Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri (Roma)
Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri | |
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Roma, Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri | |
Altre denominazioni | Basilica di Santa Maria degli Angeli |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Cernaia, 9 00185 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 4880812 |
Fax | +39 06 4870749 |
Posta elettronica | santamariadegliangeliedeimartiri@diocesidiroma.it |
Sito web | |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Maria Vergine Martiri |
Sigla Ordine qualificante | O.Cart. |
Fondatore | papa Pio IV, Antonio del Duca |
Data fondazione | 1562 |
Architetti |
Michelangelo Buonarroti |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio della costruzione | 1562 |
Completamento | XVIII secolo, metà |
Titolo | Santa Maria degli Angeli (titolo cardinalizio) |
Strutture preesistenti | Nucleo centrale delle Terme di Diocleziano |
Materiali | laterizio |
Altezza Massima | 28 m |
Larghezza Massima | 23.50 m |
Lunghezza Massima | 108 m |
Note | La chiesa è il luogo delle cerimonie religiose ufficiali dello Stato italiano. |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, detta anche Basilica di Santa Maria degli Angeli, è una chiesa di Roma, situata nel centro storico della città, nel rione Castro Pretorio. È il luogo delle cerimonie religiose ufficiali dello Stato italiano.
Storia
Dalle Terme di Diocleziano al Medioevo
Le Terme di Diocleziano, costruite tra il 298 e il 306 d.C., furono il più grande impianto termale di Roma e nel mondo romano, coprivano infatti un'area di m 376 x 361 e potevano ospitare circa 3.000 persone. La pianta seguiva lo schema canonico di questo tipo di struttura: una grande basilica centrale che fungeva da frigidarium (ambiente riservato ai bagni freddi) sull'asse maggiore; il complesso calidarium (sala riscaldata destinata ai bagni caldi e alla sudorazione), tepidarium (ambiente destinato ai bagni in acqua tiedipa) e natatio (piscina), disposto lungo l'asse minore; palestre ai lati dell'asse maggiore.
Nonostante i saccheggi di Goti e Vandali, le terme rimasero almeno parzialmente in uso fino al VI secolo, quando furono completamente abbandonate e, come la gran parte dei monumenti romani, vennero utilizzate come cava di materiali per altre costruzioni. Tuttavia, durante il Medioevo, alcuni strutture del complesso riuscirono a essere preservate, in particolare il nucleo centrale, costituito dal tepidarium e frigidarium, che divenne la Basilica di Santa Maria degli Angeli, e una rotonda nell'angolo nord-ovest che fu riutilizzata come Chiesa di San Bernardo alle Terme.
Dal Cinquecento al Seicento
Gli architetti Guliano da Sangallo e Baldassare Peruzzi, intorno al 1515 ebbero le prime idee di una trasformazione del corpo centrale delle Terme di Diocleziano in chiesa, ma solo nel 1561 grazie alla strenua volontà del sacerdote siciliano Antonio del Duca (1491-1564) che ottenne da papa Pio IV (1559-1565) la possibilità di concretizzare il proposito e di erigere nell'antico complesso un luogo di culto da dedicare agli angeli e ai martiri cristiani, i quali, secondo la tradizione, erano stati impiegati nell'edificazione dell'impianto. Della costruzione fu incaricato Michelangelo (1475–1564), che ne stese il progetto che si limitava al restauro quasi esclusivamente conservativo, dimostrando un atteggiamento moderno e non distruttivo nei confronti dei resti archeologici, rinunciando a lasciare il "segno" che equivaleva a un "non finito" architettonico: il tepidarium, il frigidarium e i quattro ambienti che si aprivano ai suoi lati e sull'asse trasversale furono recuperati in un impianto quasi a croce greca con tre ingressi, mentre il quarto braccio era concluso dal presbiterio absidato. I lavori, iniziati il 10 marzo 1562, alla morte del Buonarroti, il 18 febbraio 1564, non erano ancora terminati ma furono proseguiti dal suo allievo, nonché nipote del fondatore, Jacopo Del Duca (1520–1604), il quale li portò avanti fino al 1566.
La costruzione riprese, dieci anni dopo, nel 1576, grazie al munifico contributo di Gregorio XIII (1572-1585), mentre nel contempo i certosini, ai quali Pio IV aveva affidato il complesso, edificarono con i fondi raccolti elemosinando, il loro monastero.
