Antipapa Felice II

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Felice
Eretico · Antipapa
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Maestranze romane, Ritratto dell'antipapa Felice II (1850 ca.), mosaico; Roma, Basilica di San Paolo fuori le Mura
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita
Morte Ceri
22 novembre 365
Sepoltura Cerveteri, Chiesa della Madonna di Ceri
Appartenenza
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Ordinato diacono
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pseudocardinale
Eletto Antipapa 356
Consacrazione {{{Consacrazione}}}
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Fine pontificato 22 novembre 365
Pseudocardinali creati {{{Pseudocardinali creati}}}
Sede Roma
Opposto a papa Liberio
Sostenuto da Costanzo II
Scomunicato da papa Liberio
Confermato cardinale {{{Confermato cardinale}}}
Nomina a pseudocardinale annullata da {{{Annullato da}}}
Riammesso da {{{Riammesso da}}}
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
pontificato
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Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Felice († Ceri, 22 novembre 365) è stato un arcidiacono e antipapa latino dal 356 alla sua morte, eletto col nome di Felice II.

Biografia

Nel 355 papa Liberio fu esiliato dall'imperatore Costanzo II a Beroea, in Tracia], perché sostenne tenacemente il Credo Niceno rifiutando di condannare Sant'Atanasio di Alessandria. Il clero romano, riunito in concilio si impegnò, allora, solennemente a non riconoscere alcun altro Vescovo di Roma fintanto che Liberio fosse stato in vita. (Marcellini et Fausti Libellus precum, no.1: Quae gesta sunt inter Liberium et Felicem episcopos in Collectio Avellana, ed. Gunter; Hieronymus, Chronicon, ad an. Abr. 2365). L'imperatore, tuttavia, che stava sostituendo i vescovi cattolici esiliati con vescovi di tendenza ariana, cercò di insediare un nuovo Vescovo di Roma al posto di Liberio. Invitò a Milano Felice, arcidiacono della chiesa di Roma; all'arrivo di quest'ultimo, Acacio di Cesarea riuscì a fargli accettare l'ufficio dal quale Liberio era stato espulso con la forza e lo consacrò insieme ad altri due vescovi Ariani. La maggior parte del clero romano riconobbe la validità della sua consacrazione, ma il laicato non volle avere nulla a che fare con lui e rimase fedele al legittimo papa esiliato.

Quando Costanzo visitò Roma nel maggio 357, il popolo, rappresentato da una delegazione di influenti matrone romane chiese il ritorno del legittimo vescovo, Liberio, che, infatti, dopo la firma della terza formula di Sirmio tornò alla sua sede. I vescovi, riuniti in concilio in quella città della Bassa Pannonia, scrissero a Felice e al clero romano raccomandandogli di ricevere Liberio in tutta carità e di mettere da parte i loro dissensi; aggiunsero anche che Liberio e Felice avrebbero dovuto governare insieme la chiesa di Roma. Il popolo ricevette il legittimo papa con grande entusiasmo, ma un grande dissenso sorse presto contro Felice che, alla fine fu costretto a lasciare la città. Poco dopo, quest'ultimo, con l'aiuto dei suoi sostenitori, tentò di occupare la Basilica Julii (Santa Maria in Trastevere), ma infine fu esiliato per sempre, con voto unanime del senato e del popolo. Per quanto riguarda il resto della sua vita, poco si sa, e i resoconti pervenuti sono contraddittori, ma sembra che ne abbia spesa gran parte in ritiro nella sua dimora nei pressi di Porto (località nei pressi di Ostia Antica). Liberio permise ai membri del clero romano, compresi i sostenitori di Felice, di mantenere le loro posizioni. Una leggenda successiva confonde le posizioni di Felice e di Liberio. Negli apocrifi Acta Felicis ed Acta Liberii, così come nel Liber pontificalis, Felice è stato ritratto come santo e confessore della fede. Questa distorsione dei fatti reali probabilmente ebbe inizio con la confusione tra questo Felice e un altro Felice, un martire romano di data anteriore.

Secondo il Liber Pontificalis, Felice fece costruire una chiesa sulla via Aurelia. È ben noto, tuttavia, che su questa strada fu sepolto un martire romano, Felice; quindi sembra probabile che anche questo fatto generò confusione, per cui la vera storia dell'antipapa è stata persa e la sua figura ha ottenuto la condizione di santo e di confessore. Come tale compare nel Martirologio romano il 29 luglio.

Durante il regno di papa Gregorio XIII, il diritto di Felice a comparire tra i Papi venne messo in discussione e allo scopo di scoprire se si sarebbe trovato un miracoloso aiuto alla discussione, il suo sarcofago venne aperto. Si dice che le parole Papa e Martire vennero trovate inscritte sul suo corpo, ma questa testimonianza soprannaturale è in contraddizione con le prime autorità della Chiesa.

Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni