Monumenti a Gesù Cristo redentore per il Giubileo del 1900
I Monumenti a Gesù Cristo redentore per il Giubileo del 1900 sono venti monumenti (sculture, cappelle e croci) edificati all'inizio del XX secolo, su proposta di papa Leone XIII, in altrettante vette di monti italiani, per celebrare i diciannove secoli di cristianità e come simbolo della consacrazione dell'Italia a Cristo.
Storia
Alla fine del XIX secolo, papa Leone XIII suggerì la costruzione di diciannove monumenti per un grande omaggio a Dio, [1] da edificarsi su altrettanti monti nelle varie regioni italiane.
II 5 settembre 1896, nell'ultima seduta generale del XIV Congresso cattolico italiano riunito a Fiesole, venne approvata con entusiasmo l'idea di un grande voto a Gesù Cristo redentore, consacrandogli 19 monti - così quanti erano i secoli trascorsi della Redenzione - con altrettanti monumenti, sparsi su tutto il territorio nazionale.
Il progetto fu inserito fra le iniziative del Comitato Internazionale Romano per l'omaggio solenne a Gesù Redentore, presieduta dal conte Giovanni Acquaderni (1839 - 1922). Per l'esecuzione si formava in seno al Comitato, il 12 giugno 1899, una speciale commissione attuativa guidata da Filippo Tolli, che aveva localmente delle commissioni corrispondenti, la quale, oltre a portare a venti il numero dei monumenti, individuò le vette che fossero ben visibili e di facile accesso nelle diverse regioni italiane dove questi dovevano sorgere, dando il via alla costruzione dei primi due (uno in Piemonte e l'altro in Sicilia) che furono inaugurati nel 1900.
Come già detto, al progetto iniziale si aggiunse una ventesima vetta con l'inserimento del Monte Capreo, nei pressi di Carpineto Romano, città natale di papa Leone XIII, per consacrare una cima anche al nuovo secolo che stava iniziando. I monumenti, però, dedicati a Gesù Cristo redentore per il Giubileo del 1900 alla fine furono di più, perché per qualche monte escluso dall'elenco ufficiale si pensò di raccogliere ugualmente l'appello del Papa e di provvedere «in proprio».
Il Papa volle che su ogni monumento fosse incisa la seguente frase dedicatoria:
(LA) | (IT) | ||||
« | JESU CHRISTO DEO RESTITUTAE PER IPSUM SALUTIS / ANNO MCM / LEO P.P.XIII » | « | A Gesù Cristo Dio che attraverso Se stesso ci ha restituito la salvezza / Anno 1900 / Papa Leone XIII » |
Inoltre, lo stesso Pontefice volle che fossero realizzati venti mattoni utilizzando la pietra dei luoghi prescelti, per essere murati nella Porta Santa della Basilica di San Pietro[2], insieme ad una pergamena commemorativa del Giubileo del 1900.
Elenco ufficiale dei monumenti
I venti monti, indicati nell'elenco ufficiale redatto dal Comitato Internazionale Romano per l'omaggio solenne a Gesù Redentore, sono i seguenti:[3]
Elenco dei monumenti dedicati a Cristo redentore | ||||||||
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Nr. | Regione[4] | Località | Monte | Altitudine m slm |
Localizzazione | Data di inaugurazione | Monumento | Immagine[5] |
I | Piemonte meridionale | Saluzzo (Cn) | Monviso | 3.842 | 1900 | Croce e due rilievi con Gesù Cristo redentore e Immacolata concezione | ||
II | Piemonte settentrionale | Settimo Vittone (To) | Colma di Mombarone | 2.371 | 23 settembre 1900 | Cappella sormontata dalla statua di Gesù Cristo redentore | ||
III | Lombardia | Zone (Bs) | Monte Guglielmo | 1.908 | 24 agosto 1902 | Cappella di Gesù Cristo redentore | ||
IV | Triveneto | Udine | Matajur | 1.641 | 10 settembre 1901 | Chiesetta del Cristo Redentore | ||
V | Liguria | Triora (Im) | Monte Saccarello | 2.164 | 15 settembre 1901 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su un'alta base | ||
VI | Emilia Romagna | Sestola (Mo) | Monte Cimone | 2.165 | 1908 | Chiesetta della Madonna della Neve | ||
VII | Toscana settentrionale | Lizzano in Belvedere (Bo) | Corno alle Scale | 1.939 | Croce monumentale | |||
VIII | Toscana meridionale | Abbadia San Salvatore (Si) | Monte Amiata | 1.738 | 18 settembre 1910 | Croce monumentale | ||
IX | Umbria e Marche meridionale | Norcia (Pg) | Monte Vettore | 2.477 | Monumento non realizzato | |||
X | Abruzzo settentrionale | L'Aquila | Gran Sasso | 2.900 | Monumento non realizzato | |||
