Chiesa cattolica in Paraguay
Chiesa cattolica in Paraguay | ||
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Anno | 2005 | |
Cattolici | 5 milioni | |
Popolazione | 5,5 milioni | |
Categoria:Chiesa cattolica in Paraguay |
La Chiesa Cattolica in Paraguay conta circa 5 milioni di fedeli pari a circa il 91% della popolazione del paese.
L'evangelizzazione del territorio dell'attuale Paraguay[1] cominciò agli inizi del XVI secolo contemporaneamente al processo di conquista coloniale da parte della Spagna.
Attualmente (2012) la Chiesa Cattolica è presente in Paraguay con 1 sede metropolitana, 11 diocesi suffraganee e 2 vicariati apostolici; nel Paese è presente anche l'ordinariato militare.
Storia
Dal XVI al XVIII secolo
La "terra buona" dei guaraní | ||||||
Dettaglio del pulpito della chiesa della missione gesuitica Santísima Trinidad del Paraná, patrimonio dell'umanità
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Il Cristianesimo giunse nei territori dell'odierno Paraguay nel 1536 con l'arrivo nel Río de la Plata di alcuni mercedari che erano al seguito della spedizione dell'Adelantado Pedro de Mendoza. L'anno seguente questi stessi religiosi raggiunsero le terre dei Carijós-Guaraní con la spedizione del Capitano Juan de Salazar y Espinosa e altri conquistatori i quali, in occasione della festa della Madonna dell'Assunta del 1537 fondarono un forte, detto "dell'Assunta" (Fuerte de Asunción), sulle rive del fiume Paraguay.
I religiosi non riuscirono a compiere nessuna opera di evangelizzazione a favore dei nativi a causa della impossibilità di comunicare con gli indigeni.
Nel 1538 raggiunsero la costa atlantica del Paraguay i primi francescani tra i quali si ricordano in particolare Bernardo de Armenta e Alonso Lebrón. Questi religiosi furono i primi a conoscere seguaci di Pai Sumé, una figura mitologica delle religioni indigene.
Dopo aver trascorso un anno con i Guaraní della costa atlantica, Armenta e Lebrón si diressero nel 1541 fino ad Asunción al seguito della spedizione dell'Adelantado Alvar Núñez Cabeza de Vaca. Ad Asunción gli abusi di autorità e i maltrattamenti nei confronti degli indigeni ai quali assistettero i religiosi, spinsero Armenta a supplicare il re di concedere un Vescovo per Asunción: la presenza di un Vescovo, infatti, sarebbe stata una difesa per gli indigeni in quanto con il suo esempio sarebbe stato protettore dei nativi da tutti i soprusi che venivano loro perpetrati.
Grazie a questa supplica, nel 1547, dieci anni dopo la fondazione di Fuerte de Asunción, fu eretta la diocesi di Río de la Plata, con sede ad Asunción e come suffraganea dell'Arcidiocesi di Lima. La diocesi, tuttavia, restò vacante fino al 1556. Nel 1609, poi, entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Charcas.
Con l'arrivo nel 1575 dei francescani Luis de Bolaños e Alonso de San Buenaventura in Paraguay, iniziò l'evangelizzazione sistematica degli indigeni. Bolaños riuscì ad apprendere la lingua guaraní con l'aiuto dei novizi Gabriel de Guzmán, nipote del Governatore Domingo Martínez de Irala, e Juan Bernardo, che sarà il primo martire paraguayano del quale esistano documentazioni scritte. A Bolaños si deve la creazione della grafia guaraní, la traduzione in guaraní del catechismo voluto dal Terzo concilio di Lima (1582-1583), e la fondazione a partire dal 1580 delle prime reducciones guaraní[2]. Le riduzioni francescane iniziarono con la fondazione di Los Altos (1580), e proseguirono con Ita (1585), Yaguarón (1586), e San José de Caazapá (1607).
I gesuiti arrivarono in Paraguay nel 1588 ma si stabilirono formalmente ad Asunción solo agli inizi del XVII secolo. Tra i primi missionari gesuiti ricordati in particolare per la fondazione di importanti riduzioni nella zona di Guairá e poi ai margini del Paraná e dell'Uruguay, sono passati alla storia Tomás Fields, Simón Mascetta, Manuel Ortega, José Cataldino e Marcial de Lorenzana.
L'ultimo ordine ad arrivare in Paraguay fu quello dei Domenicani, i quali non fondarono riduzioni di indios, anche se, dall'espulsione dei Gesuiti (1767) in poi, assunsero la cura delle riduzione insieme ai francescani e ai mercedari.
Il clero secolare ebbe anch'esso parte attiva nell'evangelizzazione degli indios, degli schiavi, dei meticci oltre che degli spagnoli.
Dall'indipendenza al 1929
Il Paraguay dichiarò l'indipendenza dopo avere rovesciato la gestione spagnola locale il 14 maggio 1811.
Dopo l'indipendenza la Chiesa dovette subire, come in tutti gli altri Paesi dell'America latina, la pretesa che il nuovo Stato indipendente rivendicava sulla continuità del Patronato regio.
Durante la dittatura di José Gaspar Rodriguez de Francia (1766-1840), dal 1814 al 1840, la Chiesa subì una lunga e costante persecuzione: domenicani, francescani e mercedari furono espulsi e i loro conventi furono trasformati in caserme; fu soppresso anche il capitolo, chiuso il seminario e il Vescovo fu praticamente esautorato. Nel 1840 solo quarantatre sacerdoti servivano le ottantatre parrocchie della diocesi di Asuncion.
Il governo di Carlos Antonio López (1792-1862), dal 1841 al 1862, pur non permettendo la ricostituzione delle case religiose e pur controllando la vita ecclesiale fino al punto da scrivere egli stesso le lettere pastorali, fu in un certo qual modo più favorevole alla Chiesa: ottenne, dopo una lunga sede vacante, dal Papa Gregorio XVI i due vescovi di Asunción, Basilio Antonio López, suo fratello, e Marco Antonio Maiz, ausiliare; stabilì, inoltre, rapporti con la Santa Sede, favorì la costruzione di nuove chiese e non permise la tolleranza religiosa nel Paese[3].
Francisco Solano López (1826-1870) continuó la politica di controllo che suo padre ebbe nei confronti della Chiesa. Fu sotto il suo governo che il Vescovo Manuel Antonio Palacios, nominato nel 1865, fu giustiziato nel 1868 con l'accusa di cospirazione contro il Presidente. López aveva comunque l'appoggiò di una parte del clero: i sacerdoti Fidel Maíz e Justo Román, ad esempio, furono nella giuria che sentenziò la morte di Palacios[4].
Nel 1865 la diocesi di Asunción divenne suffraganea dell'Arcidiocesi di Buenos Aires.
La guerra della Triplice Alleanza (1865-1870)[5] nonostante il fatto che avesse avuto conseguenze disastrose per la Chiesa a causa della decimazione del clero, non intaccò le strutture familiari nè la pratica religiosa del popolo[6]. I problemi per la Chiesa vennero soprattutto dalle divisioni interne tra il clero che durante la guerra aveva sostenuto la causa di López e quello, invece, che si era posto dalla parte filobrasiliana. Nel 1870 fu nominato Fidelis de Avola vicario apostolico foraneo del Paraguay[7]: quando iniziò il suo mandato poteva contare solo su diciassette sacerdoti da distribuire in tutto il Paese. Nonostante la penuria di sacerdoti e la situazione caotica nella quale aveva trovato l'organizzazione ecclesiastica, in poco tempo ristabilì più di cinquanta parrocchie delle centotre che formavano la diocesi, riaprì il Seminario e fondò un Collegio Nazionale ben strutturato[8]. Il ruolo che aveva la Chiesa nella società dell'epoca, poi, è testimoniato anche dal fatto che alle elezioni del 1870 per la formazione dell'Assemblea costituente che avrebbe dovuto redigere la nuova costituzione furono eletti ben sette sacerdoti: Claudio Arrúa, Pedro Juan Aponte, J. del