interlocutori e, quindi, con gli uomini contemporanei, con la loro cultura e i loro modi di vivere e di pensare, alla stessa maniera, del resto, di come è già avvenuto nel corso dell'intera storia cristiana. Di conseguenza, diventa comprensibile lo sforzo del nostro autore di misurarsi con le grandi correnti di pensiero e con i fenomeni culturali che attraversano gli anni immediatamente a ridosso del Concilio: il personalismo esistenzialista, le sfide poste dalla cultura scientifica e dal pluralismo delle culture.

Dall'altra parte, Häring, lungi dal ritenere che la riflessione teologico-morale sia chiamata esclusivamente a integrare il dato culturale, è fermamente convinto che essa debba svolgere una funzione anche attiva e propositiva nei confronti della cultura, in fedeltà alle potenzialità di fermentazione dell'Evangelo e a sostegno del dinamismo di promozione dell'umano che caratterizza in profondità tutte le genuine espressioni culturali. Un esempio paradigmatico, in merito, è rappresentato dalla riflessione sulle problematiche della pace e della guerra. In questo preciso ambito di interesse, la teologia morale häringhiana svolge nei confronti della cultura un ruolo più propositivo e provocatorio di quanto accada in altri settori. Avviene, infatti, entro tale contesto, che siano le istanze più tipicamente bibliche e teologiche in primis le indicazioni del Discorso della montagna a contrastare i modelli etico-teologici del passato (teoria della guerra giusta) e a provocare prima la loro revisione e, in seguito, il loro abbandono in favore di un linguaggio e di una prassi rinnovati nello spirito e nei contenuti (il linguaggio e la prassi della non violenza e della pace). Così, nel pensiero häringhiano, l'etica della pace risulta essere un esempio paradigmatico del dinamismo creativo dell'Evangelo e della sua capacità di fermentare, purificandola, la morale vissuta e pensata. Il tutto come dimostra la valorizzazione di un elemento tipico della spiritualità gandhiana come il Satyāgraha[18] senza rinunciare a integrare quei fermenti di bene disseminati anche in differenti visioni culturali e religiose e a convogliarli al servizio della dignità integrale dell'uomo"[19].

Testamento spirituale: "Vivo perché prego. Prego perché vivo"

È questo il titolo del libro pubblicato in tedesco e in italiano. che è stato ritenuto il testamento spirituale di Padre Häring. Il testo è stato scritto da Padre Valentino Salvoldi che raccoglieva da Padre Bernhard le ultime sue volontà. « Bernard già ammalato: mi trattava come un suo figlio, dicendomi quello che dovevo mangiare e quello che andava evitato. Mi svegliava al mattino alle 5,55, per celebrare insieme l'Eucaristia. Mi chiedeva il parere su affermazioni che forse potevano essere ritenute eccessive per un anziano docente di teologia morale. Era commovente vedere come si illuminasse in viso ogni volta che mi incontrava. Alzava le mani al cielo più volte al giorno, quando stavo con lui a Gars am Inn, nel monastero della Congregazione dei Redentoristi. Padre Bernhard considerava la preghiera una realtà vissuta come dono, come respiro dell'anima. "Prego perché vivo": la preghiera è dinamismo vitale, che cura non solo lo spirito, ma fa stare bene anche il corpo. "Vivo perché prego». Il testo sintetizza la teologia, la vita e le scelte di padre Haring:

  1. Dio deve bastare a riempire la nostra esistenza, arricchita dal dono della Parola;
  2. La teologia deve essere cristocentrica e non centrata sul peccato;
  3. Lo Spirito Santo va ascoltato nel suo soffiare ora pacato e ora impetuoso nella Chiesa e in ogni essere umano;
  4. La vita ha un valore sacro dal concepimento alla morte naturale ed è compito della Chiesa salvaguardare in modo assoluto la dignità di ogni essere umano e di essere voce di chi non ha voce;
  5. La morale è "per la persona", (morality is for person) e deve essere immutabile nei principi, misericordiosa nelle applicazioni;
