Antifone maggiori dell'Avvento

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Miniatura raffigurante una grande lettera O
Il testo delle Antifone O

(LA) (IT)
« O Sapientia,
quae ex ore Altissimi prodiisti,
attingens a fine usque ad finem,
fortiter suaviterque disponens omnia:
veni ad docendum nos viam prudentiae.

O Adonai,
et dux domus Israël,
qui Moyse in igne flammae rubi apparuisti,
et ei in Sina legem dedisti:
veni ad redimendum nos in brachio extento.

O Radix Jesse,
qui stas in signum populorum,
super quem continebunt reges os suum,
quem gentes deprecabuntur:
veni ad liberandum nos,
jam noli tardare.

O Clavis David,
et sceptrum domus Israël,
qui aperis, et nemo claudit,
claudis, et nemo aperuit:
veni, et educ vinctum
de domo carceris,
sedentem in tenebris,
et umbra mortis.

O Oriens,
splendor lucis aeternae,
et sol justitiae:
veni, et illumina
sedentes in tenebris,
et umbra mortis.

O Rex Gentium,
et desideratus earum,
lapisque angularis,
qui facis utraque unum:
veni, et salva hominem,
quem de limo formasti.

O Emmanuel,
Rex et legifer noster,
expectatio gentium,
et Salvator earum:
veni ad salvandum nos,
Domine, Deus noster. »

« O Sapienza,
che esci dalla bocca dell'Altissimo,
ed arrivi ai confini della terra,
e tutto disponi con dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della prudenza.

O Adonai,
e condottiero di Israele,
che sei apparso a Mosè tra le fiamme,
e sul Sinai gli donasti la legge:
redimici col tuo braccio potente.

O Radice di Jesse,
che sei un segno per i popoli,
innanzi a te i re della terra non parlano,
e le nazioni ti acclamano:
vieni e liberaci,
non fare tardi.

O Chiave di David,
e scettro della casa di Israele,
che apri e nessuno chiude,
chiudi e nessuno apre:
vieni e libera
lo schiavo dal carcere,
che è nelle tenebre,
e nell'ombra della morte.

O (astro) Sorgente,
splendore di luce eterna,
e sole di giustizia:
vieni ed illumina
chi è nelle tenebre,
e nell'ombra della morte.

O Re delle Genti,
da loro bramato,
e pietra angolare,
che riunisci tutti in uno:
vieni, e salva l'uomo,
che hai plasmato dal fango.

O Emmanuele,
nostro re e legislatore,
speranza delle genti,
e loro Salvatore:
vieni e salvaci,
Signore, nostro Dio»

Le Antifone Maggiori dell'Avvento (o anche Antifone O, perché cominciano tutte con l'interiezione "O", propria del caso vocativo) sono sette antifone latine proprie della Liturgia delle Ore secondo il Rito Romano. Vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri, e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie della seconda parte dell'Avvento, dal 17 al 23 dicembre.

In queste Antifone Cristo è invocato come:

  1. O Sapientia : la "Sapienza che esce dalla bocca dell'Altissimo" (cfr. Sir 24,3-9 ; Sap 7,28-30; 8,1 );
  2. O Adonai : il "Signore" (in ebraico Adonai e in greco Kyrios);
  3. O Radix Jesse : il "Germoglio di Iesse" (cfr Is 11,1-2.10 ; Ap 22,16 ; Rm 15,12 );
  4. O Clavis David : la "Chiave di Davide" (cfr. Is 22,20-22 ; Ap 3,7 );
  5. O Oriens : l'"Astro che sorge (Oriente), splendore della luce eterna, sole di giustizia" (cfr. Is 9,1; 42,6 ; Mal 3,19-20 ; Lc 1,78-79 );
  6. O Rex gentium : il "Re delle genti, atteso da tutte le nazioni, pietra angolare che unisce i popoli in uno" (cfr. Is 28,16 ; Sal 118,22 ; Zc 14,9 ; Ap 15,3-4 );
  7. O Emmanuel : l'"Emmanuele" (cfr. Is 7,14 ; Mt 1,22 ), la "speranza e salvezza dei popoli".

Anche il rito ambrosiano le ha introdotte nella propria liturgia, durante la "commemorazione del Battesimo" alla sera di questi stessi giorni precedenti il Natale.

Storia

Non è facile ricostruire l'origine di queste Antifone; certamente alcune di esse risalgono a tempi molto remoti. I documenti più antichi che ce ne danno testimonianza sono[1]:

Queste Antifone sono ricordate anche da Amalario di Metz († 850), Bernone di Reichenau († 1048), Onorio d'Autun († 1154), Durando, ecc. Amalario in particolare afferma che sono di origine romana e che furono introdotte in Gallia nel secolo precedente il suo.

Si può dunque ritenere che nacquero nel secolo VII-VIII, forse anche dopo la morte di San Gregorio Magno, avvenuta nel 604.

