San Paolo della Croce
San Paolo della Croce, C.P. Presbitero | |
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al secolo Paolo Francesco Dànei | |
Santo | |
Fondatore della Congregazione della Passione di Gesù Cristo | |
Età alla morte | 81 anni |
Nascita | Ovada 3 gennaio 1694 |
Morte | Roma 18 ottobre 1775 |
Sepoltura | Roma, Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, cappella del santo |
Ordinazione presbiterale | 7 giugno 1727 da papa Benedetto XIII |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 1853, da Pio IX |
Canonizzazione | 29 giugno 1867, da Pio IX |
Ricorrenza | 19 ottobre |
Santuario principale | Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, cappella del santo |
Patrono di | Ovada, Castellazzo Bormida |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 19 ottobre, n. 2:
18 ottobre, n. 8, ricorrenza secondaria:
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San Paolo della Croce, al secolo Paolo Francesco Dànei (Ovada, 3 gennaio 1694; † Roma, 18 ottobre 1775) è stato un presbitero e fondatore italiano della Congregazione della Passione di Gesù Cristo e delle Passioniste: è stato proclamato santo da papa Pio IX nel 1867.
Biografia
Nacque a Ovada nel Monferrato, da Luca e Anna Maria Massari, entrambi ferventi cattolici e venne battezzato il 6 gennaio ricevendo il nome di Francesco Paolo.
Nel 1701 l'intera famiglia si trasferì a Castellazzo Bormida in una casa ancora oggi esistente, nell'attuale vicolo Daneo.
Ricevette la sua prima educazione da un sacerdote carmelitano che teneva una piccola scuola per ragazzi a Cremolino, vicino Ovada.
Fin da fanciullo mostrò profondo interesse per la vita interiore. Insieme con il fratello Giovanni Battista trascorreva molto tempo in preghiera, partecipava, quando poteva alla messa e si accostava con frequenza ai sacramenti. Pur non compiendo studi regolari, ebbe modo di frequentare per due anni delle scuole anche a Genova. Aiutava il padre Luca nel negozio di mercerie e di tabaccheria, con frequenti spostamenti nella zona del Monferrato.
Nel 1713, secondo la sua stessa testimonianza, ascoltando l' omelia di un parroco, nella festa di santa Maria Maddalena, si decise per una vita più impegnata e di consacrarsi al Signore.
Rinunciò a un matrimonio vantaggioso e a una cospicua eredità lasciatagli da un suo zio sacerdote. Tenne per sé solamente il libro della Liturgia delle Ore.
Pensò anche di aggregarsi all'esercito veneziano che combatteva contro il pericolo ottomano. A Crema, però, si sentì ispirato a lasciare l'esercito e a tornare a Castellazzo Bormida.
Nel 1720 si sentì ispirato a fondare un istituto che facesse continua memoria della Passione di Gesù e si dedicasse alla catechesi popolare. Egli stesso scrisse:
« | In questo tempo mi vidi in spirito vestito di nero sino a terra, con una croce bianca in petto e sotto la croce il nome SS. di Gesù in lettere bianche. » |
Nel 1720, rivestito di una tunica nera (di arbagio) da eremita, dal vescovo di Alessandria, mons. Arborio Gattinara, suo padre spirituale, scalzo e a capo scoperto, si ritirò in una angusta cella presso la chiesa dei Santi Carlo e Anna in Castellazzo Bormida. In questa cella trascorse tutto il periodo dell'Avvento e del Natale (23 novembre-2 gennaio 1720-1721), vi stese la prima bozza della futura Regola della nuova congregazione sulla base delle ispirazioni che aveva ricevute durante il ritiro stesso, come riporta nell'introduzione alla proto-Regola e compose un diario quotidiano, dove registrava le sue esperienze mistiche.
Iniziò a vivere vita ritirata a cui si aggregò anche il fratello Giovanni Battista, suo indivisibile compagno fino alla morte (1765).
Dopo varie peregrinazioni, a Gaeta e sul Monte Argentario (Grosseto), insieme al fratello, si dedicò per un certo periodo al servizio dei malati nell'ospedale di San Gallicano, in Roma.
Il 7 giugno 1727 papa Benedetto XIII lo ordinò sacerdote nella basilica di San Pietro insieme con il fratello Giovanni Battista.
Lasciato l'ospedale e ritiratisi sul Monte Argentario, iniziarono la fondazione della futura Congregazione della Passione di Gesù Cristo. Si dedicarono a tempo pieno alle missioni popolari in Toscana e nell'Alto Lazio. Iniziarono ad aggregarsi altri, presbiteri, laici e chierici, chiamati alla stessa vocazione, che univa la vita comunitaria, fortemente contemplativa e ascetica, all' apostolato della Parola, specialmente per le popolazioni più abbandonate delle Maremme.
La Regola passionista venne approvata la prima volta da Benedetto XIV il 15 maggio 1741.
Dopo l'approvazione della Regola, il primo capitolo si tenne nel ritiro (casa di recollezione) intitolato alla Presentazione di Maria sul monte Argentario (GR) il 10 aprile 1747. Durante questo capitolo, Paolo, contro la sua volontà fu eletto all'unanimità primo superiore generale e tale carica egli ricoprì per tutta la vita.
