Chiesa di Santa Maria della Pace (Roma)

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Chiesa di Santa Maria della Pace
Chiesa di Santa Maria della Pace P Popolo.jpg
Roma, Chiesa di Santa Maria della Pace
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Religione Cattolica
Indirizzo Via Arco della Pace, 5
00186 Roma (RM)
Telefono +39 06 68804038
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione rettoria
Dedicazione Maria Vergine
Fondatore papa Sisto IV, cardinale Oliviero Carafa
Data fondazione 1482 ca.
Architetti Baccio Pontelli
Donato Bramante (chiostro e convento)
Antonio da Sangallo il Giovane (cupola)
Pietro da Cortona (restauro del XVII secolo e facciata)
Stile architettonico Rinascimentale, barocco
Inizio della costruzione 1482 ca.
Completamento XVII secolo
Strutture preesistenti Chiesa di Sant'Andrea de Acquarizariis
Marcatura stemma di papa Alessandro VII
Coordinate geografiche
41°53′60″N 12°28′17″E / 41.89990, 12.47144 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Chiesa di S. Maria della Pace
Chiesa di S. Maria della Pace
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

La Chiesa di Santa Maria della Pace è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Ponte.

Storia

Dalle origini al Cinquecento

La chiesa s'innalza nel luogo in cui sorgeva in l'antica Sant'Andrea de Acquarizariis,[1] documentata sin dal 1186.

Secondo la tradizione, nel 1480 un'immagine della Madonna (oggi collocata sull'altare maggiore), colpita da un sasso lanciato da un soldato eretico, trasudò sangue. In alcune fonti si fa risalire a questo miracolo la decisione di Sisto IV (1471 - 1484) di erigere la chiesa, mentre per altre, l'edificio fu costruito tra 1480 e il 1482, come ex voto in ricordo della pace impetrata dopo la crisi provocata dalla congiura dei Pazzi a Firenze (26 aprile 1478), che aveva visto compromesso anche lo stesso pontefice e che per questo le aveva imposto il nome di S. Maria della Pace. Per altri documenti ancora, la chiesa venne così chiamata per commemorare la conclusa Pace di Bagnolo (7 agosto 1484), l'atto che poneva fine alla guerra di Ferrara (14821484) che aveva coinvolto lo Stato Pontificio, la Repubblica di Venezia ed il Regno di Napoli.

Il committente e finanziatore dell'opera fu il cardinale Oliviero Carafa (14301511), arcivescovo di Napoli, come risulta dalle numerose iscrizioni poste sulla costruzione, mentre il progetto fu affidato probabilmente all'architetto Baccio Pontelli (1450 ca. – 1494 ca.).

Nei primi anni del XVI secolo Donato Bramante (14441514) realizzò il chiostro e il convento annessi che furono affidati ai Canonici Regolari Lateranensi.

Dal Seicento ad oggi

Nel 1611-1614 furono ristrutturati l'altare maggiore e la tribuna.

Papa Alessandro VII (15991667), molto devoto alla Madonna della Pace, fece restaurare tra il 1656 e il 1667 l'edificio da Pietro da Cortona (15961669), il quale vi aggiunse la splendida facciata convessa.

Alla fine del XVIII secolo i canonici regolari dovettero abbandonare il complesso in seguito all'occupazione francese della città e dopo la restaurazione nel 1815 furono sostituiti dai frati domenicani, che comunque lasciarono il convento nel 1823.

La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di San Salvatore in Lauro.

Titolo cardinalizio

La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santa Maria della Pace, istituito da papa Sisto V il 13 aprile 1587: l'attuale titolare è il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa.

Descrizione

Chiesa di Santa Maria della Pace, pianta
Legenda: 1 - Pronao semicircolare; 2 - Cappella delle SS. Brigida e Caterina d'Alessandria; 3 - Cappella Mignanelli; 4 - Cappella Chigi; 5 - Cappella di S. Anna; 6 - Cappella della Natività; 7 - Cappella del SS. Crocifisso; 8 - Cappella di S. Giovanni Evangelista; 9 - Cappella di S. Giovanni Battista; 10 - Altare maggiore; 11 - Chiostro

Esterno

La chiesa presenta una facciata convessa, suddivisa in due ordini ed è preceduta da un pronao semicircolare (1) con colonne tuscaniche binate, al di sopra del quale corre l'iscrizione dedicatoria che così recita:

(LA) (IT)
« SUSPICIANT MONTES PACEM POPULO ET COLLES IUSTITIAM » « Apportino i monti la pace per il popolo e i colli la giustizia.[2] »

L'ordine superiore, anche questo leggermente convesso e scandito da lesene corinzie e specchiature, è aperto da un finestrone e da un doppio timpano.