  6. Il Concilio Vaticano II va fatto vivere a cominciare dal principio fondamentale della collegialità;
  7. Occorre dialogare con tutte le culture e religioni, combattendo contro la dittatura del relativismo.

Elenco delle opere

  • Il Sacro e il bene: rapporti tra etica e religione, Morcelliana, Brescia 1968 [tedesco 1950]
  • La Legge di Cristo. Trattato di teologia morale, Morcelliana, Brescia 1954. 7. ed. 1972. È la prima summa morale di Haring
  • Sociologia della famiglia (1954)
  • Confessione e gioia, Edizioni Paoline, Roma 1958 [tedesco 1955]
  • Potenza e impotenza della religione, Edizioni Paoline, Roma 1958 [tedesco 1956]
  • Il cristiano e l'autorità (1956)
  • Testimonianza cristiana in un mondo nuovo. Nuovissima teologia morale per laici, Edizioni Paoline, Roma 1960 [tedesco 1958] Breve summa morale
  • Sociologia della famiglia a servizio della teologia e della pastorale, Edizioni Paoline, Roma 1962 [tedesco 1960]
  • Priorità della pastorale: la famiglia (1961)
  • Grazia e compito dei sacramenti. Meditazioni, Edizioni Paoline, Roma 1963 [tedesco 1962]
  • Il Vaticano II nel segno dell'unità (1963)
  • Conferenze di teologia morale (1963)
  • Parola di Dio e risposta dell'uomo (1964)
  • Il presbitero: maestro di moralità (1964)
  • Problemi attuali di teologia morale e pastorale (1964)
  • Il cristiano e il matrimonio (1964)
  • L'amore anima della teologia di oggi (1965)
  • Il matrimonio nelle prospettive del Concilio Vaticano II (1966)
  • Verso una teologia morale cristiana (1966)
  • Il Concilio comincia adesso (1966)
  • Padre Haring risponde. 50 problemi religiosi e morali risolti da un teologo del Concilio (1966)
  • La predicazione della morale dopo il Concilio (1966)
  • Annunciare la gioia (1967)
  • La dinamica del rinnovamento (1967)
  • La morale del discorso della montagna (1967)
  • Il Sacramento della Penitenza (1967)
  • La trasformazione dell'uomo. Uno studio sulla conversione e la comunità (1967)
  • Shalom: Pace. Il Sacramento della Riconciliazione (1967)
  • I religiosi del futuro (1968)
  • Il Vangelo nella vita cristiana (1968)
  • Crisi intorno alla 'Humanae vitae (1968)
  • Personalismo in teologia e in filosofia (1968)
  • Il cristiano e il mondo (1968)
  • Il matrimonio: problema scottante. Problemi e prospettive attuali nella Tradizione e nel Magistero (1968)
  • Dinamismo della Chiesa in un mondo nuovo. Riflessioni sulla Costituzione 'La Chiesa nel mondo contemporaneo (1968)
  • Teologia morale in cammino. Situazione e prospettive nuove (1969)
  • La masturbazione: riflessioni morali e pastorali (1970)
  • Teologia della protesta: la speranza tra profezia e contestazione (1970)
  • La vita cristiana nella luce dei sacramenti (1970)
  • La morale è per la persona. L'etica del personalismo cristiano (1971)
  • C'è ancora speranza (1971)
  • Etica cristiana in un'epoca di secolarizzazione (1972)
  • Etica medica (1972)
  • Invito alla preghiera (1972)
  • Rapporti sessuali prematrimoniali e morale (1972)
  • Prospettive e problemi ecumenici di teologia morale (1973)
  • La teologia morale studiata come solidarietà di salvezza in Cristo tra tutti gli uomini (1973)
  • Morale ed evangelizzazione del mondo di oggi. La morale dell'evangelizzazione e l'evangelizzazione della morale (1974)
  • Il peccato in un'epoca di secolarizzazione (1974)
  • Beatitudini. Testimonianza e impegno sociale (1975)
  • Medicina e manipolazione. Il problema morale della manipolazione medica, comportamentale e genetica (1975)
  • Preghiera. Integrazione tra fede e vita (1975)
  • Ho visto la bontà liberatrice. Memorie di un tempo difficile (1976)
  • Eucaristia: preghiera e vita (1977)
  • Un mese mariano. 31 brevi meditazioni bibliche (1977)
  • Liberi e fedeli in Cristo. Teologia morale per presbiteri e laici (1978-1981). È la seconda summa morale di Haring
  • Commento all'Enciclica di Giovanni Paolo II 'Redemptor hominis (1979)
  • Chiamati alla santità. Teologia morale per laici (1982)
  • Eucaristia e vita. Meditazione sulla celebrazione eucaristica (1983)
  • Il Sacro Cuore di Gesù e la salvezza del mondo (1983)
  • Nuove armi per la pace. Ciò che i cristiani oggi possono fare (1983)
  • Maturità cristiana. Santità nel mondo di oggi (1983)
  • Proclamare la salvezza e guarire i malati. Verso una visione più chiara di una sintesi fra evangelizzazione e diakonia sanante (1984)
  • Virtù temporanee ed eterne (1984)
  • Spiritualità e liberazione in America Latina (1986)
  • La forza terapeutica della non-violenza. Per una teologia pratica della pace (1986)
  • Il Vangelo che ci guarisce. Dialoghi sulla non-violenza (1988)
  • Pastorale dei divorziati: una strada senza uscita? (1989)
  • Fede, storia, morale (1989)
  • Una fede si racconta. Colloqui con padre Haring (1989)
  • Teologia morale verso il terzo millennio (1990)
  • La mia Chiesa d'Africa (1992)
  • Perché non fare diversamente? Perorazione per una nuova forma di rapporti nella Chiesa (1993)
  • Esperienze di fede nella malattia (1993)
  • Valentino Salvoldi intervista Bernhard Haring (1993)
  • È tutto in gioco. Svolta nella teologia morale e restaurazione (1994)
  • Prego perché vivo, vivo perché prego (1994)
  • Presbiteri di oggi presbiteri per domani. Quale presbitero per la Chiesa e per il mondo? (1995)
  • Tolleranza. Per un'etica di solidarietà e di pace (1995)
  • Il Padre nostro: lode, preghiera, programma di vita (1995)
  • Programma per una vita riuscita. Le virtù del cristiano maturo (1996)
  • La mia speranza per la Chiesa (1997)
  • Libero e fedele. La mia vita nella Chiesa Cattolica (1997)
  • Haring. Un'autobiografia a mo' di intervista (1997)
  • Il coraggio di una svolta nella Chiesa (1997)

Onorificenze

*Dottorato honoris causa delle Leggi. - nastrino per uniforme ordinaria
— Saint Joseph's College, Indiana, Stati Uniti d'America.— 1962
*Dottorato Honoris causa delle Leggi. - nastrino per uniforme ordinaria
  • Dottorato Honoris causa delle Leggi.
— Università di Notre Dame, Indiana, Stati Uniti d'America.— 1966
*Dottorato Honoris causa delle Leggi. - nastrino per uniforme ordinaria
  • Dottorato Honoris causa delle Leggi.
— Saint Francis College, Biddeford, ME, Stati Uniti d'America— 1966
*Dottorato Honoris causa di lettere umane. - nastrino per uniforme ordinaria
  • Dottorato Honoris causa di lettere umane.
— Wagner College, Staten Island, New York, Stati Uniti d'America— 1967
*Dottorato Honoris causa di lettere umane. - nastrino per uniforme ordinaria
  • Dottorato Honoris causa di lettere umane.
