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Andrea Corsini (Firenze, 11 giugno 1735; † Roma, 18 gennaio 1795(o 19)) è stato un cardinale e vescovo italiano.
Biografia
Nacque l'11 giugno 1735 a Firenze. Quinto dei sette figli del principe Filippo Corsini, capitano generale della Guardia Nobile, e di Ottavia Strozzi. Pronipote del cardinale Neri Corsini (1664) di papa Clemente XII e del cardinale Neri Maria Corsini (1730).
Formazione e attività prelatizia
Dopo aver ricevuto l'educazione religiosa e letteraria da mons. Giovanni Gaetano Bottari [1], erudito di fama giansenista, decise di entrare nello stato ecclesiastico proseguendo la sua formazione sotto la guida anche del prozio Neri Maria Corsini e Pier Francesco Foggini [2]. Dal legame con questi chierici, più che dagli studi teologici da lui del tutto trascurati, nacquero in lui la propensione per il rigore giansenista e l'avversione per la morale gesuita.
Nominato Prelato domestico di Sua Santità, tra il 1756 e il 1757 viaggiò in Italia e in Europa. Dopo Padova, dove visitò il cardinale Carlo Rezzonico e Bologna, ritornò a Roma. Da Protonotario apostolico soprannumerario, svolse la mansione di Referendario del Tribunale della Segnatura Apostolica di Giustizia e di Grazia dal 24 agosto 1758 e vicario del cardinale arciprete della Patriarcale Basilica Lateranense da ottobre.
Cardinalato
In segno di gratitudine per il sostegno alla sua elezione da parte del cardinale Neri Maria Corsini.
Fu poi creato cardinale diacono nel concistoro del 24 settembre 1759 da Clemente XIII; ricevette il cappello rosso tre giorni dopo e la diaconia di Sant'Angelo in Pescheria il 19 novembre seguente. Ricevuti gli ordini minori il 25 marzo 1760 venne assegnato alle SS. CC. dei Riti, dell'Immunità Ecclesiastica, Concistoriale e delle Acque.
Ordinato presbitero il 2 febbraio 1769. Partecipò al conclave del 1769 che elesse papa Clemente XIV e a quello del 1774-1775 che elesse papa Pio VI. Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica dal luglio seguente, optò per l'ordine dei presbiteri e il titolo di San Matteo in Merulana l'11 settembre dello stesso anno.
Fu camerlengo del Collegio Cardinalizio dal 4 marzo 1771 al 27 gennaio 1772. Già protettore della Congregazione Benedettina di Vallombrosa dal 10 dicembre 1768 lo fu anche dell'Ordine dei Servi di Maria (Serviti) dal 22 dicembre 1770, del Regno d'Inghilterra il 12 marzo 1773, del Venerabile Collegio Inglese di Roma; dell'Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo (Carmelitani) dal 21 aprile 1773. Da prefetto della speciale congregazione "Pro exsequendo brevi soppressione Societatis Jesu" e dell'Economia del Collegio Romano, ebbe ampi poteri per attuare la soppressione della Compagnia di Gesù. La congregazione pubblicò il 19 agosto la bolla di soppressione Dominus ac Redemptor datata 21 luglio 1773; accusato di eccessiva durezza dai pubblicisti filo-gesuiti, si dimise dalla congregazione nel febbraio 1776. Nell'aprile 1776 fu nominato membro della Congregazione della visita apostolica al convento della Chiesa Nuova, dove era stato rinchiuso un circolo accusato di giansenismo.
Ministero episcopale
Optò per l'ordine episcopale e per la sede suburbicaria della Sabina il 15 luglio 1776. Consacrato il 21 luglio seguente nella cattedrale di Frascati dal cardinale Enrico Benedetto Maria Stuart, vescovo di Frascati, duca di York, assistito da Orazio Mattei[3], arcivescovo titolare di Colosse e da Stefano Evodio Assemani[4], arcivescovo titolare di Apamea di Siria dei Maroniti. Si dedicò subito con grande zelo e rigore morale all'opera pastorale, iniziando nello stesso anno la visita pastorale della diocesi. Nel frattempo si occupò del seminario, affidandone la direzione a Pier Francesco Foggini[5]. Una seconda visita fu fatta tra il 1785 e il 1790. Quando Nel 1792 fu dichiarato lo stato di guerra tra la Francia rivoluzionaria e lo Stato della Chiesa, fu più volte invitato dal governo toscano a intervenire presso la Curia romana per favorire il contatto tra le due parti, ma senza alcun risultato. Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma dal 10 dicembre 1793, prefetto della Congregazione per la Residenza dei Vescovi, arciprete della patriarcale Basilica Liberiana e prefetto degli spirituali del Seminario e Collegio Romano. Fu protettore delle città di Camerino, Cingoli, Toscanella, Bagnorea, Cori, ed altre; dei "mesi dei Sette Dolori" dei camaldolesi.
Morte
Morì il 18 gennaio [6] 1795 alle ore 19 a Roma all'età di 59 anni. Esposto nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, dove ebbero luogo i funerali; fu sepolto nella "Cappella Corsini" nella Basilica di San Giovanni in Laterano. L'orazione funebre De laudibus Andreae Corsinii Cardinalis fu scritta dal latinista Marco Faustino Gagliuffi [7] e Pier Francesco Foggini.
Genealogia episcopale
Successione degli incarichi
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Note |
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Bibliografia |
- (IT) Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni. 103 vols. in 53, vol. XVII, pp. 286-287, Tipografia Emiliana, 1840-1861, Venezia
- (LA) Remigium Ritzler, Sefrin Pirminum, Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi, vol. VI (1730-1799), pp. 22, 41, 47, 50, 56, Typis et Sumptibus Domus Editorialis "Il Messaggero di S. Antonio" presso Basilica Sant'Antonio, Padova, 1968
- (DE) Christoph Weber, Michael Becker, Genealogien zur Papstgeschichte. 6 vols., vol. III, 302, Anton Hiersemann, Stuttgart, 1999-2002. (Päpste und Papsttum, Bd. 29, 1-6)
- (DE) Christoph Weber, Die päpstlichen Referendare 1566-1809: Chronologie und Prosopographie. 3 vols., vol. 570, Anton Hiersemann, Stuttgart, 2003-2004. (Päpste und Papsttum; Bd. 31/1, 31/2, 31/3; Variation: Päpste und Papsttum; Bd. 31)
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Collegamenti esterni |
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Voci correlate |
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