Basilica di Santa Maria in Trastevere (Roma)

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Basilica di Santa Maria in Trastevere
Exterior Santa Maria in Trastevere. 01.jpg
Roma, Basilica di Santa Maria in Trastevere
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Piazza di Santa Maria in Trastevere
00153 Roma (RM)
Telefono +39 06 5814802
Fax +39 06 5810599
Posta elettronica s.mariaintrastevere@libero.it
santamariaintrastevere@diocesidiroma.it
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione basilicale
Dedicazione Maria Vergine
Fondatore papa Giulio I
Data fondazione 349
Architetti Martino Longhi il Vecchio (cappelle laterali)
Carlo Fontana (facciata e portico)
Virginio Vespignani (restauro)
Stile architettonico romanico, barocco, neoromanico
Inizio della costruzione 349
Completamento 1866-1877
Data di consacrazione XII secolo, seconda metà
Consacrato da papa Alessandro III
Strutture preesistenti Taberna meritoria
Pianta basilicale
Coordinate geografiche
41°53′22″N 12°28′11″E / 41.889444, 12.469722 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Basilica di S. Maria in Trastevere
Basilica di S. Maria in Trastevere
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

La Basilica di Santa Maria in Trastevere è una chiesa di Roma, che sorge sulla omonima piazza, situata nel centro storico della città, nel rione Trastevere: fu probabilmente il primo luogo di culto cristiano dedicato alla Vergine nell'Urbe.

Storia

Dalle origini al Medioevo

La chiesa sorge sul luogo dove, in epoca romana, si trovava una taberna meritoria, l'ambiente in cui abitualmente si riunivano i legionari a riposo dopo una lunga ferma. Secondo la tradizione, nell'anno 38 a.C., dal terreno di questo sito fuoriuscì, per un giorno intero, uno zampillo di liquido oleoso - probabilmente petrolio - preceduto da un'esplosione di gas. Il fenomeno, certamente di origine vulcanica, ma che successivamente fu interpretato dai primi cristiani come segno premonitore della venuta di Cristo, l'Unto del Signore.

La basilica fu eretta nel 349 da papa Giulio I (337-352)[1] sull'ecclesia domestica fondata da Callisto I (217-222) nel III secolo, il quale vi riuniva la prima comunità cristiana della zona.

Durante l'VIII e IX secolo, la basilica venne restaurata più volte, subendo varie modifiche strutturali, sotto Adriano I (772-795) vennero aggiunte le navate laterali e completata con decori e preziosi arredi da Leone III (795-816). Gregorio IV (827-844) vi apportò profondi mutamenti: sopraelevò il presbiterio di circa un metro e mezzo rispetto al piano della navata, sistemando i banchi del clero lungo il muro dell'abside davanti alla quale pose l'altare maggiore; vi costruì davanti una recinzione aperta al centro per consentire ai fedeli la vista del celebrante. L'altare fu coperto da un ciborio e sotto di esso fu scavata la cripta, dove furono poste le spoglie san Callisto I, san Calepodio e san Cornelio (qui traslate già nel VIII secolo), venerati attraverso la fenestella confessionis aperta al centro fra le due rampe di scale che permettevano l'accesso al presbiterio. Il papa fece costruire, inoltre, la schola cantorum, la cappella della Natività e un monastero per il clero addetto alla chiesa. Benedetto III (855-858) ricostruì l'abside rovinata dal terremoto dell'847 e rinnovò il portico, il battistero e la sacrestia.

La struttura architettonica attuale risale alla ricostruzione effettuata nel 1138-1148, per volontà di Innocenzo II (1130-1143): vi aggiunse il transetto e rinnovò l'abside, che fece ornare con splendidi mosaici. Completata probabilmente nel 1148, la ricostruzione si giovò di materiali di spoglio provenienti dalle Terme di Caracalla (o forse dall'Iseo Campense), come per esempio i capitelli, le colonne di granito e le basi di alcune colonne della navata. Innocenzo II morì prima che l'edificio venisse completato, ma lasciò i mezzi economici necessari per condurre a termine i lavori. Ulteriori lavori furono eseguiti da Eugenio III (1145-1153) che fece innalzare la torre campanaria e da Alessandro III (1159-1181) che finalmente consacrò la chiesa.