— La Salle College, Filadelfia, Stati Uniti d'America.— 1967
*Dottorato Honoris causa di lettere umane. - nastrino per uniforme ordinaria
  • Dottorato Honoris causa di lettere umane.
— Elms College, Chicopee, Massachusetts, Stati Uniti d'America.— 1980
Cavaliere dell'Ordine al Merito dello Stato di Baden-Wuerttemberg - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine al Merito dello Stato di Baden-Wuerttemberg
— 2 maggio 1981
Gran Croce al Merito dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca - nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce al Merito dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca
— 1983
Ordine al merito bavarese - nastrino per uniforme ordinaria Ordine al merito bavarese
— 1997

Riconoscimenti e premi

  • 1971 Premio Nazionale del Libro Cattolico della Catholic Press Association, Stati Uniti d'America e Canada;
  • Premio Wlodzimierz Pietrzak 1973, Polonia;
  • 1975 Cittadino onorario della città di Baltimora, MD, Stati Uniti d'America;
  • 1975 Certificato di apprezzamento del Cosmos Club, Washington, D.C. Stati Uniti d'America;
  • 1989 Cittadino onorario del suo comune natale, Böttingen;
Note
  1. 1,0 1,1 Böttingen è un comune tedesco situato nel Land del Baden-Württemberg, Diocesi di Rottenburg-Stoccarda. Negli ultimi decenni si è sviluppato da villaggio agricolo a comunità industriale
  2. Gars am Inn è un comune tedesco situato nel land della Baviera, Arcidiocesi di Monaco e Frisinga.
  3. Di cui Heinrich, il primogenito (n. 29 marzo 189717 ottobre 1917) ucciso in guerra aveva il grado di Maggiore; Maria Konstantina, (n. 17 luglio 18982 settembre 1898); Wenzel, (n. 21 settembre 18991988); Maria Ursula (n. 26 luglio 1901novembre 1992); Kostantine (n. 20 ottobre 190224 dicembre 1953) dell'Ordine francescano col nome di suor Bermonda; Walburga (n. 5 marzo 1904febbraio 1995 religiosa col nome di suor Agape; Martin, (n. 2 marzo 1906ottobre 1992); Lorenza (n. 11 agosto 190724 settembre 1907); Agata (n. 29 novembre 1908 † ...) religiosa col nome di suor Hilariona; Elisabeth (n. 28 luglio 1910 † ...) religiosa col nome di suor Lucidia; poi Bernhard e come ultimogenita, Rosa (n. 14 ottobre 1915maggio 1994) religiosa col nome di suor Rosa è stata superiora generale del suo Istituto.
  4. Johannes Nepomuk Haring era una persona umile, determinato nelle scelte, rigido, coerente ai principi della fede cattolica; Franziska Flad era una persona amabile, semplice, molto religiosa, comprensiva e tollerante.
  5. Molti dei quali hanno ricoperto posti di responsabilità nelle proprie congregazioni: madre superiora, madre generale, suora medico.
  6. Valentino Salvoldi, già docente di filosofia e teologia morale all'Accademia Alfonsiana di Roma e in varie facoltà teologiche dell'Africa, America Latina e Asia, è incaricato dalla Santa Sede (Congregazione di Propaganda Fide) per la formazione del clero delle giovani Chiese. Ha creato attorno a sé un vasto movimento di solidarietà con i popoli del sud del mondo. Ha fondato Shalom, un'organizzazione non lucrativa avente come finalità la crescita morale e culturale dei giovani in Italia e nei paesi impoveriti. Dal 1998 il suo nome compare nell'annuario Distinguished leadership che lo segnala per i suoi eminenti contribuiti come scrittore e come promotore di giustizia e di pace (American Biographical Institute). I suoi numerosi libri, una decina pubblicati assieme a padre Haring, tradotti in molte lingue, nascono dalla vita e tornano tra la gente per dare speranza. « È stato mio maestro di vita. Ha difeso la mia tesi. E ha lasciato l'Alfonsiana quando era sicuro che io avrei preso la sua cattedra. Per prepararmi al compito di essere il suo successore, mi ha mandato in diversi seminari dell'Africa e dell'Asia, affinché potessi rinnovare la morale che egli giudicava etnocentristica (romanocentristica) per darle un respiro universale. Mi ha consigliato di divulgare il metodo della teologia narrativa. Da lui ho imparato che quanto bella è la preghiera del Padre nostro, tanto è pericolosa: le parole da noi pronunciate si rivoltano contro di noi se ad esse non corrisponde una vita coerente. Bisogna sempre chiedere perdono al Signore, prima di rivolgersi a Lui. Häring pregava un solo Padre nostro al giorno: presto al mattino spendeva tre ore ripetendo la prima parola del Pater”: Abba».
