Catacomba di Calepodio (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Catacombe di Roma.
Catacomba di Calepodio
Collocazione storica Impero romano
Civiltà Cristiana
Oggetto generico Area funeraria
Oggetto specifico Catacomba
Scopritore Marcantonio Boldetti
Data scoperta XVII secolo
Datazione III - IV secolo
Inizio della costruzione III secolo
Completamento IV secolo
Localizzazione
Stato bandiera Italia
Regione

bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Diocesi di Roma
Vicariatus Urbis
Scavi
Datazione 1960 - 1969
Archeologo Aldo Nestori
Amministrazione
Ente Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
Indirizzo Via del Casale di San Pio V, 15 - Roma (RM)
Telefono +39 06 4465610
Fax +39 06 4467625
Posta elettronica pcas@arcsacra.va
Sito web sito web ufficiale
Note
Visita a richiesta
Coordinate geografiche
41°53′33″N 12°25′57″E / 41.8925, 12.4325 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Catacomba di Calepodio (Roma)

La Catacomba di Calepodio è un'area funeraria cristiana, situata a Roma, in via del Casale di San Pio V, nei pressi di via Aurelia, nel moderno quartiere Aurelio.

Toponimo

L'attuale denominazione di "Calepodio" si è imposta solo a partire dal V - VI secolo, ed incerta è l'identificazione del personaggio: può far riferimento al sacerdote, morto martire, di cui si parla nella tardiva passio di papa Callisto; oppure semplicemente può far riferimento, come per la maggior parte delle catacombe romane, al nome del fondatore o del donatore del terreno in cui sorse il complesso cimiteriale ipogeo.

In precedenza, verso la metà del IV secolo, le catacombe erano conosciute come catacombe di Callisto: così si legge nella Depositio Episcoporum, alla data del 12 aprile 352, giorno della deposizione nel cimitero delle spoglie di papa Giulio I.

Infine, la Depositio Martyrum, alla data 14 ottobre 222 parla della deposizione di papa Callisto I nelle catacomba al III miglio della via Aurelia, nome col quale il cimitero era conosciuto nel III secolo.

Storia

Le catacombe in cui venne sepolto papa Callisto (222), già esistevano all'epoca della sua morte e perciò si può considerare come uno dei luoghi di sepoltura ipogei più antichi di Roma. Abbandonata come tutte le altre catacombe romane, cadde nell'oblio.

Nel XVI secolo, Antonio Bosio nella sua Roma sotterranea non le menziona.

L'area funeraria venne scoperta nel XVII secolo da Marcantonio Boldetti e da alcuni tombaroli.

Scarsamente studiate nel XIX secolo, fu solo nella seconda metà del XX secolo che iniziarono campagne di scavi e di studio, grazie all'opera dell'archeologo Aldo Nestori che nell'aprile del 1960 scoprì la tomba di papa Callisto e nel 1969 l'abside della basilica semipogea attribuita a papa Giulio.

Martiri di Calepodio

Nella Basilica di Santa Maria in Trastevere si conservano le reliquie di tre martiri, Calepodio, Callisto e Giulio, tutte provenienti da queste catacombe.

Di Calepodio si è già detto circa la sua identificazione incerta: sembra non trattarsi comunque di un personaggio di fantasia, poiché nelle catacombe è stata trovata un'iscrizione che confermerebbe la sua esistenza.

Papa Giulio I è ricordato come colui che sistemò, monumentalizzandola, la tomba di Callisto e che fece costruire la basilica in onore del suo predecessore e nella quale, sembra, si fece seppellire. Come detto infine, la Depositio Martyrum parla della deposizione di papa Callisto in queste catacombe: è il martire romano cronologicamente più antico ricordato nella Depositio (dopo i santi Pietro e Paolo).

Descrizione

Il cimitero si estende su tre piani di gallerie, molte delle quali devastate o in pessimo stato di conservazione. Il nucleo più antico è il livello superiore, ove è stata scoperta la tomba di papa Callisto.

Nel sopra terra sono state trovate tracce di un cimitero subdiale e resti di una basilica semipogea, con una grande abside, che alcuni archeologi affermano essere la basilica che papa Giulio I (337 - 352) fece costruire in onore del suo predecessore Callisto e nella quale lui stesso fu poi sepolto. Altri invece, quali Enrico Stevenson, ritengono che tale basilica si debba identificare con alcune strutture del Casale di San Pio V.

Note
  1. Con il marcatore blu si identificano le catacombe ebraiche, con quello rosso le deposizioni comunitarie e con quello verde le deposizioni singole o famigliari. Cliccando col mouse sui marcatori si apre la pagina corrispondente.
Bibliografia
  • Leonella De Santis, Giuseppe Biamonte, Le catacombe di Roma, Editore Newton & Compton, Roma 1997, pp. 132-139
  • A. Nestori, La catacomba di Calepodio al III miglio dell’Aurelia vetus e i sepolcri dei papi Callisto I e Giulio I, in "Rivista di Archeologia Cristiana", 47, 1971, pp. 169 - 278 e 48, 1972, pp. 193 - 233
  • Pasquale Testini, Archeologia cristiana, Editore Edipuglia, Bari 1980, pp. 188 - 189
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 11 aprile 2016 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.