Necropoli vaticana
Necropoli Vaticana | |
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Necropoli vaticana, Mausoleo | |
Collocazione storica | Impero romano |
Civiltà | Romana Cristiana |
Oggetto generico | Area funeraria |
Oggetto specifico | Necropoli |
Data scoperta | 1939 |
Datazione | II - IV secolo |
Inizio della costruzione | II secolo |
Completamento | IV secolo, inizio |
Localizzazione | |
Stato | Città del Vaticano |
Comune | Città del Vaticano |
Diocesi | Diocesi di Roma Vicariato Generale dello Stato della Città del Vaticano |
Dimensioni | |
Larghezza | 18 m |
Lunghezza | 70 m |
Primi scavi | |
Datazione scavi | 1939 - 1949 |
Amministrazione | |
Ente | Fabbrica di San Pietro in Vaticano |
Indirizzo | Ufficio Scavi - 00120 Città del Vaticano |
Telefono | +39 06 698 85318 |
Fax | +39 06 698 73017 |
Posta elettronica | scavi@fsp.va |
Sito web | sito web ufficiale |
Coordinate geografiche | |
Città del Vaticano | |
La Necropoli Vaticana, detta anche Necropoli precostantiniana, è un'area funeraria ubicata sotto la Basilica di San Pietro in Vaticano, al di sotto del livello delle Grotte Vaticane, in corrispondenza della navata centrale della stessa basilica, è un cimitero di epoca romana.
Storia
Nel 1939, mentre si eseguivano i lavori per la tomba di papa Pio XI (1922 - 1939) nelle Grotte Vaticane, vennero scoperti i resti di una necropoli romana della cui esistenza si erano nel tempo raccolte varie testimonianze.
Gli scavi della necropoli, voluti da papa Pio XII, condotti tra il 1939 ed 1949, consentirono di individuare sotto l'altare maggiore della Basilica la Tomba di Pietro e portarono alla luce una doppia fila di sepolcri di famiglia a camera (mausolei), databili tra il II e l'inizio del IV secolo, disposti ai margini di una stretta strada in terra battuta che risaliva il Colle Vaticano con orientamento est-ovest, parallelamente al Circo di Caligola e Nerone, e quasi in asse con la basilica sovrastante.
Descrizione
Sepolcreto sotto la Basilica
Sotto la navata centrale della Basilica di San Pietro, ad una profondità compresa tra i tre e i dodici metri rispetto al livello dell'attuale pavimento, lungo un asse est-ovest, è situata la necropoli, che, in base ad alcuni saggi di scavo ed antichi ritrovamenti occasionali, sappiamo essere più estesa. È noto, infatti, che la Necropoli Vaticana prosegue in direzione del Tevere e che, pertanto, molti edifici simili a quelli riportati alla luce, si conservano ancora, intatti e inviolati, sotto il piano della Basilica e di Piazza San Pietro.
La necropoli è costituita da mausolei in laterizio, disposti su due file ai lati di una via funeraria, che doveva costeggiare il Circo di Caligola e Nerone:
- sepolcri, posti sul lato settentrionale, sono più antichi, risalgono infatti al II secolo, come dimostra l'uso prevalente dell'incinerazione. In essa si può distinguere agevolmente un sviluppo topografico da est ad ovest.
- sepolcri, situati sul lato meridionale, sono più tardi, poiché sono databili dal III all'inizio del IV secolo.
Il sepolcreto era ancora in uso quando venne fatto interrare dall'imperatore Costantino (274 - 337), il quale ordinò la demolizione delle parti superiori degli edifici funerari e il loro interramento, per edificare sopra la Tomba di Pietro la più grande basilica della cristianità.
Si tratta per lo più di tombe a pianta rettangolare con porte munite di soglia, architrave e stipiti di travertino, finestre ai lati dell'iscrizione principale, un terrazzo e spesso un recinto antistante. Le facciate sono rivestite da laterizi rossi o gialli, spesso con i giunti di malta dipinti e rimarcati da una sottile stilatura bianca e, talvolta, impreziosite da raffinate decorazioni in cotto con scene figurate e vedute architettoniche. Tali edifici conservano affreschi, mosaici, sarcofagi e decorazioni a stucco che costituiscono, nel loro insieme, uno tra i più importanti esempi dell'arte funeraria romana dei primi secoli dell'Impero.
