Museo del Tesoro di Santa Maria dell'Impruneta
Museo del Tesoro di Santa Maria dell'Impruneta | |
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Bottega romana, Madonna con Gesù Bambino in trono detta Madonna dell'Impruneta (fine XII - inizio XIII secolo), tavola | |
Categoria | Musei di Basilica |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Toscana |
Regione | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Empoli |
Diocesi | Arcidiocesi di Firenze |
Indirizzo | Piazza Buondelmonti, 28 50023 Impruneta (FI) |
Telefono | +39 055 2036408 |
Fax | +39 055 2312517 |
Proprietà | Parrocchia e Comune di Impruneta |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | codici miniati, dipinti, ex voto, manoscritti, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, didattica, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale del Chianti e del Valdarno fiorentino |
Sede Museo | Basilica di Santa Maria dell'Impruneta |
Datazione sede | XI secolo |
Data di fondazione | 1987 |
Il Museo del Tesoro della Basilica di Santa Maria dell'Impruneta (Firenze), allestito in alcuni ambienti attigui alla Basilica - edificata intorno all'XI secolo e riedificata nel XIV secolo - venne inaugurato nel 1987, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla chiesa stessa e dalle donazioni alla Madonna, offerte come ex voto dalla Corte granducale dei Medici, dalle famiglie nobili, oltre che dalle corporazioni e dalle organizzazioni professionali fiorentine.
Le origini della chiesa sono legate alla leggenda del miracoloso ritrovamento di un'immmagine della Vergine Maria, di cui si trova documentazione redatta nel 1375 dal pievano Stefano Buondelmonti. Si tratta di un'antica icona, ridipinta nel 1758 da Ignazio Hugford, che, è considerata protettrice di Firenze: questa veniva trasferita in città nei momenti più gravi delle sue vicende storiche, con grande partecipazione del popolo.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa in quattro sezioni espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XV al XIX secolo ed ordinate per tipologia.
Sezione I - Argenteria ed Oreficeria
Nella sezione, ospitata nella Sala Silvani, sono esposti preziosi oggetti di argenteria e oreficeria. Fra gli esemplari più significativi si segnalano:
- Dossale a bassorilievo con Ritrovamento dell'immagine della Madonna dell'Impruneta (XVI secolo), in marmo, proveniente dalla Basilica: quest'opera ricorda l'episodio miracoloso dal quale ha tratto origine la devozione per la Madonna dell'Impruneta.
- Croce processionale (1425 ca.), in lamina d'argento sbalzata e cesellata, parzialmente dorata e smaltata su anima di legno, attribuita a Lorenzo Ghiberti, originalmente forse eseguita per la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, passò più tardi all'Impruneta. Nelle formelle sono visibili:
- in alto, Dio Padre;
- ai lati, Madonna e san Giovanni evangelista ,
- in basso, San Zanobi.
- Pace con Gesù Cristo in pietà e Maria Vergine assunta in cielo tra angeli (1515), in argento dorato, attribuite ad Antonio di Salvi, commissionata per la Basilica dal pievano Andrea Buondelmonti.
- Pisside (XVI secolo) in rame dorato.
- Reliquiario di san Sisto (1614), opera dall'orafo Simone Pignoni, che riproduce il sarcofago realizzato da Andrea Verrocchio per la sacrestia della Chiesa di San Lorenzo a Firenze.
- Stauroteca (1620), in argento sbalzato, cesellato bulinato e inciso e cristallo di rocca, attribuita a Cosimo Merlini il Vecchio, commissionata dalla granduchessa Maria Maddalena d'Austria, moglie di Cosimo II de' Medici.
- Serie di quindici vasi votivi (1633), in argento sbalzato e cesellato, di bottega fiorentina, donati in occasione della celebre processione del 1633 in segno di riconoscenza a Maria Vergine per aver debellato il contagio della peste. Nelle tre cartelle di ogni vaso sono raffigurati:
- Madonna con Gesù Bambino,
- San Domenico di Guzman e stemma.
- Croce e quattro candelieri d'altare (1633), in cristallo di rocca, realizzati da bottega fiorentina, donati per la già ricordata processione alla Madonna da Cristina di Lorena.
- Pisside (1637), in argento, di Cosimo Merlini.
