Ján Chryzostom Korec

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Ján Chryzostom Korec, S.J.
Cardinale
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battezzato
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Ut omnes unum sint

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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 91 anni
Nascita Bošany
22 gennaio 1924
Morte Nitra
24 ottobre 2015
Sepoltura castello di Nitra
Conversione
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale 1º ottobre 1950 dal vescovo Robert Pobožný
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Nominato vescovo in data sconosciuta da papa Pio XII
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Consacrazione vescovile 24 agosto 1951 da Pavel Mária Hnilica
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Creazione
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Creato
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(vedi)
Creato
Cardinale
28 giugno 1991 da Giovanni Paolo II (vedi)
Deposto dal cardinalato [[{{{aPd}}}]] da [[{{{pPd}}}]]


Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 24 anni, 3 mesi e 26 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Altre ricorrenze
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Incoronazione
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Onorificenze
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Nomi postumi
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Firma [[File:{{{firma}}}|150x150px]]
Collegamenti esterni
Biografia su vatican.va
(EN) Scheda su gcatholic.org
(EN) Scheda su catholic-hierarchy.org
(EN) Scheda su Salvador Miranda
Invito all'ascolto
Firma autografa
[[File:{{{FirmaAutografa}}}|250px]]
{{{Festività}}}
Virgolette aperte.png
Senza il legame con il Papa non avremmo resistito alla persecuzione. [..] Nessun dittatore, Hitler o Stalin che sia, ha l'ultima parola nella storia. L'ultima parola appartiene a Dio. Ci possono arrestare, torturare, picchiare, anche uccidere, ma alla fine vinceremo noi. La nostra non è una forza personale, ma è la forza di Dio, di Cristo Risorto
Virgolette chiuse.png
(Testimonianza riportata da Giampaolo Mattei, 2011)

Ján Chryzostom Korec (Bošany, 22 gennaio 1924; † Nitra, 24 ottobre 2015) è stato un cardinale e vescovo slovacco, gesuita. È stato uno dei testimoni della chiesa clandestina in Slovacchia.


Da una sua lettera
"Non ho ammesso né ammetterò mai di aver coscientemente commesso le infrazioni alla legge o alla Costituzione di cui sono stato accusato. Ho già esposto la mia opinione sullo svolgimento del processo e non la cambierò. Non contesto il fatto di aver aiutato dei giovani nello studio della teologia e di averli anche ordinati sacerdoti, però mi rifiuto di considerare questi atti come delitti e tanto meno come tradimento. Ho iniziato i miei dodici anni di condanna con la convinzione di essere vittima di un'aperta rappresaglia subìta in condizioni di assoluta impotenza fisica e giuridica. Con dodici anni di detenzione si puniscono solo dei criminali... con il processo che mi fu fatto si è reso un cattivo servizio alla giustizia slovacca. Riguardo poi all'accusa di aver avuto rapporti con i capitalisti ed i proprietari di terra

Biografia

Nato a Bošany, diocesi di Nitra, Cecoslovacchia (oggi Slovacchia). Di umile famiglia, era il terzo figlio di Ján Korec, operaio di una conceria, e Mária Drábic.

Formazione e ministero sacerdotale

Primi studi presso la scuola pubblica di Bošany e la scuola cittadina di Chyronary, un villaggio vicino. In gioventù fu un attivo Boy Scout. Decise di diventare sacerdote ed entrò nella Compagnia di Gesù il 15 settembre 1939. Centro dei gesuiti a Ružomberok (scuola superiore); si diplomò nel 1944 a Kláštor pod Znievom; andò a Trnava per studiare filosofia; interruppe gli studi filosofici nel 1950, in seguito alla soppressione degli Ordini Religiosi.

Ricevette segretamente l'ordinazione presbiterale il 1° ottobre 1950 all'età di 26 anni dal vescovo Robert Pobožný(ch), e la sera del 24 agosto 1951, a 27 anni, ricevette clandestinamente l'ordinazione episcopale dal Vescovo Pavel Mária Hnilica(ch). L'ordinazione venne "fatta in tutta fretta - ricorda egli stesso - con la paura che la polizia facesse irruzione da un momento all'altro"[1].


Gli "esercizi spirituali"
Il Cardinale Korec insieme a confratelli gesuiti

"Sicuramente fu l'isolamento la più terribile delle punizioni. Tuttavia la necessità rende l'uomo ingegnoso cosicché avevo trovato un sistema molto semplice per rompere l'isolamento. Immaginavo di fare gli esercizi spirituali. Mi facevo un programma giornaliero ben dettagliato ed intenso. Cominciavo al mattino con una buona ora di meditazione, proprio come si faceva in convento. Quindi, la Santa Messa. Per questa avevo soltanto pane e vino: ma ciò bastava a procurarmi tanta gioia. Dopo la Santa Messa cominciava il programma di studio: ripassavo a memoria testi di teologia e di filosofia, discutendo ad alta voce come se mi trovassi all'università, davanti ai professori. Quando mi sentivo stanco mi distendevo con canti religiosi. Poi continuavo a studiare e pregare. Arrivava la sera senza che io avessi potuto svolgere tutto il programma che mi ero fissato. Quando poi, dalla cella d'isolamento, venivo trasferito di nuovo nella cella comune, mi sentivo spiritualmente più forte come se avessi realmente compiuto un corso di esercizi spirituali".