C. Arzamendia, Miguel Pintos, Policarpo Páez, Jerónimo Ortiz e José Ignacio Acosta. La stessa Costituzione del 1870 stabilì la religione cattolica come religione di Stato[9]. Tra il 1871 e il 1873 le perduranti divisioni tra il clero portarono ad un conflitto di giurisdizione tra il sacerdote paraguayano Manuel Vicente Moreno nominato nel 1871 amministratore della diocesi e il cappuccino Fidelis de Avola che di fatto reggeva la diocesi. La situazione migliorò dopo che con l'intervento della Santa Sede il 1° settembre 1873 fu confermato Moreno come amministratore della diocesi. Moreno riorganizzò le parrocchie nominado i vicari foranei e dettando precise istruzioni giuridiche e pastorali. La prematura morte dell'amministratore, avvenuta il 30 maggio 1874, aprì un difficile periodo per la Chiesa del Paraguay: Moreno, infatti, prima di morire aveva designato come amministratore ad interim Fidel Maíz: il governo accettò, ma la nomina fu avversata dalla Santa Sede soprattutto per il fatto che Maíz era stato tra coloro che avevano decretato l'esecuzione del vescovo Palacios. Maíz si difese in ogni modo e la situazione di incertezza durò fino al 1877 quando Maíz presentò le sue dimissioni succedendogli come Amministratore apostolico Claudio Arrúa. Nel 1878 fu eletto Amministratore apostolico "con carattere episcopale" Dionisio Riveros il quale in seguito alla convocazione del clero nazionale propose alla Santa Sede una terna per la nomina di un vescovo. Leone XIII nominò finalmente nel 1879 Vescovo del Paraguay Pedro Juan Aponte facendo uscire così la Chiesa di quel Paese dal caos nel quale era immersa da un intero decennio.
Il vescovo Aponte diede alla Chiesa del Paraguay grandi speranze: sotto il suo episcopato furono ricostruite numerose chiese e soprattutto fu rifondato nell'aprile del 1880 il Seminario conciliare sotto la direzione dei Padri Lazzaristi e con l'assistenza delle Figlie della Carità le quali furono le prime religiose ad essere presenti nella Chiesa del Paraguay dall'inizio della sua storia.
Alla morte, nel 1891, del vescovo Aponte, Claudio Arrúa fu Amministratore apostolico fino al 21 settembre 1894; in quella data Leone XIII nominò vescovo Juan Sinforiano Bogarín il quale rimase alla guida della Chiesa del Paraguay fino al 1949 diventando nel 1929 il primo Arcivescovo metropolitano del Paese.
Il Vescovo Bogarín riuscì durante il suo lungo episcopato a rivitalizzare la Chiesa paraguayana: affrontò con fermezza le irregolarità canoniche nelle quali versavano molti sacerdoti a causa della confusione generata dalle vicende postbelliche; ordinò durante il suo episcopato quasi cento sacerdoti riuscendo così a coprire le necessità pastorali di quasi tutte le parrocchie del Paese; favorì l'entrata in Paraguay di molte congregazioni religiose missionarie per poter dare impulso all'evangelizzazione; promosse con decisione le organizzazioni di apostolato laicale come l'Acción Católica, la Liga de Damas Católicas e la Federación de Juventud Católica; lottò contro le organizzazioni liberali che proponevano progetti politici favorevoli al matrimonio civile, al divorzio e alla educazione laicista conducendo una decisa campagna contro la massoneria, le idee anarchiche e contro i fanatismi di matrice politica. Di fronte ai numerosi colpi di stato e rivolgimenti politici che successero in Paraguay durante il suo episcopato, Bogarín intervenne soprattutto attraverso le sue lettere pastorali nelle quali raccomandava accoratamente la pace e ripudiava con energia l'uso della tortura. Il suo stile pastorale, infine, lo portò a percorrere quasi cinquantamila kilometri in viaggi per il Paese durante i quali predicava il Vangelo e sollecitava soprattutto i campesinos all'organizzazione sociale per la difesa delle loro terre e dei loro diritti.
Dal 1929 ad oggi
Nel 1929 fu eretta la Provincia Ecclesiastica del Paraguay con la creazione della Arcidiocesi di Asunción e delle diocesi di Villarrica del Espíritu Santo e Concepción e Chaco.
La "Carta Pastoral Colectiva del Episcopado Paraguayo", del 1932, fu il primo documento collegiale della Chiesa paraguayana dopo la nomina dei Vescovi, fatta nel 1931, delle due nuove diocesi. Il documento si concentrava soprattutto sulla necessità della predicazione del Vangelo e dell'insegnamento della dottrina cristiana agli adulti e ai fanciulli. In quello stesso anno, allo scoppio della guerra con la Bolivia, i tre Vescovi del Paese organizzarono anche un corpo di cappellani castrensi. Poco prima della guerra i vescovi paraguayani avevano invitato gli organizzatori dell'Azione Cattolica dell'Argentina per porre le basi della stessa organizzazione in Paraguay. L'organizzazione, appena fondata, fu convertita, a causa della guerra, in una istituzione con finalità assistenziali e caritative. Nel 1935, però, finita la guerra, l'Azione Cattolica recuperò, grazie soprattutto all'opera di Monsignor Anibal Mena Porta, le sue proprie finalità e continuò il suo processo di organizzazione.
Nel 1937 fu organizzato il Primo Congresso Eucaristico Nazionale in un momento in cui il Paese attraversava una grave crisi. Il 25 ottobre di quello stesso anno i vescovi si riunirono per trattare i temi più urgenti.
Negli anni seguenti, fino al 1955, vari avvenimenti sottolinearono la presenza attiva della Chiesa nella vita del Paese; lo sviluppo dell'Azione Cattolica, l'impulso dato alla catechesi, la nascita della stazione radio cattolica "Cáritas" fondata dal francescano Luis Lavorel, l'incremento dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole ed altre iniziative, poi, furono il segno dell'impegno di evangelizzazione della Chiesa.
La Costituzione del 1940 ripeteva per quanto riguarda i rapporti dello Stato con la Chiesa quasi le stesse espressioni di quella del 1870[10]. L'episcopato esercitava il suo magistero per mezzo di lettere e di decreti pastorali. I più importanti facevano riferimento alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica, ai doveri civili dei cattolici, alla cristianità politica del Paese. Collaboravano con i Vescovi anche sacerdoti designati per specifiche missioni, così come membri dell'Azione Cattolica. Anche il laicato partecipava alla missione della Chiesa e tra le sue fila ci furono gli iniziatori del Movimiento Social Cristiano, che diventerà Movimiento Social Demócrata Cristiano e che oggi si chiama Partido Demócrata Cristiano.
Di particolare delicatezza fu il ruolo della Chiesa durante la dittatura di Alfredo Stroessner Matiauda (1912–2006) che governò il Paraguay dal 1954 al 1989. Negli della dittatura, infatti, durante i quali non c'era libertà politica nè sindacale nè di informazione, l'unico punto di riferimento alternativo al potere violento di Stroessner fu proprio la Chiesa. I motivi del dissenso della Chiesa dal governo furono molteplici: sul ruolo dello Stato nel sistema di corruzione che invadeva il Paese, ad esempio, e poi sulla violazione sistematica da parte del governo dei diritti umani, sulle divergenze sulle competenze circa l'assistenza sociale e l'attività educativa, sulle sovvenzioni economiche che lo Stato avrebbe dovuto dare alla Chiesa ecc. Conseguenza di queste divergenze fu l'espulsione di molti sacerdoti dal Paese (padre Ramón Talavera, monsignor Aníbal Maricevich, il gesuita Francisco de Paula Oliva, ad esempio furono tra i sacerdoti avversati dal regime e poi espulsi per le loro denunce delle torture che la polizia praticava abitualmente nei confronti dei dissidenti e per la violazione dei diritti umani). Nonostante questo clima di censura da parte del governo, la Chiesa riuscì a sostenere i dissidenti soprattutto negli Istituti educativi e di formazione: l'Universidad Católica de Asunción, ad esempio, diventò un centro di riflessione per gli oppositori al regime. Il controllo del regime nei confronti degli intellettuali cattolici fu per questo motivo notevole e arrivò alla clamorosa chiusura della rivista Comunidad. Negli ambienti rurali, poi, la Chiesa attraverso le Ligas Agrarias si dedicò all'alfabetizzazione e alla formazione dei campesinos.
