Museo della Collegiata di Sant'Andrea di Empoli
Museo della Collegiata di Sant'Andrea di Empoli | |
Filippo Lippi, Madonna con Gesù Bambino in trono, san Michele arcangelo, san Bartolomeo e sant'Alberto degli Abati e angeli (1430 ca.), tempera su tavola | |
Categoria | Musei parrocchiali |
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Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Toscana |
Regione | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Empoli |
Diocesi | Arcidiocesi di Firenze |
Indirizzo |
Piazza della Prepositura, 3 50053 Empoli (FI) |
Telefono | +39 0571 76284 |
Fax | +39 0571 757740 |
Posta elettronica | cultura@comune.empoli.fi.it |
Proprietà | Parrocchia |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | arredi sacri, ceramiche, codici miniati, dipinti, sculture, paramenti sacri, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, audioguide, biglietteria, bookshop, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale della Valdelsa Fiorentina |
Sede Museo | Palazzo della Propositura |
Fondatori | Vincenzo Salvagnoli |
Data di fondazione | 1860 |
Il Museo della Collegiata di Sant'Andrea di Empoli (Firenze), collocato nel Palazzo della Prepositura, venne inaugurato nel 1860 per volere di Vincenzo Salvagnoli con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Chiesa Collegiata di Sant'Andrea, da edifici di culto soppressi o da donazioni private.
Storia
Il Museo nacque sullo sfondo del Risorgimento, infatti, nel 1859 fu concesso il primo finanziamento di £. 5.040 all'Opera di Sant'Andrea dal Governo Provvisorio Toscano, il cui Ministro degli Affari Ecclesiastici era l'empolese Vincenzo Salvagnoli.
La prima sede del Museo, già realizzato nell'anno successivo, fu la Cappella di San Lorenzo, attigua alla Collegiata. Alla fine degli anni Ottanta del XIX secolo, il pittore Vincenzo Lami riuscì ad acquisire un altro ambiente, ampliando l'esposizione. Ordinatore della collezione, nella sua prima sistemazione scientifica, fu l'ispettore della Soprintendenza, Guido Carocci, che dispose i dipinti in ordine cronologico, creando una sezione speciale per le sculture e le terrecotte, ed un'altra per i codici miniati.
L'incremento delle opere negli anni Trenta del XX secolo suggerì il trasferimento delle raccolte negli ambienti del Palazzo della Prepositura, affidando a Piero Sampaolesi il nuovo progetto museale. La Seconda Guerra Mondiale non solo interruppe tale realizzazione, ma provocò anche ingenti danni alla Collegiata e ad alcune opere.
Nel Dopoguerra dopo un'intenso lavoro di ricostruzione, il Museo venne riaperto al pubblico (1956), strutturato da Guido Morozzi e Umberto Baldini su criteri estetici ed artistici delle opere.
Infine, nel 1990 l'esposizione venne riallestita secondo i nuovi criteri museologici dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale, articolato su due livelli, si sviluppa in sette sale espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XIV al XX secolo.
I Battistero
Il percorso inizia con la visita dell'incantevole Battistero, che originariamente era la piccola Chiesa di San Giovanni Evangelista, trasformata nel 1464 e collegata alla Collegiata attraverso un corridoio; qui sono custoditi:
- Due dipinti murali con Sant'Andrea e santo apostolo, San Giovanni Battista e san Pietro apostolo (1409 ca.), affreschi staccati, di Gherardo Starnina, provenienti dalla Cappella della Nunziata nella Chiesa di Santo Stefano.[1][2]
- Gesù Cristo in pietà tra la Madonna e san Giovanni evangelista (1424 - 1425), affresco staccato, di Masolino da Panicale, ricollocato nella sua ubicazione originaria.[3]
- Fonte battesimale (secondo quarto del 1447), in marmo bianco, attribuito a Bernardo Rossellino.
Sala II
Si prosegue la visita con il Museo, vero e proprio, entrando nella sala dedicata alla scultura, dove si segnalano:
- Statua della Madonna con Gesù Bambino (XIV secolo), di Tino da Camaiano.
