Catacomba dei Santi Gordiano ed Epimaco (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Catacombe di Roma.
Catacomba dei Santi Gordiano e Epimaco

Roma Cat.SS.Gordiano+Epimaco ResurrezioneLazzaro IV.jpg

Ambito romano, Resurrezione di Lazzaro (seconda metà del IV secolo), affresco
Collocazione storica Impero romano
Civiltà Cristiana
Oggetto generico Area funeraria
Oggetto specifico Catacomba
Dedicazione San Gordiano
Sant'Epimaco
Scopritore Antonio Bosio
Data scoperta XVI secolo
Datazione IV secolo
Inizio della costruzione IV secolo
Localizzazione
Stato bandiera Italia
Regione

bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Diocesi di Roma
Vicariatus Urbis
Primi scavi
Datazione 1933 - 1955
Archeologo Marcantonio Boldetti
Secondi scavi
Archeologo Enrico Josi
Terzi scavi
Archeologo Antonio Ferrua
Amministrazione
Ente Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
Indirizzo Via Latina, 39 - Roma (RM)
Telefono +39 06 4465610
Fax +39 06 4467625
Posta elettronica pcas@arcsacra.va
Sito web sito web ufficiale
Note
Visita a richiesta
Coordinate geografiche
41°52′30″N 12°30′20″E / 41.874976, 12.505447 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Catacomba dei Santi Gordiano ed Epimaco (Roma)

La Catacomba dei Santi Gordiano ed Epimaco è un'area funeraria, situata a Roma, lungo l'antica via Latina, oggi nei pressi di piazza Galeria, nel moderno quartiere Appio Latino.

Storia

La catacomba venne esplorata parzialmente alla fine del XVI secolo da Antonio Bosio.

Nel 1720, Marcantonio Boldetti così descrive l'accesso a questa area funeraria:

« Sotto la vigna de’Signori Eustachi, circa un miglio distante dalla Porta Latina, li estende questo Cimitero, ed il suo ingresso è nel Cellaio sotto la casa, ed è molto profondo: il suo giro, per quanto abbiamo veduto, è vastissimo e ai nostri tempi si sono estratte molte reliquie de'Santi Martiri trovate con i loro contrassegni. Si veggono in una Cappella alcune pitture sacre antichissime sformate dal tempo. Un altro ingresso al medesimo Cimitero si è scoperto sotto un canneto dirimpetto la medesima vigna; onde non v'ha dubbio che si stenda sotto le altre a mano destra. »

La catacomba, intitolata ai due martiri qui deposti, al momento della sua "riscoperta" nel 1933 fu chiamata "catacomba dell'Acqua Mariana", finché l'archeologo Enrico Josi, nel corso di una campagna di scavi organizzata durante la Seconda Guerra mondiale (1940 - 1941), non la identificò con la catacomba di Gordiano ed Epimaco.

Nel 1955, in occasione dello scavo per le fondazioni di un palazzo, fu ritrovato, ed in parte abbattuto, un cubicolo decorato con affreschi, che venne salvaguardato dalla distruzione totale per l’intervento di padre Antonio Ferrua, all'epoca direttore della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

Solo alcune delle gallerie di questo cimitero ipogeo sono finora state scoperte ed in parte scavate; gli archeologi ritengono che si tratti di una necropoli molto vasta, disposta su più livelli, ancora utilizzata, come dimostrano alcune iscrizioni datate trovate sul luogo, durante l'impero di Giuliano l'apostata (361 - 363).

Martiri deposti nella catacomba

Le fonti antiche, in particolare il Martirologio geronimiano alla data del 10 maggio, ricordano la sepoltura in questa catacomba sulla via Latina nei pressi delle mura Aureliane dei seguenti martiri:

La sepoltura dei quattro martiri nella catacomba è poi confermata dall'itinerario per pellegrini del VII secolo, la Notitia ecclesiarum urbis Romae, la quale menziona anche la presenza di un altro santo, Trofimo.

Altri itinerari, oltre ai cinque già nominati, ricordano altri martiri sepolti: Sofia, Sulpicio e Serviliano. Le notizie su questi ultimi quattro martiri sono confuse e frammentarie. Gli itinerari altomedievali menzionano la presenza, nel sopraterra, di una basilica, dedicata ai santi Gordiano ed Epimaco, e di un mausoleo dedicato a Trofimo. Non esistono tracce archeologiche di questi monumenti.

Descrizione

Il complesso cimiteriale, che si sviluppa su due livelli ed in origine era composto da due nuclei distinti, risale alla seconda metà del IV secolo. Le gallerie si presentano intensamente sfruttate con loculi umili, chiusi da semplici tegole e più volte utilizzati, che denotano la povertà delle persone qui sepolte.

Nella catacomba esisteva anche una piccola basilica subdiale, con una vasta area funeraria, di cui non rimane più alcuna traccia.

Il monumento più interessante di questa catacomba è quello scoperto nel 1955 e finora individuato con il nome di cubicolo D. È a forma quadrata con tre arcosoli. I dipinti murali ad affresco, che decorano le pareti, databili alla seconda metà del IV secolo, raffigurano:

Note
  1. Con il marcatore blu si identificano le catacombe ebraiche, con quello rosso le deposizioni comunitarie e con quello verde le deposizioni singole o famigliari. Cliccando col mouse sui marcatori si apre la pagina corrispondente.
Bibliografia
  • Filippo Coarelli, Dintorni di Roma, in "Guide archeologiche Laterza", Editore Laterza, Bari 1981, p. 130
  • Leonella De Santis, Giuseppe Biamonte, Le catacombe di Roma, Editore Newton & Compton, Roma 1997, pp. 271 - 274
  • Antonio Ferrua, Un nuovo cubicolo dipinto della via Latina, in "Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia" 45 (1972-73) 171-187
  • Enrico Josi, Di un nuovo cimitero sulla via Latina, in "Rivista di Archeologia Cristiana" 16 (1939) 197-2003, 17 (1940) 31-39 e 20 (1943) 9-45
  • Pasquale Testini, Archeologia cristiana, Editore Edipuglia, Bari 1980, p. 232
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 2 aprile 2016 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.