Catacomba di Novaziano (Roma)
Catacomba di Novaziano | |
Iscrizione di Novaziano (metà del IV secolo) | |
Collocazione storica | Impero romano |
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Civiltà | Cristiana |
Oggetto generico | Area funeraria |
Oggetto specifico | Catacomba |
Scopritore | Enrico Josi |
Data scoperta | 1926 |
Datazione | III - V secolo |
Inizio della costruzione | III secolo, seconda metà |
Completamento | V secolo, inizio |
Scomparsa | VII secolo |
Iscrizioni | NOVATIANO BEATISSIMO / MARTURI GAUDENTIUS DIAC(onus) FE(cit). |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Diocesi di Roma Vicariatus Urbis |
Dimensioni | |
Larghezza | 500 m |
Lunghezza | 50 m |
Scavi | |
Datazione | 1926 - 1932 |
Amministrazione | |
Ente | Pontificia Commissione di Archeologia Sacra |
Indirizzo |
Viale Regina Elena, 303 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 4465610 |
Fax | +39 06 4467625 |
Posta elettronica | pcas@arcsacra.va |
Sito web | sito web ufficiale |
Note | |
Visita a richiesta | |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La catacomba di Novaziano è un'area funeraria cristiana situata a Roma, sita in viale Regina Elena, all'incrocio con piazzale San Lorenzo e via Tiburtina, nel moderno quartiere Tiburtino.
Toponimo
Il nome di questa catacomba, su cui le cui fonti antiche tacciono completamente, le è stato attribuito dopo il rinvenimento, nell'aprile del 1932, in una grande nicchia con tomba a mensa dell'iscrizione seguente, in rosso e con bordo a mosaico:
« | NOVATIANO BEATISSIMO / MARTURI GAUDENTIUS DIAC(onus) FE(cit). » |
Il cimitero fu perciò attribuito a Novaziano, la cui identificazione però è ancora oggi dibattuta tra gli studiosi.
Martiri deposti nella catacomba
Le fonti antiche non menzionano alcun martire sepolto nella catacomba, che, come detto, era sconosciuta. Fa eccezione il personaggio menzionato nell'iscrizione scoperta nel 1932.
L'iscrizione risale alla seconda metà del IV secolo, quando un diacono di nome Gaudenzio, risistemò, monumentalizzandola, la tomba di Novaziano. Di personaggi con questo nome se ne conoscono due:
- un giovane romano, morto durante la persecuzione di Diocleziano (284 - 305), che viene ricordato dal Martirologio geronimiano alle date del 27 e 29 giugno;
- l'altro il celebre antipapa Novaziano, scismatico, fondatore della chiesa omonima, che subì il martirio sotto l'imperatore Valeriano nel 258.
Quale dei due debba riconoscersi nel martire del cimitero è una questione ancora molto controversa. A favore della prima tesi, sostenuta da Enrico Josi - lo scopritore di questo cimitero - c'è il fatto che l'iscrizione sopraddetta non dichiara il titolo di vescovo e che nella catacomba, o nelle vicinanze della tomba di Novaziano, non vi siano epigrafi che rivelino l'eresia. Altri, fra cui Styger e Testini, sostengono che l'improvvisa chiusura della catacomba all'inizio del V secolo, coincide con le disposizioni di papa Innocenzo I (404 - 417), il quale ordinò la requisizione degli edifici di culto e dei cimiteri dei novazianisti: questo portò ad una specie di damnatio memoriae del cimitero ipogeo.
Inoltre, Antonio Ferrua ritiene che l'iscrizione non è quella originaria, ma un rifacimento del diacono Gaudenzio: ciò giustificherebbe l'assenza del termine episcopus nell'iscrizione stessa. Infine, Giuseppe Biamonte sostiene che, poiché il novazianismo consisteva in una diversa posizione circa l'atteggiamento da tenersi nei confronti dei lapsi, che non intaccava in alcun modo i fondamenti teologico-dogmatici della fede cristiana, non vi sono né elementi né motivi che giustifichino una distinzione tra questa catacomba e le altre catacombe romane:
« | Non si comprende quale specifica indicazione o quale particolare simbolismo avrebbe potuto distinguere il nostro cimitero da uno di tipo "ortodosso", come è invece stato sostenuto dai negatori dell'attribuzione della catacomba alla comunità novazianista di Roma. » | |
(De Santis - Biamonte, op. cit., p. 229)
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Storia
Tra le catacombe romane, quella di Novaziano è quella meglio datata. Infatti, nel livello inferiore, sono state scoperte iscrizioni, con data consolare, ancora integre e perfettamente al loro posto sulle rispettive pietre sepolcrali: due sono datate 266 e le altre due 270. Queste iscrizioni, e la gran quantità di monete della stessa epoca, fanno risalire l'origine del cimitero alla seconda metà del III secolo; in età costantiniana poi il cimitero si è ingrandito (livello superiore), apparirono i monogrammi costantiniani, si svilupparono cubicoli a carattere familiare. Tra la fine del IV secolo e l'inizio del V secolo il cimitero fu abbandonato e completamente dimenticato.