XI | Abruzzo meridionale | Sulmona (Aq) | Majella | 2.795 | Monumento non realizzato | |||
XII | Umbria e Marche settentrionale | Fossombrone (Pu) | Monte Catria | 2.223 | 22 agosto 1901 | Croce monumentale | ||
XIII | Lazio settentrionale | Viterbo | Monte Cimino | 1.053 | Monumento non realizzato | |||
XIV | Lazio meridionale | Capranica Prenestina (Rm) | Monte Guadagnolo | 1.218 | 13 settembre 1903 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su un'alta base-cappella | ||
XV | Campania e Lucania | Formia (Lt) | Monte Altino | 1.252 | 29 luglio 1901 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su un'alta base-cappella | ||
XVI | Puglia | Martina Franca (Ta) | Loc. Belvedere o Orimini | 494 | 11 luglio 1904 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su un alto basamento | ||
XVII | Calabria | Reggio | Montalto di Aspromonte | 1.956 | 23 settembre 1901 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su piedistallo | ||
XVIII | Sicilia | Caltanissetta | Monte San Giuliano | 727 | 26 settembre 1900 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su un'alta base-cappella | ||
XIX | Sardegna | Nuoro | Monte Ortobene | 955 | 29 maggio 1901 | Statua di Gesù Cristo redentore | ||
XX | Lazio | Carpineto Romano (Rm) | Monte Capreo | 1.468 | 29 agosto 1901 | Croce monumentale su basamento |
Mappa di localizzazione dei Monumenti al Redentore [6] |
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Monumenti in dettaglio
I - Piemonte meridionale, Monviso
Nel Piemonte meridionale fu scelto il Monviso (3.842 m), dove sulla vetta fu elevata nel 1900 una monumentale croce metallica, alta 2,90 metri, che presenta alla base due rilievi, in bronzo, opere di Callisto Gastaldi, su cui sono scolpite le immagini di Gesù Cristo redentore e dell'Immacolata concezione.
La croce, attualmente visibile, costruita dalla ditta Luigi Tribaudino & figli, venne innalzata il 30 agosto 1925, in sostituzione della precedente, dai giovani dell'Azione Cattolica della Parrocchia di San Giovanni Battista in Racconigi, per celebrare il Giubileo del 1925 e i 25 anni di regno di Vittorio Emanuele III ed Elena.
Restaurata nel 2000, il 30 agosto dello stesso anno è stata rimessa in opera dal CAI (Club Alpino Italiano), in collaborazione con la Parrocchia di Racconigi.[7]
II - Piemonte settentrionale, Mombarone
Nel Piemonte settentrionale fu scelta, per la sua posizione dominante sulla pianura, la Colma del Mombarone (2.371 m). Il monumento, ideato dall'ingegnere Bianco, presenta una statua alta 19 metri con alla base una cappella, in pietra. I lavori di costruzione, finanziati con i fondi raccolti tra i fedeli piemontesi, iniziarono il 5 agosto 1900. Questo fu il primo dei monumenti giubilari ad essere realizzato, infatti, fu inaugurato il 23 settembre 1900.
Nel 1948 un fulmine distrusse la statua originale, che fu poi ricostruita nel 1991 con finanziamenti di vari enti del biellese, ed inaugurata il 13 ottobre dello stesso anno.[8]
III - Lombardia, Monte Guglielmo
In Lombardia fu scelta la cima del Monte Guglielmo (1.908 m) e venne incaricato di promuovere l'iniziativa l'avvocato Giorgio Montini (1860 - 1943), padre del futuro papa Paolo VI. Il progetto dell'opera fu affidato all'architetto Carlo Melchiotti che realizzò una cappella, in forme neogotiche, alta 20 metri di 25 metri quadrati di base con una grande croce apicale di ferro. La costruzione del monumento fu finanziata dalle donazioni delle parrocchie della Diocesi di Brescia.
La cappella, dedicata a Gesù Cristo redentore, fu inaugurata il 24 agosto 1902 dal vescovo Giacomo Maria Corna Pellegrini.
Nei decenni successivi, purtroppo, il monumento venne fatto più volte oggetto di atti vandalici (le porte sfondate, bruciate le panche, la croce apicale divelta e la pala d'altare deturpata da scritte e firme) e l'incuria continuata nel tempo lo ridussero ad un rudere. Nel 1963, su sollecitazione di papa Paolo VI, l'edificio fu completamente ricostruito sulle fondamenta del precedente secondo le forme originali. La nuova cappella fu consacrata dal vescovo Luigi Morstabilini nel settembre del 1966.