« | Nonostante fosse continuamente occupato dalla premura di governare la nascente congregazione e di fondare nuove case (ritiri), tuttavia mai smise di predicare la Parola della Croce, ardente com'era del desiderio della salvezza delle anime. » | |
Il 3 maggio 1771 Paolo, con la collaborazione della venerabile suor Crocifissa Costantini, fondò le Monache Passioniste.
Fu instancabile nei suoi impegni apostolici, sempre legato al suo austero modo di vivere che lo portò a lunghe e prolungate infermità.
La Regola e la Congregazione vennero solennemente approvate nel 1769 da papa Clemente XIV.
Paolo morì a Roma, il 18 ottobre 1775 e sepolto nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, sede della curia generalizia della nuova congregazione, donata da papa Clemente XIV.
I principali compagni e collaboratori
Tra i compagni di Paolo che si distinsero negli inizi della congregazione dei passionisti ricordiamo:
- Giovanni Battista Danei, suo fratello più piccolo di un anno, fedele compagno sin dalla fanciullezza, che condivise in tutto gli stessi suoi ideali; è stato dichiarato venerabile e cofondatore della congregazione dei Passionisti;
- Marco Aurelio Pastorelli, maestro dei novizi e missionario;
- Tommaso Struzzieri,missionario, diventato in seguito visitatore apostolico della Corsica, poi vescovo di Amelia e poi di Todi;
- Fulgenzio di Gesù Pastorelli, mistico e missionario;
- san Vincenzo Maria Strambi, missionario indefesso, predicatore di esercizi al clero, poi vescovo di Macerata-Tolentino e primo agiografo di Paolo.
- Agnese Grazi, prima collaboratrice e prediletta figlia spirituale di Paolo, della città di Orbetello, alla quale diresse molte lettere di direzione spirituale;
- La venerabile Lucia Burlini e Rosa Calabresi, altre distinte discepole di Paolo, ambedue di profonda vita mistica.
Dottrina spirituale
Per approfondire, vedi la voce Diario di Castellazzo (San Paolo della Croce) |
Per approfondire, vedi la voce Teologia spirituale di San Paolo della Croce |
La "devozione" alla Croce, segno supremo dell'amore di Dio per l'umanità da redimere, nonché lo zelo per la salvezza delle anime, sono le caratteristiche della sua spiritualità, anzi della sua mistica.
Il suo insegnamento ha come fondamento la morte mistica e la divina natività, in Cristo Crocifisso e risorto che ci introduce nel seno del Padre, secondo la dottrina del Vangelo di san Giovanni. Il Crocifisso è la massima espressione dell'amore di Dio verso gli uomini e nello stesso tempo è il vertice della risposta obbedienziale del Servo del Signore alla divina volontà redentrice.
La sua mistica cristo-passiocentrica prende le distanze sia dal giansenismo che dal quietismo, ancora molto presenti nella sua epoca
Ritroviamo questi riferimenti in numerose lettere che egli inviava alle persone che dirigeva nella vita spirituale: presbiteri, religiosi, laici. Gli viene attribuito anche un piccolo trattato intitolato Morte mistica ovverossia l'olocausto del puro spirito riscoperto nel 1976. Molto maggiore importanza riveste il Diario di Castellazzo, redatto durante il ritiro dei 40 giorni (23 novembre 1720 - 1º gennaio 1721). Esso contiene in nuce tutti gli elementi della sua dottrina mistica vissuti in prima persona, all'inizio del suo cammino di mistico del Calvario, di Fondatore e di missionario apostolico infaticabile.
Un elemento anticipatore dell'ecumenismo è rappresentato dalla sua ardente preghiera per la conversione dell'Inghilterra, già presente nel ritiro di Castellazzo.
Solo a metà Ottocento se ne videro i primi frutti con l'arrivo dei Passionisti in Inghilterra guidati dal beato Domenico Barberi che accolse l'abiura del ministro anglicano John Henry Newman. Per questo nella liturgia viene chiamato venator animarum (cacciatore di anime).
Il culto
Nel 1853 venne dichiarato beato da Pio IX e il 29 giugno 1867 lo stesso papa lo annoverò nell'albo dei Santi e venne eretta in San Pietro una monumentale statua dello scultore Iaconetti, nel registro superiore del primo pilastro verso l'altare della Cattedra, nel transetto dei Santi Processo e Martiniano.
Dal 25 aprile 1880 i resti mortali del Santo furono traslati nella nuova splendida cappella nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo eretta in suo onore.
La sua memoria liturgica si celebra il 19 ottobre (in America settentrionale il giorno successivo). Anteriormente veniva celebrata il 28 aprile.
Nel 1988 è stato inaugurato in Ovada, sua città natale, il Santuario di San Paolo della Croce, opera dell'architetto O. D'Egidio, con pitture e vetrate di Tito Amodei.
Opere
- Lettere.I vol.: ai Passionisti (a cura di F. Giorgini), Roma 1998 (include anche il Diario di Castellazzo).
- Lettere di formazione e direzione spirituale ai laici. I vol - Tomi I-II,(a cura di M. Anselmi), Edizioni Cipi, Roma 2002
Predecessore: | Superiore generale della Congregazione della Passione di Gesù Cristo | Successore: | |
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1741 - 1775 | Giovanni Battista Gorresio |
Bibliografia | |
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