La catacomba, poiché non è menzionata in nessuno degli "itinerari" ad uso dei pellegrini, redatti a partire già dal VII secolo, non fu più frequentata e fu quindi ritrovata inviolata, con la maggior parte dei loculi ancora chiusi.
La scoperta avvenne solo nel settembre 1926, in occasione di lavori stradali al viale Regina Margherita (oggi Regina Elena), all'angolo con la Tiburtina, durante i quali vennero alla luce alcune gallerie cimiteriali (il livello superiore della catacomba): dato il pessimo stato di conservazione, fu deciso di abbandonare ogni ulteriore indagine, e si ricoprì il tutto.
Nel 1929, nel proseguimento dei lavori nello stesso viale, fu scoperta una seconda serie di gallerie (il livello inferiore), molto meglio conservate, che suscitarono subito l'interesse degli archeologi, soprattutto perché completamente sconosciute alle fonti antiche.
Negli anni Trenta, in occasione della costruzione dell'Istituto di Medicina Legale, è venuta alla luce in superficie una necropoli romana, compresi i resti di un mausoleo di età augustea, utilizzato fino alla fine del II secolo. Inoltre, nelle vicinanze dell'accesso originario alla catacomba, è stata scoperta una struttura absidata che ha fatto pensare ad una piccola basilica subdiale collegata alla catacomba.
Descrizione
La catacomba si sviluppa su due livelli: il primo, scoperto nel 1926, è andato quasi completamente distrutto sia per le estese edificazioni di superficie, sia per le spoliazioni operate in passato; la maggior parte degli ambienti è devastata e non vi è presenza di alcun reperto archeologico; meglio conservato invece è il secondo, venuto alla luce nel 1929, dove sono posti i resti archeologici più interessanti e rilevanti dell'intero complesso cimiteriale. La scala di accesso originaria è oggi ostruita dal manto stradale all'incrocio tra viale Regina Elena e via Tiburtina: si accede al cimitero tramite un ingresso moderno.
Il cimitero accolse circa un migliaio di inumazioni e copre un'area di notevole estensione, con un'ampiezza di 500 x 50 metri sui due assi. L'impianto presenta gallerie disposte "a spina di pesce" e "a graticola". Alcune frane permettono oggi di percorrere solo 800 metri di gallerie. L'altezza di molte gallerie fa ipotizzare un loro ampliamento realizzato scavando il suolo. I riempimenti (solo in parte scavati) che interessano alcune zone più antiche furono effettuati con terra di scavo proveniente da altri settori più recenti. Negli interri, in momenti differenti, furono poi ricavate delle tombe a "forma". Partendo dai nuovi piani di calpestio furono scavati altri ambulacri i cui accessi, dopo la rimozione degli interri, risultano oggi "sospesi".
Sepolcro di Novaziano
La galleria su cui si apre la tomba di Novaziano, sebbene abbastanza stretta (80 cm.), si trova in un punto centrale dell'area funeraria più antica della catacomba. Il sepolcro è costituito da una cassa sormontata da un arco in muratura: si tratta di una forma ibrida tra l'arcosolio, dai quali si distingue per le dimensioni ridotte della cassa, e la tomba "a mensa".
La tomba si doveva inizialmente presentare come una cassa parallelepipeda tagliata nel tufo su tre lati e foderata di marmo, chiusa sul davanti da un parapetto in muratura a tufelli e mattoni rivestita da intonaco bianco sul quale è incisa l'iscrizione realizzata da Gaudente in onore di Novaziano. Anche l'arco soprastante, ugualmente realizzato a tufelli e mattoni, era ricoperto in marmo. L'identica tecnica di realizzazione lo fa ritenere contestuale al parapetto e porta a datare il tutto, anche a seguito di ulteriori studi, a non prima della metà del IV secolo. La monumentalità del sepolcro, la sua centralità rispetto al complesso catacombale e le dimensioni contenute della tomba (160 x 35 x 30 cm) fanno pensare comunque ad una traslazione del corpo.
Sulla volta della galleria, nelle immediate vicinanze della tomba, è presente uno stretto lucernario. Al momento della scoperta della tomba si ritrovarono anche delle tessere di smalto rosso e marmo verde
Cubicolo di Tulliano
Nella stessa galleria della tomba di Novaziano, nel cubicolo di un certo Tulliano appartenente ad una famiglia di cavalieri, sono stati scoperti quattro sarcofagi, tre dei quali riccamente istoriati con scene dell'Antico e Nuovo Testamento, databili al IV secolo, fra le quali si ricordano:
- Epifania,
- Adamo ed Eva,
- Daniele nella fossa dei leoni,
- Risurrezione di Lazzaro
- Negazione di san Pietro.
Tomba di Antistia Euphanilla
Tra le tante tombe ancora intatte, merita particolare menzione quella di Antistia Euphanilla, morta a 25 anni, si distingue per una cornice in stucco ad ovuli e perline: da una fessura, sul lato superiore, gli archeologi hanno potuto osservare, perfettamente conservati, i resti della giovane donna, con frammenti della veste e dell'acconciatura a fili d'oro e ciuffi di capelli.
Note | |
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