  7. Ricordi di Padre Valentino Salvoldi: con questo presupposto, le confessioni di P. Häring, specialmente negli ultimi anni, sono impostate a ribaltare l'accusa al penitente in una lode. Egli si sforza di far accettare la vita così come è ("la vita è bella" anche nella Germania nazista!) valorizzata nelle sue parti più significative, amata anche nelle sue ombre. Ribattezza il limite perché sia vissuto come una grandezza. E di fronte a chi veramente sbaglia? Al posto del rimprovero c'era un incoraggiamento: « So che in te c’è tanta buona volontà di bene!» Non dice: "Tu devi", ma: "Tu puoi!" Un giorno, in Roma, incontra un prete con la veste perfetta e il collarino doppio alla romana, la faccia tesa: negativamente colpito da quel rigidismo, Häring accosta quel suo collega per fargli capire che quella veste era una contro-testimonianza, a causa di quel viso così impenetrabile, incapace di sorridere: « Quando riuscirai ad avere una faccia normale, anche la veste, forse, dirà qualcosa a chi ti vede».
  8. Max Scheler (Monaco di Baviera, 22 agosto 1874 – Francoforte sul Meno, 19 maggio 1928) è stato un filosofo tedesco. Fu, assieme a Husserl, uno dei maggiori esponenti della fenomenologia tedesca. Edmund Gustav Albrecht Husserl, (Proßnitz, 8 aprile 1859 – Friburgo in Brisgovia, 27 aprile 1938) è stato un filosofo e matematico austriaco naturalizzato tedesco, fondatore della fenomenologia e membro della Scuola di Brentano.
  9. Leonard Buijs (Sommelsdijk, diocesi di Haarlem, Paaesi Bassi 8 dicembre 1896 - 27 giugno 1953) Professione religiosa 29 settembre 1916, ordinato l'11 gennaio 1922, dottore in teologia e professore di teologia morale allo studentato di Wittem. Superiore Generale dal 1947 al 1953
  10. Thomas Merton (Prades, 31 gennaio 1915 – Bangkok, 10 dicembre 1968) è stato uno scrittore e monaco cristiano statunitense dell'ordine dei Trappisti, autore di oltre sessanta tra saggi e opere in poesia e in prosa dedicati soprattutto ai temi dell'ecumenismo, del dialogo interreligioso, della pace
  11. Festschrift indica un volume di scritti preparato per celebrare o ricordare uno studioso, un accademico o un professore universitario ancora viventi, oppure pubblicato in occasione di un anniversario. È un termine tedesco di genere femminile, derivato da Fest, "festeggiamenti/celebrazione", e Schrift, "scritto", traducibile in lingua italiana con l'espressione "pubblicazione celebrativa". In italiano le Festschriften sono spesso intitolate Scritti in onore di..., o Studi in onore di..., Studi offerti a..., Studi offerti in onore di...