- Statua di santo Stefano (1409), in legno intagliato e dipinto, di Francesco di Valdambrino, proveniente dalla Collegiata.
- Annunciazione (1444 - 1447), in marmo, di Bernardo Rossellino.
- Statua di santa Maria Maddalena (1455), in legno intagliato policromo, eseguita dal frate camaldolese Romualdo di Candeli e dal pittore Neri di Bicci, commissionata da Monna Nanna per la Chiesa di Santa Croce a Vinci.
- Bassorilievo raffigurante Madonna con Gesù Bambino (1470 ca.), in marmo di Mino da Fiesole, proveniente dalla controfacciata della Collegiata.
- Leggio (1520), in ottone, di bottega inglese, donato dal canonico Giovanni Ronconcelli alla Collegiata: si tratta di un raro esemplare e uno dei pochi oggetti liturgici sopravvissuti al sacco di Empoli del 1530.
- Madonna in trono tra i sant'Anselmo, san Domenico, san Francesco e Maria Maddalena (inizio del XVI secolo), in terracotta, della bottega di Benedetto Buglioni, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Ripa.
- Due profeti (prima metà del XVII secolo), in terracotta, provenienti dal Battistero.
- Statua di san Rocco (1757 ca.), in marmo di Giuseppe Cantini da Bibbiena detto il Cuoco, e proveniente dall'Oratorio di San Rocco.
Sala III
La sala riunisce le opere pittoriche più antiche conservate nel Museo, databili dal XIV al XV secolo. Di rilievo:
- Polittico con Madonna con Gesù Bambino tra san Francesco d'Assisi, san Giovanni Battista, sant'Andrea, sant'Antonio abate e profeti (1320 - 1330 ca.), tavola di un anonimo pittore fiorentino, proveniente dalla Cappella di Santa Lucia presso la Collegiata.[4]
- Piccola ancona con Madonna del latte (1380 - 1385 ca.), tempera su tavola, di Ambrogio di Baldese, proveniente dal Convento di Santa Croce.
- Trittico con Madonna con Gesù Bambino tra sant'Antonio abate, santa Caterina d'Alessandria, san Girolamo e san Giovanni Battista; Gesù Cristo in pietà tra la Madonna e san Giovanni evangelista (1390 ca.), tempera su tavola, di Agnolo Gaddi, proveniente dall'Oratorio di San Mamante presso la Collegiata.[5]
- San Tommaso apostolo riceve la cintola da Maria Vergine assunta (1395 - 1400), tempera su tavola, di Lorenzo di Bicci, proveniente dalla Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani.[6]
- Scomparto di polittico con Crocifissione di Gesù Cristo (1399), tempera su tavola, di Lorenzo di Bicci, proveniente dalla Cappella di Sant'Elena presso la Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani.[7]
- Scomparti di predella raffiguranti Cattura di Gesù Cristo, Deposizione, Ultima cena (1401 ca.), tempera su tavola, di Niccolò di Pietro Gerini, provenienti dalla Collegiata.[8]
- Polittico con Madonna con Gesù Bambino tra sant'Antonio abate, san Giovanni Battista, san Gregorio Magno e san Leonardo; Gesù Cristo in pietà tra santa Caterina d'Alessandria, santa Reparata, santa Barbara e santa Margherita (1401 - 1410), tempera su tavola, di Niccolò di Pietro Gerini, proveniente dalla Collegiata.[9]
Sala IV
Nella sala sono esposte le opere del XV secolo, tra le quali si annoverano autentici capolavori:
- Trittico con Madonna con Gesù Bambino tra san Donnino, san Giovanni Battista, san Pietro e sant'Antonio abate (1404), tempera su tavola, di Lorenzo Monaco, proveniente dalla Chiesa di San Donnino.[10]
- Trittico con Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Giovanni evangelista, santa Caterina d'Alessandria, san Giovanni Battista e sant'Agostino (1420 ca.) di Lorenzo Monaco, proveniente dalla Collegiata.[11]