Ai lati della chiesa si dipartono due alti pilastri con colonne e raccordati alla chiesa tramite passaggi a piattabanda e due corpi di fabbrica concavi: questi sono decorati con Putti che reggono due medaglioni con ritratti raffiguranti:

L'edificio si spinge in avanti riempiendo quasi completamente lo spazio del piccolo sagrato che la precede; molte abitazioni furono demolite da Pietro da Cortona per creare questo spazio trapezoidale asimmetrico, che, col suo aspetto unitario intensamente plasmato, si pone tra le più importanti realizzazioni del barocco romano.

Interno

L'interno è costituito da due parti: la prima, una breve navata a due campate con volte a crociera, e la seconda, da una tribuna ottagonale sormontata da una cupola.

Navata

La prima parte presenta una navata a due campate, con volte a crociera, e due cappelle per lato, che conserva intatta la struttura quattrocentesca.

Lato sinistro

Lungo la parete sinistra della navata si aprono due splendide cappelle:

Lato destro
Raffaello Sanzio, Timoteo Viti, Profeti e angeli con targhe iscritte, Sibille, putti e angeli reggitarga (1513 - 1515), affreschi

Lungo la parete destra della navata si aprono due splendide cappelle:

Tribuna

La seconda parte della chiesa è costituita da una tribuna ottagonale, coperta da una cupola, innalzata nel 1524 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, decorata con stucchi di Pietro da Cortona e nel tamburo da dipinti raffiguranti:

Lato sinistro

Lungo il lato sinistro della tribuna si aprono due pregevoli cappelle:

Presbiterio
Chiesa di Santa Maria della Pace (interno), tribuna

Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, si possono ammirare:

Lato destro

Lungo il lato destro della tribuna si aprono due pregevoli cappelle:

Chiostro

Il Chiostro (11), al quale si accede dal lato sinistro della tribuna o da via dell'Arco della Pace, è la prima opera di Donato Bramante a Roma, edificato tra il 1500 e 1504, per volontà del cardinale Oliviero Carafa: la struttura, perfettamente quadrata, è circondata da un portico con archi a tutto sesto sostenuti da pilastri dorici su cui sono addossate lesene ioniche su alti plinti sorreggenti una trabeazione continua, con una lunga iscrizione nel fregio, che suddivide i due ordini, nella quale si legge:

(LA) (IT)
« "DEO OPT MAX ET DIVE MARIE VIRGINI GLORIOSE DEIPARE CANONICIS QZ REGULARIBUS CONGREGATIONIS LATERANENSIS OLIVERIUS CARRAPHA EPS HOSTIENSIS CARD NEAPOLITAN PIE AFUNDAMENTIS EREXIT ANNO SALVATIS CRISTIANE MDIIII » « Oliviero Carafa vescovo di Ostia e cardinale di Napoli eresse dalle fondamenta a Dio ottimo massimo e alla divina Maria Vergine gloriosa madre di Dio per i Canonici Regolari della Congregazione Lateranense nell'anno della salvezza cristiana 1504.</ref> »

Al piano superiore vi è un loggiato a pilastri compositi con lesene a fascio alternati a colonne corinzie di ritmo doppio, e cornicione terminale a mensole.

Note
  1. Il nome fa riferimento agli acquarizariis, ossia ai numerosi acquaioli (portatori d'acqua), presenti nella zona, dalla cui attività dipendeva la città dopo la distruzione degli acquedotti antichi, i quali, attingendo l'acqua direttamente dal Tevere la depuravano dalla sabbia che vi era mescolata.
  2. L'iscrizione fa riferimento alle sei cime dello stemma di papa Alessandro VII, situato sotto il portico stesso.
  3. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 03.02.2020
  4. Ibidem . URL consultato il 03.02.2020
  5. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  6. Ibidem . URL consultato il 03.02.2020
  7. Ibidem . URL consultato il 03.02.2020
  8. La Sibilla Libica ha il volto di Margherita Luti detta la Fornarina (15001522) che fu l'amante di Raffaello Sanzio, di cui parla il Vasari a proposito del ritratto della Velata, e che fu probabilmente la modella di alcuni altri dipinti dell'artista urbinate.
  9. Ibidem . URL consultato il 03.02.2020
  10. Ibidem . URL consultato il 03.02.2020
  11. Ibidem . URL consultato il 03.02.2020
  12. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 03.02.2020
  13. Ibidem . URL consultato il 03.02.2020
  14. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  15. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  16. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  17. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  18. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  19. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  20. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  21. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  22. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
  23. Ibidem . URL consultato il 04.02.2020
Bibliografia
  • Scuola Media "Giovanni Fattori" (a cura di), Santa Maria della Pace, col. "La Scuola adotta un monumento", F.lli Palombi, Roma, 1998
  • Istituto di Studi Romani (a cura di), Santa Maria della Pace, col. "Le chiese di Roma: cenni religiosi, storici, artistici", Tip. Centenari, Roma, 1959
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese conventi chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, pp. 142-143
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, pp. 211-212, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, pp. 381-383, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 20 aprile 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

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