  12. Ricorda Padre Salvoldi: Passeggiamo un giorno sulle colline che scendono verso l’Inn, nella Baviera, dove Häring trascorre gli ultimi dieci anni della sua vita nel convento dei Redentoristi di Gars am Inn. Parla, preoccupato, delle tante guerre che si stanno combattendo in settanta paesi e insiste sulla necessità che la teologia morale faccia della nonviolenza il tema principale, per "salvare il seme dell’uomo sulla terra". Tutto ad un tratto padre Bernard si illumina in viso, affretta il passo verso una madre che porta il suo bambino in carrozzella. Alza le braccia al cielo e regala a quella madre un bellissimo sorriso. Chiedo se conosca quella signora: « No. Ma, hai visto come era triste prima? Io le ho dato un anticipo di fiducia per farle riacquistare un po' di gioia grazie al mio sorriso».
  13. Poco prima della morte, Valentino Salvoldi chiese a Padre Häring chi sarebbe stato eletto papa. Non esitò a rispondere: « I cardinali sono preoccupati di custodire e di trasmettere il “depositum fidei” e di dilatare gli orizzonti dell’evangelizzazione. Sono dunque conservatori. Amano la Chiesa e senz’altro proporranno come papa Martini. Se questi non accetterà ci sarà Ratzinger». Padre Salvoldi gli feci notare che entrambi erano già anziani... Ribdì sorridendo: « Anche papa Giovanni. Anche papa Giovanni...». Dopo una lunga pausa continuò: « Il primo Ratzinger era un bravo teologo. Il secondo Ratzinger ha un compito difficile, come guardiano dell'ortodossia e si comporta bene: quando Giovanni Paolo II gli comunica un'idea che potrebbe creare scalpore nella Chiesa e nell'opinione pubblica, il cardinale la fa propria, sente le reazioni della comunità e le comunica al Papa, facendogli così evitare impatti poco gradevoli con il pubblico! Vedrete in seguito quale sarà il terzo Ratzinger»”. Nonostante la segretezza del Conclave, è andata proprio come Haring aveva previsto e il terzo Ratzinger è diventato Benedetto XVI, teologo e pastore, un papà che parla e scrive come il discepolo che Gesù amava: "Dio è amore". Teologo e scrittore che ha maturato il suo pensiero anche grazie alla relazione, reciprocamente critica, con Häring, sia durante il periodo degli studi in Germania, sia durante il Concilio Vaticano II. Anche negli anni successivi continuò il dialogo tra Benedetto XVI e Häring .
  14. Häring. Un'autobiografia a mo' di intervista, Figlie di San Paolo, Milano, 1997, p. 27.
  15. Ricorda padre Salvoldi: "E non è che ciò avvenga senza un grande sforzo, anche perché la base del suo carattere è impulsivo, esigente, intollerante delle mezze misure. Un giorno, in Vaticano, c’è una discussione tra teologi sui contraccettivi. Häring cerca di spiegare il pensiero di Paolo VI che è molto meno rigido di quanto alcuni moralisti vogliono far intendere. Il dibattito è acceso. A un certo punto Häring alza la voce. Un confratello gli fa notare: « Con tutto il pregare che fai, anche tu perdi la pazienza». Al che Bernhard risponde: “« E pensa che cosa farei se non pregassi!»".
  16. Ibidem, “Un'autobiografia”, p. 49.
  17. Cfr. Optatam Totius (OT), Decreto sulla formazione sacerdotale, Concilio Ecumenico Vaticano II (1965), n. 16.
  18. La satyāgraha («resistenza passiva» e più letteralmente «insistenza per la verità») è una teoria etica e politica elaborata e praticata da Gandhi nei primi anni del Novecento, e in seguito adottata da altri politici e attivisti, come Martin Luther King, Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi. È una teoria alla base della prassi della disobbedienza civile che consiste essenzialmente in una lotta nonviolenta, secondo il principio di origine indiana e buddista dell'ahiṃsā. In Italia lo stesso concetto è identificato con il nome di Nonviolenza e resistenza nonviolenta (Nonuccidere) e ha visto le sue radici ad opera di Aldo Capitini, Danilo Dolci e poi quella di Marco Pannella e del Movimento nonviolento.
