Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano

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Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano
Pontificia Commissio pro Civitate Vaticana
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Spetta a questo ufficio sovrintendere alla legislazione della Città del Vaticano in vece del pontefice.
Eretto 26 novembre 2000
Presidente cardinale Fernando Vérgez Alzaga
Consigliere generale dello Stato prof. Cesare Mirabelli
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Emeriti cardinali Giuseppe Bertello, Giovanni Lajolo
Indirizzo
Palazzo del Gorvernatorato
SCV - 00120 Città del Vaticano
Collegamenti esterni
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Chiesa cattolica · Santa Sede
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La Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano ((LA) Pontificia Commissio pro Civitate Vaticana) è l'organismo che esercita il potere legislativo nello Stato della Città del Vaticano.

Dal 1984 il presidente è anche il Governatore dello Stato e dunque detiene il potere esecutivo, sotto la supervisione della Segreteria di Stato.

Costituito in seguito ai Patti Lateranensi del 1929,[1] il neonato Stato della Città del Vaticano, adottò in blocco l'ordinamento giuridico, civile e penale, del Regno d'Italia. In particolare il codice penale italiano del 30 giugno 1889 e il codice di procedura penale italiano del 27 febbraio 1913.[2]

La finalità originaria e fondamentale dell'ordinamento Vaticano, consisteva nel garantire la libertà di esercizio del ministero petrino. "La necessità di dare forma sistematica e organica ai mutamenti introdotti in fasi successive nell'ordinamento giuridico dello Stato della Città del Vaticano" rese necessario un adeguamento normativo e la promulgazione della nuova legge fondamentale dello stato che avvenne con Motu Proprio di Giovanni Paolo II del 26 novembre 2000. La nuova legge introdusse un ruolo della Segreteria di Stato nell'esercizio del potere legislativo, ordinariamente affidato ad "una Commissione composta da un Cardinale Presidente e da altri Cardinali, tutti nominati dal Sommo Pontefice per un quinquennio". [3]

La nuova legge sulle fonti del diritto (N. LXXI, del 1º ottobre 2008) confermò la legislazione penale del 1929. In continuità con l'azione intrapresa da Papa Benedetto XVI a partire dal 2010 in tema di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, l'11 luglio 2013 la Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano realizzò un intervento normativo di ampia portata. Con Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio di Francesco, fu introdotta una riforma che estese l'applicazione delle leggi penali anche ai membri, gli officiali e i dipendenti dei vari organismi della Curia Romana. Questo intervento rese perseguibili da parte degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano i reati previsti in queste leggi anche nel caso in cui il fatto fosse commesso al di fuori dei confini dello Stato stesso. Le nuove leggi introducono anche altre figure criminose indicate in diverse convenzioni internazionali, già ratificate dalla Santa Sede. Reati contro la pubblica amministrazione che adesso ricevono attuazione anche nell'ordinamento interno.[4]

Elenco dei Presidenti

Note
Collegamenti esterni