Nel 1998, accanto all'edificio, fu eretta una grande statua bronzea, raffigurante il Beato Paolo VI, opera dello scultore Gianluigi Sandrini.
Nel 2002, in occasione del centenario dell'erezione del monumento, il cardinale Giovanni Battista Re benedisse il mosaico raffigurante Gesù Cristo risorto, realizzato su disegno di Giancarlo Gottardi, e nel 2006 mons. Francesco Beschi, vescovo ausiliare di Brescia, inaugurò il nuovo portale bronzeo che ritrae San Giovanni Paolo II benedicente, realizzato da Gianluigi Sandrini.
Nella terza settimana di luglio, di ogni anno, sulla vetta bresciana, si compie, ancora oggi, il pellegrinaggio per rendere omaggio alla Madonna dell'Accoglienza ed al beato Paolo VI.[9]
IV - Triveneto, Matajur
Per il Triveneto fu scelta la cima del monte Matajur (1.641 m), dove venne costruita, in pietra calcarea, una cappella, affiancata da una costruzione piramidale (alta 20 metri), su progetto dell'ingegnere Nobile Paciani. Il monumento giubilare fu inaugurato il 10 settembre 1901
L'edificio piramidale, chiamato dalla popolazione locale anche Kalona (perché a forma di colonna), ebbe vita breve, poiché nel 1915 fu semidistrutto da un fulmine e nel 1917 completamente atterrato durante la battaglia di Caporetto (24 ottobre - 12 novembre).
Nel 1957, sulle fondamenta della cappella precedente, venne eretta l'attuale Chiesetta di Cristo redentore.[10]
V - Liguria, Monte Saccarello
In Liguria, la commissione locale presieduta dall'arcivescovo di Genova mons. Tommaso Reggio (1818 - 1901), scelse il Monte Saccarello, dove sulla sommità dell'anticima orientale, a quota 2.164 m s.l.m., venne innalzata un'imponente statua raffigurante Gesù Cristo redentore, in ghisa dorata (alta 5,60 metri del peso di 40 quintali), realizzata dalla fonderia Biais-Noirrot di Parigi e collocata su un alto piedistallo (8,40 metri).
L'opera venne trasportata sul monte, dapprima in treno, poi con carri trainati da buoi, ed infine a forza di braccia. L'inaugurazione avvenne il 15 settembre 1901 alla presenza di due vescovi, mons. Ambrogio Daffra di Ventimiglia e mons. Giuseppe Scatti di Savona, ma, poiché i lavori non erano stati completati - mancava la base - la cerimonia venne ripetuta l'8 settembre dell'anno successivo, davanti a circa seimila persone.
Nel 1917, un fulmine cadde con violenza sul monumento, danneggiando gravemente il piedistallo, ma lasciando completamente intatta la statua. I lavori di restauro, diretti dall'ingegnere Antonio Capponi, furono finanziati dalla Parrocchia di Triora attraverso una sottoscrizione popolare in tutta la Diocesi.
Nel 1926, nelle immediate vicinanze del monumento, fu costruita una cappella-rifugio, progettata dall'ingegnere Antonio Capponi di Triora, che venne inaugurata il 7 agosto 1927.
Ancora oggi, la prima domenica di agosto, si svolge un raduno annuale che attira molti fedeli, sia dalla Liguria, sia dal Piemonte e dalla Francia.[11]
VI - Emilia Romagna, Monte Cimone
Per l'Emilia Romagna venne scelta la vetta del Monte Cimone (2.165 m), dove fu edificata, nei pressi dell'Osservatorio meteorologico (presente sulla cima dal 1881) una piccola chiesa dedicata alla Madonna della Neve, voluta dal conte Giuseppe Bayard de Volo. Il 18 agosto 1900 fu posata la prima pietra, alla presenza del vescovo di Guasatalla, mons. Andrea Sarti, e di circa tremila fedeli. L'opera prevedeva una cappella sormonta da un'imponente statua della Madonna.
Le difficoltà finanziarie rallentarono l'impresa: la chiesa venne completata solo nel 1908 e la statua di Maria Vergine non fu mai realizzata.
Dopo l'arrivo sul Monte Cimone dell'Aeronautica Militare (nel 1937), l'edificio è passato sotto la cura dei militari nel 1963.
