Giovanni Battista di San Michele Arcangelo
Venerabile Giovanni Battista di San Michele Arcangelo, C.P. Presbitero | |
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al secolo Giovanni Battista Danei | |
Venerabile | |
Venerabile Giovanni Battista Danei | |
Incarichi attuali | |
sacerdote religioso | |
Età alla morte | 70 anni |
Nascita | Ovada 4 aprile 1695 |
Morte | Ritiro di Sant'Angelo in Vetralla (VT) 30 agosto 1765 |
Appartenenza | Passionisti |
Professione religiosa | Chiesa della Presentazione all'Argentario, 11 giugno 1741 |
Ordinazione presbiterale | Roma, 7 giugno 1727 da papa Benedetto XIII |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerabile il | 1940, da Pio XII |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Venerabile Giovanni Battista di San Michele Arcangelo, al secolo Giovanni Battista Danei (Ovada, 4 aprile 1695; † Ritiro di Sant'Angelo in Vetralla (VT), 30 agosto 1765) è stato un religioso e missionario italiano, fratello di San Paolo della Croce.
Biografia
Nacque ad Ovada il 4 aprile 1695, un anno dopo Paolo della Croce. Respirò lo stesso clima familiare e fu con il fratello "un sol cuore e un'anima sola". Da ragazzo rischiò di affogare insieme al fratello nel fiume Tànaro, ma venne salvato miracolosamente dalla Madonna[1]. Pregavano insieme, facevano penitenza insieme, si consigliavano e uniformavano il loro stile di vita; erano davvero inseparabili.
Quando Paolo partì per Roma da solo per andare dal Papa a chiedere l'approvazione della regola dell'istituto che si sentiva ispirato di fondare, Giovanni Battista gli disse: "Va pure ma non potrai stare né avere pace senza di me".
Il 28 novembre 1721 vestì anche lui l'abito da eremita come Paolo. I due fratelli si ritirarono nel Romitorio di Santo Stefano a Castellazzo Bormida. Poi andarono nel romitorio dell'Annunziata sull’Argentario, dove rimasero per pochi mesi.
Si spostarono a Gaeta, Itri, Napoli, Foggia. Nel 1726 iniziarono l'assistenza all'ospedale di S. Gallicano a Roma. Il 7 giugno 1727 furoro ordinati sacerdoti nella basilica Vaticana dal papa Benedetto XIII.
Nel febbraio 1728 lasciarono l’ospedale e tornarono sul Monte Argentario nel romitorio di Sant'Antonio. Privi di tutto, completamente affidati alla provvidenza di Dio, guidati dallo Spirito Santo. Erano due in uno.
Giovanni Battista diresse i lavori per la costruzione della prima casa religiosa della congregazione vicino al loro Romitorio. Cercò e scoprì miracolosamente una sorgente d'acqua necessaria per il nuovo edificio; San Michele Arcangelo apparve per proteggere la nuova costruzione da alcuni facinorosi venuti di notte per distruggerla.
Fu un pilastro della congregazione ma riuscì a rimanere sempre nell’ombra.
Era uomo di profonda preghiera contemplativa, pieno di virtù, colto, profondo conoscitore e vero esperto della Sacra Scrittura.
La Bibbia fu sempre il suo nutrimento fin da giovane, l'oggetto quotidiano delle sue meditazioni. La conosceva così bene e ne citava i passi così adatti e con tale esattezza da far capire molto bene che ne aveva un possesso pieno e la sapeva in gran parte a memoria.
Era per tutti un consigliere prudente e sicuro. Lo stesso Paolo lo scelse a sua guida spirituale e lo aveva come valido aiuto nei momenti più difficili della vita della congregazione nascente.
Con la direzione spirituale del Fondatore si può dire che Giovanni Battista sia stato una vera guida anche per tutta la nuova congregazione, un vero confondatore e come tale è stato riconosciuto.
Alla sua morte Paolo dirà: "Sono restato orfano e solo, senza padre. Chi mi correggerà ora? Chi mi avviserà dei miei difetti?"".
La sua penitenza era ammirabile; ma quanto era austero e intransigente con se stesso, altrettanto era affabile e premuroso con gli altri, come una madre affettuosissima.
Fu un apostolo zelante, degno emulo del suo santo fratello, che accompagnava nelle peregrinazioni apostoliche, in particolare nella predicazione degli esercizi spirituali e delle missioni popolari. Coraggioso e schietto, non conobbe rispetto umano. Nella predicazione curò in modo tutto particolare il clero, i religiosi e le religiose.
Ebbe il dono delle estasi e il dono delle lacrime, che scendevano abbondanti dai suoi occhi per la tenerezza davanti al Crocifisso e per la durezza dei cuori che non si aprivano al suo amore.
Nel 1744 venne nominato superiore della nuova casa di Sant'Angelo in Vetralla (VT); vi rimarrà per tutta la vita occupandosi dell'educazione dei giovani.
Dal 1747 rivestì ininterrottamente la carica di consultore generale. Come missionario apostolico percorse il Lazio, la Toscana, l'Umbria, parlando agli uomini del suo tempo con la parola ma soprattutto con l'esempio.
Nel luglio del 1765 si ammalò di una malattia all'apparenza non grave, ma lui ebbe subito la sensazione che questa lo avrebbe portato a morte; anche Paolo durante la celebrazione della messa ebbe la rivelazione della morte imminente del fratello.
Lo assistette con cura e amorevolezza. Il 27 agosto ricevè il viatico; benedisse il fondatore e la congregazione ed entrò in agonia.
Il venerdì 30 agosto del 1765 alle ore 22 Giovanni Battista si spense circondato dalla comunità religiosa che cantò la Salve Regina intonata dal fratello Paolo, affranto ma pieno di speranza per la pace eterna del fratello.
Dopo la sua morte si parlò di grazie e di miracoli ottenuti per sua intercessione al solo contatto con oggetti a lui appartenuti.
L'ambiente familiare e lo Spirito Santo sono stati una buona combinazione per i due fratelli Paolo e Giovanni Battista Danei.
La sua salma fu nascosta durante l’occupazione francese dello Stato Pontificio; il luogo rimase segreto e ancora oggi non si sa dove sia sepolto. Molto probabilmnte fu accomunato ai resti di altri religiosi nel riordino della cripta della chiesa di sant'Angelo in Vetralla. Passata la bufera napoleonica e il ripristino della congregazione nel 1816 i religiosi che avevano provveduto a nasconderlo erano già scomparsi.
Fu dichiarato venerabile da Pio XII il 7 agosto 1940.
Note | |
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Bibliografia | |
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