In fabbrica, per nove anni consecutivi svolse la sua missione di presbitero e di Vescovo senza essere scoperto da nessuno. Fu scoperto e arrestato nel 1960. Processato, venne condannato a dodici anni di carcere e rinchiuso in un ex monastero trasformato in prigione; lì si trovò in compagnia di altri sei Vescovi e di duecento presbiteri. Per due anni non riuscì a celebrare l'Eucaristia, e nell'isolamento sopravvisse grazie a un metodo di preghiera costruito sullo stile degli Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio di Loyola[1].

In seguito alla Primavera di Praga, venne liberato nel 1968 con un'amnistia generale. Uscito dalla prigione gravemente ammalato, dovette essere ricoverato in ospedale. Rimessosi, lavorò come netturbino a Bratislava. Poté per la prima volta celebrare la Messa in pubblico.

Nel 1969 un nuovo processo lo riabilitò totalmente, e poté ottenere un passaporto per Roma, dove incontrò Paolo VI, dal quale ricevette le insegne episcopali; egli stesso narra l'episodio[1]:

« "Un incontro commovente. Paolo VI volle che gli raccontassi tutta la mia storia. Si mise a piangere quando gli dissi che anche in carcere si può fare del bene e di come un giovane criminale si era convertito grazie alla mia amicizia. Al termine dell’udienza mi regalò il suo anello, la croce pettorale e due mitrie che portava quando era arcivescovo di Milano". »

La sua salute crollò. Nel 1974 venne annullata la riabilitazione del 1969 e nuovamente incarcerato per scontare i quattro rimanenti anni della primitiva sentenza. Successivamente fu rilasciato in seguito alle non buone condizioni di salute. Perse il suo lavoro di spazzino entrando nella lista dei disoccupati finché non trovò un posto come magazziniere in una fabbrica di prodotti chimici, dove svolgeva il suo lavoro di scaricatore di barili di catrame. In seguito fece anche il manutentore di ascensori. Andò in pensione nel 1984 al compimento del suo sessantesimo anno di età.

In suo modesto appartamento a Petrazlka, zona industriale alla periferia di Bratislava, divenne il punto di rifermento della Chiesa Slovacca. Nella sua casa erano poste varie microspie.

Fu solo nel 1989 che poté indossare pubblicamente le insegne episcopali donategli da Papa Montini.

Episcopato

Il 6 febbraio 1990 il Santo Padre Giovanni Paolo II lo nominò Vescovo di Nitra. Per tre volte, nel 1990, nel 1995 e nel 2003, accolse Giovanni Paolo II in Slovacchia.

In una lettera inviata al Papa il 25 marzo del 1990, dopo aver ribadito la totale obbedienza al Successore di Pietro e ringraziato il Papa per il dono della Croce pettorale, rilevava i 38 anni di fedele missione secondo le istruzioni di Pio XII avute nel 1951 e gli ultimi dieci anni secondo le indicazioni ricevute da Giovanni Paolo II.

Predicò gli Esercizi spirituali al Papa e alla Curia Romana durante la Quaresima del 1991.

Cardinalato

Fu creato e pubblicato Cardinale da Giovanni Paolo II nel Concistoro del 28 giugno 1991, del titolo dei Santi Fabiano e Venanzio a Villa Fiorelli.

Dal 9 giugno 2005 fu Vescovo emerito di Nitra fino alla sua morte.

Morte

Deceduto il 24 ottobre 2015 a Nitra, il 31 ottobre 2015, alle ore 11:00, una Messa per l'eterno riposo dell'anima del defunto cardinale è stata presieduta dal cardinale Stanisław Dziwisz, arcivescovo di Cracovia. La sepoltura avvenne nella cripta della cattedrale-basilica di Santa Emeráma, nel castello di Nitra, come desiderato dal defunto cardinale.

Onorificenze

Membro di I Classe dell'Ordine di Ľudovít Štúr - nastrino per uniforme ordinaria Membro di I Classe dell'Ordine di Ľudovít Štúr
— 1995
Membro di I Classe dell'Ordine di Andrej Hlinka - nastrino per uniforme ordinaria Membro di I Classe dell'Ordine di Andrej Hlinka
— 1999

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Nitra Successore: Bishopcoa.png
Jan Pasztor 6 febbraio 1990 - 9 giugno 2005 Viliam Judák I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Jan Pasztor {{{data}}} Viliam Judák
Predecessore: Cardinale presbitero dei Santi Fabiano e Venanzio a Villa Fiorelli Successore: CardinalCoA PioM.svg
Hermann Volk 28 giugno 1991 - 24 ottobre 2015 Carlos Aguiar Retes I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Hermann Volk {{{data}}} Carlos Aguiar Retes
Note
  1. 1,0 1,1 1,2 Giampaolo Mattei (2011).
Bibliografia
Collegamenti esterni