Roberto Ranieri Costaguti
Roberto Ranieri Costaguti, O.S.M. Vescovo | |
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Ritratto di Roberto Ranieri Costaguti | |
Età alla morte | 86 anni |
Nascita | Livorno 15 giugno 1732 |
Morte | Sansepolcro 16 novembre 1818 |
Ordinazione presbiterale | Roma, 21 dicembre 1754 |
Nominato vescovo | 14 dicembre 1778 da papa Pio VI |
Consacrazione vescovile | Sansepolcro, 20 dicembre 1778 dal card. Giovanni Carlo Boschi |
Incarichi ricoperti | |
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Roberto Ranieri Costaguti (Livorno, 15 giugno 1732; † Sansepolcro, 16 novembre 1818) è stato un vescovo italiano, umanista, oratore e rettore universitario.
Cenni biografici
Nacque a Livorno il 15 giugno 1732, figlio di Mattia e Rosa nata Nocetti. Compì i primi studi a Pisa presso i barnabiti. Nel 1748 entrò nell'Ordine dei servi di Maria iniziando il suo noviziato presso il convento della SS. Annunziata di Firenze. Completò la propria istruzione a Siena e a Senigallia e seguì il corso di teologia nel collegio di san Marcello a Roma, dove fu ordinato presbitero il 21 dicembre 1754.
Il 4 ottobre 1759 fu nominato maestro di teologia. Fu priore e reggente di studio del convento di Faenza al 1761 e nel 1766 di quello di Firenze. Grazie alla sua abilità oratoria iniziò con successo la predicazione nelle varie città d'Italia, nelle corti e sulle piazze, guadagnandosi la stima di personalità influenti. Raccolse anche molteplici riconoscimenti, tra i quali l'iscrizione a numerose accademie, come quelle di Mantova, Imola, Cortona e Foligno; a Roma fu arcade col nome di Lentisco Adrasteo. Nel 1765 predicò nella Basilica di San Lorenzo in Damaso di Roma su invito del cardinale Stuart e in quell'occasione parlò anche davanti al Collegio dei cardinali.
In seguito ebbe modo di predicare l'avvento e la quaresima a Malta guadagnandosi la stima del gran maestro dell'Ordine gerosolimitano Emanuele Pinto, che ricorse a lui quando, in seguito alla cacciata dei gesuiti dall'isola nel 1768, istituì un collegio di educazione e un'università. Raggiunta Malta col corpo accademico che aveva reclutato tra gli ecclesiastici italiani, il Costaguti elaborò le costituzioni della nuova università, articolata in tre facoltà di teologia, giurisprudenza e medicina con annessa scuola teorica e pratica di nautica.
Alla morte del Pinto, avvenuta nel 1773, il nuovo gran maestro dell'Ordine licenziò tutti i docenti stranieri sostituendoli, per asseriti motivi economici, con personale dell'isola; e anche il rettore lasciò il posto. Padre Costaguti rientrò a Firenze riprendendo l'attività di predicatore. Papa Clemente XIV lo invitò a predicare nel 1774 per la quaresima nella chiesa del Gesù a Roma e al ritorno a Firenze fu nominato prevosto della cattedrale di Fiesole.
Nel 1776 fu nominato vescovo della diocesi di Sansepolcro, il 20 dicembre fu consacrato vescovo dal cardinal Giovanni Carlo Boschi. Fu vescovo sollecito e sensibile, ebbe a cuore l'istruzione del popolo e la cultura e la dignità del suo clero. Nel terremoto e la carestia del 1781 vendette carrozza, argento, anelli e impiegò i doni e il denaro ricevuto dalle predicazioni per soccorrere i poveri e i carcerati della sua diocesi. Fondò anche una scuola gratuita per ragazze povere a San Piero in Bagno di Romagna. Dal 1779 al 1797, mentre la sua salute peggiorava, compì quattro visite pastorali alle 135 parrocchie della diocesi, sparse tra Toscana e Romagna
Pur condividendo molte delle idee riformatrici mons. Costaguti contrastò le iniziative più spiccatamente ispirate dal giansenismo del vescovo di Pistoia Scipione de' Ricci. I limiti dell'adesione al riformismo del gran duca di Toscana Leopoldo II d'Asburgo-Lorena emergono evidenti dalle risposte al questionario granducale dei "57 punti" e dal ruolo che egli svolse in seno alla successiva assemblea degli arcivescovi e dei vescovi tenutasi a Firenze dal 23 aprile al 5 giugno 1787, in preparazione del progettato sinodo nazionale, destinato a un definitivo rinvio. Il rigido atteggiamento tenuto in assemblea dal mons. Costaguti sorprese e amareggiò il granduca, che gli divenne ostile.
Gli ultimi anni della vita del vescovo furono resi penosi, oltre che dalla situazione politica, anche dal progressivo aggravarsi di una malattia agli occhi che nel 1808 lo lasciò quasi dei tutto privo della vista. In conseguenza di ciò egli chiese di lasciare la diocesi, ma venne invitato da papa Pio VII a restare al proprio posto. Durante il periodo napoleonico non volle prestare giuramento al regime e rifiutò anche di fregiarsi della Legion d'onore. Pari energia seppe usare nel critico momento del crollo dell'Impero, quando riuscì ad assicurare un tranquillo trapasso di regime.
Morì a Sansepolcro il 16 novembre 1818, nel suo testamento lasciò quasi tutto il suo patrimonio ai poveri della città.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII,O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Giovanni Carlo Boschi
- Vescovo Roberto Costaguti, O.S.M.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Sansepolcro | Successore: | |
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Niccolò Marcacci | 20 dicembre 1778 - 16 novembre 1818 | Annibale Tommasi |
Bibliografia | |
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