Il 5 agosto di ogni anno si compie, ancora oggi, sulla vetta modenese, il pellegrinaggio per rendere omaggio alla Madonna della Neve.[12]
VII - Toscana settentrionale, Corno alle Scale
Per la Toscana settentrionale venne individuato il Corno alle Scale, dove fu eretta su Punta Sofia (1939 m), grazie all'impegno dell'vescovo di Pistoia, mons. Marcello Mazzanti, una croce monumentale realizzata in ferro battuto, che venne sostituita con un'altra, per ragioni di sicurezza, in occasione dell'anno giubilare del 1950. Così è rimasta fino alla notte del 1 ottobre 1983 quando con un gesto vandalico fu segata alla base e gettata in un burrone. Immediatamente si costituì un comitato presieduto dal senatore Giovanni Bersani (1914 - 2014) che provvide alla costruzione di una nuova croce, quella attuale, con le stesse dimensioni della precedente (alta 14,80 metri e del peso di 1.300 chilogrammi), in alluminio imbullonato, realizzata nel 1984 da Pietro Malaisi, noto imprenditore del settore metallurgico.[13]
VIII - Toscana meridionale, Monte Amiata
Per la Toscana meridionale venne individuata la vetta del Monte Amiata (1.738 m), dove fu eretta, grazie all'impegno dell'arcivescovo di Chiusi e Pienza, mons. Giacomo Bellucci (nella cui giurisdizione sorgeva la cima), una croce monumentale (alta 22 metri) realizzata in ferro battuto, tra il 1900 e il 1910, dall'architetto senese di Luciano Zalaffi. Per la sua costruzione furono utilizzate quattro tonnellate di ferro, che vennero trasportate sulla cima del monte a dorso di mulo.
L'opera, alta 22 metri, con una base quadrata di 8 metri per lato, fu inaugurata il 18 settembre 1910, dopo non pochi sacrifici e vicissitudini, non solo di carattere economico, ma con il decisivo contributo della popolazione locale.
Il 17 giugno 1944, purtroppo, la croce fu gravemente danneggiata dai bombardamenti dei tedeschi ormai in ritirata. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nonostante i disagi e le ristrettezze del momento, la popolazione amiatina volle che fosse subito restaurata e fu nuovamente inaugurata il 24 agosto 1946 con un discorso radiofonico tenuto da papa Pio XII.[14]
IX - Umbria e Marche meridionali, Monte Vettore
Per l'Umbria e le Marche meridionali fu scelta la vetta del Monte Vettore (2.477 m), dove venne progettato un monumento, in forma di croce su base in muratura, ma che non fu mai realizzato, tranne il basamento ancora visibile e trasformato in rifugio.
XII - Umbria e Marche settentrionali, Monte Catria
Per l'Umbria e le Marche meridionali fu individuata la vetta del Monte Catria (2.223 m), dove, grazie ai fondi raccolti tra le 23 diocesi umbre e marchigiane coinvolte nel progetto, si arrivò alla realizzazione della croce monumentale. Proprio durante gli scavi per le fondamenta del monumento venne messo in luce una statuetta, in bronzo, databile al III secolo a.C., traccia di una frequentazione molto antica da far risalire agli antichi Umbri.
La croce (alta 18 metri, con una base quadrata di 6 metri per lato, del peso di circa 12 tonnellate) venne realizzata in ferro laminato, su progetto dell'ingegnere Ceccarelli di Roma. Il monumento fu inaugurato il 22 agosto 1901, alla presenza del cardinale Giulio Boschi, arcivescovo di Ferrara, dei vescovi di Cagli-Fossombrone e di Nocera Umbria e da mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi.
il 20 febbraio 1907, purtroppo, la croce venne atterrata da una bufera, schiantando il traliccio di sostegno poco sopra la cappellina che ne chiudeva la base. Già nell'agosto del 1910, veniva ricostruito il montante, sulla cui sommità venne posta una piccola croce, ma dopo poco tempo il vento ebbe ragione anche di questa struttura, e la croce fu di nuovo abbattuta dalle intemperie. Il restauro definitivo, anche se con alcune modifiche, in particolare l'orientamento della traversa e l'eliminazione delle pareti in alluminio della cappella alla base del traliccio, avvenne nei primi anni Sessnta su iniziativa del cardinale Francesco Roberti. Il 4 agosto 1963 fu nuovamente inaugurata la croce con la celebrazione di una messa solenne.[15]
XIV - Lazio meridionale, Monte Guadagnolo
Per il Lazio meridionale fu scelta la cima del Monte Guadagnolo (1.218 m), dove su proposta dello storico mons. Giuseppe Cascioli, venne realizzata la Statua di Gesù Cristo redentore, in pietra calcarea locale, per opera dello scultore Raffaele Zaccagnini. L'opera, inaugurata il 13 settembre 1903, già nell'immediato primo dopoguerra, era in pessime condizioni.
