Basilica dei Santi Dodici Apostoli (Roma)
Basilica dei Santi Apostoli | |
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Roma, Basilica dei Santi Dodici Apostoli | |
Altre denominazioni | Basilica dei Santi Apostoli, Basilica dei Santi XII Apostoli |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Piazza dei Santi Apostoli, 51 00187 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 699571 |
Fax | +39 06 69957321 |
Posta elettronica | SantiXIIApostoli@diocesidiroma.it |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano), Ordine dei Frati Minori Conventuali; |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Santi Apostoli |
Sigla Ordine qualificante | O.F.M. Conv. |
Fondatore | papa Pelagio I |
Data fondazione | VI secolo, metà |
Architetti |
Baccio Pontelli |
Stile architettonico | Rinascimentale, barocco, neoclassico |
Inizio della costruzione | XV secolo, prima metà |
Completamento | 1827 |
Data di consacrazione | 17 settembre 1729 |
Consacrato da | papa Benedetto XIII |
Titolo | Santi XII Apostoli (titolo cardinalizio) |
Lunghezza Massima | 63 m |
Larghezza Navata | 18 m. (navata centrale) |
Iscrizioni | IOANNES DUX TORLONIA FRONTEM PERFECIT A.D. MDCCCXXVII |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica dei Santi Dodici Apostoli, detta anche Basilica dei Santi Apostoli o Basilica dei Santi XII Apostoli è una chiesa di Roma, che si affaccia sull'omonima piazza, situata nel centro storico della città, nel rione Trevi, in un'area limitrofa a piazza Venezia.
Storia
Dalle origini al Medioevo
La basilica originaria, risalente alla metà del VI secolo, fu costruita su commissione di papa Pelagio I (556 - 561) e dedicata agli apostoli san Filippo e san Giacomo le cui reliquie vennero ritrovate nel 1858 e poste nella cripta. Alla morte del pontefice, la chiesa venne completata e consacrata dal successore Giovanni III (561 - 574). L'edifico primitivo, preceduto da un quadriportico, era a tre navate con pianta a croce latina e possedeva il cosiddetto coro triconco, ossia tre absidi affiancate, delle quali quella centrale decorata con un mosaico.[1]
Nel 1348 un grave terremoto distrusse la chiesa che venne riedificata nella prima metà del XV secolo da papa Martino V (1417 - 1431), in concomitanza della costruzione dell'adiacente palazzo di famiglia: fu in questa occasione che venne dedicata ai Dodici apostoli.
Sisto IV (1471 - 1484), con la Ex debito pastorali, del 20 dicembre 1474, concesse la basilica ai Frati Minori Conventuali, che tuttora la officiano.
La chiesa fu restaurata intorno al 1475, per volontà del cardinal nipote Giuliano della Rovere (il futuro Giulio II), che commissionò all'architetto Baccio Pontelli il portico a nove arcate su due ordini, antistante la facciata, e al pittore Melozzo da Forlì il grandioso dipinto murale, ad affresco, con Ascensione di Gesù Cristo risorto fra angeli e apostoli (1480 ca.): l'opera rimase nella sua ubicazione originaria fino al 1711, quando l'abside venne distrutto per rimodernare l'edificio, e allora fu staccato e diviso in sedici parti, delle quali quattordici sono oggi conservate ai Musei Vaticani, uno al Palazzo del Quirinale e un altro al Museo del Prado di Madrid.
Dal Cinquecento ad oggi
Nel 1702, Clemente XI commissionò il totale rifacimento dell'edificio all'architetto Francesco Fontana. Alla morte di questi nel 1708 nella direzione dei lavori gli succedette il padre Carlo Fontana, che ormai molto anziano, nel 1712 fu sostituito da Nicola Michetti.
La basilica fu consacrata da papa Benedetto XIII il 17 settembre 1729.
Nel 1827 l'architetto Giuseppe Valadier (1762 – 1839) progettò e diresse i lavori di completamento della facciata, realizzati con il contributo del nobile e banchiere Giovanni Raimondo Torlonia (1754 – 1829).
Nel 1873 la basilica fu espropriata e incamerata dal demanio[2]del Regno d'Italia, successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).
Il convento adiacente è sede della curia generalizia dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, a cui è affidata la basilica.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio dei Santi XII Apostoli, istituito nel II secolo: l'attuale titolare è il cardinale Angelo Scola.