Un calcolo approssimativo delle tombe ad inumazione e ad incinerazione della Necropoli Vaticana lascia supporre che i 22 edifici sepolcrali, rinvenuti nel corso degli scavi, furono progettati per ospitare circa 1.000 sepolture. Di questa moltitudine di uomini, donne e soprattutto bambini, le iscrizioni ci hanno tramandato i nomi di alcuni personaggi provenienti da facoltose famiglie di liberti imperiali, ovvero schiavi o discendenti di schiavi che avevano ottenuto la libertà e avevano raggiunto una posizione di grande rilievo nella società dell'epoca. Tra le gens dell'antica Roma che costruirono la loro tomba sulle pendici meridionale del colle Vaticano, si evidenzia per ricchezza e prestigio la famiglia dei Valerii.
I sepolcri, egregiamente conservati, sono stati identificati dagli archeologi, che li hanno scoperti, con delle lettere. Di maggior rilievo storico-artistico si notano:
- Mausoleo A: di cui è stata scavata solamente facciata, apparteneva C. Popilius Heraclea, il quale, in un'iscrizione ricorda di aver lasciato ai suoi eredi seimila sesterzi per costruire la sua tomba in Vaticano, accanto al Circo, vicino al sepolcro di Ulpio Narcisso. Si tratta di una preziosa indicazione topografica per la localizzazione del Circo di Caligola. La tomba, insieme a quelle adiacenti sulla stessa fila, appartiene alla fase più antica della necropoli ed è databile all'epoca adrianea (117 - 138).
- Mausoleo B: costituito di due ambienti con una ricca decorazione architettonica e dipinta. Un'iscrizione ricorda che qui è sepolta Fabia Redempta.
- Mausoleo C: decorato di stucchi, presenta sulla facciata l'iscrizione del proprietario, L. Tullius Zethus. All'interno, sul lato settentrionale, sono poste le epigrafi funerarie dei due figli. La tomba presenta un ricca decorazione in stucchi ed un pavimento a mosaico bianco e nero. Inoltre, durante gli scavi dentro questa tomba furono ritrovati numerosi sarcofagi qui gettati al momento della costruzione della basilica costantiniana.
- Mausoleo E: fu edificato da Tyrannus ed Urbana, liberti dell'imperatore Adriano (76 - 138). La tomba presenta un ricca decorazione dipinta, tra le quali si distinguono:
- Due pavoni affrontati ad un cesto di fiori e frutta;
- Pappagallo.
- Mausoleo F: appartiene a due famiglie di liberti, i Tullii e i Caetennii, ed è decorato con stucchi e pitture parietali tra cui è raffigurata:
- Nascita di Venere che esce dal mare.
- Mausoleo G: presenta una pregevole decorazione, nella quale si distingue una scena che raffigura:
- Schiavo che consegna del denaro al suo padrone, seduto accanto ad un tavolo.
- Mausoleo H: è uno dei più grandi della necropoli ed appartenne ai Valerii, come documenta un'epigrafe che menziona un Valerius Herma collocata sulla facciata. La tomba presenta una notevole decorazione in stucco, originariamente dorata, e le erme in stucco lungo le pareti. All'interno si conservano:
- interessanti sarcofagi;
- dipinto raffigurante Apollo-Arpocrate;
- dipinti ed iscrizioni cristiane, tra le quali si nota la seguente, dove si legge:
(LA) | (IT) | ||||
« | PETRUS ROGA IESUS CHRISTUS PRO SANC(tis) HOM(ini)B(us) CHRESTIA(is) (ad) CORPUS SUUM SEPULTIS » | « | Pietro prega Gesù Cristo per i santi cristiani sepolti presso le sue spoglie » |
- Mausoleo I: anteriore a quella dei Valerii, presenta le absidi centrali delle pareti inquadrate da colonnine di terracotta stuccata. Inoltre, all'interno si conservano:
- notevoli dipinti raffiguranti il Mito di Alcesti;
- pavimento con il Ratto di Proserpina, in mosaico bianco e nero.
- Mausoleo L: la tomba riccamente decorata, appartiene ai Caetennii, come documentato dall'iscrizione apposta all'esterno, con il nome di M. Caetennius Hymnius.
- Mausoleo M: era già stato individuato nel XVI secolo. La tomba, databile all'età severiana (193-235), apparteneva ai Giulii. Vi appaiono decorazioni chiaramente riferibili a temi iconografici cristiani, quali:
- Pescatore con un pesce all'amo;
- Giona inghiottito dalla balena;
- Buon Pastore;
- Gesù Cristo-Apollo raffigurato come Sol invictus - la cui festa romana cadeva il 25 dicembre - con un globo nella mano sinistra, alla guida di una quadriga trainata da cavalli bianchi su uno sfondo dorato con tralci di vite.