Dal Rinascimento a oggi

Nel 1505 il cardinale Marco Vigerio della Rovere (1446-1516) fece ristrutturare e ampliare il monastero e restaurare la basilica sulla quale si intervenne anche, alla fine del XVI secolo, per volere del cardinale Marco Sittico Altemps (1533-1595) che fece realizzare, su progetto di Martino Longhi il Vecchio (1534-1591), sia la cappella della Madonna della Clemenza, sia alcune di quelle laterali.

Nel 1702, papa Clemente XI (1700-1721) fece riedificare il portico e modificare la facciata su progetto di Carlo Fontana (1638-1714).

Tra il 1866 e il 1877, durante il pontificato di Pio IX (1846-1878), la chiesa fu sottoposta a una radicale ristrutturazione per opera dell'architetto Virginio Vespignani (1808-1882), che mantenne comunque inalterate le antiche forme romaniche.

La basilica è sede parrocchiale affidata al clero diocesano di Roma.

Titolo cardinalizio

La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santa Maria in Trastevere, attestato già nel V secolo: l'attuale titolare è il cardinale Carlos Osoro Sierra.

Descrizione

Esterno

Facciata

Maestranze romane, Madonna con Gesù Bambino in trono tra sante vergini (1250-1260 ca.), mosaico;
Tre statue di santi papi (inizio del XVIII secolo), travertino

La facciata, a salienti del XII secolo, è caratterizzata da tre grandi finestre centinate, aperte nel XIX secolo, e da un coronamento orizzontale a guscio che presenta una splendida decorazione musiva raffigurante:

Gli spazi tra le finestre furono decorati, tra il 1866 e il 1877, da Silverio Capparoni con dipinti murali ad affresco raffiguranti:

La facciata è conclusa da un timpano triangolare, decorato da un dipinto murale ad affresco, ora piuttosto sbiadito, sempre di Silverio Capparoni, raffigurante:

Portico

Basilica di Santa Maria in Trastevere, pianta
Legenda: 1 - Portico; 2 - Navata centrale; 3 - Navata destra; 4 - Navata sinistra; 5 - Cappella di S. Francesca Romana; 6 - Cappella della Natività; 7 - Cappella del SS. Crocifisso; 8 - Cappella di S. Pietro; 9 - Transetto destro; 10 - Transetto sinistro; 11 - Presbiterio e abside; 12 - Battistero; 13 - Cappella dei SS. Mario e Callisto; 14 - Cappella di S. Francesco d'Assisi; 15 - Cappella del Sacro Cuore di Gesù; 16 - Cappella di S. Girolamo; 17 - Vestibolo della Sacrestia; 18 - Cappella della Madonna di Strada Cupa; 19 - Cappella della Madonna della Clemenza

La facciata è preceduta da un portico (1), progettato nel 1702 da Carlo Fontana, costituito da cinque arcate, chiuse da cancelli, inquadrate da due paraste e quattro colonne di granito, sormontato da un loggiato impreziosito da quattro statue di santi papi, in travertino, raffiguranti:

Sotto il portico, dove si aprono i tre portali che immettono all'aula liturgica, si conservano, oltre a una pregevole raccolta di epigrafi romane e cristiane, alcune interessanti opere fra le quali si nota:

Campanile

Il campanile romanico, a destra della facciata, fu costruito nella prima metà del XII secolo, nell'ambito dei lavori di ristrutturazione della chiesa iniziati durante il pontificato di Innocenzo II e completati da Eugenio III (1145-1153); venne poi rimaneggiato nel XVII secolo.

