Catacomba di San Zotico (Roma)
Catacomba di San Zotico | |
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Ambito romano, Santi Zotico e compagni con tre capse (IV secolo), affresco | |
Collocazione storica | Impero romano |
Civiltà | Cristiana |
Oggetto generico | Area funeraria |
Oggetto specifico | Catacomba |
Dedicazione | San Zotico |
Data scoperta | XVIII secolo |
Datazione | IV secolo |
Inizio della costruzione | IV secolo, inizio |
Completamento | V secolo |
Scomparsa | XII - XIII secolo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Diocesi di Roma Vicariatus Urbis |
Primi scavi | |
Datazione scavi | XIX secolo, fine - 1998 |
Archeologi | Giovanni Battista De Rossi |
Amministrazione | |
Ente | Pontificia Commissione di Archeologia Sacra |
Indirizzo | Via del Vermicino - Roma (RM) |
Telefono | +39 06 4465610 |
Fax | +39 06 4467625 |
Posta elettronica | pcas@arcsacra.va |
Sito web | sito web ufficiale |
Note | |
Visita a richiesta. | |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Catacomba di San Zotico è un'area funeraria cristiana, situata a Roma, al X miglio della via Labicana (attuale via Casilina), nella zona della Borghesiana.
Martiri deposti nella catacomba
Secondo le fonti antiche, nella catacomba fu deposto san Zotico, insieme ai compagni Ireneo, Giacinto ed Amanzio, martirizzati durante la persecuzione ordinata dall'imperatore Diocleziano.
Storia
La catacomba, che risale all'inizio del IV secolo, venne frequentata fino in epoca Alto Medievale, quando fu realizzato anche l'oratorio, sarebbe confermata anche dal rialzamento del piano di calpestio lungo il percorso della catacomba che portava alle sepolture dei martiri, in modo da facilitare l'accesso dei fedeli al luogo sacro. Nel tempo, infatti, tutti gli ambienti furono continuamente abbassati per realizzare nuove sepolture, fatta eccezione per la basilica ipogea. Le spoglie dei santi furono poi traslate a Roma durante il pontificato di Pasquale I (817 - 824), ma il sito continuò comunque ad essere frequentato, fino al XII - XIII secolo; questo è confermato sia dai reperti ceramici, sia per il rinvenimento in superficie di alcuni resti murari riconducibili all'oratorio che divenne con il tempo un vero e proprio edificio monastico.
La catacomba, scoperta agli inizi del XVIII secolo, ma fu solo alla fine del XIX secolo, che divenne oggetto di un approfondito studio da parte di Giovanni Battista De Rossi.
Il cimitero, caduto in abbandono e dimenticato dagli studi, solo recentemente, a partire dal 1998, è stato oggetto di ricerche sistematiche e di restauri, condotti dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Roma e la cattedra di Archeologia Cristiana dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" , che hanno permesso di riconoscere le fasi cronologiche e di rimettere in luce i resti di un piccolo oratorio altomedievale, forse la chiesa dei SS. Zotico e Amanzio di cui si fa cenno in una bolla papale del 1116. Durante questa campagna di scavi, inoltre, sono state individuate altre gallerie cimiteriali, che costituiscono una seconda regione della catacomba, ma che all'epoca però non è stato possibile indagare.
Descrizione
La catacomba si presenta come una vasta area funeraria, scavata all'interno di un banco di tufo, conosciuto anche come "cappellaccio". Dalla galleria centrale, lunga 70 metri, si dipartono a scansione regolare e con uno sviluppo a spina di pesce una serie di gallerie secondarie. Queste sono distanziate fra loro di circa 5 metri nel settore più antico, mentre nel settore occidentale, più recente, si collocano ad una distanza di 9 metri. La parte più antica, priva di cubicoli ed arcosoli, è databile all'inizio del IV secolo, con un utilizzo che durerà per circa un secolo. Qui, in fondo alla galleria principale, dove è presente l'unico lucernario del complesso cimiteriale, si trova una cappella di 10 x 7 metri, dove si trovavano le tombe dei martiri venerati. L'ambiente appare più volte rimaneggiato, con interventi databili fino all'Alto Medioevo: archi, arcosoli, fodere murarie, parapetti decorati, ampliamenti e, probabilmente un altare, dove era possibile svolgere le celebrazioni liturgiche. Interessante notare nella cappella, che divenne con il tempo una vera e propria basilica sotterranea, la presenza di una volta a nicchia che, invece di essere arcuata, è quadriforme: questo tipo di sepolcro, per il quale non si può utilizzare il termine arcosolio, è raro e si trova solo nelle più antiche regioni delle catacombe (ad es. in quelle di Callisto, Domitilla e Priscilla). Il De Rossi propose per tombe di questa fattura la definizione di sepolcri a mensa, per l'uso della copertura piana che li distingue dai loculi, chiusi da una lastra disposta verticalmente. Questo sepolcro a mensa, capace di ospitare anche due o tre individui, potrebbe essere proprio quello che ospitò le spoglie dei martiri. Un ulteriore, importante indizio a conferma del carattere di tomba venerata è costituito dalla presenza, nelle sue immediate adiacenze, di sepolture con carattere evidente di tombe ad sanctos (ossia "presso i santi").
All'interno di uno dei cubicoli, è presente un dipinto murale, ad affresco, rappresentati quattro personaggi, identificati dalla maggior parte degli studiosi con i quattro martiri venerati nella catacomba:
- Santi Zotico, Ireneo, Giacinto ed Amanzio: i quattro personaggi sono presentati alternati a tre capsae (contenitori di forma cilindrica forniti di coperchio) nei quali sono visibili dei volumina (rotoli manoscritti, allusione iconografica alla Parola salvifica di Cristo contenuta nei Vangeli).
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