Nel 1921, fu colpita da un fulmine, che abbatté la testa della statua, la quale venne conservata nella cappella sulla base della stessa. Nel 1936 un altro fulmine rovinò ulteriormente il monumento, lasciandone intatta solo la parte posteriore. L'opera non fu più restaurata per le ingenti spese necessarie ad un'adeguata risistemazione e per l'indifferenza generale.
Nel 1975 furono abbattuti i ruderi del monumento giubilare e, per volere della Diocesi di Tivoli, questo fu sostituito da un'imponente statua di bronzo dello scultore Elverio Veroli, diversa dalla precedente, inaugurata il 29 giugno 1976.[16]
XV - Campania e Lucania, Monte Altino
Il monumento giubilare per la Campania e Lucania doveva essere inizialmente collocato sul Vesuvio, ma poi per varie motivazioni fu scelta la cima del Monte Altino (1.252 m), dove venne innalzata un'imponente statua raffigurante Gesù Cristo redentore, in ghisa (alta 3 metri e con un peso pari a 31 quintali), realizzata dalla fonderia Tuse Mense di Parigi. L'opera venne trasportata sul monte, dapprima in treno, poi con un enorme carro, ed infine a forza di braccia. La statua fu inaugurata il 29 luglio 1901.
Il monumento giubilare venne restaurato e ricollocato dopo che, nel 1907, un fulmine lo fece crollare a terra.[17]
XVI - Puglia, Belvedere
Per la Puglia fu scelta la zona Belvedere[18] a Martina Franca (494 m), dove venne innalzata un'imponente statua raffigurante Gesù Cristo redentore, in pietra, realizzata da Luigi Scardini. L'opera venne inaugurata l'11 luglio 1904.
Ancora oggi, nel giorno dell'Lunedì dell'Angelo, si compie un pellegrinaggio sull'altura martinese, che attira molti fedeli, per rendere omaggio al Redentore.[19]
XVII - Calabria, Montalto di Aspromonte
Per la Calabria fu scelto il Montalto (1.956 m), la vetta più alta dell'Aspromonte, dove, grazie ai fondi raccolti tra le 19 diocesi calabresi coinvolte nel progetto, venne innalzata un'imponente statua raffigurante Gesù Cristo redentore, in bronzo, opera dello scultore Francesco Ierace (1853 - 1937), eseguita a Roma dalla ditta Rosa e Zanasio e trasportata a pezzi, tra mille difficoltà, a Montalto a dorso di mulo.
Il monumento, inaugurato il 23 settembre 1901 dal cardinale Gennaro Portanova (1845 - 1908), arcivescovo di Reggio Calabria, fu distrutta varie volte dalle intemperie, in particolare dai fulmini e dai terremoti, ma è stata sempre ricostruita; quella attuale venne realizzata nel 1975 dallo scultore reggino Michele di Raco.[20]
XVIII - Sicilia, Monte San Giuliano
Per la Sicilia fu scelto il Monte San Giuliano (727 m), dove venne innalzata un'imponente statua raffigurante Gesù Cristo redentore (alta 4,85 metri e con un peso pari a 2 tonnellate), realizzata a Roma dalla ditta Rosa e Zanasio con il bronzo ottenuto dalla fusione di alcuni cannoni dello Stato Pontificio.
Il 13 maggio 1900, il vescovo Ignazio Zuccaro benedì e pose la prima pietra del basamento-cappella edificato, in stile eclettico, su progetto dell'ingegnere palermitano Ernesto Basile. Ultimati i lavori di costruzione del basamento, l'imponente statua giunse in treno a Caltanissetta, la quale, dopo un non facile trasporto sulla vetta del Monte San Giuliano eseguito per mezzo di un carro trainato da sei coppie di buoi, il 29 luglio venne eretta sul piedistallo alla presenza di un'enorme folla. Tuttavia, l'assassinio del re Umberto I di Savoia avvenuto il 30 luglio a Monza, fece rimandare le celebrazioni programmate per l'inaugurazione, che si tennero il 26 settembre, alla presenza del cardinale Giuseppe Francica-Nava de Bontifè, arcivescovo di Catania.[21]
XIX - Sardegna, Monte Ortobene
Per approfondire, vedi la voce Sagra del Redentore (Nuoro) |
Per la Sardegna fu scelto il Monte Ortobene (955 m), dove fu innalzata, grazie ai fondi raccolti tra le diocesi sarde e all'impegno del vescovo di Nuoro, mons. Salvatore Angelo de Martis (1867 - 1902), un'imponente statua raffigurante Gesù Cristo redentore (alta 7 metri con un peso pari a 18 quintali), in bronzo, opera dello scultore Vincenzo Jerace.
