Bartolomeo Pacca (Benevento, 23 dicembre 1756; † Roma, 19 aprile 1844) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Nacque a Benevento, secondogenito di Orazio, marchese della Matrice, e di Cristina Malaspina dei marchesi di Lunigiana. Zio di Monsignor Tiberio Pacca, prozio dell'omonimo cardinale Bartolomeo Pacca juniore (1875) e pronipote di Francesco Pacca, (1692-1763), arcivescovo di Benevento (1752).
Formazione e carriera ecclesiastica
Compì i primi studi presso il collegio dei Gesuiti a Napoli. Poi si trasferì a Roma e li proseguì gli studi da prima nel collegio Clementino dei Somaschi e poi dal 1778 al 1784 li terminò nell'Accademia dei nobili, da poco riaperta da papa Pio VI, assieme ad altri giovani destinati al servizio diplomatico fra cui Annibale della Genga, Antonio Gabriele Severoli ed Ercole Consalvi.
Qui conseguì il dottorato in utroque iure , sia diritto canonico che civile, il 21 aprile 1775.
Ricevette gli ordini minori il 17 luglio 1785, il suddiaconato il 31 luglio 1785 e il diaconato il 7 agosto 1785.
Entrato in prelatura la sua carriera fu rapidissima: cameriere segreto nel maggio 1785, subito dopo prelato domestico e referendario. Ad agosto, già designato da Pio VI come nunzio per Colonia da Pio VI, ricevette l'ordinazione sacerdotale, precisamente il 14. Il 26 settembre dello stesso anno, fu nominato arcivescovo in partibus infidelium di Damiata, sempre da Pio VI. Fu consacrato il 17 aprile dell'anno seguente nella Chiesa della Santissima Trinità a Montecitorio dal cardinal Giovanni Carlo Boschi, assistito da mons. Rudolf Joseph von Edling([1]), arcivescovo di Gorizia e da mons. Ottavio Boni([2]), arcivescovo titolare di Nazianzo e il 24 aprile nominato nunzio apostolico a Colonia, nunziatura che copriva gran parte della Germania e dei Paesi Bassi e che Pacca ricoprì sino al 1794.
Presso la Chiesa tedesca sostenne con vigore lotte giurisdizionali, ma non riuscì ad arrestare il tramonto del principato ecclesiastico nella Renania. La Santa Sede lo avrebbe voluto nunzio in Francia ma la rivoluzione francese ne impedì l'assunzione.
Nel 1794 fu nominato nunzio per il Portogallo, anche qui furono dure le condizioni in cui il nunzio operò a causa delle massime giurisdizionaliste del marchese di Pombal e dell'università di Coimbra, che dominavano la vita politica di Lisbona e i rapporti tra la corona portoghese e il papato.
Cardinalato
Fu creato cardinale da Pio VII nel Concistoro del 23 febbraio 1801, ricevette il cappello rosso il 29 luglio 1801 e il titolo di San Silvestro in Capite il 9 agosto 1802. Camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali, dal 1804 al 1805. Pro-segretario di Stato, il 18 giugno (o 19), 1808, dopo l'ingresso dei francesi a Roma; occupò il posto fino al 7 o 10 maggio 1814. Prefetto della Congregazione dell'immunità ecclesiastica, dal 7 gennaio 1809 al 29 novembre 1818.
Nel 1809 papa Pio VII scomunicò l'imperatore Napoleone I Bonaparte e il 6 luglio il papa e il cardinale Pacca furono arrestati e il primo fu inviato a Savona mentre il secondo fu inviato, il 6 agosto 1809, a Fenestrelle fino al 1813. In quell'anno gli fu permesso di unirsi al papa a Fontainebleau; influenzò il papa a ritrattare l'accordo con Napoleone I e fu deportato a Uzès nel gennaio 1814.
Fu liberato in seguito al concordato di Fontainebleau e con i cardinali Michele di Pietro ed Ercole Consalvi consigliò a Pio VII di rinnegare quel patto umiliante. Quando il papa ritornò nei suoi domini, in assenza del cardinale Segretario di Stato Consalvi impegnato al congresso di Vienna, il Pacca ricoprì nuovamente la carica di pro-segretario di stato del 19 maggio 1814 al 2 luglio 1815 iniziando una politica di vigorosa reazione.
Rientrato a Roma il Consalvi, il Pacca restò uno dei cardinali più influenti. Fu artefice di gran parte della riforma degli studi universitari nello Stato pontificio. Stese l'editto del 7 aprile 1820 sulla tutela del patrimonio artistico romano e si oppose tenacemente a ogni tentativo di annettere i principati di Benevento e Pontecorvo al regno delle Due Sicilie. Prese parte a tutti e tre i conclavi del suo cardinalato e nei primi due ebbe molti voti.
Non lasciò Roma quando Joaquim Murat, re di Napoli, avanzò verso la città; e durante i cento giorni come governatore di Roma, prese alcune misure controverse come ordinare l'incarcerazione del cardinale Jean-Siffrein Maury a Castello Sant'Angelo (liberato dal cardinale Consalvi non appena tornò a Roma). Optò per il titolo di San Lorenzo in Lucina, il 2 ottobre 1818. Cardinale protopresbitero, Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari il 29 novembre 1818, si dimise dall'incarico nel 1824. Optò per l'ordine dei vescovi e la sede suburbicaria di Frascati, il 21 dicembre 1818. Legato a Velletri.
Precettore dell'Accademia Archeologica, emanò l'Editto Pacca che vietava l'esodo da Roma di tesori artistici conservati in gallerie private nel 1820. Optò per la sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina, il 13 agosto 1821. Sub-decano del Sacro Collegio Cardinalizio. Partecipò al conclave del 1823, che elesse papa Leone XII. Pro-datario di Sua Santità, 18 novembre 1824.
Divenne vescovo di Porto e Santa Rufina e Civitavecchia il 10 dicembre 1825, quando quest'ultima sede fu unita alla precedente. Prefetto della Congregazione sopra la correzione dei libri della Chiesa orientale dal 1º ottobre 1826 fino alla sua morte.
Partecipò al conclave del 1829, che elesse Papa Pio VIII. Confermato come pro-datario dal nuovo papa, il 31 marzo 1829, occupò il posto fino alla sua morte. Segretario della Sacra Congregazione della Romana e Universale Inquisizione, il 5 aprile 1830 fino alla sua morte.
Optò per la sede suburbicaria di Ostia e Velletri, il 5 luglio 1830. Decano del Sacro Collegio Cardinalizio. Prefetto del S.C. Cerimoniale. Arciprete della patriarcale basilica lateranense, 1830. Partecipò al conclave del 1830-1831, che elesse Papa Gregorio XVI. Camerlengo del Sacro Collegio Cardinalizio, dal 19 maggio 1837 al 12 febbraio 1838. Prefetto dell'Economia del Collegio Romano.
La sua casa era frequentata dai più illustri scienziati, letterati e artisti, sia romani che stranieri. Fece fare scavi a Ostia a proprie spese; e con gli oggetti scoperti, formò un piccolo museo nella sua vigna sulla via Aurelia, il Casino di Pio V.
Morte
Morì a Roma il 19 aprile 1844; esposto nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, dove si svolsero i funerali, con la partecipazione di Papa Gregorio XVI; è sepolto in quella stessa chiesa.
L'anno successivo uscivano a Parigi i due volumi delle sue Œuvres complètes.
Genealogia episcopale
Successione degli incarichi
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Bibliografia |
- David Armando, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 80, (2014), PACCA, Bartolomeo
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Voci correlate |
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