Anche queste attività furono viste da Stroessner come un tentativo di diffondere il comunismo fatto dai curas bolches, dai "preti bolscevichi". Per questo motivo le repressioni nei confronti dei campesinos che si riunivano nelle chiese e negli ambienti ecclesiali furono sistematiche e violente.
Anche i Vescovi del Paraguay intervenirono spesso per manifestare il proprio disaccordo nei confronti del governo. La scomunica del ministro degli Interni Sabino Montanaro e del capo della polizia Francisco Britez fu un chiaro segnale della decisione con la quale anche la gerarchia ecclesiastica del Paese affrontò il regime. In particolare nel 1967, poi, in occasione della riforma costituzionale, i Vescovi si opposero all'aumento dei poteri all'esecutivo, sostenendo invece una decisa riforma agraria e manovre economiche che si ponevano in evidente contrasto con gli interessi del regime.
Nonostante la notevole opposizione che la Chiesa operò nei confronti di Stroessner, nella Costituzione del 1967 in buona sostanza si rinnovò l'atteggiamento teoricamente positivo dello Stato nei confronti della Chiesa superando anche, finalmente, le pretese del Patronato nazionale[12].
La Chiesa fu praticamente l'unica seria opposizione al regime di Stroessner durante tutti i suoi trentacinque anni di dittatura e la visita di Giovanni Paolo II, nel maggio del 1988, segnò il culmine di questa opposizione;
« | La forza simultanea e solidale di valori come la pace, la libertà, la giustizia e la partecipazione sono requisiti essenziali per poter parlare di una autentica società democratica, fondata sul libero consenso dei cittadini. Non sarà possibile pertanto, parlare di vera libertà e ancor meno di democrazia laddove non esista la partecipazione reale di tutti i cittadini alle grandi decisioni che riguardano la vita e il futuro della nazione. In un atteggiamento di concordia e di dialogo si tratta di cercare le forme di partecipazione più adeguate all’espressione delle aspirazioni profonde di tutti i cittadini. L'ordine e la pace sono l'impegno comune e presuppongono l'effettivo rispetto dei diritti inalienabili della persona. La pace non è compatibile con una forma di organizzazione sociale nella quale solamente alcuni individui instaurano, a loro esclusivo profitto, un principio di discriminazione secondo il quale i diritti e la stessa esistenza altrui vengono a dipendere dall'arbitrio dei più forti » | |
Lo spodestamento subito da Stroessner da parte di un golpe militare capeggiato da Andrés Rodriguez Pedrotti nel febbraio del 1989 fu ovviamente valutato dalla Chiesa in modo positivo.
L'ultima Costituzione del Paraguay, del 1992, redatta proprio durante la presidenza di Rodriguez Pedrotti, pur facendo riferimento ai particolari rapporti con la Chiesa cattolica, riconobbe la libertà religiosa e di culto senza attribuire ad alcuna confessione il carattere ufficiale; nello stesso tempo ricordò il ruolo da "protagonista" della Chiesa cattolica nella formazione della coscienza nazionale[14]
Nel 2006 la Chiesa si trovò al centro degli eventi della vita politica del Paraguay per la scelta del vescovo di San Pedro Apostol Fernando Lugo Méndez, già molto attivo nella vita sociale del Paese, di candidarsi alla Presidenza della Repubblica. Lugo, sospeso a divinis e poi ridotto allo stato laicale, divenne in effetti Presidente nel 2008.