- Mausoleo N: il sepolcro, in gran parte ancora non scavato, apparteneva, come ricorda un'iscrizione sulla facciata, a M. Aebutius Charito e L. Volusius Successus.
- Mausoleo O: apparteneva al liberto T. Matuccius Pallas, come documentato dall'iscrizione esterna.
- Mausoleo T: è l'ultima deposizione della necropoli: quella di Trebellena Flaccilla, l'urna con le ceneri della defunta è stata infatti datata tra il 317 e il 318, grazie ad una moneta costantiniana posta all'interno della deposizione. Anche questo mausoleo è riccamente decorato con stucchi e pitture.
Altre tombe, facenti parte della stessa necropoli, databili al II e al III secolo, sono stati scoperti con lo stesso allineamento, più ad ovest, sotto la Chiesa di Santo Stefano degli Abissini.
Tomba di Pietro
Per approfondire, vedi la voce Tomba di Pietro |
All'estremità orientale della necropoli si trova un'area (4 x 8 m.), il cosiddetto Campo P, posto esattamente al di sotto dell'altare maggiore dell'attuale Basilica di San Pietro. Questa piazzola, pavimentata a mosaico, è delimitata sul lato occidentale da un muro, noto come Muro Rosso per il colore del suo intonaco. Al centro di questo si trova un monumento ad edicola formato da due nicchie sovrapposte divise da una lastra in travertino sostenuta da due colonnine: è il cosiddetto Trofeo di Gaio, che segna il sito dell'originaria Tomba di Pietro. Al di sotto dell'edicola una nicchia, rinvenuta vuota, probabilmente ospitò in un primo tempo le ossa dell'Apostolo.
A delimitare sulla destra la piazzola è un muro, al cui interno fu ricavato un loculo nel quale furono rinvenute ossa umane e i resti di un panno di porpora intessuto di fili d'oro. Si ritiene che i resti di san Pietro furono qui deposti in epoca costantiniana. Sul muro rosso ad esso adiacente un graffito, risalente al 160, con un'iscrizione in greco, ricorda:
Altre aree sepolcrali
Le Necropoli vaticane sono un complesso funerario molto esteso: sono stati, infatti, scavati almeno sette nuclei diversi di sepolture, senza contare i ritrovamenti minori. Almeno cinque aree sono visitabili: quella sotto la Basilica di San Pietro, quella dell'Autoparco (scavi effettuati tra il 1956 ed il 1958), dell'Annona (scavi degli anni '40), della Fontana della Galera (scavi degli anni '40 e del 1994), e l'ultima (scavi del 2003) del piazzale di Santa Rosa.
Le aree archeologiche scavate sotto all'Annona, all'Autoparco, alla Fontana della Galera e al piazzale di Santa Rosa fanno tutte parte di un'unica grande necropoli, che si estendeva al di sotto della Via Triumphalis (odierna Via Leone IV) e furono utilizzate fino al V secolo. Le sepolture, sia ad incinerazione che ad inumazione, sono prevalentemente umili e restituiscono l'aspetto di un enorme cimitero romano.
Per approfondire, vedi la voce Necropoli della Via Triumphalis |
Restauro
Nel 1998 furono avviati i lavori di restauro nella necropoli vaticana, sotto la responsabilità della Fabbrica di San Pietro e con il contributo dell'Enel. L'obiettivo dei lavori era quello di conservare le strutture murarie, gli stucchi e gli affreschi, e di valorizzare gli edifici sepolcrali e la Tomba di Pietro. Particolare cura è stata posta nel creare un'illuminazione che riproducesse l'ambientazione originaria della necropoli all'aperto.
Il restauro è stato preceduto da un'accurata indagine rivolta allo studio del microclima, all'individuazione dei microrganismi biodeteriogeni presenti, e all'analisi delle salificazioni rinvenute sui muri e sugli affreschi. Allo scopo di proteggere l'equilibrio termoigrometrico tra l'interno delle strutture e l'ambiente circostante, alcuni mausolei sono stati chiusi con porte di cristallo. Inoltre, flussi di aria filtrata ed umidificata, spinte all'interno attraverso apposite botole, hanno migliorato le condizioni microclimatiche degli scavi.
Durante il restauro, sono stati individuati gli agenti migliori per evitare l'aggressione microbiologica (batteri, funghi e alghe) e chimica (sali, più precisamente solfati, nitrati e cloruri). Inoltre, i dipinti hanno ricevuto interventi di consolidamento degli intonaci e dei pigmenti e il riancoramento del loro substrato.
Note | |
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Bibliografia | |
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