Descrizione
Esterno
Portico
La basilica è preceduta da un portico (nartece), realizzato da Baccio Pontelli nel 1476, obliquo rispetto all'asse della chiesa, che presenta nove arcate su due ordini: il primo formato da possenti pilastri ottagonali con capitelli a foglie e il secondo con semicolonne ioniche che addossate ai pilastri scandiscono una loggia, chiusa nel 1674-1675 da Carlo Rainaldi, con l'inserimento di ricche finestre barocche con il timpano decorato da un Angelo, e che aggiunse la balaustra, dove solo collocate:
- Statue di Gesù Cristo e dei dodici apostoli.[3]
All'interno del nartece sono conservati:
- alla parete di fondo, a destra,
- in basso, Leone (XIII secolo), in pietra, realizzato da un membro della celebre famiglia romana di marmorari, i Vassalletto.
- in alto, rilievo con Aquila imperiale incorniciata da una corona di foglie di quercia (II secolo), in marmo di ambito romano, proveniente dal Foro di Traiano. L'opera venne donata alla chiesa dal cardinale Giuliano della Rovere, come ricorda un'iscrizione posta accanto:
(LA) | (IT) | ||||
« | TOT RUINIS SERVATAM IUL[ianus] CAR[dinalis] SIXTI IIII PONT[ificis] NEPOS HIC STATUIT » | « | Il cardinale Giuliano, nipote del pontefice Sisto IV pose [questo] quassù, ritrovato nelle rovine » |
- ai lati del portale d'ingresso, Coppia di leoni stilofori (XII secolo), in marmo rosso.
- Pietra tombale con ritratto del cardinale Giovanni Colonna (1508), attribuita a Luigi Capponi.
- alla parete sinistra, Stele funeraria di Giovanni Volpato (1804 - 1807), in marmo di Antonio Canova.[4]
Facciata
La facciata neoclassica, realizzata nel 1827 da Giuseppe Valadier, è aperta da un ampio finestrone centrale rettangolare. Ai lati due lesene di ordine composito sostengono la trabeazione con l'iscrizione commemorativa:
« | IOANNES DUX TORLONIA FRONTEM PERFECIT A.D. MDCCCXXVII » |
Un semplice timpano triangolare, sormontato da una croce, conclude la facciata.
Interno
La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), è a tre navate, divise da robusti pilastri con lesene corinzie binate, e con tre cappelle per lato, tra loro comunicanti, coperte a cupola.
La navata è coperta da un'ampia volta a botte decorata, al centro, con un dipinto murale raffigurante:
- Trionfo dell'Ordine francescano (1707), affresco di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia.
Inoltre, lungo la navata sul secondo pilastro, a destra, è collocato:
- Monumento funebre di Maria Clementina Sobieski (1735 - 1737), in marmo di Filippo Della Valle.[5]
Lungo la navata sinistra si aprono tre pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata alla Madonna Addolorata, progettata nel 1807 da Francesco Manno, è collocata:
- all'altare, pala con Deposizione di Gesù Cristo dalla croce (1815), olio su tela dello stesso Francesco Manno.
- nella seconda cappella, dedicata a san Giuseppe da Copertino, si nota:
- all'altare, pala con Estasi di san Giuseppe da Copertino (1777), olio su tela di Giuseppe Cades.
- nella terza cappella, dedicata a san Francesco d'Assisi, detta anche Cappella Colonna, si conservano:
- all'altare, pala con San Francesco d'Assisi sorretto dagli angeli (1726), olio su tela di Giuseppe Bartolomeo Chiari
- alla parete destra, in fondo alla navata, Monumento funebre di papa Clemente XIV (1783 - 1787), in marmo di Antonio Canova.[6]
Presbiterio e abside
Nel presbiterio e nell'abside si possono ammirare:
- sulla volta, la Cacciata degli angeli ribelli dal paradiso (1715 ca.) affresco di Giovanni Odazzi, allievo del Baciccia.
- al centro, entro mostra d'altare, Martirio dei santi Filippo e Giacomo apostoli (1704), olio su tela di Domenico Muratori: l'opera è la più grande pala d'altare che si conserva a Roma, metri 20 x 10.
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Pietro Riario (1474), in marmo di Andrea Bregno e Giovanni Dalmata.[7]
- alla parete destra,
- in alto, Monumento funebre del cardinale Raffaele Riario (1521 - 1540), in marmo di ambito romano:[8]
- in basso, Monumento funebre del conte Giraud d'Ansedun (1505 ca.), in marmo, attribuito a Mino da Fiesole:[9] opera di forme michelangiolesche.