Organizzazione ecclesiastica
La Chiesa cattolica è presente in Paraguay con una sede metropolitana, undici diocesi suffraganee, due vicariati apostolici, un ordinariato militare una nunziatura apostolica:
- Arcidiocesi di Asunción
- Diocesi di Benjamín Aceval
- Diocesi di Caacupé
- Diocesi di Carapeguá
- Diocesi di Ciudad del Este
- Diocesi di Concepción en Paraguay
- Diocesi di Coronel Oviedo
- Diocesi di Encarnación
- Diocesi di San Juan Bautista de las Misiones
- Diocesi di San Lorenzo
- Diocesi di San Pedro Apóstol
- Diocesi di Villarrica del Espíritu Santo
- Vicariato apostolico del Chaco Paraguayo
- Vicariato apostolico del Pilcomayo
- Ordinariato militare in Paraguay
- Nunziatura apostolica in Paraguay
Nunziatura apostolica
Per approfondire, vedi la voce Nunziatura apostolica in Paraguay |
Delegati apostolici sono presenti dal 1856. La nunziatura apostolica è stata istituita nel 1920.
Testimoni della storia della Chiesa paraguayana
Hernando Arias de Saavedra (1561 - 1634), più conosciuto come Hernando Suárez de Sanabria o Hernandarias, fu un militare e politico criollo, il primo nato in America ad occupare il posto di governatore di una regione coloniale. Amministratore illuminato, durante il suo mandato si iniziò la pratica delle riduzioni dei gesuiti nella regione del Paraguay, furono restaurate o costruite molte chiese e soprattutto furono decise leggi delle quali tutti, coloni, meticci e nativi, poterono beneficiare.
I santi martiri gesuiti Roque González de Santa Cruz, paraguayano, Alfonso Rodríguez e Juan de Castillo, spagnoli; evangelizzarono gli indios nella zona del Rio de La Plata fondando reducciones, nei quali il lavoro e la vita sociale si coniugavano liberamente con i valori del cristianesimo: furono per questo uccisi nel 1628 in un agguato dal sicario di uno stregone.
Eustaquio Pastor Cuquejo Verga, Redentorista, è l'attuale (2011) Arcivescovo di Asuncion e metropolita della Chiesa paraguayana
Luoghi dello spirito
Processione della Virgen de Caacupé, in diocesi di Caacupè. Il santuario della Virgen de Caacupé è santuario nazionale. Così si espresse Giovanni Paolo II il 18 maggio 1988 pellegrino a Caacupè: «Contemplando l'immagine benedetta di nostra Signora di Caacupé, sembra riannodarsi la misteriosa trama di una storia secolare nella quale felicemente coincidono per questa nazione l'arrivo del messaggio cristiano di salvezza e la presenza materna di Maria in queste terre. (...) Caacupé è il luogo che Maria stessa ha voluto scegliere, come attestano i semplici segni e le testimonianze che ci ha trasmesso la storia di questo Santuario, per restare in mezzo a voi, per fissare la sua dimora fra queste montagne, con un gesto squisito di amore materno e di fedeltà alla sua missione universale. (...) Caacupé è il centro di questa geografia mariana, espressa così mirabilmente nei nomi delle vostre città che perpetuano la memoria dei principali misteri di Maria: (...) Concepción (...), Encarnación, (...) Asunción»[15].
Resti della riduzione Santísima Trinidad de Paraná fondata nel 1706 dal gesuita Juan de Anaya. Questa riduzione è la più visitata tra quelle del Paese ed è Patrimonio mondiale dell'umanità.
Resti della riduzione di Jesús de Tavarangue fondata nel 1685 con una architettura originale e diversa dalle altre riduzioni. Il sito è Patrimonio mondiale dell'umanità.
Interno del Santuario della Virgen de Itacua, nella diocesi di Encarnación. Il santuario, costruito in un luogo paesaggisticamente molto rilevante, si trova sulla riva destra del Paraná. La tradizione attribuisce alla Virgen de Itacua apparizioni ai pescatori della zona durante le quali comunicava la sua protezione dai pericoli delle acque del fiume. L'incremento dei pellegrinaggi risale ai primi anni del XX secolo quando i Missionari del Verbo Divino costruirono nella zona una grotta con una immagine della Vergine proveniente dall'Europa.
Note | |
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Bibliografia | |
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