Catacombe ebraiche di Vigna Randanini (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Catacombe di Roma.
Catacombe ebraiche di Vigna Randanini
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Roma Cat.ebraicheVignaRandanini CubicoloDoppio.jpg
Cubicolo doppio
Altro nome
Collocazione storica Impero romano
Civiltà Ebraica
Oggetto generico Area funeraria
Oggetto specifico Catacomba
Dedicazione
Dedicazione non cristiana
Fondatore
Data fondazione
Architetto
Scopritore
Data scoperta 1859
Datazione II secolo
Inizio della costruzione II secolo
Completamento IV secolo
Distruzione
Soppressione
Scomparsa
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Preesistenze
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Localizzazione
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio

Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Località o frazione
Diocesi [[]]
Altitudine massima m slm
Altitudine minima m slm
Dimensioni
Superficie 18.000 m2
Altezza m
Larghezza m
Lunghezza 720 m
Volume m3
Profondità 10 m
Diametro m
Inclinazione °
Primi scavi
Datazione scavi
Organizzazione scavi
Archeologi
Secondi scavi
Datazione scavi {{{Datazione scavi2}}}
Organizzazione scavi {{{Organizzazione scavi2}}}
Archeologi
Terzi scavi
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Archeologi
Amministrazione
Proprietà Stato italiano
Parte di
Ente Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
Responsabile
Indirizzo Via Appia Antica
Roma (RM)
Telefono +39 06 480201
Fax +39 06 4880445
Posta elettronica ssba-rm@beniculturali.it.
Sito web [ sito web ufficiale]
Sito web 2
Informazioni
Note
Visita a richiesta
Coordinate geografiche
41°51′25″N 12°31′07″E / 41.856795, 12.518494 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Catacombe ebraiche di Vigna Randanini (Roma)
Dati UNESCO
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Le Catacombe ebraiche di Vigna Randanini sono un'area funeraria ebraica, situata a Roma, tra il II e il III miglio della via Appia Antica.

Storia

Le catacombe, databili tra il II ed il IV secolo d.C., furono casualmente scoperte nel 1859.

Descrizione

Il cimitero è unico nel panorama mediterraneo per lo stato di conservazione, per la presenza di numerose decorazioni pittoriche di soggetti relativi sia alla tradizione romana sia a quella ebraica, per l'esistenza di numerosi sepolcri a forno (kôkhim) e per la grande quantità di iscrizioni (molte ancora in sito) che ha restituito.

Ambiente sub divo

Ambiente sub divo

L'ambiente esterno (sub divo) ha una forma rettangolare caratterizzata da una serie di strutture che sono da ascriversi ad almeno due fasi costruttive diverse:

  • La fase costruttiva originaria, datata alla prima metà del II secolo, si presume fosse costituita dal solo piccolo ambiente quadrato caratterizzato da due esedre, in opus mixtum e da una nicchia in cui si intravedono ancora alcune tessere di mosaico bianco e qualche traccia di intonaco rosso e, probabilmente, una seconda nicchia, oggi scomparsa dietro la muratura di epoca successiva.
  • La seconda fase, risalente al III - IV secolo, è caratterizzata da una totale modifica dell'area che ha risparmiato le due esedre. I muri longitudinali furono prolungati e rivestiti in opus listatum in cui vennero ricavati una serie di arcosoli. Al centro venne costruita una spina, anch'essa con arcosoli sovrapposti sui due lati, unita alle pareti laterali da muri con delle aperture a sesto ribassato. Fu in questa fase che, probabilmente, venne messo in opera il pavimento a mosaico bianco e nero a grosse tessere.

Nella parete sud-ovest si apre l'accesso all'ipogeo.

Cimitero ipogeico

La catacomba, che si sviluppa su due livelli, presenta una pianta molto irregolare, articolata in regioni distinte, apparentemente raccordate senza un piano unitario: già dall'osservazione di questa, si possono riconoscere nuclei caratterizzati in modo difforme, per i quali è credibile pensare ad origini differenti ed acquisizioni successive, dovute all'ampliarsi delle necessità della comunità ebraica romana.

Tipologia di sepolture

La maggior parte delle sepolture presenti sono formae aperte nel pavimento, o loculi scavati nelle pareti, chiusi per lo più con mattoni ed intonacati per poter ricevere le iscrizioni dipinte, quasi sempre in greco. Inoltre, restano anche alcuni arcosoli e, come già ricordato, sepolcri a forno (kôkhim).

Cubicola

Durante la realizzazione del complesso ipogeico, inoltre, che venne con ogni probabilità eseguito a più riprese, furono realizzati diversi cubicula (cappelle private) di famiglie o gruppi con particolari programmi decorativi. Fra questi solo tre sono dipinti: il primo è dipinto, ad affresco, con motivi geometrici molto semplici, resi con il colore rosso su fondo bianco. Sia sulle pareti che sul soffitto, all'interno dei disegni, sono visibili elementi decorativi molto più chiari e attualmente poco leggibili, come gli ethrog (cedri) negli angoli. Sopra l’arcosolio è dipinta una grande menorah (candelabro a sette braccia).

Galleria con loculi

Il secondo è preceduto da un vestibolo intonacato di bianco. Ai lati della porta che immette nel cubicolo, sullo zoccolo sono dipinti dei riquadri di incrostazioni marmoree e sopra queste una mezuzah. La decorazione interna è molto ricca: incrostazioni marmoree, fasce rosse e verdi, sottolineano l’apertura dei loculi separati tra loro da ghirlande di fiori. Sono, inoltre, dipinti fiori e un kantaros dal quale escono altri fiori. La particolarità di questo ambiente è data dalla presenza di palme da dattero dipinte ai quattro angoli del cubicolo. La volta a vela, che aveva originariamente una decorazione di uccelli, è oggi scomparsa.

Cubicolo doppio

Una scala permette di scendere al livello inferiore, dove si apre un cubicolo doppio, riccamente dipinto secondo lo stile lineare proprio del primo quarto del III secolo. Entrambi i cubicoli sono decorati con una divisione geometrica ottenuta mediante linee colorate che sottolineano gli arcosoli e su tutte le pareti circoscrivono i riquadri nei quali sono inserite le varie immagini. Il motivo centrale del soffitto del primo ambiente, realizzato all'interno di una serie di anelli concentrici, è una Vittoria alata in atto d'incoronare un giovane nudo. Al cerchio esterno sono alternate varie figure come: pavoni, uccelli e cesti di fiori. I muri sono ornati con pegasi, galli, galline, pavoni ed altri uccelli, inoltre vi è dipinto un Montone con un caduceo. La figura centrale nella volta del secondo ambiente è Fortuna con una cornucopia in mano. Nell'anello esterno si notano: pesci, anatre e cesti di fiori. Sotto la figura di Fortuna, vi sono un ippocampo e due delfini, sul lato opposto alcuni pesci. In ogni pennacchio della volta a crociera c’è un Genio delle quattro stagioni. I muri sono ornati con ghirlande di fiori e uccelli. Il muro di fondo, ora gravemente danneggiato, presentava la figura di un uomo fra due cavalli.

La presenza questi soggetti figurati, molto diffusi nell'iconografia romana, farebbe pensare (ma non è stato ancora accertato con sicurezza) ad un possibile riuso da parte ebraica di una precedente sepoltura romana.

Iscrizioni, documenti della comunità ebraica

Le varie iscrizioni rinvenute in questa ed in altre catacombe ebraiche, rivestono una particolare importanza in quanto sono un prezioso documento sulla vita della comunità ebraica romana. Ad esempio:

  • consentono l'identificazione certa di almeno undici sinagoghe antiche: Agrippinense, Augustana, Calcaresiana, Campesiana, Elae, degli Ebrei, Seceniense, Suburrana, Tripolitana, Vernaclesiana e Volumnesiana;
  • forniscono informazioni preziose sulle cariche ricoperte all'interno delle comunità: archon, archiosinagogo, grammateo, gerusiarca, ecc...
  • attestano la simbologia e l'iconografia in uso: la menorah (candelabro a sette braccia), il lulab (mazzetto di erbe aromatiche), lo shofar (il corno), l’ethrog (il cedro), l’aron (il rotolo della Torah), ecc...

Le iscrizioni rinvenute sono per la maggior parte scritte in greco, solo circa il 25-30% sono in latino o aramaico. Questo attesta che da un lato la comunità greca era certamente bilingue, dall'altro che il greco era, probabilmente, la lingua di maggiormente parlata dalla popolazione immigrata di origine servile.

{{Sezione accessoria|Note}

  1. Con il marcatore blu si identificano le catacombe ebraiche, con quello rosso le deposizioni comunitarie e con quello verde le deposizioni singole o famigliari. Cliccando col mouse sui marcatori si apre la pagina corrispondente.
Bibliografia
  • Filippo Coarelli, Dintorni di Roma, in "Guide archeologiche Laterza", Editore Laterza, Bari 1981, pp. 46 - 47
  • Elsa Laurenzi, Le volte del Cubicolo Doppio di Vigna Randanini, in "Actes du VIII Colloque de l'AIPMA", 15 - 19 maggio 2001, Editore L. Borhy, Budapest 2004, pp. 371 - 374
  • Elsa Laurenzi, Le catacombe ebraiche. Gli ebrei di Roma e le loro tradizioni funerarie, Editore Gangemi, Roma 2011 ISBN 9788849220698
  • Elsa Laurenzi, La catacomba ebraica di Vigna Randanini, Editore Gangemi, Roma 2013 ISBN 9788849226737
  • D. Mazzoleni, Le catacombe ebraiche di Roma, in "Studi Romani", n. 23, 1975, pp. 29 - 272
  • Pasquale Testini, Archeologia cristiana, Editore Edipuglia, Bari 1980, p. 325
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Editore Touring, Milano 2008, p. 826 ISBN 9788836538966
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 29 marzo 2016 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

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