- nel pavimento, a sinistra, Lastra tombale del compositore e organista Girolamo Frescobaldi (1643), in marmo.
Confessione
Dinanzi al presbiterio, una notevole scalinata a tenaglia conduce alla confessione (o cripta) realizzata nel 1879 da Luca Carimini, che accoglie oltre alle spoglie dei santi Filippo e Giacomo apostoli, le reliquie di alcuni martiri e due membri della famiglia Riario:
- a sinistra, Monumento funebre di Raffaele della Rovere (1477), in marmo, attribuito ad Andrea Bregno.
- Sarcofago romano utilizzato come tomba del cardinale Alessandro Riario.
Lungo la navata destra si aprono si aprono tre pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a san Bonaventura da Bagnoregio, sono conservate sull'altare:
- in alto, Visione di san Bonaventura e del beato Andrea Conti (1771 - 1775), olio su tela di Nicola Lapiccola.[10]
- in basso, Madonna con Gesù Bambino (1480 ca.), tavola attribuita ad Antoniazzo Romano, proveniente dalla Cappella Bessarione.
- nella seconda cappella, dedicata all'Immacolata Concezione, è collocata:
- all'altare, Immacolata Concezione e angeli (1749 - 1750), olio su tela di Corrado Giaquinto.
- nella terza cappella, dedicata a sant'Antonio da Padova, detta anche Cappella Odescalchi, edificata nel 1719-1723 su progetto di Ludovico Rusconi Sassi, si notano:
- all'altare, entro mostra marmorea, Apparizione di Gesù Bambino a sant'Antonio da Padova (1721 - 1722 ca.), olio su tela di Benedetto Luti;[11]
- sul pavimento, Stemma di Innocenzo XI (1716), in marmo.
In fondo alla navata destra, accanto al presbiterio, è posta la Cappella del Crocifisso, realizzata da Luca Carimini nel 1858, dove si conservano:
- alle pareti, Storie della vita di san Francesco d'Assisi e di alcuni santi francescani (1872), affreschi di Domenico Bruschi.
- Otto colonne tortili (IV secolo), provenienti dalla chiesa originaria.
Cappella Bessarione
Sulla parete retrostante all'altare della cappella Odescalchi sono stati individuati splendidi dipinti murali, che decoravano il luogo di sepoltura del celebre cardinale Bessarione, situati in un'intercapedine fra la chiesa e l'adiacente palazzo Colonna. L'interstizio è stato casualmente scoperto nel 1959 dall'architetto Clemente Busiri Vici (1887 - 1965) durante alcuni lavori straordinari nel citato palazzo. La cappella, con i dipinti molto danneggiati dalle inondazioni del Tevere, e poi dal saccheggio dei lanzichenecchi, era stata praticamente murata con la costruzione di quella degli Odescalchi nel 1719-1723.[12] [13]
Nel 2008, dopo un lungo e complesso restauro, i dipinti sono stati resi visibili al pubblico.
La decorazione pittorica articolata su tre registri presenta:
- nel catino absidale, Gesù Cristo tra cori angelici (1464 - 1467), affresco attribuito ad Antoniazzo Romano e collaboratori:[14]
- nel registro mediano, Storie di san Michele Arcangelo (1464 - 1467), affreschi attribuiti ad Antoniazzo Romano e collaboratori, raffiguranti:[15]
- a sinistra, San Michele arcangelo appare nelle sembianze di un toro a Siponto, sul monte Gargano;
- a destra, San Michele arcangelo appare a sant'Auberto di Avranches a Mont Saint-Michel
- nel registro inferiore,
- al centro, entro mostra marmorea, Madonna con Gesù Bambino: l'opera è una copia dell'originale di Antoniazzo Romano, attualmente collocata nella Cappella di San Bonaventura da Bagnoregio (prima a destra);
- ai lati, Sant'Eugenia e Santa Claudia (fine XVI - inizio XVII secolo), affreschi, di ambito romano.
Sacrestia
Una porta, sotto il monumento funebre di Clemente XIV, dà accesso alla sacrestia, dove è ubicato:
- sulla volta, Ascensione di Gesù Cristo (1701), olio su tela di Sebastiano Ricci.[16]
Note | ||||
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