Pietro Isvalies
Pietro Isvalies Cardinale | |
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Età alla morte | 61 anni |
Nascita | Messina 1450 |
Morte | Cesena 22 settembre 1511 |
Sepoltura | Santa Maria Maggiore (Roma) |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato arcivescovo | 18 febbraio 1497 da papa Alessandro VI |
Consacrazione vescovile | Cappella Sistina, 4 giugno 1497 dall'arc. Bartolomeo Flores |
Creato Cardinale |
28 settembre 1500 da Alessandro VI (vedi) |
Cardinale per | 10 anni, 11 mesi e 24 giorni |
Incarichi ricoperti |
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Pietro Isvalies o Isuales; Isuali; Isuagles; Suaglio (Messina, 1450; † Cesena, 22 settembre 1511) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.
Cenni biografici
Pietro nacque a Messina intorno alla metà del Quattrocento da una modesta famiglia di origine spagnola.
Primi anni
Compì studi di letteratura latina. Fu canonico e cantore della cattedrale di Messina, poi vicario generale dell'arcivescovo Pietro de Luna.[1] Nel 1485 fu priore di santa Croce di Messina e abate commendatario di santa Maria di Bordonaro, nel 1493 ottenne un beneficio presso san Michele d'Alcamo divenendo scholasticus della Chiesa palermitana.
Episcopato
Giunse a Roma durante il pontificato di Alessandro VI. Divenne protonotaio apostolico, fu vicecancelliere della Camera apostolica e governatore di Roma dal 1496 al 1500. Nel 1497 fu nominato arcivescovo di Reggio Calabria, pur conservando il canonicato e le prebende della chiesa di Messina. Ricevette la consacrazione episcopale dalle mani dell'arcivescovo di Cosenza e segretario domestico del Papa mons. Bartolomeo Flores,[2] cerimonia tenutasi nella Cappella Sistina.
Poco tempo dopo, in qualità di governatore di Roma, fu incaricato di condurre, insieme con mons. Pietro Menzi de Vincentia,[3] vescovo di Cesena e uditore generale della Camera apostolica, un processo contro il Flores, arrestato il 14 settembre e rinchiuso in Castel Sant'Angelo con l'accusa di aver falsificato un gran numero di brevi pontifici ricavandone più di 7000 ducati. Flores fu scomunicato, privato di ogni ufficio e beneficio ecclesiastico e condannato al carcere perpetuo da scontare a pane e acqua.
Dall'agosto 1498 condusse, insieme con il Menzi e con Eggert Dürkop,[4] vescovo di Schleswig, il processo contro Pedro Aranda,[5] vescovo di Calahorra y La Calzada in Spagna e gran cerimoniere di Curia, accusato di essere un marrano e di negare la Trinità, la passione di Cristo, l'inferno, il purgatorio e le indulgenze.[6] Il 16 novembre Aranda fu privato del vescovado e dei benefici ecclesiastici e condannato al carcere a vita in Castel Sant'Angelo.
Come governatore fu chiamato a contrastare le frequenti aggressioni armate dei banditi corsi ai danni di pellegrini e viaggiatori. Nel 1500 con una draconiana misura espulse tutti i cittadini dell'isola dallo Stato della Chiesa espropriandone i beni, dopo l'aggressione subita in mare dall'ambasciatore francese diretto a Roma a opera di pirati di quell'isola.
Su richiesta di Ferdinando II di Aragona nel Concistoro del 28 settembre 1500 papa Alessandro VI lo creò cardinale. Il 5 ottobre dello stesso anno ricevette il titolo di San Ciriaco alle Terme Diocleziane.[7]
Il 12 agosto 1499 Venezia fu sconfitta nella battaglia navale di Navarino; nello stesso mese era caduta Lepanto e il 10 agosto 1500 cadde Modone, seguita poco dopo da altre due piazzeforti veneziane del Peloponneso. Un esercito proveniente dalla Bosnia aveva compiuto scorrerie fin nell'entroterra veneziano e nel territorio di Vicenza. Ciò spinse papa Alessandro VI a formare una Lega antiturca con il contributo dei sovrani europei. A tale scopo aveva deciso di imporre una tassa del 10% all'anno per tre anni sulle rendite dei cardinali e degli impiegati di Curia. Nel concistoro dell'11 settembre, infine, aveva stabilito di inviare legati in Ungheria, Polonia, Francia e Germania per sollecitare l'impegno di quei sovrani a difesa della Cristianità. I legati, nominati nel concistoro segreto del 5 ottobre seguente, furono l'Isvalies per l'Ungheria e la Polonia, il cardinale Giovanni Vera per la Francia, la Spagna, il Portogallo e l'Inghilterra e il cardinale Raimondo Peraudi per la Germania e i Regni del Nord.
Dopo essere stato insignito, il 5 ottobre, del titolo cardinalizio di san Ciriaco alle Terme Diocleziane, il 18 novembre ricevette le istruzioni per la sua missione e il giorno successivo lasciò Roma diretto a Venezia, dove si trattenne dal 13 al 23 dicembre per definire con la Repubblica le clausole dell'alleanza antiturca. Isvalies giunse in Ungheria verso la metà di gennaio 1501. Fu dapprima a Székesfehérvár, quindi verso la fine di gennaio a Buda, dove il 13 maggio fu siglata la Lega antiturca tra Ladislao II Iagello, re d'Ungheria e di Boemia, il legato Isvalies per la Santa Sede e gli ambasciatori Giustiniani e Pisani per il doge Agostino Barbarigo. Il re di Polonia, avendo firmato una tregua di quattro anni con i Turchi, non aderì.
Isvalies fu nominato nel 1503, amministratore apostolico della sede vacante di Veszprém, suffraganea di Esztergom e il 7 settembre lasciò Buda per tornare in Italia. Si trattenne dieci giorni a Esztergom, sostò a Venezia per giunse a Roma il 24 dicembre. Non partecipò quindi al conclave che scelse il successore di Alessandro VI, Pio III, ma fu presente a quello che elesse Giulio II, sostenuto da Isvalies.
Nel 1506 rinunciò all'arcidiocesi di Reggio Calabria a favore del fratello Francesco e l'anno seguente optò per il titolo di Santa Pudenziana, ritenendo in commendam il suo titolo precedente. Il 7 giugno 1508 fu nominato amministratore apostolico della diocesi di Orense, nel 1510 dell'arcidiocesi di Messina.
Il 2 gennaio 1511 accompagnò Giulio II all'assedio della Mirandola, che capitolò il 20 gennaio. Il 24 maggio seguente a Ravenna fu chiamato a succedere al cardinale Francesco Alidosi, assassinato quello stesso giorno, nell'incarico di legato di Bologna e della Romagna.
Morì a Cesena il 22 settembre, la salma fu traslata a Roma dove fu sepolto nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
Successione degli incarichi
Predecessore: | Governatore di Roma | Successore: | |
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Jean de Bilhères, O.S.B. | 11 agosto 1496-2 ottobre 1500 | Francisco de Remolins |
Predecessore: | Vice-Camerlengo della Camera Apostolica | Successore: | |
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Jean de Bilhères, O.S.B. | 11 agosto 1496-2 ottobre 1500 | Francisco de Remolins |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Reggio Calabria | Successore: | |
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Marco Miroldi[10], O.P. | 18 febbraio 1497-24 luglio 1506 | Francesco Isvalies[11] |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Ciriaco alle Terme Diocleziane | Successore: | |
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Bernardino Lonati | 5 ottobre 1500-22 settembre 1511 Titolo presbiterale in commendam dal 18 agosto 1507 |
Scaramuccia Trivulzio |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Veszprém | Successore: | |
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Gregor Frangipane[12] (vescovo) |
21 giugno 1503-22 settembre 1511 | Péter Beriszló[13] (vescovo) |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Pudenziana | Successore: | |
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Guillaume Briçonnet | 18 agosto 1507-22 settembre 1511 | Matteo Schiner |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Orense | Successore: | |
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Gentile Pallavicini | 7 giugno 1508-22 settembre 1511 | Fernando Valdés[14] |
Predecessore: | Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore | Successore: | |
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Giuliano Cesarini | 4 maggio 1510-22 settembre 1511 | Francesco de Remolins |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Messina | Successore: | |
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Pietro Bellorado[15], O.S.B. | 1º gennaio 1510-22 settembre 1511 | Bernardino da Bologna[16] |
Predecessore: | Legato apostolico di Bologna | Successore: | |
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Francesco Alidosi | 24 maggio 1511 - 22 settembre 1511 | Giovanni Medici |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Reggio Calabria
- Governatori di Roma
- Cardinali Camerlenghi
- Cardinali presbiteri di San Ciriaco alle Terme Diocleziane
- Amministratori apostolici di Veszprém
- Cardinali presbiteri di Santa Pudenziana
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