La struttura (h. 20 m), a base quadrata, è costituita da un alto basamento su cui s'impostano i quattro ordini superiori: il primo scandito da trifore a pilastro, il secondo e il terzo da doppie bifore su colonnine, il quarto da trifore su colonnine. Il lato orientale presenta, al secondo piano, un orologio del XIX secolo e sulla sommità, entro una nicchia:

Interno

Basilica di Santa Maria in Trastevere (interno)

L'interno si presenta a pianta basilicale a tre navate, divise da ventidue colonne in granito egizio, di diametro diverso, con basi e capitelli ionici e corinzi che sorreggono trabeazione costituita da elementi romani di spoglio che prosegue sulla controfacciata; l'arco trionfale, sostenuto da due colonne di granito con capitelli corinzi e trabeazione classica, inquadra il transetto notevolmente rialzato rispetto al piano delle navate, dove è posto l'altare, incorniciato e protetto dal ciborio.

Navata centrale

La navata centrale (2) è coperto da:

Il piano di calpestio della navata è decorato da un pavimento, quasi completamente rifatto da Virginio Vespignani nel terzo quarto del XIX secolo, che riprende quello originario, realizzato dalla bottega dei Cosmati, marmorari romani operanti tra il XII e XIII secolo, dominato dai colori rosso, verde e oro, variamente e sapientemente intrecciati tra loro.

Inoltre, all'inizio della navata, sul lato destro si nota:

Navata sinistra

Sulla navata sinistra (4) si aprono cinque pregevoli cappelle:

Transetto sinistro

Paolo da Gualdo Cattaneo, Monumento funebre del cardinale Pietro Stefaneschi (1417), marmo e mosaico

Nel terminale del transetto sinistro (10) è posto l'altare, dedicato ai santi Filippo e Giacomo apostoli, dove si conservano:

Cappella della Madonna della Clemenza

Ambito romano, Madonna con Gesù Bambino in trono e angeli detta Madonna della Clemenza (seconda metà del VI secolo), encausto su tavola

Dal transetto sinistro si accede alla Cappella della Madonna della Clemenza (19), detta anche Cappella Altemps, eretta tra il 1584 e il 1585, per il cardinale Marco Sittico Altemps, da Martino Longhi il Vecchio, a pianta quadrangolare con la volta a padiglione e le pareti laterali decorati con stucchi e affreschi, eseguiti nel 1588-1589 da Pasquale Cati, raffiguranti:

All'altare, è collocato il celebre dipinto raffigurante:

  • Madonna con Gesù Bambino in trono e angeli (seconda metà del VI secolo), encausto su tavola di ambito romano: l'immagine sacra è detta anche Madonna della Clemenza, poiché, secondo la tradizione, in occasione di una rovinosa siccità che aveva provocato un'enorme scarsità di viveri, fu portata in processione, al termine della quale il cielo divenne plumbeo e una benefica pioggia irrigò i campi.[21]

Presbiterio

Nel presbiterio (11), rialzato rispetto al piano pavimentale della navata, è delimitato nella parte centrale in basso da transenne e plutei cosmateschi, in parte risistemati dal Vespignani nel XIX secolo, si trovano:

Abside

Maestranze romane, Gesù Cristo in trono con Maria Vergine e Santi (terzo quarto del XII secolo), mosaico

L'abside (11) della basilica è un vero gioiello dell'arte musiva. La decorazione del catino e dell'arco trionfale risale al 1140-1143, mentre quella posta nelle pareti dell'abside, all'altezza delle finestre, venne realizzata alla fine del XIII secolo:

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storie della vita di Maria Vergine (Pietro Cavallini)

Nella parte inferiore dell'abside, al centro del coro ligneo ottocentesco, è collocata:

  • Cattedra episcopale (XIII secolo), in marmo, di ambito cosmatesco: l'opera è costituita da due grifi eretti che sostengono il sedile e lo schienale a disco.