Il 15 agosto 1901, proveniente da Napoli approdò a Cagliari il piroscafo "Tirso", con le casse che contenevano gli elementi bronzei, che successivamente assemblati avrebbero composto la grandiosa statua. Il 19 agosto, l'opera giunse con il treno a Nuoro. Il trasporto sul monte Ortobene fu possibile grazie a sei robusti carri trainati da buoi messi a disposizione dai contadini nuoresi. La messa in opera della statua si concluse il 29 agosto 1901 con la cerimonia inaugurale alla presenza dell'episcopio sardo, delle rappresentanze di molte parrocchie e di numerosi fedeli.
Ogni anno, per ricordare l'erezione del monumento, nella seconda metà di agosto, si svolge la Sagra del Redentore, la quale ha il suo culmine nel pellegrinaggio, che parte dalla Cattedrale di Santa Maria della Neve e raggiunge il Monte Ortobene.[22]
XX - Lazio, Monte Capreo
Ai 19 monti iniziali, individuati dal Comitato Internazionale Romano per l'omaggio solenne a Gesù Redentore, dove costruire altrettanti monumenti giubilari, venne aggiunto - portandoli così a 20 - su proposta di Ludovico Pecci, nipote di Leone XIII, il Monte Capreo (1.468 m) nei pressi di Carpineto Romano, città natale del papa.
La croce monumentale, innalzata sulla vetta del Monte Capreo, del peso di 38 quintali, presenta al centro una raggiera in alluminio di 4 m. di diametro, venne realizzata in lamina di ferro dai fratelli Vanni di Roma, su progetto dell'ingegnere Antonio Maria Camaiti. Il monumento fu inaugurato il 29 agosto 1901.
Alla fine degli anni Novanta, la croce gravemente lesionata nelle sue fondamenta e nella parte metallica, precipitò rovinosamente a terra, ma grazie ad un tempestivo intervento di restauro tornò al suo originario splendore continuando a dominare dall'alto l'intero territorio lepino.[23]
Altri monumenti giubilari
I monumenti, dedicati a Gesù Cristo redentore per il Giubileo del 1900, alla fine furono di più dei 20 prescelti dal Comitato, perché per qualche monte escluso dall'elenco ufficiale si pensò di raccogliere ugualmente l'appello di Leone XIII e di provvedere localmente per la loro realizzazione. Inoltre, ci sono anche esempi di monumenti giubilari edificati in centri urbani come risposta all'istanza pontificia.
Elenco di altri monumenti
Di seguito riportiamo un elenco (non esaustivo) ed una descrizione di alcuni di questi monumenti:
Elenco altri monumenti dedicati a Cristo redentore | ||||||||
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Nr. | Regione ecclesiastica | Località | Monte | Altitudine m slm |
Localizzazione | Data di inaugurazione | Monumento | Immagine[24] |
I | Piemonte | Caselette (To) | Monte Musinè | 1.150 | 10 novembre 1901 | Croce monumentale su basamento | ||
II | Triveneto | Arsiero (Vi) | Monte Caviojo | 1.057 | 1900 | Croce e cappella di Cristo Redentore entro una grotta naturale | ||
III | Triveneto | Gemona del Friuli (Ud) | Monte Cuarnan | 1.376 | 22 settembre 1902 | Chiesetta di Cristo Redentore sormontata da un'alta croce | ||
IV | Triveneto | Scorzè (Ve) | Via Roma | 16 | 1900 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su un alto basamento | ||
V | Liguria | Fabbrica Curone (Al) | Monte Giarolo | 1.473 | 11 agosto 1901 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su un alto basamento | ||
VI | Emilia-Romagna | Bobbio (Pc) | Monte Penice | 1.460 | 14 ottobre 1900 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su un basamento | ||
VII | Toscana | Filattiera (Ms) | Monte Marmagna | 1.852 | 17 settembre 1901 | Croce monumentale su basamento | ||
VIII | Toscana | Stazzema (Lu) | Pania della Croce | 1.858 | 19 agosto 1900 | Croce e cappella | ||
IX | Campania | Faicchio (Bn) | Monte Acero | 736 | 30 novembre 1902 | Statua di Gesù Cristo redentore collocata su un alto basamento-cappella | ||
X | Sardegna | Monserrato (Ca) | Via Tevere (oggi via del Redentore) | 2 | 1º settembre 1907 | Statua di Gesù Cristo redentore posta su un alto obelisco-basamento |
Mappa di localizzazione degli altri Monumenti al Redentore. |
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1 - Piemonte, Monte Musinè