Il numero

Oggi le Antifone O sono sette, ma questo numero non è stato sempre costante[1]: nel Medioevo arrivavano a nove in alcune Chiese, altrove fino a dodici. Tra le Antifone non più in uso ricordiamo:

Le altre, ancor meno frequenti (anche nel Medioevo), erano:

Anche se per lo più erano cantate al Magnificat, in alcune parti si eseguivano al Benedictus.

Si ritiene che il gruppo primitivo fosse composto dalle sette attuali; le altre sarebbero un'aggiunta posteriore[1].

Caratteristiche

I sostantivi con cui ogni antifona si apre hanno origine nella Bibbia e sono utilizzati come titoli di Gesù Cristo. Nell'ispirarsi alla Scrittura l'autore ha scelto e unito i testi con molta libertà. Tutte le Antifone poi terminano con il grido veni! ("vieni!")

È stato osservato fin dal Medioevo che le lettere iniziali di questi stessi sostantivi, lette come un acrostico partendo dall'ultima antifona, formano la frase latina ero cras, cioè "Domani sarò", una espressione che sottolinea il carattere di attesa proprio dell'Avvento.

Musica

La melodia gregoriana dell'Antifona del 17 dicembre, O Sapientia. Sotto, l'esecuzione musicale secondo il rito ambrosiano, coro femminile

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Il canto di queste Antifone è sempre stato solenne, e spesso veniva accompagnato da cerimonie particolari da grande pompa esterna[5]; gli usi specifici però variavano da luogo a luogo. Abbiamo testimonianze che ci assicurano che nell'XI secolo i fedeli accorrevano in folla ad ascoltarle, mentre oggi sono quasi del tutto ignorate a livello popolare.

Le rubriche liturgiche le hanno per lungo tempo considerate solenni, prescrivendo che si cantassero sempre in piedi, anche da parte dei canonici, e che fossero eseguite per intero, prima e dopo il Magnificat.

La melodia gregoriana

La melodia gregoriana di cui sono rivestite è di buona fattura[6], il che indica anche la loro discreta antichità. Tutte le melodie sono nel secondo modo, pur con le differenze imposte dalla diversità dei testi, ed esprimono un sentimento di desiderio intenso proteso verso il Messia, in accordo con il senso delle parole.

Ogni antifona infatti ripete la preghiera della comunità cristiana, che nell'attesa del Natale vive la trepidazione ben più grande dell'attesa della parusia.

La prima metà del versetto contiene un'ascensione della voce, che esprime la volontà di innalzamento e nello stesso tempo l'ansia gioiosa per l'arrivo che si spera imminente.

Inoltre, entrambe le due metà si aprono con un identico salto di quarta nelle stesse note, ma il primo emiversetto è decisamente più lungo e cadenzato, quasi ripetitivo, perché indica l'idea della lunghezza del tempo mentre si attende; dopo la rallentata invocazione Veni (Vieni!), accorata e altamente affettiva, segue la breve richiesta dell'intervento risolutore del Signore Gesù.

Partiture successive

Le Antifone O hanno ispirato alcune partiture polifoniche, la più conosciuta delle quali è O virgo virginum di Josquin Desprez.

I testi delle sette antifone più O virgo virginum sono tropati in una serie di mottetti isoritmici nel manoscritto cipriota I-TnJ.II.9 (XIV secolo); Pierre Attaingnant pubblicò partiture per tutte e sette le antifone in un libro di mottetti per tre, quattro, cinque e sei voci, Liber Septimus XXIIII.

In tempi più recenti sono state messe in musica da Joseph Willibald Michl, nonché da Marc Antoine Charpentier che compose partiture per tre voci e basso continuo.

Le Antifone Maggiori dell'Avvento
O Sapientia  · O Adonai  · O Radix Jesse  · O Clavis David  · O Oriens  · O Rex gentium  · O Emmanuel
Note
  1. 1,0 1,1 1,2 Pelagio Visentin (1948) 1447.
  2. PL 78, 732-733.
  3. Opera Omnia, IV, ed. Vezzosi, Roma 1740, p. 1-360.
  4. In passato la festa di tale Apostolo cadeva nei giorni precedenti il Natale: il Breviario Romano lo ricordava il 21 dicembre (Pietro De Ambroggi, Tommaso, Apostolo, santo, in Pio Paschini (a cura di), Enciclopedia Cattolica, Ente per l'Enciclopedia Cattolica e per il Libro Cattolico, Città del Vaticano, 12 voll., 1948-1954, vol. XII, 1954, c. 238).
  5. Pelagio Visentin (1948) 1448.
  6. Pelagio Visentin (1948) 1449.
Bibliografia
  • (EN) Richard Sherr, O Antiphons [Great Antiphons], in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, Macmillan, Washington 1980
Voci correlate
Collegamenti esterni