Abbazia di Gorze
Abbazia di Gorze | |
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Lunetta del portale con Giudizio universale della cappella di Santo Stefano, abbazia di Gorze | |
Stato | Francia |
Regione | Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena |
Dipartimento | Mosella |
Comune | Metz |
Diocesi | Metz |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Fondatore | San Crodegango |
Data fondazione | 747 |
Inizio della costruzione | X secolo, inizio |
Completamento | XVI secolo |
Coordinate geografiche | |
Francia | |
L'Abbazia di Gorze fu un monastero benedettino fondato nelle vicinanze di Metz attorno al 747.[1] A partire dal 933, fu all'origine di una riforma della vita monastica benedettina che si diffuse in particolare in ambito germanico del Sacro Romano Impero.
Fondazione
L'abbazia fu fondata attorno all'anno 747 da vescovo di Metz san Crodegango, si Roma che i re franchi sostenevano la fondazione di nuovi monasteri, e da Roma vi furono traslate le reliquie del martire romano San Gorgonio.
La riforma Ordo Gorziensis
Agli inizi del X secolo un rinnovato fervore religioso scosse la Chiesa, le vocazioni monastiche o a vita eremitica si moltiplicano assieme al crescere dei pellegrini che compiono visite nei luoghi santi della cristianità. Uno di questi Jean (Giovanni) di Gorze, di ritorno da un pellegrinaggio a Roma nel 933, fu convinto dall'arcidiacono Einoldo di Toul ad abbracciare la vita monastica. Entrato a Gorze quello stesso anno, ne divenne abate nel 960. Sotto la sua guida e con il sostegno dell'amico arcivescovo, riportò la vita dei monaci all'originale rigore del fondatore. Questo rigore piacque anche a altri cenobi che la adottarono. Nacque così un movimento di riforma che si sviluppò in tutto il Sacro Romano Impero. Da un punto di vista organizzativo, Gorze non imitò le scelte della riforma cluniacense, infatti, mentre a Cluny la riforma accentrò il potere sotto la guida di un arci-abate che dipendeva direttamente dalla Santa Sede, la riforma di Gorze mantenne integra l'autonomia dei singoli cenobi, legati tra loro in modo spirituale e fraterno attraverso la preghiera comune e dall'amicizia. Al contrario di quella di Cluny, che sorse anche per svincolare i monasteri dal controllo politico ed ecclesiastico delle realtà locali, nelle terre di cultura germanica la riforma di Gorze portò, come in Francia, un ritorno all'originale rigore nella vita monastica ma, la proprietà dei monasteri, rimase legata alle famiglie dei laici che le avevano fondate e la guida spirituale, affidata ai vescovi della chiesa locale. La riforma in Lotaringia e Germania toccò oltre centocinquanta monasteri. I monaci di Gorze si spostarono presso queste comunità riformandole. Nel XI secolo l'abbazia d'Einsiedeln divenne il polo della riforma da qui nasceranno le realtà monastiche di Poussay (1018), di Muri (tra il 1027 e 1030), di Bouzonville (1033), di Hermetschwil (verso il 1083), di Münster (1086) e Engelberg (poco prima del 1124), fuori dall'influenza di Einsiedeln si possono citare Moyenmoutier, Saint-Evre de Toul ou Saint-Maximin a Treviri.
Rinascimento
Nel XIV secolo la disciplina monastica si rilassò e l'abbazia di Gorze divenne abbazia reale, posta sotto la protezione del re di Francia. Fu incendiata da borgognoni nel 1479 e ancora saccheggiata dagli stessi nel 1483. Durante le guerre di religione, dopo aver accolto Guillaume Farel, celebre pastore riformato svizzero francese, i possedimenti dell'abbazia furono assaliti dagli eserciti del duca di Guisa. Nel 1572 Papa Gregorio XIII secolarizzò l'abbazia.
Note | |
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Fonti | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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