Sulla vetta del Monte Musinè (1.150 m) venne eretta, su progetto dell'ingegner Accati, una croce monumentale (alta 15 metri) con un basamento quadrato a tronco di piramide, in calcestruzzo. Il monumento, inaugurato l'11 novembre 1901, fu realizzato per celebrare i diciannove secoli di cristianità e ricordare la battaglia di Torino (312 d.C.), che fu combattuta nei pressi di Augusta Taurinorum tra le forze di Costantino I e quelle di Massenzio. Secondo una tradizione locale sarebbe proprio alla vigilia di questa battaglia, che Costantino avrebbe avuto una visione con la comparsa in cielo di una croce con la scritta IN HOC SIGNO VINCES, evento miracoloso che avrebbe convinto l'imperatore a convertirsi al Cristianesimo ed a far combattere i propri uomini sotto le insegne cristiane. Infatti, sul basamento, in una lapide commemorativa, si legge:
« | IN HOC SIGNO VINCES / A PERPETUO RICORDO DELLA / VITTORIA DEL CRISTIANESIMO / CONTRO IL PAGANESIMO / RIPORTATA IN VIRTÙ DELLA / CROCE NELLA VALLE / SOTTOSTANTE IN PRINCIPIO / DEL SECOLO IV / SUA MAESTÀ IL RE / VITTORIO EMANUELE III / MARCH. MEDICI SEN. DEL REGNO / CONT. CARLO E CONT. GIULIA / CAYS DI CASELETTE. » |
Un primo intervento di restauro della croce venne compiuto nel 1974, poi, nel 1991, fu nuovamente ristrutturata dagli Alpini di Torino.[25][26]
2 - Triveneto, Monte Caviojo
La vetta che sovrasta la città di Arsiero (Vicenza) è il Monte Caviojo (1.057 m), detto anche Redentore perché nell'anno 1900 sulla sua cima è stata innalzata una grande statua di Gesù Cristo redentore: questa era la copia della piccola statua collocata sull'altare maggiore della Chiesa parrocchiale di Arsiero ed era in legno ricoperto di piombo, alta molti metri, distrutta nel 1916 durante la Prima guerra mondiale.
La Pro Arsiero, poiché non fu possibile rimettere sulla vetta la statua distrutta, adattò a cappella una grotta naturale esistente sotto la sommità del monte e vi costruì un altare su cui venne posta una statua di Gesù Cristo redentore, copia quella distrutta. Sulla sommità del Caviojo i Giovani esploratori di Arsiero hanno poi eretto una croce. Ogni anno, in settembre, vi si tiene una suggestiva cerimonia.[27]
3 - Triveneto, Monte Cuarnan
Sul Monte Cuarnan (1.376 m) fu costruita una chiesetta a tronco di piramide quadrangolare (5 metri per lato e 12 di altezza) sormontata da una croce in ferro, alta 5 metri. L'edificio, dedicato al Cristo Redentore, venne consacrato il 22 settembre 1902 da mons. Francesco Isola, vescovo di Concordia, alla presenza di oltre ottomila fedeli provenienti da tutto il Friuli
Nel 1964 - 1965, si procedette ad una ampia ristrutturazione dell'edificio, a seguito di un fulmine che aveva gravemente danneggiato l'intera struttura.
Il 6 maggio 1976 anche la chiesetta del Caurnan fu distrutta dal terremoto che seminò di morte e di rovine questa parte del Friuli. Si decise di ricostruirla con la solidarietà dei volontari, perché questa segnasse l'inizio del nuovo secolo e millennio, come segno di speranza e fede. L'inaugurazione della chiesetta ricostruita, avvenne il 22 settembre 1985 con la partecipazione di mons. Alfredo Battisti, arcivescovo di Udine.[28]
4 - Triveneto, Scorzè (via Roma)
Anche a Scorzè (Venezia), si costituì un comitato per erigere un monumento a Gesù Cristo redentore. Individuato il sito lungo via Roma, il progetto complessivo venne affidato all'architetto Pietro Saccardo, mentre la statua del Redentore, in marmo, posta su un alto piedistallo, fu realizzata dallo scultore Augusto Zanetti di Noale.[29]
5 - Liguria, Monte Giarolo
Sulla vetta del Monte Giarolo (1.473 m) venne eretta, l'11 agosto 1901, la statua di Gesù Cristo redentore, in bronzo, rivolta verso la città di Tortona, e collocata su un basamento, dove in due epigrafi si legge:
« | A / GESÙ CRISTO DIO REDENTORE / RE DEI SECOLI IMMORTALE / SUL TRAMONTO DEL SEC. XIX / ALL'AURORA DEL XX / NEL SOMMO PONTIFICATO / DI LEONE XIII / CORRENDO IL GIUBILEO DELL'ANNO SANTO / LA DIOCESI DI TORTONA / AUSPICE M. IGINO BANDI VESCOVO / PROMOTORE IL CIRCOLO TORTONESE / DELLA GIOVENTÙ CATTOLICA / ERESSE QUESTO MONUMENTO / SIMBOLO / DI FEDE DI RIPARAZIONE / DI PACE / SOLENNEMENTE INAUGURATO. » |
« | JESUS CHRISTUS / HERI ET HODIE / IPSE ET IN SAECULA » |
Nel 2001, a causa del mediocre stato di conservazione del monumento, si è provveduto alla sua sostituzione con una nuova statua in bronzo, posizionata nello stesso modo. L'originale è stata trasportata nel piccolo borgo di Giarolo.