Dal Settecento ad oggi
Una complessiva ristrutturazione della chiesa iniziò nel 1700, quando, per l'edificazione della cappella di San Bruno di Colonia, fu chiusa l'entrata sul lato occidentale verso la strada Pia (oggi via XX settembre) e, nel 1746, fu modificato l'orientamento dell'edificio, spostando l'ingresso sul lato meridionale, verso piazza della Repubblica, sopprimendo quello michelangiolesco che s'apriva invece su quello orientale, su piazza dei Cinquecento; contemporaneamente iniziarono i lavori di tamponatura degli arconi degli ambienti laterali.
L'apparato decorativo interno, che gli diede l'aspetto attuale, fu curato da Luigi Vanvitelli (1700–1773), in occasione del Giubileo del 1750, il quale rafforzò l'importanza del braccio secondario, in asse con l'unico ingresso rimasto, con l'aggiunta di otto colonne di muratura ad imitazione di quelle del transetto, con la decorazione del vestibolo e del presbiterio, e con l'apertura di quattro cappelle ricavate dai vani eliminati; il transetto fu invece allestito (modifica delle finestre, realizzazione delle paraste che si accoppiano alle colonne e della trabeazione continua che raccorda l'ordine sui quattro bracci) come spazio per le pale d'altare della Basilica di San Pietro in Vaticano, qui trasportate dal 1727, dove andavano rovinandosi per l'umidità e dove furono sostituite da copie in mosaico.
Dopo il 1870, gran parte del complesso monastico fu indemaniato e nel 1889 adattato a sede del Museo Archeologico; nel 1901-1911 la chiesa, divenuta con l'apertura di via Nazionale e la sistemazione di piazza Esedra (oggi piazza della Repubblica) luogo delle cerimonie religiose ufficiali dello Stato italiano, ebbe eliminata la facciata a semplici partiture geometriche per rimettere in luce la struttura antica, nella quale fu creato un doppio ingresso ad arco.
La chiesa è sede parrocchiale, istituita il 24 ottobre 1906 dal papa Pio X (1903-1914) con la costituzione apostolica Susceptum Deo inspirante e affidata al clero diocesano di Roma.
Il 20 luglio 1920 papa Benedetto XV (1914-1922) l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[1]
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santa Maria degli Angeli, istituito da Pio IV, il 15 maggio 1565: l'attuale titolare è il cardinale Anders Arborelius.
Descrizione
Esterno
La chiesa presenta una facciata, piuttosto spoglia, ricavata da una parete in laterizi arrotondata del calidarium che fungeva da divisorio nelle antiche terme.
Interno
La chiesa occupa il nucleo centrale delle Terme di Diocleziano, costruite tra il 208 e il 306. La felice trasformazione si deve all'opera di Michelangelo, avvenuta tra il 1561 ed il 1566: l'immensa aula mantiene tuttora intatto l'aspetto originario, come le sue proporzioni, le sue misure (metri 27 x 91 circa, compresi i due ambienti laterali), la copertura con le tre enormi volte a crociera e soprattutto le otto imponenti colonne di granito rosa egiziano, monolitiche, alte circa 14 metri e con oltre 5 metri di circonferenza.
Vestibolo
Si entra nella basilica per un vestibolo (1), a pianta circolare, sovrastato da una cupola, già tepidarium, dove entro nicchie sono collocati:
- a sinistra,
- Monumento funebre di Salvator Rosa (1673), in marmo di Bernardino Fioriti.
- Monumento funebre di Cosentino Pietro Paolo Parisi (1604), in marmo di ambito romano.
- a destra,
- Monumento funebre di Carlo Maratta (1704 - 1715), in marmo di Francesco Moratti.[2]
- Monumento funebre del cardinale Francesco Alciati (1580-1583), in marmo di Giovanni Battista Della Porta.
Nel vestibolo si aprono due grandi esedre quadrate, trasformate in cappelle laterali:
- a sinistra (2), nella Cappella di Santa Maria Maddalena, eretta da Consalvo Alvaro di Giovanni nel 1579, utilizzata a battistero, si conserva:
- all'altare, pala con Noli me tangere (seconda metà del XVI secolo), tavola attribuita da alcuni studiosi a Hendrik van den Broeck e da altri a Cesare Nebbia.