  19. Intervista al teologo Stefano Quaranta rilasciata a padre Valentino Salvoldi e a noi offerta per la pubblicazione su Cathopedia.
Bibliografia
  • Bernarhd Häring, Padre Haring risponde - Cinquanta problemi religiosi e morali risolti da un Teologo del Concilio, Edizioni Paoline, Cinesello Balsamo (Mi), 1966
  • Pedagogia della confessione. - Problemi e soluzioni, Bernhard Häring, Lilly Zarncke, Georg Hansemann (a cura di), Gregoriana Libreria Editrice, 1968
  • I dieci comandamenti, Anton Vögtle, Dorothee Sölle, Bernhard Häring (a cura di), Queriniana, Brescia, 1970
  • Bernarhd Häring, Etica cristiana in un’epoca di secolarizzazione, Edizioni Paoline, Roma, 1972
  • Bernarhd Häring, Shalom. Pace, Edizioni Paoline, Cinesello Balsamo (Mi), 1972
  • Bernarhd Häring, Il peccato in un'epoca di secolarizzazione, Edizioni Paoline, Cinesello Balsamo (Mi), 1975
  • Bernarhd Häring, Ho visto la bontà liberatrice, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (MI), 1977
  • Bernarhd Häring, Il Sacro Cuore e la salvezza del mondo, San Paolo Edizioni, Roma, 1983
  • Bernahrad Häring, Chiamati alla santità. Teologia per laici, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi), 1986
  • Bernarhd Häring, The Healing Power of Peace and Nonviolence, Editore Paulit Pr, 1987
  • Bernarhd Häring, La forza terapeutica della non-violenza, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi), 1987
  • Bernarhd Häring, Valentino Savoldi, Il Vangelo che ci guarisce. Dialoghi sulla nonviolenza, Edizioni Messaggero, Padova, 1988
  • Bernarhd Häring, Meine Erfahrung mit der Kirche, Herder, Freiburg, 1989
  • Bernhard Häaring, Fede, Storia, Morale. Intervista di Gianni Licheri, Borla, Roma, 1989
  • Bernarhd Häring, Liberi e fedeli in Cristo. - Teologia morale per preti e laici, San Paolo Edizioni, Roma, 1989 (3 vol.)
  • Bernarhd Häring, Pastorale dei divorziati. - Una strada senza uscita?, EDB, Bologna, 1990
  • Bernarhd Häring, Perché non fare diversamente? - Perorazione per una nuova forma di rapporti nella Chiesa, Queriniana, Brescia, 1993
  • Bernarhd Häring, È tutto in gioco. - Svolta nella teologia morale e restaurazione, Queriniana, Brescia, 1994
  • Bernarhd Häring, Preti di oggi preti per domani. - Quale prete per la Ciesa e per il mondo?, Queriniana, Brescia, 1995
  • Brian Johnstone, The development of B. Häring's Thought on peace, 1954–1990, in Studia Moralia, vol. 33, 1995, pp. 289-309
  • Bernarhd Häring, Perché non fare diversamente? - Perorazione per una nuova forma di rapporti nella Chiesa, IV edizione), Queriniana, Brescia, 1995
  • Bernarhd Häring, Tolleranza. - Per un'etica di solidarietà e di pace, Paoline Editoriale Libri, Cinisello Balsamo (Mi), 1995
  • Bernarhd Häring, Il padre nostro. - Lode, preghiera, programma di vita, Queriniana, Brescia, 1995
  • Bernarhd Häring, Programma per una vita riuscita. - Le virtù del cristiano maturo, Queriniana, Brescia, 1996
  • Bernarhd Häring, Geborgen und frei. Mein Leben, Herder, Freiburg, 1997
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 4 marzo 2024 da Suor Maria Trigila, laureata in lettere, in comunicazione sociale e diplomata in scienze religiose.

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