Ogni anno, per ricordare l'erezione del monumento, la prima domenica di agosto si svolge un pellegrinaggio.[30]
6 - Emilia-Romagna, Monte Penice
Sulla vetta del Monte Penice (1.460 m), accanto all'antico Santuario di Santa Maria, venne eretta il 14 ottobre 1900 la statua di Gesù Cristo redentore.[31]
7 - Toscana, Monte Marmagna
Sulla vetta del Monte Marmagna (1.852 m) venne innalzata una croce (alta 10 metri e dal peso di oltre 13 quintali), in ferro, realizzata dalla ditta "Cugini e Mistrali" di Parma, con il contributo delle popolazioni sia del versante parmense, sia di quello pontremolese. Il monumento fu inaugurato il 17 settembre 1901 alla presenza di mons. Angelo Antonio Fiorini, vescovo di Pontremoli, e di una grande folla di fedeli.
Nei decenni successivi, la croce per la notevole altezza e l'esposizione agli agenti atmosferici, fu più volte atterrata ed ogni volta ristrutturata. Fino all'ultimo consolidamento effettuato nell'estate del 2000, con il restauro del basamento in pietra, il rafforzamento della struttura in ferro e la verniciatura.[32]
8 - Toscana, Pania della Croce
Sul monte Pania della Croce (1.858 m), quarta cima più alta delle Alpi Apuane, è stata innalzata una croce sulla vetta ed una cappella (6 x 12 m) nella sottostante foce di Mosceta, realizzati entrambi su progetto dell'ingegnere Giuseppe Francesconi e grazie all'opera ed alle donazioni della popolazione locale. La croce e la cappella vennero inaugurati il 19 agosto 1900 alla presenza di mons. Ferdinando Capponi, arcivescovo di Pisa, e di una grande folla di fedeli.[33] Successivamente la croce fu colpita da un fulmine. Quella attualmente presente sulla vetta, insieme ai resti della prima, fu innalzata il 19 agosto 1956 ad opera di un'associazione di escursionisti di Pietrasanta.[34]
9 - Campania, Monte Acero
Sulla vetta del Monte Acero (736 m) è stata innalzata una grande statua di Gesù Cristo redentore, in ghisa, realizzata dalla ditta Rosa e Zanazio di Roma, e collocata su una base piramidale quadrangolare, in conci di pietra, con all'interno una piccola cappella. L'opera fu sovvenzionata dalle offerte provenienti da tutta la Diocesi. Il monumento giubilare venne inaugurato il 30 novembre 1902.
Nel 1974, un urgano infranse la statua al suolo, che fu restaurata nel 1979 nelle officine Pironti di Napoli, grazie al contributo dell'imprenditore di Emilio Bove, e ricollocata sul suo basamento.
Ogni anno, per ricordare l'erezione del monumento, la prima domenica di agosto si svolge un pellegrinaggio che parte da Cerreto Sannita.[35]
10 - Sardegna, Monserrato (via Tevere)
Anche a Monserrato, si costituì un comitato per erigere un monumento a Gesù Cristo redentore. Individuato il sito alla fine della via Tevere (attuale via del Redentore), la cui area fu ceduta gratuitamente dalla Amministrazione delle ferrovie secondarie, si diede l'incarico ad una ditta di Roma di realizzare la statua in ghisa, mentre il progetto del basamento e dell'obelisco fu affidato all'ingegnere Dionigi Scano. Nel piedistallo del monumento giubilare fu incisa l'epigrafe:
« | EGO SUM VIA VERITAS VITA. AD MEMORIAM ANNI SANCTI MDCCCC. » |
L'inaugurazione avvenne il 1 settembre 1907 alla presenza dell'arcivescovo di Cagliari, mons. Pietro Balestra, e di molti fedeli.[36]
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Bibliografia | |
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