Sezione II - Oggetti votivi
La sezione è dedicata agli oggetti votivi, donati alla chiesa dal clero metropolitano e da famiglie nobili. Si noti:
- Gesù Cristo crocifisso (prima metà del XVII secolo), in ebano e argento, di bottega fiorentina.
- Calice con testine angeliche (1696), di bottega palermitana.
- Servizio da lavabo (XVIII secolo), in argento sbalzato decorato con girali fitomorfi e foglie d'acanto.
- Legatura di messale decorata con Maria Vergine assunta in cielo (1702), in velluto di seta rosso e argento.
- Croce e sei candelieri d'altare, in argento sbalzato e cesellato, di bottega fiorentina, donato dal marchese Cosimo Riccardi alla Madonna dell'Impruneta in occasione della solenne processione del 1711 e destinato ad essere esposto sull'altare.
- Ampolline (fine XVIII - inizio XIX secolo), in vetro e lamina d'argento, di bottega romana.
Sezione III - Manoscritti
Nella sezione sono conservati preziosi corali miniati e manoscritti, databili da XIV al XVI secolo. Di rilievo:
- Graduale (1310 - 1320 ca.), attribuito a Lippo di Benivieni.
- Antifonario (primo quarto del XIV secolo), di un miniatore bolognese.
- Cinque antifonari (metà XIV secolo), codici membranacei, eseguiti dalla bottega di Pacino da Bonaguida, tra le quali spiccano le miniature eseguite dal cosiddetto Maestro delle effigi domenicane, in particolare si notano:
- nel codice VI, Morte e assunzione di Maria Vergine in cielo;
- nel codice VII, Strage degli innocenti.
- Quattro corali (1538 - 1539), codici membranacei, tre dei quali furono commissionati al miniatore, Antonio di Girolamo di Ugolino, da Andrea Buondelmonti, già pievano della Basilica di Impruneta e divenuto arcivescovo di Firenze (1532 - 1542). Sono presenti le antifone delle domeniche e dei giorni feriali dal primo sabato di settembre fino all'Avvento. Sono evidenti le derivazioni di molte miniature da celebri opere pittoriche XV secolo: ad esmpio, la Carta 24v, nella raffigurazione di Giuditta con la testa di Oloferne c'è un evidente riferimento stilistico al Botticelli.
- Salterio (XVI secolo), presenta una sola iniziale istoriata, con la raffigurazione di Giona salvato dalle acque, ma nei fregi laterali si sviluppano i motivi ornamentali più vari, floreali e geometrici, arricchiti di cartigli con armi e figure grottesche, attinti dal repertorio decorativo dell'arte di questa epoca.
Sezione IV - Paramenti sacri e Tessuti
La sezione custodisce pregevoli tessuti e paramenti sacri, databili dal XVI alla fine del XVIII secolo. Di notevole interesse:
- Corredo funebre (1477), in lana e seta, realizzato probabilmente in ambito domestico e ritrovato nel sarcofago del vescovo Antonio degli Agli (1400 – 1477) a seguito della ricognizione effettuata, dopo i bombardamenti che nel 1944 avevano causato lo spostamento del coperchio del sepolcro. Il corredo è costituito da:
- Cuscino funebre su cui poggiava la testa, decorato in uno stile che ricorda il patchwork;
- Velo con il Monogramma di Cristo che gli copriva il volto; entrambi gli oggetti costituiscono per la loro alta cronologia uno straordinario campionario di pregiati tessuti.
- Tabernacolo processionale (metà del XIV secolo), attribuito al Maestro di Tobia, sormontato da una corona settecentesca di bottega fiorentina in ottone argentato e bronzo dorato.
- Paliotto d'altare (fine del XVI secolo), realizzato in velluto cremisi e impreziosito da ricami dorati.
- Mantelline destinate a coprire l'immagine della Madonna (XVI - XVIII secolo), di manifattura italiana o francese. Si tratta prevalentemente di doni fatti da famiglie nobili, i cui stemmi si trovano ricamati sui preziosi tessuti.
- Tovaglia d'altare (XVI secolo), in garza ricamata, di manifattura italiana.
- Pianete (XVI - XVIII secolo) che presentano una grande varietà di tessuti, di decori e di stemmi.
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