San Pietro da Verona
San Pietro da Verona, O.P. Presbitero · Martire | |
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al secolo Pietro Rosini | |
Santo | |
Presbitero | |
Pedro Berruguete, San Pietro martire (1504) | |
Età alla morte | circa 47 anni |
Nascita | Verona 1205 ca. |
Morte | Seveso 6 aprile 1252 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 25 marzo 1253, da Innocenzo IV |
Ricorrenza | 6 aprile |
Altre ricorrenze | 4 giugno (Ordine Domenicano) |
Santuario principale | Chiesa di San Pietro Martire (Seveso) |
Attributi | Mannaia conficcata in testa, pugnale nel petto, palma del martirio, libro con la scritta "Credo" |
Devozioni particolari | Invocato contro il mal di testa |
Patrono di | Ordine domenicano, inquisitori, Verona, Vicenza, Cremona, Como, Piacenza, Cesena, Spoleto, Rieti, Recanati |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 6 aprile, n. 10:
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San Pietro da Verona, al secolo Pietro Rosini, conosciuto come anche come san Pietro martire (Verona, 1205 ca.; † Seveso, 6 aprile 1252), è stato un presbitero, predicatore e martire italiano dell'Ordine dei Predicatori detti domenicani.
Biografia
Lotta contro l'eresia
Nacque da famiglia eretica, ma già da ragazzo entrò in contrasto con i suoi parenti. Compì gli studi di diritto presso l'Università di Bologna.
Pietro affascinato dalle prediche di san Domenico di Guzman, nel 1221 decise di entrare a far parte dell'Ordine dei Frati Predicatori.
È ricordato in particolare per la sua tenace opposizione alle eresie, soprattutto nei confronti di quella catara.
Partecipò alla fondazione delle Società della Fede e delle Confraternite Mariane a Milano, Firenze e Perugia; queste istituzioni a difesa della fede cattolica sorsero fra il 1232 e il 1234 presso molti conventi domenicani.
Nel 1232 fu nominato da papa Gregorio IX inquisitore per l'Italia settentrionale e inviato a combattere il catarismo in Lombardia, dove tale eresia era largamente diffusa. Due anni dopo fu inviato a Firenze.
Dal 1236, in tutte le città dell'Italia centro-settentrionale fu grande predicatore contro l'eresia dualistica. Le sue prediche e le sue pubbliche dispute con gli eretici erano accompagnate da miracoli e profezie che indussero molti a tornare alla fede cattolica.
Martirio
Visti i suoi grandi successi, i capi delle sette delle città di Milano, Bergamo, Lodi e Pavia assoldarono due assassini, Pietro da Balsamo detto Carino e Albertino Porro di Lentate.
Essi prepararono un agguato presso Meda dove Pietro, Domenico e altri due domenicani, il 6 aprile 1252, avevano fatto una sosta nel corso del loro tragitto a piedi da Como a Milano.
Albertino, ricredendosi, abbandonò l'opera e fu il solo Carino che con un "falcastro", un tipo di falce, spaccò la testa di Pietro, immergendogli anche un lungo coltello nel petto. Le agiografie riportano che Pietro, prima di morire, intinse un dito nel proprio sangue e con esso scrisse per terra la parola "Credo".
L'altro confratello, Domenico, subì profonde ferite che lo portarono alla morte sei giorni dopo nel convento delle Benedettine di Meda.
Il corpo di Pietro fu trasportato subito a Milano dove ebbe esequie trionfali e fu sepolto nel cimitero dei Martiri, vicino al convento di sant'Eustorgio. In quello stesso giorno si diffondevano notizie di miracoli. Grazie non minori furono la conversione di chi aveva macchinato il suo assassinio, il vescovo eretico Daniele da Giussano e quella dello stesso sicario, Carino da balsamo: entrambi entrarono nell'Ordine Domenicano. Carino, in particolare, vestì l'abito nel convento di Forlì, dove aveva conosciuto il beato Giacomo Salomoni: tale fu la conversione di Carino che oggi anch'egli è riconosciuto beato.
Culto
Il 24 marzo 1253, undici mesi dopo la sua morte, papa Innocenzo IV lo canonizzò canonizzò con la bolla Magnis et crebris, stabilendone la ricorrenza il 29 aprile.
Il suo culto ebbe subito vasta diffusione, anche grazie alle Confraternite da lui create. I domenicani eressero in tutto il mondo chiese e cappelle a lui dedicate. Parecchie città italiane lo elessero a loro patrono.
Il coltello usato per ucciderlo è conservato a Seveso, presso il Santuario a lui dedicato.
Dal 1737, san Pietro è sepolto nella Basilica di Sant'Eustorgio a Milano, nella Cappella Portinari.
La sua commemorazione liturgica, inizialmente fissata al 29 aprile, per evitare la sovrapposizione con la festa di santa Caterina da Siena, fu successivamente spostata al 4 giugno, giorno della solenne traslazione nel sepolcro attuale, avvenuta nel 1340. Attualmente essa è fissata al 6 aprile, suo dies natalis.
Nell'arte
Molti artisti furono chiamati a raffigurarlo, vista la grande diffusione dell'Ordine Domenicano. Tra le opere più significative si ricordano:
- Arca di san Pietro martire (1336-1339), in marmo, opera di Giovanni di Balduccio e aiuti, collocata nella Cappella Portinari nella Basilica di Sant'Eustorgio a Milano.
- Ciclo di dipinti murali con Storie della vita di san Pietro martire (1460-1468), affreschi, opera di Vincenzo Foppa, conservato nella Cappella Portinari nella Basilica di Sant'Eustorgio a Milano.
- Pala Montefeltro o Sacra conversazione (1472 ca.), tempera e olio su tavola, di Piero della Francesca, conservata presso la Pinacoteca di Brera a Milano.
- Martirio di san Pietro martire (1509), olio su tavola, di Giovanni Bellini, conservato presso il Courtauld Institute Galleries di Londra.
- Martirio di san Pietro martire (1528 ca.), olio su tavola, di Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio, conservata presso il Museo d'Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo.
Vincenzo Foppa, Storie della vita di san Pietro martire (1460-1468), affreschi;
Milano, Basilica di Sant'Eustorgio, Cappella Portinari
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