- a destra (3), nella Cappella del Crocifisso, costruita nel 1575 per il banchiere Girolamo Ceuli, si nota:
- all'altare, pala con Crocifissione di Gesù Cristo (seconda metà del XVI secolo), olio su tela attribuita a Giacomo della Rocca, allievo di Daniele da Volterra;
- alla parete sinistra, Monumento funebre di Cosentino Pietro Paolo Parisi (1869), in marmo di ambito romano.
Passaggio meridionale
Nell'ambiente di passaggio voltato (4), tra il vestibolo e il transetto, sono collocate:
- a sinistra, entro nicchia, Statua di san Giovanni Battista (2012), in marmo di Giuseppe Ducrot: l'opera sostituisce una statua con il medesimo soggetto del 1764 eseguita in gesso come modello da Jean Antoine Houdon, andata distrutta nel 1894.
- a destra, entro nicchia, Statua di san Bruno di Colonia (1766 - 1768), in marmo di Jean Antoine Houdon.
Seguono due cappelle laterali:
- a sinistra, nella Cappella di San Pietro (5), detta anche Cappella Aragonesi, edificata nel 1635, si nota:
- all'altare, pala con Gesù Cristo consegna le chiavi a san Pietro (1584), olio su tela di Girolamo Muziano.[3]
- alle pareti laterali, Liberazione di san Pietro e San Pietro e san Paolo (XVIII secolo), affreschi di Marco Carloni.
- a destra, nella Cappella di San Bruno di Colonia (6), detta anche Cappella Aldobrandini, costruita nel 1620, si conserva:
- all'altare, pala con San Bruno di Colonia (XVII secolo), olio su tela di ambito romano.
Transetto
Il transetto (7), che include il frigidarium, in origine a forma pseudo-basilicale, è coperto da tre volte a crociera impostate su otto colonne monolitiche di granito rosa egiziano, e i due vestiboli alle estremità, trasformati in grandi cappelle. È decorata con pale d'altare provenienti dalla Basilica di San Pietro e da quattro cartoni di Francesco Trevisani, databili tra il 1638 e il 1645.
Nel braccio sinistro (8) del transetto sono custoditi:
- alla parete sinistra,
- Caduta di Simon Mago (1746 - 1755 ca.), olio su tela di Pompeo Girolamo Batoni;[4]
- Messa di san Basilio Magno (1747), olio su tela di Pierre Subleyras.[5]
- alla parete destra,
- Immacolata Concezione tra angeli con san Francesco d'Assisi, sant'Antonio da Padova e san Gregorio Nazianzeno (1730 - 1735), olio su tela di Pietro Bianchi;
- San Pietro resuscita Tabita (1736 - 1740), olio su tela di Placido Costanzi.[6]
Nella terminazione del braccio sinistro del transetto è posta la Cappella di San Bruno di Colonia (9), costruita su progetto di Carlo Maratta per il Giubileo del 1700, dove si notano:
- all'altare, Apparizione a san Bruno di Colonia della Madonna con Gesù Bambino e di san Pietro (1700 ca.), olio su tela di Giovanni Odazzi.
- nella volta, Evangelisti (1700 ca.), affresco di Andrea Procaccini.[7]
- alla parete sinistra, Organo monumentale (1990), opera di Barthélémy Formentelli, donata dalla città di Roma a papa Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000.
Nel braccio destro (10) del transetto sono collocati:
- alla parete sinistra,
- Miracolo di san Pietro (prima metà del XVIII secolo), olio su tela di Francesco Mancini.
- Predica di san Girolamo (1575 - 1580), olio su tela di Girolamo Muziano.[8]
- alla parete destra,
- Crocifissione di san Pietro (1728 - 1729), olio su tela di Nicolò Ricciolini;
- Caduta di Simon Mago (secondo quarto del XVIII secolo), olio su tela di Pierre Charles Trémolières.
- sul pavimento, diagonalmente, Linea Clementina (1702), disegnata dagli astronomi Francesco Bianchini e Giacomo Filippo Maraldi: l'opera è una meridiana con costellazioni dello Zodiaco e variazioni millenarie della Stella polare, così chiamata perché voluta da papa Clemente XI (1700 - 1721) con scopo di verificare tangibilmente l'esattezza del Calendario gregoriano e di determinare la data della Pasqua nel modo più coerente possibile con i moti del Sole e della Luna.[9]
Nella terminazione del braccio destro del transetto è posta la Cappella del Beato Niccolò Albergati (9), eretta dall'architetto Clemente Orlandi nel 1746, dove si possono ammirare:
- all'altare, Beato Niccolò Albergati (1746 - 1750 ca.), olio su tela di Ercole Graziani.