A sinistra dell'abside, è visibile:

Cappella della Madonna di Strada Cupa

Dal transetto destro si accede alla Cappella della Madonna di Strada Cupa o del Coro d'inverno (18), realizzata nel 1625 su progetto del Dominichino, si conservano:

Transetto destro

Nel terminale del transetto destro (9) è collocato:

Navata destra

Pasquale Cati, Allegoria del Concilio di Trento (1588-1589), affresco

Lungo la navata destra (3) si aprono quattro pregevoli cappelle:

Dopo l'ingresso laterale, incorniciato da uno splendido portale romanico, entro una nicchia sono collocati:

  • Strumenti di morte e di tortura, collegati al sacrificio dei martiri come pesi di ferro, catene e pietre, fra le quali, secondo la tradizione, anche quella che fu legata al collo di san Callisto I per annegarlo nel pozzo tuttora visibile nella vicina chiesa a lui dedicata.

Vestibolo e sacrestia

Dalla navata sinistra si accede al vestibolo della sacrestia (17), dove sono collocati:

Nella sacrestia, costruita nel 1483 per volontà del cardinale Stefano Nardini e rinnovata nel primo quarto del XVIII secolo dall'architetto Francesco Carlo Bizzaccheri, è conservata:

Tradizione

Ogni anno nella navata centrale della Basilica il giorno di Natale si prepara il pranzo con i poveri. È un'importante tradizione organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio dal 1982, quando un piccolo gruppo di persone bisognose e di anziani del Rione, circa 20 persone, fu accolto attorno alla tavola della festa di Santa Maria in Trastevere. Oggi il pranzo è cresciuto notevolmente, tanto che nella chiesa addobbata a festa si ritrovano gioiosamente insieme circa 60.000 persone.

Note
  1. Liber Pontificalis, XXXVI, 2
  2. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri"
  3. Le figure delle Sante sono state spesso erroneamente interpretate come la raffigurazione delle Vergini sagge e vergini stolte della parabola (Mt 25,1-13 ).
  4. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri"
  5. Ibidem
  6. Ibidem
  7. Ibidem
  8. Ibidem
  9. Ibidem
  10. L'ambiente, che attualmente funge da battistero, è documentato fin dal 1383 come Cappella di San Michele Arcangelo. Qui si raccoglieva in preghiera santa Francesca Romana (1384-1440) quando veniva nella basilica.
  11. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri"
  12. Ibidem
  13. Ibidem
  14. Ibidem
  15. Ibidem
  16. Ibidem
  17. Ibidem
  18. Ibidem
  19. Ibidem
  20. Ibidem
  21. Ibidem
  22. Ibidem
  23. Ibidem
  24. La presenza nell'opera della figura di Papa Innocenzo II con in mano il modellino della chiesa data la decorazione musiva a dopo la morte del pontefice, avvenuta nel 1143.
  25. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri"
  26. Ibidem
  27. Ibidem
  28. Ibidem
  29. Ibidem
  30. Ibidem
  31. Ibidem
  32. Ibidem
  33. Ibidem
  34. Ibidem
  35. Ibidem
Bibliografia
  • Roberta Bernabei, Chiese di Roma, Electa, Milano, 2007, pp. 334-337
  • Carlo Bertelli et al., Storia dell'Arte Italiana, vol. I, Electa-Bruno Mondadori, Milano, 1990, pp. 390-391, ISBN 9788842445210
  • Hugo Brandenburg, Le prime chiese di Roma, Jaca Book, Milano, 2004, pp. 112-113
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese conventi chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, pp. 268-269
  • Cristina Marchei (a cura di), Santa Maria in Trastevere, Silvana, Milano, 1999
  • Rolf Toman, L'arte del Romanico: architettura, scultura e pittura, Könemann, Colonia, 1998, pp. 90-91, ISBN 9783829025659
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, pp. 241-244, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, pp. 564-567, ISBN 9770390107016
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 3 gennaio 2022 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

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