Teresio Maria Carlo Vittorio Ferrero della Marmora
Teresio Maria Carlo Vittorio Ferrero della Marmora Cardinale | |
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Età alla morte | 74 anni |
Nascita | Torino 15 ottobre 1757 |
Morte | Torino 31 dicembre 1831 |
Sepoltura | Chiesa abbaziale di San Benigno |
Appartenenza | Diocesi di Torino |
Ordinazione presbiterale | 9 giugno 1781 |
Nominato vescovo | 27 giugno 1796 da Pio VI |
Consacrazione vescovile | Roma, 3 luglio 1796 dal card. vescovo Hyacinthe Sigismond Gerdil |
Creato Cardinale |
27 settembre 1824 da Leone XII (vedi) |
Cardinale per | 7 anni, 3 mesi e 4 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Teresio Maria Carlo Vittorio Ferrero della Marmora (Torino, 15 ottobre 1757; † Torino, 31 dicembre 1831) è stato un vescovo e cardinale italiano.
Biografia
Nacque il 15 o il 16 ottobre 1757 a Torino in Piemonte. Era il quarto degli undici figli del marchese Ignazio Ferrero della Marmora (1717-1775), luogotenente generale degli eserciti della Sardegna, e di Cristina San Martino d'Agliè (+ 1783), marchesa di San Germano. Il suo nome di battesimo era Teresio Maria Carlo Vittorio. Il suo nome è anche elencato come Carlo Vittorio.
Formazione e ministero sacerdotale
Studiò al Collegio dei Nobili di Torino, dove conseguì un master nel 1775 e all'Università di Torino, dove ottenne il dottorato in Utroque iure, in diritto civile e canonico il 28 aprile 1779. Contemporaneamente si dedicò allo studio della storia e dell'araldica; appassionato di numismatica, sviluppò una già notevole collezione di proprietà della famiglia. Nel novembre 1779 fu nominato rettore dell'Università di Torino. Ordinato presbitero il 9 giugno 1781, fu esaminatore sinodale a Torino; elemosiniere di Vittorio Amedeo II, re di Sardegna, nel 1784. Membro del Collegio di Filosofia nel 1786, fu proposto dal re Vittorio Amedeo III per la guida della diocesi di Casale Monferrato.
Ministero episcopale
Pio VI lo nominò vescovo di Casale Monferrato il 27 giugno 1796. Consacrato il 3 luglio dello stesso anno a Roma, dal cardinale Giacinto Sigismondo Gerdil, B., assistito da Nicola Buschi[1], arcivescovo titolare di Efeso e da Michele Di Pietro, vescovo titolare di Isauropoli. Prese possesso della sede nel successivo mese di settembre. Si mise in evidenza per la sua attività pastorale in quegli anni difficili, a causa della guerra tra francesi e austriaci. Intervenuto per evitare la distruzione della città da parte delle truppe francesi, fu imprigionato e mandato ad Alessandria. Quando venne rilasciato tornò a Casale e proseguì ad aiutare la popolazione e dimesso dal governo della diocesi il 18 maggio 1803.
In seguito alla riduzione delle diocesi del Piemonte voluta dall'imperatore Napoleone Bonaparte, furono soppresse nove diocesi tra cui Casale Monferrato, Pinerolo, Fossano, Susa, Biella, Aosta, Alba, Testona e Bobbio. In virtù della bolla pontificia del 1º giugno 1803, la diocesi di Saluzzo fu unita alla soppressa diocesi di Pinerolo. Durante il concistoro celebrato a Parigi il vescovo Ferrara fu nominato dall'imperatore vescovo di Saluzzo l'11 giugno 1805. Il papa lo trasferì a quella sede il 1º febbraio 1805. Mons. Ferrero amministrò la diocesi di Saluzzo, rimanendo a Casale Monferrato fino al giorno dell'ingresso solenne a Saluzzo.
Si adoperò nel tentativo limitare le conseguenze della prigionia nella fortezza di Fenestrelle del cardinale Bartolomeo Pacca e altri prelati romani. L'imperatore lo nominò cavaliere della Légion d'honneur e barone dell'impero nel 1808. Nel 1815 conobbe a Torino papa Pio VII in occasione dell'ostensione della Sacra Sindone. Nella chiesa di San Nicola fondò il seminario vescovile di Saluzzo e l'annesso convento. Stabilì anche la residenza dei vescovi nell'ex palazzo dei conti di Cravetta. Dimesso dal governo della diocesi il 9 aprile 1824, divenne Abate commendatario dell'abbazia di San Benigno di Fruttuaria. Su iniziativa del re Carlo Felice fu candidato al cardinalato.
Cardinalato
Leone XII lo creò cardinale presbitero nel concistoro del 27 settembre 1824; non andò mai a Roma per ricevere il cappello rosso e il titolo. Non partecipò al conclave del 1829 che elesse papa Pio VIII. Non partecipò al conclave del 1830-1831 che elesse papa Gregorio XVI. Si ritirò prima a Villanovetta e poi a San Benigno di Fruttuaria dove morì in povertà, dopo una vita al servizio di poveri e sofferenti.
Morte
Morì a Torino fra il 30 e il 31 dicembre 1831, nel palazzo abbaziale di San Benigno di Fruttuaria. Fu esposto e sepolto nella chiesa abbaziale di San Benigno [2].
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII, O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Marcantonio Colonna juniore
- Cardinale Hyacinthe Sigismond Gerdil
- Cardinale vescovo Teresio Maria Carlo Vittorio Ferrero della Marmora
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Casale Monferrato | Successore: | |
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Giuseppe Luigi Avogadro ch, C.R.L. |
27 giugno 1796 - 18 maggio 1803 | Jean-Chrysostome de Villaret ch |
Predecessore: | Vescovo di Saluzzo | Successore: | |
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Giuseppe Francesco Maria Ferraris da Genola ch |
1º febbraio 1805 - 9 aprile 1824 | Antonio Podestà ch |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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- Vescovi di Casale Monferrato
- Vescovi di Saluzzo
- Abati commendatari di Fruttuaria
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