- Trittico con Madonna con Gesù Bambino in trono e donatore, san Giovanni evangelista e san Leonardo (1423), tempera su tavola, di Lorenzo di Bicci, proveniente dalla Collegiata: l'opera è mancante dello scomparto laterale sinistro.[12]
- Madonna con Gesù Bambino in trono, san Michele arcangelo, san Bartolomeo e sant'Alberto degli Abati e angeli (1430 ca.), tempera su tavola, di Filippo Lippi.[13]
Sala V
La sala è prevalentemente dedicata ai fratelli Francesco e Raffaello Botticini, la cui bottega fu attiva fino ai primi del XVI secolo. Di particolare interesse storico-artistico:
- Tabernacolo di san Sebastiano (1476 ca.), tempera su tavola e marmo, di Francesco e Raffaello Botticini, dove nella nicchia centrale è collocata la Statua di san Sebastiano di Antonio Rossellino, proveniente dalla Cappella di Santa Maria degli Angeli presso la Collegiata, commissionata da Giovanfilippo Capacci e sua madre, che scelsero san Sebastiano, protettore dalle malattie, per commemorare i parenti morti di peste. Nel tabernacolo sono raffigurati:
- Angeli adoranti con donatori,
- San Sebastiano,
- Martirio di san Marco e san Marcellino,
- Condanna di san Sebastiano,
- Flagellazione di san Sebastiano,
- Martirio di san Sebastiano.[14]
- Angeli musicanti (1480 ca.), tempera su tavola, attribuita a Francesco Botticini: questo dipinto dalla forma allungata potrebbe essere parte di uno strumento musicale ad uso liturgico, come dichiara anche il soggetto raffigurato, una Danza di angeli corredati da cartigli in cui si leggono i passi del Sal 150 .[15]
- Due scomparti con San Gabriele arcangelo annunciante e Maria Vergine annunciata (1490 - 1495), tempera su tavola, di Francesco Botticini, provenienti dalla Collegiata: i due dipinti, riuniti a seguito di un restauro, dovevano fungere da sportelli di una pala d'altare o di un tabernacolo.[16]
Sala VI
La sala, detta "Salone", è dominata dall'imponente presenza:
- Tabernacolo del Sacramento (1484 - 1491), in legno intagliato, dorato e dipinto, di Francesco e Raffaello Botticini, proveniente dalla Collegiata: la nicchia centrale presenta un vano in cui trovava posto il Tabernacolo per custodite l'Eucarestia, rimosso nel 1623 con la ristrutturazione dell'altare maggiore. Nel tabernacolo sono raffigurati:
- Sant'Andrea apostolo e san Giovanni Battista;
- Crocifissione di sant'Andrea apostolo;
- Cattura di Gesù Cristo, Ultima Cena e Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani;
- Banchetto di Erode Antipa e decapitazione di san Giovanni Battista.[17]
- Madonna in adorazione di Gesù Bambino con san Giovannino (1470 ca.), tempera su tavola, attribuita a Jacopo del Sellaio.[18]
- Incredulità di san Tommaso apostolo (1602), tavola di Jacopo Chimenti, detto Jacopo da Empoli, proveniente dall'Oratorio di San Tommaso.
Sala VII - Loggia
La sala, collocata nella parte superiore del chiostro, detta loggia, conserva le terrecotte invetriate, provenienti dalle botteghe dei Della Robbia e dei Buglioni. Di rilievo:
- Dio Padre benedicente in gloria fra angeli (1480 ca.), in terracotta invetriata policroma, di Andrea della Robbia, proveniente dalla Cappella di San Sebastiano nella Collegiata.
- Immacolata concezione in gloria d'angeli tra sant'Anselmo e sant'Ambrogio (1480 - 1485), in terracotta invetriata policroma, di Benedetto Buglioni, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Ripa.
- Madonna con Gesù Bambino (1518), in terracotta invetriata policroma, di Andrea Della Robbia, proveniente dal Palazzo Pretorio di Empoli.
Galleria fotografica
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