- sulla volta e sulle vele, Spirito Santo con angeli e Dottori della Chiesa (metà del XVIII secolo), affreschi di Antonio Bicchierai.
Inoltre, nel braccio destro del transetto, sono collocate le sepolture dei tre maggiori artefici della vittoria italiana nella Prima Guerra mondiale (1915 - 1918):
- alla parete sinistra, Monumento funebre del generale Armando Diaz (1920), in marmi policromi e bronzo, di Antonio Muñoz.
- nella cappella Albergati:
- alla parete sinistra, Monumento funebre dell'ammiraglio Paolo Thaon di Revel (1948), in marmi policromi, di Pietro Canonica;
- alla parete destra, Monumento funebre del presidente del Consiglio Vittorio Emanule Orlando (1953), in marmo e bronzo, di Pietro Canonica.
Passaggio settentrionale
Nell'ambiente di passaggio voltato, tra il transetto e il presbiterio, si aprono due pregevoli cappelle laterali:
- a sinistra, nella Cappella del Salvatore (12), fondata nel 1574, si conservano:
- all'altare, pala con Verbo incarnato adorato da sette angeli (1574 ca.), olio su tela di Domenico da Modena.[10]
- alla parete destra, Visione dell'Inferno (terzo quarto del XVI secolo), olio su tela di Giulio Mazzoni.
- sulla volta, Dio Padre e san Michele arcangelo (ultimo quarto del XVI secolo), affresco di Hendrik van der Broeck.
- a destra, nella Cappella di San Giacinto (13), costruita nel 1608 e completamente decorata con dipinti eseguiti nel 1608-1613 da Giovanni Baglione, raffiguranti:
- all'altare, pala con Madonna con Gesù Bambino, san Giacinto e san Raimondo Nonnato, olio su tela;[11]
- alla parete sinistra, San Francesco d'Assisi riceve le stimmate, olio su tela;[12]
- alla parete destra, Santa Cecilia e san Valeriano incoronati da un angelo, olio su tela;[13]
- sulla volta, Dio Padre e angeli, affresco.[14]
Presbiterio e abside
Nel presbiterio (14), ricavato in una parte della natatio, rialzato di alcuni gradini e chiuso da una balaustra, sono collocati:
- alla parete sinistra,
- Castigo di Anania e Safira (1605 ca.), olio su lavagna, di Pomarancio.
- Battesimo di Gesù Cristo (1697 ca.), olio su tela di Carlo Maratta.[15]
- alla parete destra,
- Presentazione di Maria Vergine al Tempio (1640 ca.), olio su tela di Giovanni Francesco Romanelli.
- Martirio di san Sebastiano (1629), olio su stucco di Domenico Zampieri detto il Domenichino.[16]
Nell'abside poligonale (14) sono collocate pregevoli opere fra cui spiccano per valore e interesse culturale:
- al centro, sull'altare maggiore, Madonna con Gesù Bambino in trono tra i sette arcangeli (1543), tavola di ambito veneziano: l'opera venne commissionata da Antonio del Duca, fondatore della chiesa.
- a sinistra, Monumento funebre di papa Pio IV (1565), in marmo di Alessandro Cioli.
- a destra, Monumento funebre del cardinale Giovanni Antonio Serbelloni (1583), in marmo di Alessandro Cioli.
- nella volta, Assunzione di Maria Vergine (1681), affresco di Daniel Seiter.
Cappella dell'Epifania
A sinistra del presbiterio si accede alla Cappella dell'Epifania, già sacrestia della chiesa michelangiolesca, trasformata in coro nel 1727, decorata con un ciclo di dipinti murali ad affresco eseguiti, intorno al 1717, da Luigi Garzi, e raffiguranti:
- alle pareti, Storie della vita di san Bruno di Colonia;
- sulla volta, Gloria di san Bruno di Colonia.
Monastero
Nell'adiacente monastero certosino, anch'esso ricavato dalle Terme di Diocleziano, è stato sistemato, a partire dal 1889, una delle sezioni del Museo Nazionale Romano.
Galleria fotografica
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Note | |
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